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* Carmelo Torre, Presidente INU Puglia

Giuseppe Orlando, Comune di Monopoli

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.3 SOGGETTI E RETI DI SOGGETTI ECONOMICI E SOCIALI PER IL RICICLO URBANO E FORME DI GOVERNANCE INNOVATIVE

mazioni territoriali indotte dal PUG.

A-2. Analisi del processo evolutivo del sistema territoriale comunale attraverso l'utilizzo delle infrastrutture per l'informazione territoriale e

dei metodi per la partecipazione digitale come

strumento di supporto per la percezione dei processi evolutivi.

Il protocollo nella mappa dell'italia resiliente dell'INU

Uno degli obiettivi individuati dalla Commissio- ne-Paese “Città Resilienti - Motori di Sviluppo” è quello di “valorizzare le esperienze virtuose che si

vanno sviluppando in Italia per condividere la cul- tura della resilienza e dare senso e concretezza ai processi comunque avviatisi nel Paese a partire dalla Mappa dell'Italia resiliente” .

In relazione alle coordinate definite dalla Com- missione per la costruzione della mappa, il Pro- tocollo presenta le seguenti caratteristiche:

a. Declinare la resilienza non solo in termini fisici ma anche sociali ed economici.

L'analisi del processo evolutivo del sistema terri- toriale comunale considera sia la dimensione fisica delle trasformazioni territoriali che quelle sociale, economica ed ambientale, nel tentativo di interpretarne e descriverne le reciproche rela- zioni.

b. Affrontare strategie e tattiche adattive in senso multiscalare e multidimensionale combinando scelte strategiche di tipo sistemico e tattiche ali- mentate dalla concatenazione e successione pro- babile o eventuale di azioni progettuali di piccola taglia.

Attraverso l'analisi evolutiva del sistema territoriale comunale (elaborata secondo le diver- se dimensioni già evidenziate con l'utilizzo inno- vativo della conoscenza spaziale) è possibile leg- gere ed interpretare la capacità adattiva del siste- ma locale rispetto agli eventi che ne hanno modi- ficato il comportamento evolutivo, determinan- done l'attuale assetto. Un adeguato grado di conoscenza delle caratteristiche e delle dinami- che intrinseche dell'assetto territoriale ne consen- te una gestione più consapevole ed intelligente, e quindi, resiliente.

c. Sollecitare un cambiamento delle forme del pro- getto urbanistico nella direzione di una maggiore selettività delle scelte e di un mutamento radicale di priorità alla scala urbana.

d. Attivare dinamiche virtuose di riciclo delle risorse scarse per costruire una nuova città pubblica attor- no ai “beni comuni”, promuovere politiche proattive e non solo di contrasto normativo al consumo di suolo, rigenerare la città esistente con interventi di qualità spaziale e architettonica.

e. Generare forme di economia compatibili con que- ste mutate condizioni.

f. Cambiare le modalità di reperimento delle risorse economico-finanziarie (meno spesa pubblica e più orientata e integrata rispetto all'attuale frammen- tazione dei canali esistenti; attivazione di risorse private diffuse anche attraverso la leva fiscale loca- le, depotenziando la dimensione immobiliare della modificazione urbana e mobilitando nuovi attori non tradizionali).

g. Modificare la dimensione valoriale e gli stili di vita, assecondando una sempre più estesa geogra-

fia di pratiche sociali e dando risposte alle domande poste da imprenditorialità legate ai settori green dell'economia urbana.

Una migliore comprensione degli effetti di medio- lungo periodo degli eventi che modificano l'assetto ed il comportamento evolutivo del siste- ma territoriale contribuisce alla costruzione di un quadro più consapevole e coerente dei mezzi e delle limitazioni - reali e/o potenziali – propri del sistema territoriale. Ne consegue la possibilità, da parte delle amministrazioni competenti alle diver- se scale, di definire e promuovere politiche di svi- luppo adattive e resilienti.

h. Determinare condizioni di coesione sociale e sti- molare processi di consapevolezza sociale e auto- organizzazione.

i. Praticare forme di governance multilivello capaci di coinvolgere i diversi attori implicati nelle dinami- che di adattamento.

L'utilizzo delle infrastrutture per l'informazione territoriale e i metodi per la partecipazione digita- le come strumento di partecipazione pubblica e di governance collaborativa è orientato all'amplificazione della percezione dei processi evolutivi del sistema territoriale e dei relativi effet- ti dal punto di vista fisico, ambientale, sociale, ed economico, specialmente per quei processi che vedono il diretto coinvolgimento della P.A. a livel- lo locale. Un tale processo, può contribuire ad incrementare la consapevolezza della P.A. nell'operare le scelte strategiche per il territorio, favorendo processi di partecipazione attiva e di auto-organizzazione.

Protocollo d’intesa MITO LAB Bari - Comune di Monopoli

Nell'ambito del Progetto MITO (Multimedia Infor-

mation for Territorial Objects, www.labmito.com), il

Politecnico di Bari ha attivato il MITO LAB - Bari, che rivolge la propria attenzione agli usi innovati-

vi della conoscenza spaziale a supporto del governo del territorio, dell'ambiente e del patri- monio culturale, perseguendo una visione com- plessa delle relazioni fra informazione, cono- scenza e supporto alla decisione e all'azione.

In virtù delle prerogative del Progetto MITO, il Comune di Monopoli e il MITO LAB - Bari hanno sottoscritto nell'ottobre 2015 il "Protocollo di intesa

sulle infrastrutture per l'informazione territoriale per il monitoraggio ambientale, le strategie di sostenibi- lità e la resilienza territoriale tra il Politecnico di Bari e il Comune di Monopoli" (di seguito Protocollo).

Attraverso il Protocollo si intende sviluppare uno

strumento di supporto nella pianificazione dello sviluppo territoriale che, partendo dall'analisi evolutiva del sistema territoriale comunale, ne sappia cogliere e coniugare le caratteristiche di resilienza.

Il Protocollo individua:

Obiettivi generali

1. contribuire al rafforzamento delle infrastruttu-

re per l'informazione territoriale nel territorio

di Monopoli promuovendo la condivisione di set

di dati territoriali e relativi metadati, nonché di servizi e tecnologie di rete;

2 . s p e r i m e n t a r e u s i i n n o v a t i v i dell'informazione territoriale a supporto del governo del territorio, dell'ambiente e del patrimonio culturale, perseguendo una

visione complessa delle relazioni fra conoscen- za e supporto alla decisione e all'azione; Obiettivi specifici

a. contribuire a rafforzare l'infrastruttura per

l'informazione territoriale volta a supportare

le diverse fasi dei processi decisionali e ad inte- grare le attività di monitoraggio ambientale nei processi di pianificazione, programmazione e progettazione;

b. sviluppare e sperimentare approcci, metodi e strumenti per l'analisi ed il rafforzamento della resilienza urbana e territoriale, in parti-

colare attraverso l'interpretazione dei fattori e

delle dinamiche di vulnerabilità e resilienza pre-

senti nei diversi contesti e la valutazione delle politiche di sviluppo e di adattamento ai cam- biamenti globali;

c. sperimentare percorsi di partecipazione pub- blica e di governance collaborativa, innova-

tivi e fortemente orientati all'utilizzo di tecnolo- gie digitali nell'elaborazione di strategie di

sostenibilità;

Attività

A-1. Costruzione e sperimentazione di un sistema di indicatori per il controllo delle trasfor-

Protocollo d'intesa

MITO-LAB Bari.

Comune di Monopoli

di Carmelo Torre e Giuseppe Orlando*

* Carmelo Torre, Presidente INU Puglia

Giuseppe Orlando, Comune di Monopoli

1

.3 SOGGETTI E RETI DI SOGGETTI ECONOMICI E SOCIALI PER IL RICICLO URBANO E FORME DI GOVERNANCE INNOVATIVE

mazioni territoriali indotte dal PUG.

A-2. Analisi del processo evolutivo del sistema territoriale comunale attraverso l'utilizzo delle infrastrutture per l'informazione territoriale e

dei metodi per la partecipazione digitale come

strumento di supporto per la percezione dei processi evolutivi.

Il protocollo nella mappa dell'italia resiliente dell'INU

Uno degli obiettivi individuati dalla Commissio- ne-Paese “Città Resilienti - Motori di Sviluppo” è quello di “valorizzare le esperienze virtuose che si

vanno sviluppando in Italia per condividere la cul- tura della resilienza e dare senso e concretezza ai processi comunque avviatisi nel Paese a partire dalla Mappa dell'Italia resiliente” .

In relazione alle coordinate definite dalla Com- missione per la costruzione della mappa, il Pro- tocollo presenta le seguenti caratteristiche:

a. Declinare la resilienza non solo in termini fisici ma anche sociali ed economici.

L'analisi del processo evolutivo del sistema terri- toriale comunale considera sia la dimensione fisica delle trasformazioni territoriali che quelle sociale, economica ed ambientale, nel tentativo di interpretarne e descriverne le reciproche rela- zioni.

b. Affrontare strategie e tattiche adattive in senso multiscalare e multidimensionale combinando scelte strategiche di tipo sistemico e tattiche ali- mentate dalla concatenazione e successione pro- babile o eventuale di azioni progettuali di piccola taglia.

Attraverso l'analisi evolutiva del sistema territoriale comunale (elaborata secondo le diver- se dimensioni già evidenziate con l'utilizzo inno- vativo della conoscenza spaziale) è possibile leg- gere ed interpretare la capacità adattiva del siste- ma locale rispetto agli eventi che ne hanno modi- ficato il comportamento evolutivo, determinan- done l'attuale assetto. Un adeguato grado di conoscenza delle caratteristiche e delle dinami- che intrinseche dell'assetto territoriale ne consen- te una gestione più consapevole ed intelligente, e quindi, resiliente.

c. Sollecitare un cambiamento delle forme del pro- getto urbanistico nella direzione di una maggiore selettività delle scelte e di un mutamento radicale di priorità alla scala urbana.

d. Attivare dinamiche virtuose di riciclo delle risorse scarse per costruire una nuova città pubblica attor- no ai “beni comuni”, promuovere politiche proattive e non solo di contrasto normativo al consumo di suolo, rigenerare la città esistente con interventi di qualità spaziale e architettonica.

e. Generare forme di economia compatibili con que- ste mutate condizioni.

f. Cambiare le modalità di reperimento delle risorse economico-finanziarie (meno spesa pubblica e più orientata e integrata rispetto all'attuale frammen- tazione dei canali esistenti; attivazione di risorse private diffuse anche attraverso la leva fiscale loca- le, depotenziando la dimensione immobiliare della modificazione urbana e mobilitando nuovi attori non tradizionali).

g. Modificare la dimensione valoriale e gli stili di vita, assecondando una sempre più estesa geogra-

fia di pratiche sociali e dando risposte alle domande poste da imprenditorialità legate ai settori green dell'economia urbana.

Una migliore comprensione degli effetti di medio- lungo periodo degli eventi che modificano l'assetto ed il comportamento evolutivo del siste- ma territoriale contribuisce alla costruzione di un quadro più consapevole e coerente dei mezzi e delle limitazioni - reali e/o potenziali – propri del sistema territoriale. Ne consegue la possibilità, da parte delle amministrazioni competenti alle diver- se scale, di definire e promuovere politiche di svi- luppo adattive e resilienti.

h. Determinare condizioni di coesione sociale e sti- molare processi di consapevolezza sociale e auto- organizzazione.

i. Praticare forme di governance multilivello capaci di coinvolgere i diversi attori implicati nelle dinami- che di adattamento.

L'utilizzo delle infrastrutture per l'informazione territoriale e i metodi per la partecipazione digita- le come strumento di partecipazione pubblica e di governance collaborativa è orientato all'amplificazione della percezione dei processi evolutivi del sistema territoriale e dei relativi effet- ti dal punto di vista fisico, ambientale, sociale, ed economico, specialmente per quei processi che vedono il diretto coinvolgimento della P.A. a livel- lo locale. Un tale processo, può contribuire ad incrementare la consapevolezza della P.A. nell'operare le scelte strategiche per il territorio, favorendo processi di partecipazione attiva e di auto-organizzazione.

Protocollo d’intesa MITO LAB Bari - Comune di Monopoli

In tema di suolo come bene comune e di politiche di governo e pianificazione sostenibile del territo- rio, la Città metropolitana di Torino istituita a gen- naio 2015 (di cui va richiamata la complessità dell'impianto territoriale ove, su un totale di 6.827 kmq, il 47% è totalmente o parzialmente monta- no e dove rispetto ai 315 Comuni complessivi, 253 hanno una popolazione pari o inferire a 5000 abi- tanti), dispone di uno strumento di pianificazione territoriale, frutto dell'azione di governo condotta dalla ex Provincia di Torino negli anni precedenti: si tratta del secondo Piano territoriale di coordina- mento (Ptc2) entrato in vigore ad agosto 2011, che ha tra gli obiettivi cardine il contenimento del consumo di suolo.

Interessante dell'impianto del Ptc2 è il fatto che la modalità che esso individua per perseguire con efficacia l'obiettivo di tutela delle parti del territorio non ancora urbanizzate e/o di maggiore pregio agronomico, sia proprio l'attività di pianificazione urbanistica comunale, attraverso i tavoli di copia- nificazione previsti dall'istituto della Conferenza di copianificazione e valutazione istituita sperimen- talmente dalla Lr 1/2007 (successivamente discipli- nata definitivamente dalla Lr 3/2013) quale innova- tiva revisione del processo di formazione e appro- vazione del Prg ex Lr 56/1977 e smi.

Per giungere a tale risultato, nel corso del processo di formazione del Ptc2, si sono definite delle rego-

le che sono state condivise con i diversi attori della copianificazione, sia istituzionali (Regione Piemonte, Comuni, Comunità Montane e Colli- nari) che rappresentativi delle diverse istanze sociali (organizzazioni economiche e professio- nali, associazioni ambientaliste, sindacati, ecc.). Innovativa è inoltre la metodologia utilizzata per definire i criteri di contenimento del consumo di suolo, che si distingue dai principali esempi nazionali ed europei prevalentemente basati su parametri quantitativi quali, ad esempio, il valore percentuale massimo di espansione consentita rispetto ad un valore iniziale stabilito, spesso in funzione dell'edificabilità di piano (meccanismo che di fatto favorisce i Comuni meno virtuosi). Il Ptc2 dell'allora Provincia di Torino abbandona i metodi quantitativi, che non lasciano spazio alle valutazioni nel merito delle singole realtà e situa- zioni territoriali, e sceglie un metodo qualitativo e di condivisine fondato sul riconoscimento di morfologie insediative alla scala comunale, per indirizzare gli interventi in certe aree ed esclu- denderli in altre. Si parte da una mappatura del territorio provinciale articolata attorno a tre gran- di macrocategorie morfologico-insediative: - le aree dense, costituite dalle porzioni di territo- rio urbanizzato, anche poste in prossimità del centri storici (o dei nuclei storici), aventi un impianto urbanistico significativo, caratterizzate

Il governo dell'uso