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Il colore delle supernovae e delle comete: considerazioni fisiche [v.f polcaro]

rappresentazione della stella dei magi 1,2 Manuela Incerti, 2,3,4 Vito Francesco Polcaro, 5 Fabrizio Bònol

7. Il colore delle supernovae e delle comete: considerazioni fisiche [v.f polcaro]

Va infine considerata l’ipotesi che il colore con il quale vengono rappresentati gli oggetti transienti nelle opere d’arte dipendano dallo spettro elettromagnetico del fenomeno fisico che ha originato la loro apparizione.

Numerosi studi sono stati effettuati sui colori apparenti ed intrinseci delle supernovae, data la grande importanza astrofisica di questo parametro. Ne è risultato che le supernovae che derivano dal collasso del nucleo di una stella di grande o grandissima massa (rispettivamente classificate come di Tipo II e di Tipo Ibc), presentano una luminosità apparente costantemente maggiore nella banda B rispetto alla banda V di Johnson [10], anche se la differenza tra queste due bande è inferiore nel caso di esplosione di una stella di grandissima massa: all’occhio umano quindi esse devono apparire di un colore bianco, tendente al blu. Nel caso invece delle supernovae dovute alla detonazione termonucleare dell’idrogeno accumulato sulla superficie di una Nana Bianca a seguito di un flusso di materiale proveniente da una compagna meno evoluta in un sistema binario (supernovae di tipo Ia), la dispersione dei colori apparenti è molto maggiore, dipendendo dall’assorbimento della radiazione luminosa dell’evento da parte del materiale (e soprattutto dalla quantità di polveri) che circondano il sistema [11]: in questo caso quindi all’occhio umano l’evento potrebbe anche apparire tendente al rosso.

Riguardo alle comete, dato che l’emissione luminosa è in parte dovuta alla riflessione della luce solare ed in parte a quella legata ai processi ionici dovuti alla radiazione ultravioletta, il loro colore apparente è fortemente dipendente dalla distanza dal Sole [12]. Dato comunque che la luce proveniente dal nucleo e dalla coda di polveri è prevalentemente luce solare riflessa, essi appaiono bianco- giallastri, mentre la coda di ioni ha un colore tendenzialmente blu. Va anche considerato che il colore percepito dall’occhio umano dipende notevolmente dalle condizioni di osservazione: veli di nubi stratosferiche, ed ancora di più polveri in sospensione nell’aria, possono assorbire sensibilmente la radiazione blu, spostando il colore percepito verso il giallo o, in caso di forte assorbimento, verso il rosso.

Non si può infine trascurare che anche l’atteggiamento psicologico e culturale dell’osservatore condiziona la percezione che egli ha del colore: ad esempio Hamacher [13] ha mostrato come gli aborigeni australiani percepiscano principalmente il fenomeno delle aurore australi come rosso, a causa della loro associazione con il fuoco, il sangue e con spiriti malvagi, indipendentemente dalla varietà di colorazioni che questo fenomeno può presentare.

8. Conclusioni

Questo lavoro sul colore nella rappresentazione delle stelle si inserisce in uno studio più ampio, iniziato dagli autori da diversi anni, per verificare se, come e quanto reali fenomeni astronomici transienti SDUWLFRODUPHQWH YLVWRVL ௅ H WDORUD DQFKH VLPEROLFDPHQWH SLHQL GL VXJJHVWLRQL ௅ SRVVDQR DYHU LQIOXHQ]DWR O¶LVSLUD]LRQH GL artisti medievali al punto di inserirli in maniera più o meno rilevante nelle loro opere. Inoltre, e di non minore importanza, questo tipo di analisi dettagliata dei manufatti artistici, unita al confronto con le eventuali fonti storiche disponibili e con le moderne osservazioni astronomiche di fenomeni celesti transienti, possibilmente riconducibili ad eventi della stessa natura fisica, può aiutare nel tentativo di risalire all’antico fenomeno astrofisico.

Bibliografia

[1] Incerti M., Bònoli F., Polcaro V.F., “The Star of Magi: transient astronomical events as inspiration sources of Late Medieval art”, Astronomy and Power – How Worlds are structured International Conference on Archeoastronomy and Ethnoastronomy, Société Européenne pour l’Astronomie dans la Culture, SEAC 2010, Gilching (Germany), Aug.30-Sep.4 2010, BAR (in press).

[2] Incerti M., Bònoli F., Polcaro V.F., “Transient Astronomical Events as Inspiration Sources of Medieval and Renaissance Art”, Proceedings of The Inspiration of Astronomical Phenomena VI. October 18-23, 2009 Venezia, Italy. ASP Conference Series, Vol. 441, E.M. Corsini (Editors). San Francisco: Astronomical Society of the Pacific, 2011, pp. 139-148.

[3] Bònoli F., Incerti M., Polcaro V.F., “Transient astronomical events as inspiration sources of medieval art: III - the 13th and 14th century, and the Case of the French Ordre de l’Étoile”, Conference Stars and Stones: Voyages in Archaeoastronomy and Cultural Astronomy, International Conference on Archeoastronomy and Ethnoastronomy, Société Européenne pour l’Astronomie dans la Culture, SEAC 2011 September 19 - 23, 2011, Évora (Portugal) (in press). [4] Incerti M., Polcaro V.F., Bònoli F., “Una possibile rappresentazione della SN1006 negli affreschi

della chiesa di sant’Urbano alla Caffarella a Roma”, Atti XII convegno Società Nazionale di Archeoastronomia (a cura di V.F. Polcaro), Albano Laziale 2011. La città del sole 2014. [5] Peng-Yoke H., “Ancient and Mediaeval Observations of Comets and Novae in Chinese

Sources”, Vistas in Astronomy, 5, 1962, pp. 27-225.

[6] Polcaro V.F., “A Possible European Witness of SN1181”, Proc. of the 7th Oxford International Archaeoastronomy Conference, Flagstaff (AZ), June 19-23, 2004, Pueblo Grande Museum Anthropological Papers, 15, City of Phoenix (Pueblo Grande Museum), 2006, pp. 399-408. [7] Clark D. H., Stephenson F.R., “The Historical Supernovae”, Pergamon Press, Oxford, 1977. [8] De Meis S., “L’astronomia dello Shi-King e di altri classici cinesi: I parte”, Giornale di

Astronomia, n. 3, 2005, pp. 16-26; idem, “L’astronomia dello Shi-King e di altri classici cinesi: II parte”, ibidem, n. 2, 2006, pp. 17-23.

[9] Kumar B., “Multi-band optical light-curve behavior of core-collapse supernovae”, Supernova Environmental Impacts, Proc. Of IAU Symposium No. 296 (A. Ray, D. McGray, eds.), 2013. [10] http://hubblesite.org/gallery/behind_the_pictures/

[11] Krügel E., “Photometry of variable dust-enshrouded stars. Supernovae Ia”, A&A, 574, A8. 2015. [12] Lacerda P., “Comet P/2010 TO20 LINEAR-Grauer as a Mini-29P/SW1”, MNRAS, 428, 2012,

pp. 1818-1826.

[13] Hamacher D.W., “Aurorae in Australian Aboriginal Traditions”, Journal of Astronomical History and Heritage, 16, 2013, pp. 207-219.

Fig. 1 Codice Angelica (Bologna 1030 ca.). Fig. 2 Cattedrale di Piacenza (1250 ca.). Fig. 3 Tavola in S. Maria della Misercordia ad Albi (1345 ca.). Fig. 4 Monreale (1174-1179 ca.). Fig. 5 Sant’Abbondio (Como, XIV sec.). Fig. 6 Duomo di Fidenza (1180-1220). Fig. 7 San Pietro Peyre (Stroppo 1425 ca). Fig. 8 S. Maria Porclaneta (inizio XI sec.). Fig. 9 Gentile da Fabriano (1423).

Colorare il movimento. Il ruolo del colore nella produzione