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3.3 Il Consorzio di Bonifica dell’Oristanese
Il Consorzio di Bonifica dell’Oristanese si estende per oltre 85 mila ettari nella parte Centro- occidentale dell’isola. In esso insistono 25 comuni, tutti afferenti alla Provincia di Oristano e che descrivono un territorio nel quale risiedono poco più di 100 mila abitanti. La porzione dei comuni che ricade entro i confini amministrativi del Consorzio è pari all’84%.
Il territorio è suddiviso in due Comprensori, ai quali un tempo facevano capo due distinti Consorzi di bonifica: il Campidano di Oristano, nella parte più settentrionale del territorio, ed il Comprensorio di Terralba-Arborea, che si sviluppa nella parte più bassa dell’area.
3.3.1 L’agricoltura
La compresenza di taluni fattori rendono la regione particolarmente vantaggiosa per la pratica dell’agricoltura e, nella fattispecie, dell’agricoltura irrigua. Sotto il profilo pedo-morfologico, il territorio è pianeggiante (si tratta della parte alta della Piana del Campidano) e ricco di corsi d’acqua e bacini. Sul piano climatico, il clima è mite, seppur siccitoso, mentre dal punto di vista strutturale ed infrastrutturale alcuni interventi di bonifica eseguiti a partire dalla prima metà del secolo scorso hanno determinato un sensibile miglioramento delle terre per l’uso agricolo (Sanna e Madau, 2002).
In virtù di tali fattori, il settore agricolo della regione mostra alcune peculiarità che lo contraddistinguono rispetto al quadro generale descritto nel capitolo 1, seppur sussistono differenze marcate tra le varie regioni del territorio considerato. In linea di massima, comunque, l’agricoltura e la zootecnia detengono un ruolo di rilievo entro l’economia locale e sono praticate in modo estensivo.
Il comparto di punta del settore è senz’altro l’allevamento di bovini da latte – diffuso soprattutto nel territorio attorno Arborea – che rappresenta una realtà di assoluta eccellenza a livello nazionale per quanto riguarda le tecniche di allevamento, la capacità produttiva e l’organizzazione della filiera17. Di
conseguenza, la foraggicoltura è attività tipica nella zona e si rileva la presenza apprezzabile soprattutto di medica e di prati per far fronte alle esigenze alimentari dei bovini, ma anche degli ovini, per quanto la pastorizia non sia tra le attività che più caratterizzano l’economia rurale di questo territorio. L’allevamento ovino è, comunque, presente sia nella parte settentrionale del Consorzio che in quella meridionale nella zona del Cirras e in quella attorno al comune di Terralba.
Particolarmente sviluppata è pure la cerealicoltura, sia per la produzione di mangimi per gli animali – mais in primis - che per quella di riso. Relativamente a quest’ultima coltura, la risicoltura è un’attività che vanta consolidate tradizioni in questa regione, la quale, di fatto, autonomamente assorbe l’intera produzione di riso della Sardegna. Non da meno, le favorevoli condizioni pedo-climatiche e strutturali hanno favorito la diffusione sia degli ortaggi - piuttosto coltivati sia in pieno campo che in coltura protetta – che degli agrumi. I primi sono coltivati sia nel Comprensorio dell’Oristanese che in quello di Terralaba-Arborea – con l’eccezione del carciofo, presente soprattutto nella parte alta della regione – mentre l’agrumicoltura è attività tradizionale del territorio che gravita attorno ai comuni di Milis, San Vero Milis, Solarussa e Simaxis, nella parte più settentrionale della regione. Piuttosto diffusa è pure la coltivazione dell’olivo, della vite – quest’ultima coltivata soprattutto nella regione attorno ai comuni di Terralba e Mogoro - e delle altre piante da frutto, praticata sia in asciutto che in irriguo.
17 La totalità del latte vaccino realizzato nel territorio è commercializzato con il marchio della Cooperativa 3A di Arborea, la quale fornisce ai soci gran parte dei mezzi di produzione.
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3.3.2 Le superfici irrigate e le colture praticate
I dati sulle superfici irrigate riportate in Tabella 3.4 si riferiscono al 2007, anno in cui la superficie irrigata dal Consorzio dell’Oristanese è risultata pari a poco più di 16 mila ettari18.
Tab. 3.4 – Superficie irrigata per singole colture nel CB dell’Oristanese. Anni 2007 e 1998
Coltura Superficie 2007 Superficie 1998*
ha % ha % Cereali 7.444 46,4% 6.039 29,5% - Mais 4.852 30,2% 2.099 10,2% - Riso 2.060 12,8% 3.718 18,1% - Altri cereali 532 3,3% 222 1,1% Piante foraggere 5.868 36,6% 8.027 39,1% - Erbai 3.599 22,4% 2.973 14,5% - Foraggere avvicendate 342 2,1% 1.454 7,1% - Medica 1.927 12,0% 3.600 17,6% Barbabietola da zucchero - - 2.361 11,5% Piante ortive 1.620 10,1% 2.617 12,8% - Ortaggi in genere 833 5,2% 1.461 7,1% - Carciofo 466 2,9% 706 3,4% - Pomodoro 321 2,0% 450 2,2% Piante da frutto 926 5,8% 1.048 5,1% - Agrumi 645 4,0% 872 4,3%
- Altre piante da frutto 281 1,8% 176 0,9%
Olivo 84 0,5% 107 0,5%
Vite 55 0,3% 196 1,0%
Colture protette 23 0,1% 86 0,4%
Altre 22 0,1% 23 0,1%
TOTALE 16.042 100,0% 20.504 100,0%
* I dati del 1998 sono indicativi e sovrastimati per alcune colture
Fonte: ns. elaborazioni su dati forniti dal Consorzio di Bonifica dell’Oristanese e Sanna e Madau (2002)
Attualmente, la frazione più consistente della superficie irrigata è investita a cereali, colture che nel loro complesso si sviluppano su circa 7.500 ettari, che corrispondono a quasi il 47% della SAU irrigata del territorio. Il mais è la prima coltura irrigua per importanza in termini di estensione con ben 4.800 ettari, pari a più del 30% dell’intera superficie servita dal Consorzio.
18 Purtroppo, non è possibile effettuare un confronto tra la superficie irrigua registrata nel 2007 e quella nel 1998. Infatti, i dati riportati in Sanna e Madau (2002), che pur riflettevano quanto dichiarato dal Consorzio, sono risultati sovrastimati dopo opportuni accertamenti effettuati dai responsabili del Consorzio dell’Oristanese. Infatti, si è constatato che le due Amministrazioni che hanno dato vita al Consorzio – Consorzio di Oristano e Consorzio di Terralaba-Arborea – praticavano criteri differenti di computo delle superfici irrigue e ciò ha generato una sovrastima del dato generale. Statistiche più accurate sono a disposizione dal 2004 e sono reperibili al sito www.bonificaoristanese.it.
Si tratta, inoltre, della coltura irrigua tra quelle principali che ha fatto registrare il maggior incremento delle superfici negli ultimi anni. Per quanto sia difficile stabilire l’entità di questo aumento nell’arco dell’ultimo decennio - per le ragioni esposte alla nota 18 – l’evidenza testimonia che buona parte delle superfici un tempo destinate alla barbabietola sono state riconvertite al mais, coltura che sta divenendo sempre più rilevante entro gli ordinamenti della regione per la produzione di insilati ed altri mangimi da destinare all’alimentazione dei bovini da latte.
Al pari del resto della Sardegna, viceversa, la barbabietola che un tempo deteneva un peso non trascurabile nell’economia agricola, è pressoché sparita dalle rotazioni colturali a causa delle sfavorevoli misure di supporto al settore dello zucchero indotte dal nuovo corso di politica agraria19.
Allo stesso tempo e per le stesse motivazioni ascrivibili al mais, è aumentata pure la superficie investita con altri cereali irrigui - tra i quali spicca il sorgo – da impiegare come base per l’alimentazione zootecnica nelle aziende locali.
Tra i cereali, appare consistente la diffusione del riso, coltivato per oltre 2 mila ettari (circa il 13% dell’intera SAU irrigua). La coltura è particolarmente diffusa nel comprensorio di Terralba ed Arborea, di fatto l’unica regione della Sardegna in cui la risicoltura è praticata. A partire dagli anni in cui si è dato avvio alle opere di bonifica nel territorio, la coltivazione del riso ha rappresentato un’attività ideale per i terreni della regione ed il comparto si è sviluppato in modo energico, specializzandosi soprattutto nella produzione di seme, che viene esportato nella penisola e all’estero.
Al secondo posto, in ordine di importanza per superficie investita, si collocano le foraggere, la cui SAU irrigata è pari a circa 6 mila ettari, corrispondenti a poco meno del 37% della superficie irrigata complessiva. La medica si sviluppa su circa 2 mila ettari (12% della superficie irrigata del territorio) e gli erbai su circa 3.600 ettari (22,4%). Questi ultimi, hanno evidenziato un sensibile incremento della superficie negli ultimi anni, a causa della maggiore razionalizzazione degli allevamenti - spostatisi su basi più intensive rispetto al passato – e dell’abbandono delle superfici a barbabietola, in parte riconvertite ad erbaio.
Le colture ortive occupano oltre 1.600 ettari, pari a poco più del 10% della SAU irrigua totale. Oltre la metà della superficie corrisponde agli ortaggi in genere e buona parte di essa riguarda colture che entrano in rotazione di anno in anno. Le coltivazioni più sviluppate si identificano con l’anguria, il melone, la patata, la fragola ed il finocchio, pur se anche gli altri ortaggi principali appaiono ben rappresentati.
La superficie in irriguo investita a carciofo non raggiunge i 500 ettari (poco meno del 3% della SAU irrigua) ed è quasi interamente ubicata, come detto, nella regione più settentrionale del territorio in cui insiste il Consorzio. Nella parte più a Sud dell’area, invece, si sviluppa maggiormente la coltivazione del pomodoro, la cui superficie complessiva si attesta su oltre 300 ettari (2% della SAU irrigua).
Circa mille ettari di superficie irrigua corrispondono alla coltivazione di piante da frutto (meno del 6% della superficie complessiva). Poco meno dei due terzi di tale superficie si identifica con gli agrumeti (circa 650 ettari), piuttosto diffusi, come già riferito, nella porzione di territorio soprastante il comune di Oristano. Invero, la superficie agrumetata in irriguo ha subito nel corso degli ultimi anni una contrazione, seppur non energica a causa della competizione delle altre colture.
Minore importanza rivestono le altre colture arboree – vite ed olivo incidono per meno dell’1% alla determinazione della SAU irrigua del territorio – e le colture protette (sono solo 23 gli ettari in irriguo sui quali si sviluppa la serricoltura).
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