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Commercio interno

Nel documento Rapporto 2008 (.pdf 10,0mb) (pagine 156-160)

traiettorie di sviluppo e processi di valorizzazione 1

SETTORE ATECO

3.7. Commercio interno

3.7.1. L’evoluzione congiunturale.

L’indagine condotta dal sistema camerale dell’Emilia-Romagna con la collaborazione di Unioncamere nazionale su di un campione di esercizi commerciali al dettaglio in sede fissa consente di valutare l’evoluzione congiunturale del settore del commercio. L’indagine presenta una situazione di contrazione del fatturato che si confronta con l’aumento fatto registrare nel corso del 2007. Nei primi nove mesi del 2008, infatti, si registra una diminuzione media nominale delle vendite pari allo 0,5 per cento rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Nello stesso periodo del 2007 le vendite erano aumentate dell’1,8 per cento. La situazione delineata è migliore di quella registrata a livello nazionale, dove la diminuzione delle vendite nello stesso periodo è pari al 2,9 per cento. Questa contrazione segue quella registrata nei primi nove mesi del 2007 pari allo 0,2 per cento.

Con l’inizio del 2008 si è interrotta la lunga serie di trimestri con variazioni positive (dal quarto trimestre 2005 all’omologo trimestre del 2007) con una variazione pari al -0,1 per cento rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Nei trimestri successivi la situazione è andata ulteriormente deteriorandosi con una flessione dello 0,5 per cento nel secondo e dello 0,9 per cento nel terzo. Data l’attuale situazione congiunturale, difficilmente si realizzeranno inversioni di tendenza a breve termine.

La variabile dimensionale sembra essere, come ormai usuale, decisiva nel determinare l’andamento delle vendite. In particolare, mentre la piccola distribuzione (da 1 a 5 addetti) registra una diminuzione delle vendite pari al 2,4 per cento (in peggioramento rispetto all’1,5 per cento dell’anno passato), la media distribuzione (da 6 a 19 addetti) registra una diminuzione pari all’2,1 per cento (l’anno passato registrava una flessione dell’1,0 per cento), mentre la grande distribuzione (20 addetti ed oltre) fa segnare un aumento dell’1,6 per cento riportando una attenuazione del trend di crescita (l’aumento lo scorso anno fu del 5,3 per cento).

Per quanto concerne i diversi comparti, va notato che l’aumento medio registrato più sopra non si traduce in un andamento uniforme dei medesimi. In particolare, per quel che riguarda il commercio al dettaglio, i prodotti alimentari fanno registrare un arretramento (-0,9 per cento) che fa seguito alla variazione con lo stesso segno fatta registrare l’anno passato (-0,2 per cento). Le variazioni di segno negativo si fanno ancora più consistenti nel comparto al dettaglio dei non alimentari che riporta un -2,0 per cento. Quest’ultimo valore si traduce in –2,8 per cento per l’abbigliamento e gli accessori, in un -1,9 per cento dei prodotti per la casa ed elettrodomestici e in una diminuzione dell’1,7 per cento degli altri prodotti non alimentari. Decisamente diversa la situazione per ipermercati, supermercati e grandi magazzini che fanno registrare per i primi nove mesi del 2009 un aumento del 2,9 per cento sullo stesso periodo del 2007. L’aumento delle vendite di ipermercati, supermercati e grandi magazzini registrato quest’anno si inserisce in un sentiero di crescita che dura da diverso tempo. Questa formula commerciale, infatti, ha fatto registrare un +7,5 per cento nei primi nove mesi del 2006, seguito da un +6,4 per cento dei primi nove mesi del 2007.

Per quanto concerne la localizzazione dei punti vendita, si ha che, al calo delle vendite dei primi nove mesi del 2008 di quelli ubicati nei comuni turistici (-1,9 per cento che segue un -1,0 per cento del 2007) e nel complesso degli altri comuni (-2,2 per cento che segue un -1,5 per cento del 2007), si contrappone l’aumento fatto registrare dalle imprese plurilocalizzate (+0,8 per cento che segue il 3,9 per cento del 2007) molte delle quali, lo ricordiamo, appartengono alle catene della GDO. Quest’ultimo dato riflette quanto detto relativamente alla dimensione d’impresa.

Le indicazioni congiunturali moderatamente favorevoli per la grande distribuzione organizzata, evidenziate dall’indagine del sistema camerale emiliano-romagnolo, è confermata dall’indagine “Vendite Flash” condotta da Unioncamere nazionale con la collaborazione di REF (Ricerche per l’economia e la finanza) sulla grande distribuzione organizzata.

Per ipermercati e supermercati, i primi otto mesi del 2008 si sono chiusi in Emilia-Romagna con una crescita destagionalizzata del fatturato a rete corrente pari al 3,1 per cento rispetto all’analogo periodo del 2007, sintesi dell’aumento del 4,6 per cento dei prodotti di largo consumo confezionati e del calo del 2,9

per cento degli altri prodotti non alimentari. Nei primi otto mesi del 2007 la crescita, sempre destagionalizzata e a rete corrente, era stata del 4,0 per cento. Tale andamento sintetizzava gli aumenti del 3,8 per cento per i prodotti di largo consumo confezionati e del 4,5 per cento degli altri prodotti non alimentari.

Fig. 3.7.1. vendite a prezzi correnti degli esercizi in sede fissa al dettaglio dell’Emilia-Romagna. Var. % su anno precedente.

-1,5 -1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0

I, 2003 II III IV

I, 2004 II III IV

I, 2005 II III IV

I, 2006 II III IV I, 20

07 II III IV

I, 2008 II III

Fonte: elaborazione Area studi e ricerche Unioncamere Emilia-Romagna su dati indagine sistema camerale sul Commercio.

Anche a livello nazionale nei primi otto mesi del 2008 si registra un incremento delle vendite a rete corrente. Più in dettaglio, l’aumento complessivo è pari al 4,0 per cento, risultante da una crescita del 5,1 per cento dei prodotti di largo consumo confezionati e da una contrazione dello 0,5 per cento degli altri prodotti non alimentari.

Ulteriore contributo all’analisi della situazione congiunturale del commercio al dettaglio ci viene dall’indagine nazionale congiunturale dell’Istat. Nei primi nove mesi del 2008 le vendite a livello nazionale sono mediamente aumentate dello 0,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2007, mentre l’anno passato le vendite erano mediamente aumentate di un più deciso 0,5 per cento. Il risultato dei primi nove mesi del 2008 si traduce in un +1,2 per cento dei prodotti alimentari ed in una contrazione dell’-1,1 per cento per i prodotti non alimentari. Anche questa indagine mette in luce una situazione differenziata a seconda delle dimensioni delle imprese. Infatti, mentre le piccole realtà (fino a 5 dipendenti) registrano un diminuzione delle vendite pari all’1,5 per cento, le imprese medie e grandi riportano un aumento delle vendite dell’1,0 per cento. Rispetto al panorama complessivo, risulta particolarmente buona la performance delle imprese con oltre 20 addetti (+2,0 per cento). La stessa situazione differenziata per dimensione veniva registrata l’anno passato.

Analizzando l’andamento delle varie forme distributive riconducibili alla grande distribuzione, emergono risultati non uniformi anche internamente a quest’ultima. In particolare, si assiste ad una leggera ripresa del tasso di crescita degli ipermercati che passa dal +0,4 per cento dei primi nove mesi del 2007 al +0,9 per cento dei primi nove mesi di quest’anno. I supermercati fanno segnare un aumento delle vendite (+1,7 per cento) più sostenuta rispetto a quella dell’anno passato (+0,7 per cento) e che dimostra la sostanziale ripresa di vivacità di questa forma di distribuzione, come ipotizzato da molti esperti del settore. La formula commerciale degli hard discount si conferma quella di maggior successo mettendo a segno un + 2,2 per cento che fa seguito al +2,0 per cento registrato nel corso dei primi sei mesi del 2007.

E’ proprio l’orientamento di questo tipo di distribuzione al risparmio totale che ne spiega la maggior riuscita nei momenti di congiuntura generale negativa. Di assoluto riguardo anche la performance messa a segno dai grandi magazzini (+2,1 per cento) e dagli altri specializzati (1,5 per cento).

Per quel che riguarda le ripartizioni territoriali, quella che ha fatto i migliori risultati è la circoscrizione Nord-est col +0,8 per cento medio, seguita dal Nord-ovest col +0,4 per cento, dal Centro e dal Sud ed Isole che riportano variazioni negative (rispettivamente -1,0 e -0,8 per cento).

L’indagine Istat consente anche di analizzare l’andamento delle vendite di quattordici classi di prodotti non alimentari. Tutte le classi censite fanno registrare una diminuzione che va dal -0,5 per cento dei prodotti farmaceutici al -1,7 per cento degli elettrodomestici.

Tornando all’indagine del sistema camerale dell’Emilia-Romagna con la collaborazione di Unioncamere nazionale, è possibile prendere in esame anche la consistenza delle giacenze degli esercizi commerciali. La situazione complessiva dei primi nove mesi del 2008 vede un peggioramento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un aumento del saldo positivo tra la percentuale delle imprese che denunciano un aumento e quelle che denunciano una diminuzione delle scorte, che si affianca ad una diminuzione delle imprese che, invece, dichiarano di avere un livello adeguato di giacenze.

La situazione complessiva si declina in un andamento non uniforme rispetto alle varie classi dimensionali di impresa. In particolare, l’eccesso di magazzino sembra essere diffusa soprattutto all’interno della grande distribuzione. Situazione molto simile tra le varie classi, invece, per quel che riguarda l’incidenza della imprese che denunciano adeguatezza delle scorte. Confrontando quanto dichiarato l’anno passato, si nota un consistente peggioramento della situazione per quel che riguarda la grande distribuzione che ha assistito alla maggior crescita del saldo tra la percentuale di imprese che denunciano aumenti e di quelle che denunciano diminuzioni delle scorte, con conseguente riduzione del numero delle imprese che denunciano l’adeguatezza delle stesse.

3.7.2. L’occupazione.

Secondo i dati Istat relativi alla rilevazione continua della forza lavoro, l’occupazione in Emilia-Romagna nel settore del commercio nel primo semestre 2008 è in aumento. Più in particolare, nel periodo considerato l’occupazione media è pari a circa 314.000 unità, vale a dire il 5,0 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2007, che aveva registrato, invece, una contrazione del 7,2 per cento. Sia gli addetti alle dipendenze, sia gli autonomi risultano in aumento, ma la variazione complessiva registrata non si declina in un comportamento uniforme per le due tipologie di lavoro. Più in dettaglio, in Emilia-Romagna l’ammontare medio dei dipendenti nel settore è passato da 175.000 del primo semestre 2007 ai 183.000 del primo semestre 2008 (+4,7 per cento). I lavoratori indipendenti, sempre a livello regionale, sono invece passati da oltre 125.000 a 131.000 (+5,3 per cento). Le variazioni non sono risultate uniformi tra uomini e donne. Ad un aumento del 7,0 per cento dell’occupazione maschile è corrisposto un aumento del 2,5 per cento di quella femminile. Ancora più in dettaglio, ad un calo del 2,3 per cento delle dipendenti di sesso femminile è corrisposto un aumento del 11,7 per cento dei dipendenti di sesso maschile. Gli indipendenti sono aumentati molto più velocemente tra le donne (+11,4 per cento) che non tra gli uomini (+1,5 per cento).

A livello nazionale gli aumenti dell’occupazione nel settore sono risultati più contenuti (+0,6 per cento equivalente ad 11.000 unità) con un maggior vigore in capo all’occupazione dipendente (+1,6 per cento) che non in capo a quella indipendente che, anzi, fa registrare una flessione dello 0,8 per cento.

3.7.3. L’evoluzione imprenditoriale.

Dalla consultazione dei dati del Registro delle imprese, a fine settembre 2008 le imprese attive in regione nel settore del commercio (escludendo alberghi e pubblici esercizi) erano 97.981 rispetto alle 97.657 attive a fine settembre del 2007, per un incremento pari a 324 unità, vale a dire lo 0,3 per cento in più. Questa variazione segna un’inversione rispetto all’anno precedente in cui le imprese attive nel settore erano scese di 407 unità cioè a dire dello 0,4 per cento.

Il saldo fra le imprese iscritte e cessate dei primi nove mesi del 2008 è risultato negativo per un totale di 2.038 imprese, in misura più consistente rispetto al dato dei primi nove mesi del 2007, pari a 1.569 imprese.

Il comparto più consistente, vale a dire quello del commercio al dettaglio (escluso gli autoveicoli ma compresa la riparazione di beni di consumo) ha registrato una diminuzione tendenziale dello 0,3 per cento pari a 151 imprese. Il commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli fa registrare un aumento della propria consistenza prossima allo 0,7 per cento, equivalente a 86 imprese, recuperando completamente la variazione negativa fatta registrare l’anno passato. Per grossisti ed intermediari del commercio (esclusi gli autoveicoli) è stato rilevato un aumento pari a 389 unità, cioè, l’1 per cento in più rispetto all’anno passato.

Per quanto concerne la forma giuridica delle imprese attive, è possibile notare che le ditte individuali, che costituiscono di gran lunga la forma giuridica più diffusa nel settore con il 64,8 per cento delle imprese, fanno registrare una variazione negativa di 71 unità. Le società di persone, la seconda forma giuridica più diffusa con incidenza percentuale del 20,8 per cento, hanno registrato una flessione dello 0,8 per cento pari a 152 imprese attive. Le società di capitali riportano una incidenza pari al 13,7 per cento, in

notevole aumento rispetto all’anno passato quando erano il 12,9 per cento del totale. Tale evoluzione si colloca in una tendenza di lungo periodo che vede il costante aumento del peso di questa forma giuridica all’interno del settore, basti pensare che nel 2001 le società di capitale rappresentavano il 9,8 per cento del settore. Sempre modesto il peso delle altre forme societarie che fanno registrare una diminuzione di 10 imprese portandosi a 610 unità e mantenendo la propria incidenza percentuale allo 0,6 per cento.

Per quanto riguarda i fallimenti dichiarati nel commercio e riparazione di beni di consumo è emerso un andamento negativo. Nelle province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Piacenza e Ravenna, nei primi nove mesi del 2008 sono stati conteggiati 38 fallimenti, rispetto ai 30 dell’analogo periodo del 2007, con una variazione percentuale del 26,7 per cento, superiore alla crescita generale del 16,1 per cento.

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