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Ceuta e Melilla, le porte dell'Europa vengono chiuse

La politica migratoria spagnola nel Mediterraneo

3.3 Ceuta e Melilla, le porte dell'Europa vengono chiuse

Le due exclavi spagnole di Ceuta e Melilla, nel nord del Marocco,397 “rappresentano un caso particolare ed emblematico della sperimentazione di nuove politiche di gestione migratoria da parte di Spagna ed Ue in Africa”.398

Quando la Spagna ha fatto il suo ingresso nell'Unione Europea, i due territori nordafricani sotto la sua sovranità, sono passati automaticamente a far parte del processo di costruzione europea, divenendo le uniche entità territoriali dell'UE presenti nel continente africano. Queste non sono però state

inserite nell'accordo Schengen, ratificato dalla Spagna nel 1991, che garantisce la libera circolazione all'interno del territorio europeo. A Ceuta e Melilla sono quindi venute a coesistere due frontiere separate da pochi chilometri: da un lato quella tra la Spagna (e quindi l'UE) ed il Marocco,

dall'altro quella dello spazio Schengen con la Ubicazione delle exclavi spagnole399

Penisola ed il resto d'Europa.

396Intervista citata ad Arsenio Cores, rappresentante legale CEAR.

397Dopo la capitolazione, il 2 gennaio 1492 di Granada e Cordoba, ultimi bastioni musulmani nella penisola iberica, ebbe inizio l'occupazione militare di Ceuta e Melilla da parte del Portogallo e della Spagna. I due paesi stabilirono i confini delle rispettive aree di influenza nei territori del nord Africa nei trattati di Alcaçovas (1479) e di Tordesillas (1494). Nel 1497 la città di Melilla è stata conquistata dalle truppe spagnole agli ordini del comandante Pedro de Estopiñán, mentre Ceuta è divenuta ufficialmente una colonia spagnola nel 1640 dopo essere stata ceduta dal Portogallo che l'aveva occupata nel 1415. I tentativi di liberazione del territorio, da parte dei sultani del Marocco, si sono succeduti nel corso dei secoli successivi: tra i più importanti vi è l'assedio di Ceuta da parte del Sultano Moulay Ismaël durato dal 1697 al 1720 e quello del 1780 ad opera di Moulay Yazid. Il 2 marzo 1956 la Francia riconobbe la piena indipendenza marocchina, seguita, il 7 aprile, dalla rinuncia del governo di Madrid all'esercizio del protettorato sul Marocco e poco dopo dalla restituzione al sultano anche della zona internazionale di Tangeri. La Costituzione spagnola del 1978 prevedeva che le città di Ceuta e Melilla potessero scegliere di divenire Comunità Autonome. Melilla, che faceva parte della provincia di Malaga, dopo l'adozione dello Statuto di Autonomia nel marzo 1995 è divenuta una città autonoma. Ad oggi, le due enclavi continuano ad essere oggetto di diatriba tra Spagna e Marocco.

398Intervista realizzata dall'autore a Carlos Ugarte, direttore di Medicos Sin Fronteras España, Madrid, aprile 2011.

399Immagine disponibile in BBC, “EU outposts turn into fortresses”, 29 settembre 2005. http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/4294426.stm .

Negli anni '90 è iniziato l'arrivo significativo di immigranti e richiedenti asilo subsahariani.

I lunghi tempi necessari per l'esame delle domande d'asilo, l'arrivo di nuove persone e la limitata capacità delle strutture provvisorie d'accoglienza originarono forti tensioni.400 Date le ridotte dimensioni delle città autonome, queste si sono convertite in centri di reclusione all'aria aperta, costringendo le autorità spagnole ad iniziare un programma di trasferimenti sul continente europeo,401 sviluppato tra il 1992 ed il 1995402 e riattivato in maniera meno regolare nel corso degli anni seguenti.

Ciò nonostante la pressione migratoria rimase intensa, portando il Governo di Madrid a realizzare, nel 1999, l' operazione “Choque”403 che vide il trasferimento di 6.700 migranti, principalmente da Ceuta.404 Ciò, sull'onda emotiva suscitata dalle immagini delle condizioni di vita dei migranti nelle enclavi, segnò la fine della politica dei trasferimenti. Nel maggio del 1999 venne inaugurato il CETI (Centro de Estancia de

Inmigrantes) di Melilla, con una capacità di 320 posti (ampliata nell'ottobre del 2001 a

480), mentre nel marzo del 2000 fu attivato il CETI di Ceuta, capace di accogliere sino a 450 persone.405

Ceuta e Melilla sono divenute una sorta di “limbo legale”,406 dove migliaia di persone sono state detenute contro la loro volontà in strutture detentive presumibilmente aperte. Nell'autunno 2005 sono occorsi i tragici avvenimenti lungo le recinzioni poste dalle autorità spagnole a protezione del proprio territorio.407 Il 29 settembre diverse centinaia di persone hanno cercato di scavalcare le barriere di Ceuta usando scale di fortuna.408

Membri della Guardia Civil hanno iniziato a sparare in aria ed a lanciare gas lacrimogeni, mentre in contemporanea le forze di sicurezza marocchine aprivano il fuoco in direzione del gruppo di migranti. Il 3 ottobre, 350 persone hanno compiuto un

400MSF (2003) “Deficiencias en las Condiciones de Acogida de Inmigrantes y Solicitantes de Asilo; El Caso de Ceuta y Melilla”, Publicaciones Medicos sin Fronteras, Madrid.

401Date anche le difficoltà occorse nel processo di espulsione.

402Durante questi tre anni, ogni tentativo di sospendere il programma si é rivelato controproducente. Il sovraffollamento e le cattive condizioni di accoglienza generavano tensioni che obbligavano le autorità spagnole a riprendere i trasferimenti.

403Il termine in spagnolo significa “scontro”. 404Ivi, pag. 5.

405Ibidem.

406Asociación Elin (2010) “Ceuta: el drama silenciado de una frontera”, Informe sobre la realidad de la inmigración en Ceuta hoy, Melilla, pag. 6.

407AA.VV. (2006 ) “Le livre noir de Ceuta e Melilla”, Migreurop publication, Parigi pag. 63.

408“Amnesty International, (2006), “Spain and Morocco: Failure to Protect the Rights of Migrants - Ceuta and Melilla One Year On”, Index Number: EUR 41/009/2006, Londra.

gesto analogo sul confine di Melilla.409 A pochi giorni di distanza, nella notte tra il 5 ed il 6 ottobre, 400 migranti vi hanno ritentato.410 Nel corso di una settimana, nei tentativi di valicare il confine spagnolo, sono morte almeno 14 persone e decine sono rimaste ferite.411 A ciò si aggiunse la persecuzione, in territorio marocchino, di centinaia di famiglie di subsahariani che vivevano nelle foreste limitrofe. I campi dove trovavano rifugio vennero abbattuti dalla polizia ed essi vennero espulsi nel deserto a sud di Oujda, alla frontiera tra Algeria e Marocco.412 La stessa sorte toccò a decine di immigrati centroafricani, arrestati negli stessi giorni a Casablanca, Fez, Rabat e Tetouan.413

Registrazione del tentato valicamento delle recinzioni di Melilla414

A partire da quanto occorso nel 2005, il Governo spagnolo ha rafforzato il sistema di protezione di ambe le frontiere: controlli frontalieri 24 ore su 24, uso di nuovi

409Dal 1992, con gli accordi di Malaga tra Spagna e Marocco, quest'ultimo si è impegnato formalmente a riammettere ogni persona transitata nel suo territorio. Già dal 6 ottobre la Spagna ha riattivato l'accordo del 1992 (fino ad allora inapplicato) espellendo 73 sub-sahariani verso Tangeri; a due giorni di distanza il governo di Madrid annunciava delle espulsioni in direzione dell'Africa sub-sahariana oltre al raggiungimento di accordi di rimpatrio con il Mali ed il Ghana (tali accordi erano già in vigore con il Marocco, l'Algeria, la Guinea Bissau, la Nigeria e la Mauritania) ed infine la costruzione d'una terza barriera attorno a Ceuta e Melilla.

410Ivi, pag. 8.

411Asociación Elin (2010), op. cit., pag. 4. 412Amnesty International 2006, op. cit., pag. 23. 413Ibidem.

414Immagine disponibile in El Mundo (2005),

strumenti come sensori di movimento, videocamere di sicurezza e visori notturni.415 La recinzione lungo il perimetro di frontiera è stata elevata da 3 a 6 metri, mentre nello spazio compreso tra la rete del lato spagnolo e quella del lato marocchino sono state fissate corde d'acciaio incrociate (alte fino a tre metri e dotate di sensori), in modo da formare una trama che consenta il rilevamento di potenziali immigrati.

In seguito a questa nuova militarizzazione i tentativi riusciti di attraversamento del perimetro sono drasticamente diminuiti. Di converso sono aumentate le entrate ai valichi di frontiera416 di migranti nascosti in autoveicoli417 e sono cresciuti i tentativi di passare a nuoto o in piccole imbarcazioni di gomma.418

Entrate clandestine rilevate a Ceuta e Melilla419

Anno 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Entrate 4969 n/d n/d n/d 5556 2000 1553 1210 1108 1567

Le autorità spagnole “hanno limitato il più possibile i trasferimenti verso la penisola, sistematizzando i metodi di detenzione ed espulsione”.420 Le due città hanno quindi smesso di rappresentare un facile accesso per l'Europa.

Una delle modifiche apportate alla legge nazionale sull'asilo,421 entrata in vigore il 20 novembre 2009, è stata la limitazione della cause di non ammissione quando una persona richieda asilo nel territorio spagnolo e l'introduzione di un procedimento abbreviato, per il trattamento d'urgenza dei casi manifestamente fondati ed infondati. Tale normativa ha prodotto evidenti effetti a Ceuta e Melilla. Nella prima, i trasferimenti dal CETI ai centri peninsulari dei richiedenti asilo ammessi a tramite hanno subito un rallentamento fino a bloccarsi definitivamente il 22 dicembre 2009. Dal 28 gennaio 2010 la polizia, incaricata del controllo della documentazione nel porto, ha negato l'accesso ai richiedenti asilo sui traghetti diretti verso le coste spagnole.422 Le 415“Ceuta la cárcel dulce” in AA.VV. (2010) “En las fronteras de Europa. Controles, confinamientos,

expulsiones”, Informe de Migreurop 2009-2010, Parigi pag. 11. 416Tarajal a Ceuta e Benienzar a Melilla.

417Una opzione che puó costare fino a 3.000 euro. 418APDHA (2011), op. cit., pag. 61.

419Dati del Ministero dell'Interno spagnolo, raccolti da APDHA, ibidem.

420Intervista citata, realizzata dall'autore a Carlos Ugarte, responsabile relazioni esterne di MSF España. 421"Ley 12/2009, de 30 de octubre, reguladora del derecho de asilo y de la protección subsidiaria".

autorità locali hanno motivato tale decisione con il rischio di un possibile “effetto chiamata”, causato da un'eventuale continuazione dei trasferimenti.423

Il principale problema, causato da questa politica di controllo migratorio riguardante le enclavi spagnole, è quello dell'eccessiva permanenza nel CETI.

“Gli immigrati possono restare bloccati nelle due città”, all'interno di tali strutture, “fino a cinque anni, senza sapere se alla fine verranno espulsi dal territorio nazionale o se gli verrà concessa l'ingresso nella penisola”.424 Le strutture adibite all'accoglienza “si sono rivelate da subito inadeguate e molti immigrati le hanno abbandonate volontariamente”,425 mentre altri ne sono stati allontanati dalla direzione dei Centri,426

finendo a vivere in baracche costruite sulla collina di Palma Santa.427

Il Governo spagnolo, nell'attuazione delle espulsioni da Ceuta e Melilla, agisce con due modalità: da un lato, la consegna alle autorità marocchine dei migranti intercettati nelle acque territoriali del Regno o lungo il perimetro frontaliero; dall'altro viene attuata una detenzione nel CETI, nell'attesa di un trasferimento in un CIE della penisola, finalizzato ad una successiva espulsione.428

422Viene data maggiore valenza alla Direttiva Schengen rispetto alla legge spagnola sull'asilo. La prima infatti, all'art. 5, riconosce alla Spagna il mantenimento dei controlli (d'identitá e dei documenti) nei collegamenti marittimi ed aerei provenienti da Melilla e Ceuta aventi come unica destinazione un altro punto del territorio spagnolo. Dato che le due cittá non fanno parte dello spazio Schengen, i richiedenti asilo (che non dispongono di documenti) non possono accedere nell'Unione Europea. 423“Ceuta la cárcel dulce”, op. cit., pag. 14-15.

424Intervista citata dell'autore ad Arsenio Cores di CEAR.

425Intervista citata dell'autore a Carlos Boggio, ex rappresentante UNHCR in Spagna. 426APDHA (2011), op. cit., pag. 64.

427Il 26 marzo 2011 sono morti tre immigranti subsahariani a causa dell'incendio della loro baracca, pochi giorni dopo aver subito l'allontanamento dal CETI di Melilla.

428Una volta trattenuti, gli immigrati vengono portati nel Commissariato dove possono permanere fino ad un massimo di 72 ore. Durante questo lasso di tempo il giudice valuta chi debba essere trasferito in un CIE (dove la permanenza può durare fino a 60 giorni) dove si procederà al riconoscimento della nazionalità tramite personale delle rispettive ambasciate. Nel caso ciò non sia possibile, al termine dei 60 giorni la persona verrà rilasciata, divenendo una persona priva di documenti soggiornante illegalmente in territorio spagnolo.

3.4 Il nuovo approccio di Madrid alla migrazione africana