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Ben poco è stato consegnato alla storia relativamente agli anni trascorsi da don Luigi Bosio a Legnago Una delle istituzioni che lo impegnarono fu il Salus, del quale ci restituisce il sapore un

Nel documento Don Luigi Bosio a Belfiore d'Adige (pagine 42-44)

articolo, capace di farci recuperare la memoria di uno dei luoghi che videro il generoso prodigarsi

del giovane curato, don Luigi, approdato nel ’32 a Legnago.

Una frotta di vocianti ragazzini solleva un polverone per inseguire un rudimentale pallone; un gruppetto spinge con la forza delle gambe la giostrina del “passo volante” formata da un palo

126 Archivio Parrocchia di Avesa, Registro dei morti, D 57, p. 295.

127 Mons. Giuseppe Lenotti (San Zeno di Montagna, 1907 - Foggia, 1981). Angelo Orlandi, Lenotti Giuseppe,

DBV, 1, pp. 475-476. Accenno a Mons. Giuseppe Lenotti in Francesco Vecchiato, Alle origini dell’Università di

Verona. 1949-1959, cit., passim. Un bel profi lo di Mons. Giuseppe Lenotti si legge nel sito foggiano www.simtfg.it.

128 Archivio Luigi Bosio, Visita di leva, fascicolo 27.

129 Don Mario Gatti (Legnago, 1917), ordinato nel 1940. Vicario a Belfi ore (1940-1942), Tomba Extra (1942-1953),

con anelli di metallo agganciati130; le coppie che giocano a carte si sfi dano a motti nei tiri incrociati

degli sguardi; i nuovi arrivati ammassano le biciclette all’entrata e s’uniscono ai giochi, oppure corrono alle prove di una funzione religiosa o del teatro…

Certo, divertimenti d’altri tempi, quando l’oratorio era tra gli ambienti più protettivi della sana educazione giovanile, della genuinità dei rapporti umani, della salvaguardia di care tradizioni come la festa del santo patrono. Negli anni Sessanta ci sono stati il cambio di sede – in via Frattini, a due passi dal Duomo di San Martino –, l’allargamento delle dimensioni e la nuova denominazio- ne “Centro giovanile Salus”. Ma, se la nostalgia porta con sè etimologicamente un ricordare vivo e persistente, come riandare aff ettivo ai luoghi del passato, il vecchio ricreatorio del Salus, pur non esistendo più dietro l’ex chiesetta della Disciplina (oggi chiesa dell’Assunta)131 nell’allora viale

Regina Margherita (oggi viale dei Caduti), non deve comunque considerarsi morto bensì vivo per vie misteriose conosciute dal cuore. Vitale cioè nel ricordo di chi l’ha vissuto ed è ancora vivo, tra

i pochi rimangono i sacerdoti don Mario Gatti, don Walter Soave e don Vasco Grella, più o meno vicini a una veneranda età; immortalato nelle pagine della storia cittadina ma soprattutto celebrato ogni anno nella giornata degli “Amici del Salus”, nella settimana del vecchio patrono San Luigi

Gonzaga.

Chiaramente questo ritrovo è stato longevo per la fervida organizzazione dei protagonisti d’allora uniti al sacerdote don Walter Soave, tra cui molti compianti illustri legnaghese: l’ex giornalista Rai

Giovanni Vicentini, il professore d’economia nonché presidente di banca Gino Barbieri, il presi-

de del Liceo classiso Cotta Rodolfo Verga…

O infi ne i sacerdoti, monsignor Davide De Massari (rettore dal 1880 al 1925), Mons. Fortunato

Bonetti (parroco dal 1925 al 1945), Mons. Luigi Bosio, Mons. Pietro Rossetti…

Sono pochi ma signifi cativi gli scatti fotografi ci che rimangono di questi ex ragazzi del Salus, immortalati in posa solitamente come folto gruppo attorno al sacerdote. L’interesse è legato alla possibilità di ricostruire dall’elenco dei cognomi varie genealogie delle famiglie di Legnago, nell’im- portante momento storico dei primi decenni del Novecento dove non era forte l’emigrazione dal paese. L’oratorio con accanto la “ceseta” della Disciplina e il vecchio “ginnasietto”132 – attivo negli

anni ’30-’40 – ha letteralmente allevato generazioni di giovani legnaghese in quanto luogo unico di aggregazione e viva ospitalità, grazie alle felici attività formative promosse.

L’immagine più cara rimane quella della festa del “Triduo di San Luigi” nel 1930 nel cortile del Salus, con un gruppo numeroso di ragazzi che sta seguendo le direttive della cerimonia. I “buteleti” sono dunque ordinati, trasformati per l’occasione in chierichetti, con un’atmosfera di compostez-

za per il rispetto religioso che sostituisce il silenzio allo zufolìo dei giochi.

130 Abbiamo più di una descrizione del passo volante. « Il passo volante era per i “grandi”: un palo di ferro

piantato nel terreno, con alla sommità un cerchio girevole dal quale pendevano robuste corde con all’estremità un

cilindro di legno trasversale su cui poggiare le natiche facendo passare la corda tra le gambe. Si prendeva la rincorsa

e ci si lasciava andare in volo, attenti alle collisioni con altri ed alle “tranvate” contro il palo centrale ». Francesco Sapio, L’Oratorio di “San Francesco”. Casa salesiana in Gaeta, 11 novembre 2010, www.golfotv.it. « “Passo volante”, una semplice giostra, spinta dalle gambe degli stessi ragazzi ». Associazione Patrocinio di S. Benedetto, Subiaco, www. upsubiaco.it. Che il passo volante fosse un passatempo diff uso in altri oratori lo dice una memoria relativa al tempo di guerra di un oratorio salesiano: « Dopo l’inaugurazione e benedizione l’Oratorio Agnelli vede le sue sale da gioco e i suoi cortili aff ollarsi di giovani del popolato rione che accorrevano numerosi attratti dalla novità dei giochi (giostra,

passo volante, campo sportivo), e dal sorriso dei preti che correvano e si intrattenevano aff abilmente con loro ».

L’oratorio Agnelli si trova a Torino nel quartiere Lingotto. La storia dell’Oratorio Agnelli, www.oratorioagnelli.it.

131 La chiesa dell’Assunta in corso della Vittoria fu costruita nel 1900, su progetto di don Giuseppe Trecca.

Sorge all’interno di un lotto donato dal comune come “risarcimento” per la demolizione della preesistente chiesa della Disciplina, abbattuta nel 1899 per allargare la strada che portava al nuovo ponte sull’Adige. Rimasta chiusa per un lungo periodo, la chiesa venne riaperta solamente nel 1991.

La grande forza dell’oratorio stava probabilmente in questo, a detta di chi l’ha sinceramente vissu- to: la capacità d’unire la formazione fi sica a quella dello spirito, le attività di svago con quelle più pratiche, gli angoli del gioco vicino alla chiesetta, alla biblioteca, al teatrino, al bar e al magazzino. Il ginnasietto, poi, era un’occasione formativa più che unica per quei tempi, assolutamente caren- ti di scuole: c’erano tre classi e gli insegnanti erano proprio i sacerdoti, cosicché allora era ben distinta l’austerità dei parroci, alcuni molto distaccati dalla gioventù, dall’aff abilità dei curati che spesso si sollevavano la veste per calciare qualche pallone nel nugolo di ragazzini…133

Ancora più divertenti sono i ricordi delle feste di carnevale, dove ognuno si arrangiava veramente come poteva in fatto di vestirsi in maschera, creando le più buff e apparizioni al ricreatorio… Non si è salvato più nulla, né gli ambienti né il vissuto del vecchio centro; il nuovo Salus non si è portato dietro tradizioni come la corsa dei sacchi, la gara delle pignatte, le marmore o i giochi nelle sale della “trea” o della mora…

Non tutto era bello e spensierato, tanto che il soffi tto degli ambienti spesso faceva fi ltrare l’acqua, ovunque arrivavano correnti d’aria…, il riscaldamento in inverno si otteneva da un bidone di due quintali di segatura schiacciata col bastone e bruciata…

Confortano negli ultimi tempi le rievocazioni delle tradizioni passate, tipiche anche dell’oratorio, come la gara delle contrade o i giochi d’un tempo… come il Tocatì134.

Disponiamo di un secondo articolo dedicato al Salus di Legnago, « glorioso e mitico ricreatorio par-

Nel documento Don Luigi Bosio a Belfiore d'Adige (pagine 42-44)

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