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di T SPOON*

* T SPOON, Nina Artioli, Alessandra Glorialanza, Eliana Saracino

ESPERIENZE DI RESILIENZA NELLA PROGETTAZIONE E GESTIONE DEI BENI COMUNI

VERSO UNA MAPPA DELLE CITTÀ E DEI TERRITORI RESILIENTI

ni che a differenti scale sono coinvolti nei proces- si di trasformazione e sul coinvolgimento diretto degli utenti.

La riqualificazione del cavalcavia è finalizzata a creare un luogo dotato di una propria identità, seppur mutevole e in continuo divenire: uno spa- zio ben definito, ma in cui tutto è ancora possibi- le. Pertanto lo spazio è stato “infrastrutturato” secondo alcune regole generali che prevedono al loro interno ampi margini di adattabilità (sia rispetto alle richieste del mercato, che ai continui mutamenti della domanda) e che garantiscono, allo stesso tempo, la corrispondenza dell’immagine complessiva all’impianto propo- sto.

Nell’organizzazione complessiva dell’intervento si è scelto di lavorare sull’inserimento di alcune

attività predeterminate e permanenti, con un

riverbero urbano maggiore, capaci di costituire attrattiva in ogni momento e garantire così la sussistenza di un luogo vitale e attivo. Ad esse si integrano delle aree destinate a ad usi tempora-

nei, che permettono invece il ricambio delle atti-

vità che vi si svolgono e la possibilità per la citta- dinanza attiva di proporre nuovi modi d’uso dello spazio.

GUARDA-MI, inserendosi come elemento di completamento di un sistema continuo di luoghi pubblici pedonali e ciclabili, propone di trasfor- mare una superficie monofunzionale e passante in un luogo in cui sperimentare paesaggi urbani alternativi, fornendo agli abitanti degli spazi di aggregazione dedicati alle diverse categorie di età e ai city-users dei luoghi eccezionali che accolgono attività urbane inedite.

Gli ambiti del progetto

Nell’intervento si possono riconoscere ambiti differenti, anche per i loro diversi aspetti formali e morfologici, la cui trasformazione sinergica permetterà di raggiungere gli obiettivi individua- ti. Al fine di definire sin da subito dei luoghi rico- noscibili, gli ambiti sono stati definiti con un nome specifico a seconda della loro vocazione principale.

Il palinsesto. La vocazione della grande superfi-

cie del cavalcavia è quella di diventare un luogo dove tutto è possibile. Il parterre è per questo stato organizzato in modo flessibile, definendo in modo netto gli spazi di percorrenza e di con- nessione, mentre la superficie rimanente si pro- pone lottizzata come un palinsesto, che prevede

nei diversi slot spaziali alcune attività fisse, capaci di rendere vivo e attivo lo spazio fin da subito, e altre temporanee da affidare, attraverso una pro- cedura aperta, ad attori sociali e operatori econo- mici.

L’insegna abitata. La scelta di inserire un elemen-

to a sviluppo verticale deriva da una riflessione più generale riguardante i rapporti dimensionali e le relazioni con il contesto. In quest’area ci si deve rapportare con interventi che hanno una dimen- sione, sia fisica che di capacità attrattiva, molto ampia (torri dell’Unicredit, Palazzo della Regione, il Bosco verticale, la torre dell’acqua di via Farini, il fascio ferroviario, ecc.). Per questo è necessario cambiare la scala dell’azione, lavorando in eleva- zione sul fronte dei binari con una struttura tridi- mensionale, leggera e permeabile che sorregge una grande insegna luminosa che gioca sull’ambiguità di significato GUARDAMI / GUARDA-MI. L’Insegna Abitata è pensata per raggiungere l’obiettivo di riconoscibilità e amplifi-

carne gli effetti, al fine di diventare essa stessa un landmark nello skyline urbano.

La Promenade Plantée. La testata nord

assume un ruolo come spazio di media- zione fra i luoghi definiti e “domestici” del quartie- re e lo spazio aperto ed eccezionale del cavalcavia. Il percorso piantato che si propone per quest’ambito assolve questo ruolo di integrazione fra le parti, ricomponendo le diverse dimensioni e fornendo una guida nel sistema di salita/discesa.

Il foro Garibaldi. La testata sud ha la vocazione di

diventare uno spazio di aggregazione ludico e cul- turale, funzionale a rispondere alle esigenze degli abitanti quartiere. La scelta di eliminare la rampa di ingresso al cavalcavia consente di liberare uno spazio che ad oggi non esiste, permettendo così la definizione, attraverso il ridisegno delle superfi- ci, di un luogo protetto per il gioco e l’incontro, posto in stretta relazione al distretto scolastico.

GUARDA-MI concept

GUARDA-MI notturna

Il controllo, la gestione delle risorse e il loro sfrut- tamento hanno per secoli favorito la crescita di importanti economie ed apparati sociali che hanno strutturato e condizionato la forma della Piana del Sarno, lavorando ad una condizione di equilibrio sostenibile. Il sovvertimento delle condi- zioni ecologiche del pianeta il consumo lineare del territorio e delle risorse ha portato a uno sbilancia- mento degli equilibri e ad una sostanziale perdita di sostenibilità. In questi luoghi il tema del rischio idrogeologico inoltre intercetta quello dell'inquinamento, della compromissione e della cattiva gestione del territorio producendo una geografia del rischio in cui le aree, gli edifici e le infrastrutture di scarto di un metabolismo urbano sempre più incomprensibile e inafferrabile ne sono gli elementi costitutivi.

Le condizioni descritte sono oggi tipiche di molti contesti, e la Piana del fiume Sarno ne è un caso emblematico in cui la vicenda storica è inscindibile dalla metamorfosi subita dalla rete delle acque. L'avvento dell'industrializzazione e la diffusa antropizzazione del territorio ha modificato un rispettoso rapporto tra l'uomo e le acque storica- mente basato su una cultura di cura del territorio. I

segni che ne sono testimonianza sono tutt'ora rin-

tracciabili nella struttura territoriale e un'attenta ricostruzione porta ad individuarli come invarianti

ambientali, più o meno compromesse, ma ancora

Sustainable