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1.2 Metodi di ricerca e concetti correlat

1.2.2. Chiarimento dei concetti important

L’autore vorrebbe chiarire in particolare alcuni concetti chiave importanti per questo lavoro. La scrittura di questo lavoro attinge a materiali in lingua originale sia di

provenienza Orientale che Occidentale. Poiché la diversità sulla storia e sulle conoscenze, molti linguaggi che sono letteralmente conformati in Birmano, in Cinese e nelle lingue occidentali, però siano diversi con un grande scostamento in significato. Da questo punto, si può vedere un po’ le cause della complessità e la formazione delle questioni etniche in Birmania.

La zona delle montagne, l’Alta Birmania in particolare, nel corso della storia è stata influenzata dalle forze cinesi: sul discorso dell’identità etnica in Birmania, si può pertanto sentire più o meno l’immagine elaborata dal pensiero cinese passato o attuale. Inoltre, prima dell’indipendenza, la Birmania è stata sottoposta alle regole della colonizzazione britannica e da questa esperienza è emerso il pensiero del nazionalismo occidentale.

Parimenti vale la pena ricordare che, come base importante per la costruzione di uno Stato-nazione, a livello dell’identità culturale, la pratica del pensiero buddhismo ha influenzato anche lo sviluppo della storia e delle relazioni sociali. Ciò che possiamo dire è che la lotta ideologica tra dominatori birmani e minoranze ribelli sia talvolta il prodotto risultato dalla scelta reciproca dal nazionalismo birmano, dal nazionalismo occidentale e dal pensiero socialista cinese.

Pertanto, alcuni termini e/o concetti importanti utilizzati in questo lavoro, saranno spiegati separatamente secondo l’interpretazione conforme ai significati attribuiti dagli studiosi occidentali, birmani e cinesi, per cui si ritiene opportuno preliminarmente chiarire e rendere preciso il linguaggio.

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. popolo

Il popolo può essere definito, in generale, un gruppo specifico di esseri umani accomunati da un sentimento durevole di appartenenza, che possiede più o meno caratteristiche comuni quali la lingua, la cultura, la religione o la nazionalità. Per alcuni un popolo è semplicemente l'insieme dei cittadini di uno Stato, anche se in questo caso più correttamente si dovrebbe usare il termine popolazione, che è l'insieme delle persone fisiche residenti nel territorio di uno stato.

Secondo il Dizionario Garzanti della Lingua italiana (XXI Edizione luglio 1982), il concetto di popolo può essere spiegato in cinque modi: 1. Il complesso dei cittadini di un Paese, aventi origini, lingua, ordinamenti comuni; 2. L’insieme degli abitanti di una circoscrizione amministrativa; l’insieme dei fedeli, la parrocchia; 3. Il complesso dei cittadini di uno Stato in quanto contrapposto al sovrano, al Governo; 4. L’insieme delle classi sociali di più modeste condizioni economiche; 5. Moltitudine, folla, gente.

Etimologicamente, il concetto di popolo deriva dal Latino populus ed è un concetto politico legato allo Stato romano, nella sua formula definitoria. In sostanza, infatti, l’unico modo noto di definizione della respublica romanorum sta nella forma Senatus Populusque Romanus che esprimeva, nell’accostamento non disgiuntivo, le due componenti fondamentali e permanenti della civitas romana: il Senato, ossia il nucleo delle famiglie gentilizie originarie espresse dai patres ed il popolo, ossia il gruppo demico progressivamente integratosi ed inurbatosi e che entrò nello Stato al cadere della monarchia. Il populus, guidato dai suoi tribuni, capace di raggiungere il consolato – che nella sua bipolarità esprimeva numericamente le due componenti-base dello Stato romano – è davvero una delle colonne dello Stato al voto attraverso i comitia, presente armato nelle legioni, titolare di larghi e pieni diritti civili.13

13 Norberto Bobbio, Nicola Matteucci e Gianfranco Pasquino, Dizionario di Politica 2° ed. Torino: UTET, 1983,

B. in Birmania

E’ un concetto difficile, poiché con il cambiamento delle dinastie feudali, il significato del termine popolo è parimenti cambiato. Ora in Birmania non esiste una definizione precisa di questo termine: secondo il Dictionary of Myanmar Language14, la parola

popolo ha semplicemente due significati: 1. plurale della persona; 2. cittadino dello Stato.

In realtà ci sono almeno altri tre significati del termine popolo in Birmania:

1. Si riferisce giuridicamente ai residenti indigeni birmani che abbiano la cittadinanza birmana, quindi al cittadino birmano;

2. Si riferisce giuridicamente ai residenti non-indigeni birmani che abbiano la cittadinanza birmana: in questo caso è un risultato della concilazione delle relazioni tra due parti, il Governo centrale e le minoranzei.

3. Si riferisce alla totalità dei vari popoli della Birmania. U Nu disse che “tutti i residenti sono figli o figlie di questa terra”15, ma in realtà questa frase non voleva

significare che tutti gli abitanti di questa terra sono uguali; letteralmente il figlio è il successore della tradizione del padre: si tratta quindi di un significato molto ambiguo se riferito alle minoranze perché alcune di loro non sono originarie della Birmania e hanno tradizioni diverse da quelle dei popoli indigeni, ad esempio i Kokan, originari della Cina. C’è perché dal Governo di U Nu, ha iniziato le resistenze continue dalle minoranze.

C. in Cina

Nella lingua classica cinese, non esiste una parola che possa essere conforme al

14 Dictionary of Myanmar Language, Myanmar Language Commission, Yangoon, 1953, p.512

significato attuale del termine popolo. Ci sono due concetti: l’uomo e il civile. Nelle dinastie feudali, l’uomo (人,rén) voleva significare l’essere umano, colui che “ha un corpo di sette chĭ16, una differenza tra le mani ed i piedi, ha capelli ed i denti dentro le

labbra e siede quando mangia, con tutti questi (caratteri), è (considerato a) un uomo.”17.

In molti casi, uomo significa re, oppure sovrano, poiché tutte le dinastie feudali cinesi sottolineano la differenza fra il sovrano ed i vassalli (君臣之分,jūn chén zhī fēn), e viene usato per chiarire i doveri dei civili, dal momento che i vassalli provengono dai civili18. Mentre il termine civile (民, mín) si riferisce alle persone con un dovere e

significa originalmente schiavo; successivamente assume il senso di persona che ubbidisce al re, “Io, (in qualità di) il sovrano ed i miei vassalli, secondo la speranza dei civili, prendiamo questa terra per (costruire) una nuova città.”19

In Cina attuale, con l’influenza del Marxismo e del Leninismo, il termine popolo significa l’insieme di coloro coinvolti attivamente nel socialismo, precisamente si indica chi è favorevole al socialismo, difende il partito comunista e sostiene il regime attuale. Questi punti di vista si possono trovare nei vari lavori di Mao Zedong. Seguendo questa logica, un cittadino cinese non può essere considerato in alcuni casi un membro del popolo cinese.

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. nazione e nazionalismo A. nel mondo occidentale

Per la definizione di nazione, ogni studioso fornisce la sua interpretazione. Anderson

16 Il chĭ è un’antica unità di lunghezza cinese, corrispondeva 23.1 – 23.2 centimetri.

17 “有七尺之骸,手足之異,戴髮含齒,倚而食者,謂之人” dal Libro degli uomini grandi, parte di Huang Di (《列

·黃帝》)

18 Il cosiddetto vassallo, proviene dai civili. (臣者,民之所出, chén zhĕ, mín zhī sŭo chū), dal Libro delle odi, Odi

maggiori del Regno (《詩經 ·大雅》)

ha detto che è una comunità politica immaginata, immaginata come una comunità limitata in natura, ma gode ugualmente della sovranità20. Gross suddivide

ulteriormente la nazione in nazione culturale e nazione politica: “la nazione è definita come la comunità culturale e include spesso anche la lingua, le tradizioni, la storia ed esprime un concetto soggettivo di auto-identità.”21

Il nazionalismo da più di duecento anni in Europa viene visto come una forza politica ed ha giocato un ruolo importante nella storia della formazione mondiale. All’inizio del XX secolo, una celebrità inglese, Norman Angell, ha detto sospirosamente: “Per gli Europei della nostra era, il nazionalismo politico è la cosa più importante nel mondo, non solo è più importante del principio umanistico, della cortesia, della generosità e della simpatia, è ancor più importante della vita stessa di sé.”22 Tuttavia per definire il

nazionalismo rimane tuttora un quesito importante. Come Alter ha detto, “I fatti sono chiaramente davanti a noi, il nazionalismo - come un'etichetta - copre una vasta gamma di situazioni e così come fonte di legittimità, (per sé-stesso) vi è nascosta una contraddizione profonda. Esso può essere visto come liberazione, ma allo stesso tempo, potrebbe anche essere considerato come oppressione. In questo senso, il nazionalismo è luogo dove si trova contemporaneamente pericolosità e opportunità. Se vogliamo sostenere che il termine significa veramente qualcosa, o cosa voler dire, dobbiamo considerare il contesto storico specifico. Forse si può avere una conclusione preliminare: il nazionalismo non assume solo una forma, ma vi sono molte tipologie di nazionalismo. In altre parole, si deve usare il plurale anziché singolare per descriverlo”.23

20 Benedict Anderson, Imagined CommunitiesReflections on the Origin and Spread of Nationnlism, versione in

cinese tradotta da Wu Ruiren, Shanghai: People’s Press of Shanghai, 2003, p.5

21 Feliks Gross, The Civic and the Tribal State: The State, Ethnicity, and the Multiethnic State, versione in cinese

tradotta da Wang Jian’e e Wei Qiang, Beijing: Xinhua Press, 2003, p.87

22 Louis L. Synder, Encyclopedia of Nationalism, London: St James Press, 1990, p.vii

23 Peter Alter, Nationalism, 2o ed, versione in Inglese tradotta da Edward Arnold, New York: Edward Arnold, 1994,

B. in Birmania

Per quanto riguarda i termini nazione e nazionalismo, tutti i riferimenti sono più o meno di provenienza occidentale. Mentre per le definizioni Birmane, possiamo farci alcune idee attraverso le citazioni seguenti:

Il leader del Movimento dell’Indipendenza birmana, Aung San ha detto, “dal mio punto di vista... ogni nazione del mondo deve sviluppare il nazionalismo conformemente ai propri vantaggi, indipendentemente dalla nazionalità, religione, classe sociale e sesso. Questo è il nostro nazionalismo.”24 Ha inoltre detto che “i vari popoli della zona di

montagna possono aver qualsiasi metodo che ritengono valido per gestire le loro terre ed i Birmani non dovrebbero intervenire nei loro affari amministrativi interni.”25

Mentre U Nu si esprime molto diversamente sul discorso della nazione: sottolinea ulteriormente la necessità dell’unificazione e non pone attenzione sufficiente alla diversità dei vari popoli e agli interessi delle minoranze. Sulla base del suo pensiero filosofico buddhista, lui crede che la solidarietà tra popoli (le nazioni) sia naturale, perché loro sono “figli e figlie di questa terra” e quindi, “gli abitanti presenti in Birmania includono gli Shan, i Karen, i Kachin, i Kayah, i Mon, i Raknine ecc. Dalla culla alla tomba vivono nella stessa terra, noi siamo parenti che vivono nella stessa camera.”26

Negli anni settanta, con la vasta diffusione delle resistenze armate di varie minoranze nell’Alta Birmania, insieme all’influenza maoista della Cina, il nazionalismo diventa un motto per la lotta contro il Governo centrale birmano. “Le montagne sono le nostre

24 Aung San, Problems for Burma’s Freedom, discorso presidenziale nel Primo Congresso dell’Anti-Fascist People’s

Freedom League (AFPFL), Yangoon, 20 gennaio 1946

25 Aung San, The Situation and Tasks, discorso presidenziale nella Sessione del Consiglio supremo dell’AFPFL,

Yangoon, agosto 1946

montagne, le terre sono le nostre terre, gli uomini sono i nostri uomini... è questo il nostro nazionalismo. Abbiamo gli uomini, abbiamo i fucili... il nemico è una tigre di carta, se non si lotta, non cadrà.” 27/28, così ha detto Khun Sa in qualità di ex

comandante di Mong Tai Army (MTA) e anche famoso narcotrafficante del Triangolo d’Oroii.

C. in Cina

Per i Cinesi, non c’è mai stato nella storia un concetto sistematico di nazione: infatti, nei libri antici cinesi, la nazione si riferisce un gruppo di persone, ad esempio “i vari uomini delle diverse terre cinesi ora, sono tutti membri delle (diverse) nazioni.”29, vale

a dire che i vari popoli provenienti da diverse parti appartengono a diverse nazioni. Attraverso questa citazione, possiamo capire che la divisone tra le nazioni era semplicemente fatta sulla base delle terre dove le persone abitano. Questa definizione identifica in modo pratico le nazioni all’epoca delle dinastie poichè in Cina, fino ad oggi, gli abitanti delle diverse parti sono diversi per lingua e abitudini. “Dovunque una lingua separata è trovata, lì una nazione separata vive.”30: questo fenomeno riflette più

o meno la realtà cinese. D’altro canto il concetto di nazionalismo è ignorato intenzionalmente dagli antenati cinesi: fra le varie dinastie feudali in Cina – come la Dinastia dei Mongoli e la Dinastia Manciù - infatti è una situazione normale che, molte volte ad esempio i Cinesi Han vissero nel proprio territorio sotto i regni dei barbari (ora gli ex barbari diventano minoranze in Cina), complessivamente per circa mille anni.

27 “tigre di carta”, è una definizione famosa di Mao Zedong, “Tutti i reazionari sono tigri di carta”, ha così detto

nell’intervista alla giornalista americana Anna Louis Strong, il 6 agosto 1946.

28 Questo è una citazione famosa nel Distretto di Kokan, in particolare fra gli eserciti dell’ex MTA

29 “今諸華仕女,民族弗革”, dal Libro dello Stato Nanqi, biografia n°35 – biografia di Gao Yi e di Gu Huan (《南

齊書》列傳35《高逸傳 · 顧歡傳》)

30 Johann Gottlieb Fichte, Addresses to the German Nation, versione in Inglese tradotta da Reginald Foy Jones e

Da Confucio, il pensiero dei cinesi ha iniziato a accettare il dualismo, cioè la differenza fra i Cinesi ed i vari barbari (華夷之辯,huá yí zhī biàn): chiunque è integrato nella Civiltà cinese, diventa automaticamente un Cinese, non importa da chi è nato. Storicamente anche se i barbari erano forti ed hanno vinto molte guerre contro i Cinesi però culturalmente sono sempre stati in posizione di svantaggio. Una volta, quando i barbari assunsero la sovranità del territorio cinese, dovettero giungere ad un compromesso con i Cinesi ed alla fine anche i loro stili di governance si assimilarono alla cultura cinese. Ad esempio, dopo essere stati sottopostialle regole della Dinastia Manciù per trecento anni, i Manciuriani hanno dimenticato integralmente la loro lingua e la loro religione (lo Sciamanesimo) e ora in Manciuria (conosciuta con il nome “Le Tre Provincie del Nord-Est,東北三省, dōng běi sān shěng), chi capisce la lingua Manciuriana, è considerato uno studioso prezioso...

Ora il significato del termine “nazione”(民族,mín zú) nella lingua cinese è totalmente diverso da quello della lingua classica: secondo l’opinione di Hao Shiyuan, antropologo cinese, questo termine si è diffuso in Giappone insieme alla Cultura cinese circa mille anni fa; l’uso attuale in Cinese deriva però dalla lingua giapponese e si origina negli ultimi anni della Dinastia Manciù. Nella seconda metà del XIX° secolo, i Giapponesi iniziarono ad accettare il pensiero occidentale e nel processo di traduzione dei lavori europei, diedero un nuovo significato al termine “nazione”, che è già esiste nel loro vocabolario. I lavori tradotti dai Giapponesi sono quasi tutti elaborati in Germania (Prussia) o nei Paesi Bassi e quindi il significato del termine “nazione” dovrebbe corrispondere a “Volk”, “Nation” e “Ethnos”. Forse per questa ragione il significato del termine nazione è spesso ambiguo in Cinese moderno e può esprimere il significato di persona, popolo, nazionalità, gruppo di gente, ecc. Poiché nella lingua cinese, morfologicamente non c’è il plurale del sostantivo, quando si dice nazione, s’intende

spesso una folla di un popolo specifico.

Dopo la Guerra civile cinese, il Partito comunista ha assunto la sovranità della Cina e il Marxismo e Leninismo sono diventate le teorie guida classiche. Secondo la definizione di Stalin, “la nazione è una comunità stabile formatasi nella storia da un popolo che ha una lingua comune, un territorio comune, una vita economica comune e la mentalità comune basata sulla cultura comune.”31. Radicando queste quattro caratteristiche, il

Governo cinese, dopo la sua fondazione, ha cominciato il lavoro di costruzione dell’identità comune (identificazione) dei vari popoli.

D. opinione dell’autore

Dalle diverse definizioni di “nazione” e “nazionalismo”, possiamo vedere che la nazione è legata strettamente alla politica e all’identità, come una prova, l’autore vorrebbe definire la nazione a un’identità che si possa differenziare dalle altre identità culturali e politiche. Il nazionalismo è considerato un movimento culturale e politico finalizzato al raggiungimento dei diritti collettivi della propria nazione. Come ha indicato già nella Dichiarazione universale dei Diritti collettivi dei Popoli, “Ogni collettività umana avente un riferimento comune ad una propria cultura e una propria tradizione storica, sviluppate su un territorio geograficamente determinato [...] costituisce un popolo. Ogni popolo ha il diritto di identificarsi in quanto tale. Ogni popolo ha il diritto ad affermarsi come nazione.”32

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. etnia

31 Ufficio della Traduzione centrale del Partito comunista cinese per i Lavori di Marx, di Engels, di Lenin e di Stalin,

Lavori completi di Joseph Stalin – Vol. II°, “il Marxismo ed i problemi etnici”, Beijing: People’s Press, 1953, p.56

32 Conferenza delle nazioni senza stato d'Europa occidendale (CONSEU), Dichiarazione universale dei Diritti

A. nel mondo occidentale

L’etnia è un gruppo sociale, la cui identità è definita dalla comunanza della lingua e della cultura, delle tradizioni, delle memorie storiche e del territorio. La parola etnia sembra sia stata usata per la prima volta nel 1896 nel libro Les sélections sociales di Vacher de Lapouge. Essa è sinonimo di altre espressioni, come “comunità etnica e linguistica”, “nazionalità spontanea”, “nazionalità senza Stato” e così via33.

Con un’altra denominazione, l’etnia si riferisce al gruppo etnico. Un gruppo etnico è un gruppo di esseri umani i cui membri si identificano l’uno con l'altro, attraverso un patrimonio comune che sia reale o presunto34. L'identità etnica è ulteriormente segnata

dal riconoscimento da parte di un altro carattere distintivo del gruppo e il riconoscimento comune culturale, linguistico, religioso, comportamentale o dei tratti biologici35, reale o presunto, come indicatori di contrasto con altri gruppi. 36

Per distinguere l’etnia e la nazione è abbastanza difficile: è lo stesso discorso per identificare la qualità di uno Stato, sia uno stato-nazione oppure uno stato multietnico. Infatti, dal punto di vista linguistico, è molto probabile che la nazione sia un concetto relativo ai gruppi etnici, come spiegato da Hobsbawn attraverso le documentazioni storiche sulle situazioni dell’Italia e della Francia. All’epoca del Movimento dell’Unificazione italiana, c’era circa il 2.5% di Italiani chi parlavano l’italiano; mentre nel 1789, quando scoppiò la Rivoluzione francese, c’era il circa 50% di Francesi chi parlavano il francese.37 Secondo Hobsbawn, “quasi tutte le lingue nazionali sono

33 Norberto Bobbio, Nicola Matteucci e Gianfranco Pasquino, Dizionario di Politica 2° ed. Torino: UTET, 1983,

p.382

34 Marcus Banks, Ethnicity: Anthropological Constructions, Oxon: Routledge UK, 1996. p.151 “'ethnic groups'

invariably stress common ancestry or endogamy”

35 "Anthropology. The study of ethnicity, minority groups, and identity," Encyclopaedia Britannica, 2007.

36 T.H. Eriksen, Small places, large issues. An introduction to social and cultural anthropology - 2° ed, London:

Pluto Press, 2001, p.261

costruzioni semi-artificiali, in alcuni casi, ad esempio l’Ebraico moderno, è radicalmente un’invenzione completa.”38 Ciò vale a dire che la cosiddetta lingua

nazionale è naturalmente un risultato del processo della nazionalizzazione ma non potrebbe essere considerata una motivazione per il funzionamento del nazionalismo. Guardiamo indietro l’etnia: in qualità di componente possibile di partecipazione alla nazione, all’interno di un’etnia, almeno a livello linguistico, la lingua etnica potrebbe essere considerata una lingua naturale.

B. in Birmania

L’uso del concetto di etnia si intreccia con quello di nazione. Secondo la statistica ufficiale del Governo centrale birmano, nel paese ci sono in totale di 135 nazioni. Mentre, secondo la realtà occidentale, per esempio in Francia, i Francesi sono composti dai Bretoni, dai Baschi, dagli Alsaziani, dai Corsi, ecc., e così è costituita la nazione, come del resto in Cina.

Seguendo questa logica, sicuramente alcune delle “135 nazioni” dovrebbero far parte di altre. Mentre un'altra situazione mista è quella del ramo che non può “contenere” la nazione perché come una conoscenza normale, in quanto il ramo si potrebbe trovare dentro una grande famiglia o un grande gruppo di persone che hanno la stessa identità ancestrale (Cfr. Ibidem p.35 -iii).

C. in Cina

In qualità di Stato multietnico, funziona in Cina un sistema strutturato su due livelli: sotto la nazione ci sono due condizioni, agli Han, la maggioranza, sotto il livello della