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Il Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale

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3.2 Il Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale

Il Consorzio della Sardegna Meridionale ricade su un territorio che insiste su ben 91 comuni. Buona parte di questi appartengono alla Provincia di Cagliari (51), mentre i restanti comuni afferiscono a quella di Oristano (12) ed alla nuova provincia del Medio Campidano (18). Il Consorzio si sviluppa su circa il 55% della superficie complessiva dei comuni in cui ricade e ricopre un’area piuttosto vasta pari a 263.203 ettari.

La superficie attrezzata è pari a 51.363 ettari – vale a dire oltre il 77% della SAU del Comprensorio – e quella effettivamente irrigata ammonta a 12.789 ettari (circa un quarto della superficie attrezzata e circa un quinto della SAU totale)

3.2.1 L’agricoltura

Come si può constatare dalle cifre qua sopra riportate, l’agricoltura irrigua riveste un ruolo di primo piano in seno all’economia agricola e zootecnica della regione. La Piana del Campidano, territorio in cui si sviluppa per la gran parte la superficie consortile, è la prima pianura per estensione della Sardegna. Ivi da sempre trovano buone possibilità di realizzazione attività che in altre parti della Sardegna hanno faticato ad affermarsi per ragioni legate alle asperità del territorio. Ciò vale anche per la regione sita nella parte sud-orientale dell’isola – nella quale il centro più importante gravita attorno al comune di Muravera - che presenta caratteristiche tali che hanno favorito lo sviluppo di attività poco presenti nel resto della Sardegna.

Più nello specifico, questo vasto territorio appare vocato per l’orticoltura e la frutticoltura. Si tratta, per esempio, di una delle poche regioni dell’isola in cui la coltivazione degli agrumi è piuttosto diffusa15 e dove si rinviene una forte presenza del comparto orticolo, spesso con aziende che operano su

scale produttive efficienti.

Allo stesso tempo, le condizioni fisiche e pedologiche del territorio hanno incentivato nel corso degli anni la coltivazione dell’olivo e della vite. La prima coltura è piuttosto diffusa nella regione attorno ai comuni di Villacidro e Gonnosfanadiga ed anche in questo caso le imprese mostrano una buona efficienza sia sul piano meramente produttivo che su quello economico (Idda et al., 2004). La seconda coltura, invece, attualmente è meno diffusa che in passato, ma continua a ricoprire un ruolo importante ed ad essere una delle realtà più dinamiche entro il comparto vitivinicolo sardo (Idda et al., 2007).

Invero, lo sviluppo di queste attività è stato bloccato negli ultimi decenni dal fatto che il Sud della Sardegna – così come riferito nel capitolo 2 – è soggetto a periodi prolungati di siccità che hanno indotto molti imprenditori a convertire la produzione o ad abbandonare i terreni16.

Rispetto al passato, quindi, si assiste ad una presenza più diffusa nel territorio di attività poco “tradizionali” quali la cerealicoltura e la pastorizia, benché – per quanto riguarda il primo comparto – si registrino fluttuazioni di una certa entità in termini di superficie investita che in buona sostanza sono associate al sostegno più o meno favorevole accordato dalla PAC al grano duro e a gli altri cereali.

15 Idda e Madau (2006) riportano che ben oltre la metà della superficie agrumicola regionale insiste su questo territorio.

16 L’abbandono delle terre è un fenomeno che ha colpito soprattutto vitivinicoltori e agrumicoltori (Idda et al., 2007; Madau, 2008).

3.2.2 Le superfici irrigate e le colture praticate

Come riferito, nel 2006 la superficie irrigata dal Consorzio ammonta a poco meno di 13 mila ettari (Tabella 3.3). Si tratta di una superficie sensibilmente meno estesa rispetto a quella osservata nel 1998, pari cioè ad oltre 16 mila ettari (-21%).

Tab. 3.3 – Superficie irrigata per singole colture nel CB della Sardegna Meridionale. Anni 2006 e 1998

Coltura Superficie 2006 Superficie 1998

ha % ha % Δ 06-98 (%) Cereali 1.068 8,4% 1.299 8,0% -17,8% - Mais 586 4,6% 907 5,6% -35,4% - Riso 369 2,9% 384 2,4% -3,9% - Altri cereali 113 0,9% 8 0,0% 1312,5% Piante foraggere 1.807 14,1% 2.334 14,4% -22,6% - Erbai 359 2,8% 681 4,2% -47,3% - Foraggere avvicendate - - 109 0,7% - - Medica 1.448 11,3% 1.544 9,6% -6,2% Piante ortive 5.840 45,7% 5.557 34,4% 5,1% - Ortaggi in genere 1.728 13,5% 1.578 9,8% 9,5% - Carciofo 4.037 31,6% 3.513 21,7% 14,9% - Pomodoro 75 0,6% 466 2,9% -83,9% Piante da frutto 2.739 21,4% 3.732 23,1% -26,6% - Agrumi 1.264 9,9% 2.720 16,8% -53,5%

- Altre piante da frutto 1.475 11,5% 1.012 6,3% 45,8%

Olivo 175 1,4% 162 1,0% 8,0%

Vite 671 5,2% 616 3,8% 8,9%

Piante floricole (Eucalyptus) 129 1,0% - 0,0% - Colture protette 182 1,4% 132 0,8% 37,9%

Altre 178 1,4% 2.324 14,4% -92,3%

TOTALE 12.789 100,0% 16.156 100,0% -20,8% Fonte: ns. elaborazioni su dati INEA (SIGRIA) e Sanna e Madau (2002)

Anche nel Consorzio della Sardegna Meridionale, il decremento della superficie irrigata non è stato omogeneo tra le colture. In particolare, è diminuita notevolmente la superficie ricoperta con foraggere, cereali e piante da frutto, mentre si è assistito ad un aumento più o meno deciso delle altre colture.

Passando ad illustrare le singole coltivazioni, dai dati esposti in Tabella 3.3 emerge che circa il 46% della superficie irrigata è occupata dalle piante ortive. Nell’arco di tempo considerato, il comparto ha denotato un’evoluzione in controtendenza rispetto all’andamento generale. La superficie irrigata è, infatti, aumentata di circa 300 ettari, registrando un incremento superiore al 5%.

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Di particolare consistenza l’aumento delle superfici coltivate a carciofo, che sono passate da poco più di 3.500 ettari del 1998 ad oltre 4 mila ettari del 2006 (circa il 15% di aumento). In termini di superficie irrigua, il carciofo è, allo stato attuale, la prima coltura nel Comprensorio della Sardegna Meridionale, con un’incidenza di circa il 32%.

Parimenti, anche la superficie investita ad ortaggi in irriguo ha registrato una decisa crescita (circa il 10%). Gli oltre 1.700 ettari corrispondono al 13,5% della SAU irrigata complessiva. Una drastica flessione ha, al contrario, caratterizzato il pomodoro, la cui superficie in irriguo si è ridotta di circa 6 volte, passando da 466 a 75 ettari in soli 8 anni.

Al secondo posto per diffusione si collocano le piante da frutto, la cui superficie irrigata incide per oltre il 21% sulla SAU in irriguo del Comprensorio. Rispetto al 1998, comunque, si osserva una marcata contrazione della superficie, ridottasi di circa 1 migliaio di ettari. Le condizioni siccitose hanno, come detto, determinato una energica riduzione dell’agrumicoltura: la pratica in irriguo si è più che dimezzata se valutata in termini di superficie. Nel 1998, gli oltre 2.700 ettari investiti ad agrumi corrispondevano a circa il 17% della SAU in irriguo complessiva, mentre all’attualità il peso è diminuito fino a sfiorare solamente il 10%.

Al contrario, la superficie occupata dalle altre colture da frutto – meno esigenti sotto l’aspetto del fabbisogno idrico – è aumentata di circa il 46%, collocandosi attualmente su circa 1.500 ettari (11,5% del totale).

Al terzo posto per importanza si collocano le colture foraggere. La superficie in irriguo supera di poco i 1.800 ettari, vale a dire il 14% della SAU irrigua complessiva. Di questi, circa 1.450 sono investiti a medica (l’incidenza sul totale è pari ad oltre l’11%). Nell’intervallo di tempo preso in esame, la superficie a foraggere si è ridotta di circa il 23%, a causa soprattutto della considerevole contrazione delle superfici ad erbaio, passate in soli otto anni da 681 a 359 ettari.

Una decisa diminuzione si registra pure per i cereali (pari a circa il 18%), che comunque nel loro insieme rappresentano il quarto gruppo di colture in irriguo in termini di superficie con oltre mille ettari investiti. Di particolare rilevanza la consistenza del mais (circa 600 ettari) e del riso (circa 370 ettari) – che incidono rispettivamente per il 4,6% e per il 2,9% sulla SAU irrigua complessiva - si rinviene pure la presenza non trascurabile di superficie ricoperta con miscugli di leguminose e cereali (113 ettari).

Tra le principali colture irrigue, segue la vite in quinta posizione. I 671 ettari di vigneto coltivato in irriguo concorrono per oltre il 5% a determinare la SAU irrigua del territorio in cui insiste il Consorzio. Rispetto al 1998, tale superficie è aumentata di circa il 9%, nonostante a livello generale si riscontri una diminuzione della superficie con vite, causata dai molti espianti realizzati in seguito ai frequenti episodi di siccità.

Inoltre, tra le altre colture si segnali l’olivo – la cui coltivazione è, invero, per la quasi totalità dei casi praticata in asciutto – che assomma 175 ettari di coltura in irriguo e le colture protette – in particolar modo le ortive – con 182 ettari.

Rispetto a pochi anni fa, infine, è entrato nel novero delle colture irrigue l’eucalyptus, coltivato in irriguo per circa 130 ettari.

Per quanto concerne le modalità di distribuzione dell’acqua, rispetto ad altri Consorzi non si dispone di informazioni dettagliate circa i sistemi di irrigazione.