di Simona De Stasio, Maria Cristina Rappazzo
5. Quali interventi?
Pianta (2001a) individua alcune strategie che possono essere applicate nel lavoro con gli insegnanti per migliorare la qualità delle relazioni con i bambini e ridurre il disagio nelle interazioni problematiche. Gli insegnan ti possono essere messi nella condizione di esplorare i propri sentimenti nei confronti dei bambini, di esaminare i propri stili relazionali ed i propri bi sogni e di riconoscere i segnali delle relazioni problematiche. Le difficoltà degli insegnanti possono essere esaminate e modificate in contesti diversi, come sedute di gruppo, individuali o in forma di autovalutazioni.
Può essere utile narrare la rappresentazione della relazione problemati ca che l’insegnante ha con quel bambino, esprimendo sentimenti e creden ze a riguardo ad un esperto esterno alla classe, in modo che possa aiutarlo ad etichettare tali narrazioni e mostrare le connessioni tra credenze, senti menti e comportamenti verso il bambino.
Attraverso la discussione, la visione di filmati della classe o le osserva zioni condotte dall’insegnante o da altre figure professionali si può aiuta re l’insegnante a comprendere che il comportamento del bambino nei suoi confronti dipende in parte dal contesto e in parte dal suo stesso comporta mento.
Driscoll e Pianta (2010) hanno valutato l’effetto della strategia banca del tempo sulla relazione insegnante bambino individuando un incremento del la vicinanza nella relazione, più impegno nei compiti ed una riduzione dei momenti di distrazione. A trarne vantaggio sono maggiormente i bambi
ni con una relazione meno intima con l’insegnante. Tale attività prevede che l’insegnante ritagli un tempo privilegiato per ogni bambino, destinato a svolgere attività piacevoli scelte dallo stesso. L’efficacia della banca del tem po è stata valutata esclusivamente a partire dalla percezione dell’insegnante.
Il training relazionale insegnante bambino prevede la presenza di osser vatori esterni che all’interno del contesto classe hanno la funzione di osser vare e dare feedback all’insegnante sul suo modo di relazionarsi ai bambi ni (Lions et al., 2009). I risultati, ottenuti senza un protocollo sperimentale, indicano un miglioramento della relazione durante il training.
Lo studio di Pianta e Alien (2008) ha evidenziato che si raggiungono evidenti miglioramenti nella relazione se l’insegnante partecipa a program mi integrati, che prevedono da una parte la spiegazione e applicazione del la strategia della banca del tempo e dall’altra parte un feedback ricevuto da un esperto sulle abilità messe in gioco nella relazione con il bambino.
Hamre et al. (2012) hanno condotto uno studio sull’efficacia di un trai ning di 14 settimane, a cui hanno partecipato 440 insegnanti di scuo la dell’infanzia. Tale corso, centrato sulle interazioni bambino-insegnante, prevedeva la partecipazione ad una formazione dove venivano analizzate le dimensioni del CLASS, la registrazione di interazioni in classe e la vi sione di filmati. Alla fine del training, confrontate con un gruppo di con trollo, gli insegnanti hanno riportato più conoscenze sulle relazioni efficaci e maggior capacità di riconoscerle, un aumento delle credenze sull’appro- priatezza di insegnare ai bambini nella scuola materna a leggere e parla re correttamente, un maggior supporto all’autonomia del bambino e un miglioramento nella qualità delle interazioni emotive e didattiche tra inse gnante e bambino. Il corso ha avuto meno influenza sulle variabili sensibi lità dell’insegnante ed il clima in classe.
Promuovere quindi le abilità interpersonali degli insegnanti ed “educa re” alla relazione può avere effetti positivi sullo sviluppo del bambino e sull’autoefficacia percepita dall’insegnante.
Bibliografìa
Bassi M., Lombardi M., Delle Fave A. (2006), “La professione relazionale dell’in segnante”, in Albanese O., a cura di, Disabilità integrazione e formazione degli insegnanti, Edizioni Junior, Azzano San Paolo.
Beebe B., Lachm ann F.M. (2003), Infant research e trattamento degli adulti, Raf faello Cortina, Milano.
Birch S.H., Ladd G.W. (1998), “Children’s Interpersonal Behaviors and the Tea cher-Child Relationship”, Developmental Psychology, 34: 934-946.
Bruner J.S. (2000), La cultura d ell’educazione. Nuovi orizzonti p e r la scuola, Fel trinelli Editore, Milano.
Buyse E., Verschueren K., Doumen S. (2011), “Preschoolers’ attachment to mother and risk for adjustment problems in kindergarten: Can teachers m ake a diffe rence?”, Social Development, 20: 33-50.
Cohn D.A. (1990), “Child m other attachment of six years old social competence at school”, Child Development, 61: 152-162.
Decker D.M., Dona D.P., Christenson S.L. (2007), “Behaviorally at-risk A frican American students: The im portance of student-teacher relationships for student outcomes”, Journal o f School Psychology, 45: 83-109.
Driscoll K.C., Pianta R.C. (2010), “Banking Time in Head Start: Early efficacy of an intervention designed to promote supportive teacher-child relationships”, Early Education and Development, 21: 38-64.
Hamre B.K., Pianta R.C. (2001), “Early Teacher-Child Relationships and the Tra jectory of Children’s School Outcomes Thorough Eighth Grade”, Child D eve
lopment, 72: 625-638.
Hamre B.K., Pianta R.C., Burchinal M., Field S., Lo Casale-Crouch J., Downer J. T., Howes C , La Paro K., Scott-Little C. (2012), “A Course on Effective Tea cher-Child Interactions: Effects on Teacher Beliefs, Knowledge, and Observed Practice”, American Educational Research Journal, 49: 88-123.
Howes C., Hamilton C.E. (1992), “Children’s relationships with child care tea chers: Stability and concordance with m aternal attachm ents”, Child D eve lopment, 63: 867-878.
Guerra M., Luciano E. (2009), La relazione con le famiglie, Edizioni Junior, Az zano San Paolo.
Lyon A.R., Gershenson R.A., Farahm and F.K., Thaxter P.J., Behling S., Budd K. S. (2009), “Effectiveness of Teacher-Child Interaction Training (TCIT) in a preschool setting”, Behavior Modification, 33: 855-884.
Lynch M „ Cicchetti D. (1992), “M altreated children’s reports of relatedness to their teachers”, in Pianta R.C., ed., Relationship between children and non- parental adults: New directions in child development, Jossey-Bass, San Fran cisco.
M antzicopoulos R, N euharth-Pritchett S. (2003), “Development and validation of a measure to assess head start children’s appraisals of teacher support”, Journal o f School Psychology, 41: 431-451.
Pianta R.C. (1994), “Patterns of Relationships Between Children and Kindergar ten Teachers”, Journal o f School Psychology, 32: 15-31.
Pianta R.C., Nimetz S.L., Bennett E. (1997), “M other-Child Relationships, Tea cher-Child Relationships, and School Outcomes in Preschool and Kindergar ten”, Early Childhood Research Quarterly, 12: 263-80.
Pianta R.C. (2001a), La relazione bambino insegnante, Raffaello Cortina, Milano. Pianta R.C. (2001b), Student-Teacher Relationship Scale: Professional manual,
Psychological Assessment Resources, Odessa.
Pianta R.C., La Paro K.M., H am re B.K. (2007), Classroom Assessment Scoring System [CLASS], M anual Brookes Publishing, Pre-K. Baltimore.
Pianta R.C., Allen J.P. (2008), “Building capacity for positive youth development in secondary school classrooms: Changing teachers’ interactions w ith stu dents”, in Shinn M.B., Yoshikawa H., eds., Toward positive youth development: Transforming schools and community programs, Oxford University Press, New York.
Sabol T.J., Pianta R.C. (2012), “Recent trends in research on teacher-child rela tionships”, Attachment & Human Development, 14: 213-231.
Rizzolatti G., Sinigaglia C. (2006), So quel che fai: il cervello che agisce ei neu
roni specchio, Raffaello Cortina, Milano.
Tronick E. (2008), Regolazione emotiva: nello sviluppo e nel processo terapeuti
co, a cura di Rodini C. e Cmgnola R., Raffaello Cortina, Milano.
Zeanah C.H., Benoit D., Barton M., Regon C., Hirshbong L., Lipsitt L. (1993), “Representations of attachment in mothers and their one-year-old infants”,
Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, 32: