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4.2 Il comparto frutticolo 1 Le superfic
Al pari dell’orticoltura, anche la coltivazione delle piante arboree da frutto si è sviluppata nell’isola in alcune regioni particolarmente vocate per caratteristiche climatiche ed orografiche. Le principali regioni in cui insiste la frutticoltura si identificano con le zone di produzione degli ortaggi, vale a dire la Piana della Nurra e quella del Campidano, anche se si rinvengono alcune aree di produzione pure nella parte orientale ed in quella settentrionale della Sardegna.
Allo stesso tempo, seppur in misura minore anche per il comparto frutticolo valgono le stesse considerazioni formulate per le ortive circa la diffusione delle imprese. Una buona parte delle aziende sarde possiede piccole porzioni di superficie poste a frutteto, pur se nella maggioranza dei casi la produzione è appena sufficiente a soddisfare i fabbisogni familiari.
Nel 2007, la superficie investita a piante da frutto è risultata pari a circa 8.700 ettari, pertanto si tratta di una frazione alquanto trascurabile dell’intera SAU ragionale (Tabella 4.4). Oltre un terzo dei frutteti (circa 3 mila ettari) corrisponde a mandorleti, particolarmente diffusi nella Piana dl Campidano. Poco più di un quarto della superficie (oltre 2 mila ettari) corrisponde, invece, a pescheti a cui si aggiunge una quota di SAU investita a nettarine (212 ettari). Di minor rilievo la presenza di melo e pero (complessivamente assommano il 12% della SAU con coltivazioni frutticole), di susino (poco meno del 7%) e di nocciolo (6,5%).
Tab. 4.4 - Superficie con colture frutticole in pieno campo. Anni 2007 e 1999
Coltura Superficie 2007 Superficie 1999
ha % ha % Δ 07-99 (%) Melo 394 4,5% 392 4,5% 0,5% Pero 650 7,5% 645 7,4% 0,8% Albicocco 341 3,9% 346 3,9% -1,4% Ciliegio 237 2,7% 241 2,7% -1,7% Pesco 2.222 25,6% 2.220 25,3% 0,1% Nettarina 212 2,4% 202 2,3% 5,0% Susino 589 6,8% 555 6,3% 6,1% Nocciolo 569 6,5% 570 6,5% -0,2% Mandorlo 2.970 34,2% 3.087 35,2% -3,8% Altra frutta 511 5,9% 513 5,8% -0,4% Totale frutta 8.695 100,0% 8.771 100,0% -0,9%
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Rispetto al 1999, si evidenzia una sostanziale stabilità delle superfici. Nel suo complesso, infatti, la SAU in cui insistono i frutteti è diminuita di poco meno dell’1%. Le uniche colture che hanno fatto registrare un aumento della superficie sono le nettarine (+5%) e il susino (+6%).
Da questo punto di vista, il comparto frutticolo non ha mostrato le stesse difficoltà riscontrate nel comparto orticolo. In primo luogo, in virtù dei minori fabbisogni idrici e colturali che nella generalità caratterizzano le piante arboree da frutto rispetto alle ortive, la prolungata siccità e le difficoltà di approvvigionamento dell’acqua hanno inciso di meno sulle scelte dei frutticoltori riguardo alla possibilità di espiantare i frutteti.
In secondo luogo, è chiaro che la dismissione degli impianti in una realtà quale quella sarda, contraddistinta da aziende di piccola dimensione, rappresenta una scelta il più delle volte drastica e con ripercussioni di assoluta rilevanza sul piano strutturale, economico ed organizzativo. Il ricorso a tale eventualità entro un periodo di medio termine è, pertanto, giustificato in seguito a profondi mutamenti sul versante delle politiche agricole e strutturali, dello scenario di mercato o – con riferimento alla disponibilità di acqua irrigua – all’aggravarsi in modo particolarmente serio delle difficoltà di approvvigionamento idrico. L’entità dei cambiamenti occorsi nell’ultimo decennio relativamente a questi fattori, evidentemente non ha giustificato la fuoriuscita di molti arboricoltori regionali, così come è invece avvenuto per i viticoltori e, in alcune aree, per gli agrumicoltori.
4.2.2 La produzione
Dalla Tabella 4.5 si rileva come dall’inizio del presente decennio la produzione – misurata in termini fisici – sia aumentata per alcune colture, diminuita per altre e sia di fatto rimasta immutata per altre ancora.
Tab. 4.5 - Produzione delle colture frutticole. Anni 2006/2007 e 1999/2000
Coltura 2006/07 (q) 1999/00 (q) Δ 07-99 (%) Melo 38.728 39.348 -1,6% Pero 62.667 62.574 0,1% Albicocco 27.885 28.746 -3,0% Ciliegio 10.165 7.088 43,4% Pesco 208.683 206.184 1,2% Nettarina 15.582 15.439 0,9% Susino 41.053 43.042 -4,6% Nocciolo 3.650 3.419 6,8% Mandorlo 22.455 24.396 -8,0%
I valori riportati corrispondono alla media del biennio di riferimento Fonte: ns. elaborazioni su ISTAT (2007c)
Per quanto concerne il mandorlo – come detto prima coltura frutticola per superficie in Sardegna – la produzione ha subito un sensibile decremento (-8%) nel periodo considerato. Considerato che la superficie si è ridotta di poco meno del 4%, si è quindi assistito ad un calo delle rese, probabilmente in parte indotto dalle sfavorevoli condizioni climatiche e strutturali che hanno limitato, soprattutto nel Sud dell’isola, i volumi di acqua a disposizione degli agricoltori.
Sostanzialmente immutata la produzione di pesche e nettarine – nel complesso cresciuta poco più dell’1% - il dato che maggiormente si distacca dall’andamento generale è l’aumento della produzione di ciliegie, la cui quantità nel biennio 2006/2007 è superiore di ben oltre il 43% rispetto al biennio 1999/2000. Si tratta di una pianta coltivata soprattutto nel Nord della Sardegna, in regioni che meno hanno risentito negli ultimi anni dei problemi legati alla siccità.
Graf. 4.2 - Produzione vendibile di frutta. Anni 1997-2006
Fonte: ns. elaborazioni su dati INEA
Il Grafico 4.2 riporta la dinamica della Produzione Vendibile regionale relativa al comparto. Dopo una apprezzabile flessione congiunturale registratasi durante il biennio 1998-2000 – in cui la produzione era calata di circa il 15% se misurata a valori costanti e di circa il 21% a valori correnti – nell’annata successiva si è registrata una ripresa della produzione di frutta, che ha denotato un incremento nell’arco di un solo anno di oltre il 13% riportandosi su livelli prossimali a quelli soliti.
Dal 2000, comunque, la produzione in termini fisici di frutta ha subito soltanto delle fisiologiche oscillazioni, mentre quella in valori economici ha fatto registrare un notevole incremento fino al 2003, per poi evidenziare un lieve calo ed attestarsi su circa 22 milioni di euro. Quanto accaduto dal 2000 al 2003 si spiega con il forte aumento dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli che ha caratterizzato il triennio in oggetto – come già detto a proposito degli ortaggi – in Italia (Ismea, 2004).
Pur senza registrare una contrazione della produzione complessiva, anche in Sardegna i prezzi della frutta a causa delle dinamiche del mercato nazionale hanno evidenziato un notevole incremento nel triennio 2000-2003, crescendo ad un tasso annuo del 12%, comunque inferiore a quello riscontrato per gli ortaggi. Nel triennio successivo, invece, i prezzi sono calati ad un ritmo del 2% l’anno, anche se nell’ultimo anno di osservazione si è rilevata una ripresa dei prezzi della frutta (+5%).
Al 2006, le pesche sono la principale voce entro la PLV frutticola regionale con oltre 7,8 milioni di euro realizzati, pari a circa il 36% dell’intero valore della frutta prodotta in Sardegna (Tabella 4.6). A ciò si assommano oltre 600 mila euro di nettarine, il che porta il peso del comparto peschicolo a circa il 40% della PV sarda ritraibile dalla frutta.
! 18.000 ! 19.000 ! 20.000 ! 21.000 ! 22.000 ! 23.000 ! 24.000 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 .000 euro Valori correnti
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Tab. 4.6 - Produzione Vendibile per principali colture frutticole. Anno 2006
Coltura PLV (.000 euro) % Melo 1.181 5,4% Pero 3.091 14,1% Albicocco 1.559 7,1% Ciliegio 1.196 5,5% Pesco 7.855 35,9% Nettarina 654 3,0% Susino 2.449 11,2% Nocciolo 629 2,9% Mandorlo 2.234 10,2% Altre 1.044 4,8% TOTALE 21.893 100,0%
Fonte: ns. elaborazioni su dati INEA (2007)
Il pero ed il melo hanno prodotto rispettivamente poco più di 1 milione e 3 milioni di euro nel 2006, pari ad oltre il 5% e il 14% della PLV frutticola isolana. Di una certa rilevanza il peso del mandorlo - i cui 2,2 milioni di euro incidono per oltre il 10% sulla PLV – e del susino, il quale con una produzione di 2,5 milioni di euro contribuisce per oltre l’11% alla PV frutticola. Da segnalare, infine, l’albicocco (oltre il 7% della PV) ed il ciliegio (circa il 6%).
4.3 Il comparto agrumicolo