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Il parroco di Castagnaro, don Vittorino Corsini, nato a Isola della Scala il 2 dicembre 1951, ci ha inviato una sua testimonianza, accompagnandola con alcune parole introduttive, che ugualmente

Nel documento Don Luigi Bosio a Belfiore d'Adige (pagine 132-134)

riproduciamo.

Le invio in allegato quanto ho messo insieme e raccolto in maniera purtroppo non ordinata. Ma confi do che Lei ne troverà qualcosa di adatto da aggiungere alla Sua pubblicazione prossima ad essere data alle stampe.

La ringrazio per la sua nobile fatica a servizio della conoscenza di un uomo che ha accolto la Grazia dello Spirito Santo nella Chiesa e in se stesso e vi ha corrisposto “di cuore” fi no a dedicare ogni pensiero, parola ed azione a Nostro Signore Gesù Cristo, come battezzato, confermato e ordinato prete a servizio dei fratelli a tempo pieno.

Io ne sono testimone, in quanto ho ricevuto tramite don Luigi Bosio, tramite il suo volto e la sua parola e il suo effi cace ministero, la tenera e ferma guida amorosa di Dio Padre.

* * *

1. Ministero a Legnago in Duomo: « Dopo mezzanotte non si danno conversioni » (consiglio dato ad un giovane prete ‘giovane con i giovani’).

2. Il mio primo incontro nel chiostro: non ricordo le parole precise. Gli ho chiesto in maniera diretta se accettava di farmi da confessore e padre spirituale. E Lui a me: « Bisogna che Lui cre-

sca e che io diminuisca ». Era per me un sintetico e profondo programma di vita nella sequela di Gesù Cristo.

3. Nei brevissimi colloqui – anche se a me parevano ampi, per la loro intensità – mi raccomanda- va frequentemente, specie a riguardo dell’attività pastorale, di non aver fretta, di saper atten- dere. Diceva: « Prega perché le anime si conquistano con le ginocchia e vedrai che i frutti

non tarderanno a venire. È il Signore che salva! ». La sua guida saggia, prudente e sapiente mi ha salvato da parecchie “cantonate”. Concludeva quasi sempre con l’assoluzione. Poi, mi consegnava un’immaginetta con una sua scritta autografa vergata all’antica, con penna intinta nell’inchiostro al calamaio e asciugata col tampone.

4. Congedandomi « con un palpito di aff etto paterno », aggiungeva: « Ti aiuto a farti santo! » 5. Ad una coppia di Genitori: « Padre, dia una benedizione speciale ai nostri bambini: sono così

vivaci! » « Certamente ». Aperto il Benedizionale, scorse una per una tutte le pagine fi no all’ul- tima. Richiudendo il libro: « Avete visto anche voi: non c’è una preghiera per i bambini

vivaci. Rendete grazie al Signore per la vitalità esuberante dei vostri fi glioli ».

6. « Diventerai una grande santa ». Una bambina di rimando strillava piagnucolando: « Non voglio essere santa! » « Perché? », le chiese il Padre. « Perché i santi hanno soff erto tanto e io non lo voglio! »

7. Grande lavoro di potatura fatto dal Signore su di lui e da lui assecondato con “violenza” (« Il

Regno di Dio è dei violenti e i violenti se ne impadroniscono »). 8. Fedele al confessionale (orari, presenza, passaggio nell’atrio, suo studio).

9. Una signora della parrocchia mi chiese: « Mi indichi un buon confessore ». Le dissi, sicuro: « Mons. Bosio, canonico della Cattedrale di Verona ». « Ci sono andata, ma non mi ha lasciato parlare. Ha parlato lui, brevissimamente ». Ho risposto che non siamo tutti uguali e che, grazie a Dio, ci sono stati messi a disposizione confessori da scegliere. Le ho indicato un padre cappuccino della chiesa degli Scalzi. Ho aggiunto che Mons. Bosio in quelle poche parole, traccia una scia di luce per il cammino da percorrere sicuro. Occorre opera di meditazione da parte dell’inte- ressato, come Maria: “Custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”.

10. Amante della liturgia e del latino, ma in sintonia con lo spirito del Concilio Ecumenico Vati- cano II, di cui è stato peraltro un precursore.

11. Amava e conosceva il canto Gregoriano, che egli defi niva: « Il Silenzio in Musica ». Nelle immaginette ci teneva ad annotare preziose antifone corredate di relative note e rigo musicale. Specie quelle della Novena dell’Immacolata o del Natale. Era stupito dalla bellezza. Diceva: « un fi ore è annunciazione di Dio ».

12. Alla famiglia Lavarini Davide e ai fi gli Roberto e Roberta con la di lei famiglia, don Luigi Bosio ha benedetto la casa in Vaggimal di Sant’Anna d’Alfaedo e ha loro regalato un’effi gie della Madonna (che sta a lato della porta d’ingresso) con la singolare scritta e dedica, « Maria,

gioia di tutte le gioie ».

Pensieri di Mons. Luigi Bosio, canonico della cattedrale di Verona († 27 gennaio 1994), amante

del silenzio. La parola? Solo se affi ora dal silenzio.

• “Che fatica parlare! Se veramente parliamo, se misuriamo le parole, che fatica parlare!”.

• “Quando non vedi nulla, quando sei nella notte (la notte!), la notte del dolore, non dire nulla, aspetta! Questo silenzio avrà il suo prezzo e renderà sonoro tutto il resto. Tutto canterà intorno a te”.

• “L’eroismo esiste dove non si scopre e quando non se ne parla”. • “Non si rinasce discutendo, ragionando, agitandosi, ma morendo”.

• “La vita contemplativa non ostacola l’azione, ma la trascende: è un riposo dell’azione esteriore”. • “La contemplazione è una espropriazione operata da Dio, che impoverisce un uomo per arric-

chire molti altri”.

• “Scopo essenziale della vita mistica: non esistere per essere”.

• “Il nostro tempo ha più piaghe di Giobbe, ma una la tormenta senza pace: la perdita del silenzio”. • “Per vivere, la Chiesa ha bisogno di martiri e di monaci”.

• “I Santi fanno convergere verso la luce più di un sentiero che altrimenti sarebbe sboccato nelle tenebre. Essi aprono la via alla Divina Misericordia e alla Divina Provvidenza”.

• “Accettare di non essere che silenzio, in un mondo che divora: così inquieto, così agitato. È necessario essere coraggiosi per stare fermi: fare silenzio!”.

Amare signifi ca:

accettare con infi nita pazienza, tacere con infi nita fi ducia, sorridere con infi nito coraggio, gustare amarezze con infi nito silenzio,

impegnarsi nel proprio dovere con infi nita nostalgia, amare il prossimo con infi nita tenerezza,

attendere con infi nita letizia, donarsi con infi nita speranza, pregare con infi nita confi denza, gioire con infi nito aff anno:

l’aff anno del cuore macerato dal bisogno di amare infi nitamente

Dio e l’umanità.

(Pensieri inviati alla Rivista « S. Cuore » dalle Monache Clarisse di Novaglie di Quinto di Valpante- na, Verona). « Sacro Cuore », febbraio 2005, p. 7.

« Invece che imprecare contro le tenebre, accendi un fi ammifero »: Quando dicevo che non pos- so fare nulla, mi rispondeva Mons. Luigi Bosio, servo di Dio: « Quel nulla… cerca di farlo in

maniera splendida, superlativa, pieno di amore ».

Posso dire d’essere stato un privilegiato perché ogniqualvolta ho chiesto di incontrare Mons.

Bosio, mi è sempre stato concesso. Anche nell’ultimo mese di vita, quando era degente all’ospe- dale e sulla porta della camera c’era un avviso che sconsigliava le visite, bussai e mi annunciai. La

porta si richiuse. Dopo qualche istante, la persona che lo assisteva mi fece cenno di entrare. Uno

sguardo dei suoi con occhi che penetravano nell’anima. Un sorriso. Una benedizione. E un

cenno di saluto con la mano. E io uscivo raggiante di pura contentezza 274.

24. Fenomeni straordinari

Sono numerose le persone che riferiscono di fenomeni straordinari, di cui don Luigi sarebbe stato

Nel documento Don Luigi Bosio a Belfiore d'Adige (pagine 132-134)

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