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1. Uno sguardo critico al Maslach Burnout Inventory (MBI) e la nuova prospettiva del Copenhagen Burnout Inventory

In letteratura il Maslach Burnout Inventory (MBI) è lo strumento più utilizzato per la valutazione del burnout. Anche se il Maslach Burnout In­

ventory gode di riconoscimento in tutto il mondo, recentemente sono stati

sollevati alcuni aspetti critici in merito ai suoi limiti.

Un primo elemento critico riguarda il fatto che il MBI è stato origina­ riamente costruito per professionisti che lavorano con le persone, partendo dall’implicito che il burnout colpisca principalmente i professionisti delle relazioni d’aiuto. Altre dimensioni critiche si sono focalizzate sulla teo­ ria alla base del MBI: questo strumento si basa su una definizione di bur­ nout come di una sindrome comprendente esaurimento emotivo, deperso­ nalizzazione e ridotta realizzazione personale. Studi recenti, al contrario, utilizzando il MBI hanno scoperto che la realizzazione personale si svi­ luppa in gran parte indipendentemente dalle altre due dimensioni di bur­ nout (Schutte et al., 2000). La ridotta realizzazione potrebbe quindi esse­ re solo una delle molteplici conseguenze dello stress a lungo termine. Allo stesso modo, non è chiaro il motivo per cui la dimensione di depersona­ lizzazione non dovrebbe essere affrontata come una delle tante strategie per far fronte allo stress. Il Copenhagen Burnout Inventory (CBI; Kristen- sen et al., 2005) sulla base degli spunti critici e dei limiti del MBI fin qui trattati propone tre dimensioni, ognuna delle quali valuta il grado di esau­ rimento (fisico ed emotivo) e di fatica presenti in una persona. Va sottoli­ neata che ciascuna dimensione è associata ad un specifico contesto nella vita della persona. L’obiettivo degli autori era quello di creare uno stru­ mento in grado di distinguere tra un esaurimento legato alla vita in gene­ rale della persona e possibilmente presente sia in lavoratori che in non la­ voratori (pensionati, disoccupati), da un burnout percepito rispetto al lavoro

e all’ambiente di lavoro, ed infine un burnout riferito all’interazione conti­ nua con determinati utenti target rispetto al proprio lavoro (pazienti, stu­ denti, ecc.).

Per quanto riguarda il contesto italiano solo uno studio fino ad oggi ha utilizzato il CBI con un ristretto campione di insegnanti (Avanzi, Balducci e Fraccaroli, 2013). Il nostro gruppo di ricerca ha cercato di colmare que­ sta lacuna esaminando in una ricerca condotta recentemente l’affidabilità e la validità del CBI in un ampio campione di insegnanti italiani (Fiorilli et

al., submitted 2014).

I partecipanti allo studio sono stati 1.497 gli insegnanti (89% donne) oc­ cupati in quattro diversi livelli di istruzione (scuola materna, elementari, medie e scuole superiori). La dimensionalità del CBI è stato esplorata per mezzo di analisi fattoriale confermativa. Sono stati esaminati anche la co­ erenza interna della scala e di invarianza. La validità concorrente è sta­ ta verificata indagando le associazioni delle sottoscale del CBI con il coin­ volgimento lavorativo degli insegnanti, come valutato dal Utrecht Work

Engagement Scale (UWES) di Schaufeli, Bakker e Salanova (2006) e con

una misura ad hoc di auto-efficacia. L'analisi statistiche effettuate hanno confermato anche nel campione italiano, come nel contributo originario, la bontà di una struttura a tre fattori. È stata confermata la validità interna della scala. Le associazioni tra i fattori CBI, UWES e punteggi di auto-ef­ ficacia sono risultati nelle direzioni previste.

2. Il Copenhagen Burnout Inventory (CBI): caratteristiche e scoring

Il CBI è composto da 19 affermazioni orientate a valutare tre dimen­ sioni del burnout nella formulazione originale di Kristensen e collaborato­ ri (2005). Nello schema 1 sono indicate le tre scale con le relative afferma­ zioni che nel dettaglio sono:

1. burnout personale, che misura l’affaticamento fisico e psicologico, non­ ché il generale senso di esaurimento provato dal soggetto. La scala è composta da 6 item;

2. burnout lavorativo, che misura la stanchezza e il senso di svuotamento provato verso il contesto lavorativo in senso stretto. La scala è compo­ sta da 7 item;

3. burnout verso il cliente che, nel caso specifico degli insegnanti, è rivol­ to agli alunni, destinatari finali del proprio lavoro e misura il senso di esaurimento provato nel rapporto con gli studenti. La scala è composta da 6 item.

Tab. 1 - Le tre scale del CB1 e le affermazioni che le compongono

Burnout Personale (BP)

BP1 Quanto spesso si sente sfinito/a?

BP2 Quanto spesso si sente affaticato/a fisicamente? BP3 Quanto spesso si sente emotivamente spento/a? BP4 Quanto spesso pensa: “Non ce la faccio più”? BP5 Quanto spesso si sente di. non avere più energie?

BP6 Quanto spesso si sente debole e che sta rischiando di ammalarsi?

Burnout Lavorativo (BL)

BL1 Quanto spesso si sente esaurito/a alla fine di una giornata di lavoro? BL2 Al mattino si sente privo/a di energie al pensiero di un altro giorno di lavoro? BL3 Sente che ogni ora di lavoro in più è stancante per lei?

BL4 Ritiene di avere sufficiente energia nel tempo libero per la famiglia e gli amici? BL5 Il suo lavoro è emotivamente estenuante?

BL6 Il suo lavoro la frustra?

BL7 Si sente esaurito/a a causa del suo lavoro?

Burnout verso Studenti (BS)

BS1 Pensa sia faticoso lavorare con gli studenti? BS2 Lavorare con gli alunni prosciuga la sua energia? BS3 Pensa sia frustrante lavorare con gli studenti?

BS4 Pensa di dare molto di più di quello che riceve lavorando con gli studenti? BS5 È stanco/a di lavorare con gli studenti?

BS6 Si chiede per quanto tempo ancora sarà in grado di lavorare con gli studenti?

A ciascun item o affermazione l’insegnante risponde attraverso una sca­ la Likert a 5 punti secondo la seguente descrizione: Sempre = con valore 1; Spesso = con valore 2; Qualche volta = con valore 3; Raramente = con va­ lore 4; Mai = con valore 5.

Nelle procedure di scoring si sommano i valori della scala Likert de­ gli item che compongono ciascuna scala e si dividono per il numero di item che la compongono. Questa procedura è da applicare per tutti gli item tranne che per l’item 4 della scala burnout lavorativo che deve essere gira­ to in quanto unico item positivo nel modo seguente: 1 diventa 5; 2 diventa 4; 3 rimane 3; 4 diventa 2; 5 diventa 1. Fatta questa trasformazione l’item è sommato agli altri della sua scala.

Il punteggio ottenuto per ciascuna scala rappresenta rispettivamente il li­ vello di burnout personale, lavorativo o verso gli studenti.

È possibile utilizzare i punteggi ottenuti in tre modalità:

1. il singolo insegnante confronta le tre scale di burnout rilevando quella più alta e quindi segnale di un disagio che può essere specificatamente legato al mondo privato o più propriamente a quello lavorativo;

2. all’interno di una formazione in cui è previsto il confronto tra insegnanti appartenenti ad un gruppo definito si può calcolare la media di ciascuno e successivamente quella dell’intero gruppo osservando se ciascun com­ ponente si colloca al di sopra o al di sotto della media del gruppo (vedi tabelle);

3. è possibile confrontare la media personale con quella del gruppo norma­ tivo ricorrendo ai punti T che di seguono sono stati riportati.

GUIDA ALLA LETTURA

Per facilitare l’interpretazione del punteggio ottenuto, i punteggi grezzi sono stati trasformati in ranghi percentili e in punti T.

Il rango percentile corrisponde alla percentuale di punteggi che cade al

di sotto di un determinato punteggio. Una persona che ottiene un punteg­ gio pari a 12 nella scala di burnout personale ha un rango percentile pari a 11, ha cioè un punteggio superiore all’11% dei punteggi nella distribuzione. In questo senso si tratterebbe di un basso livello di burnout.

La scala in punti T fa riferimento a una distribuzione che ha media

aritmetica pari a 50 e deviazione standard pari a 10. La trasformazione in punti T è una forma di standardizzazione ed è utile per confrontare varia­ bili che originariamente hanno media e deviazione standard diverse.

Con la scala in punti T è possibile confrontare direttamente in termini relativi i punteggi nelle tre dimensioni del burnout.

È possibile ipotizzare sulla base dei punteggi ottenuto nel campione con­ siderato quattro fasce di punteggio, corrispondenti a livelli crescenti di bur­ nout:

1. basso: punteggi inferiori a 40

2. medio basso: punteggi compresi tra 40 e 50 3. medio alto: punteggi compresi tra 50 e 60 4. alto: punteggi superiori a 60

SCALA BURNOUT PERSONALE