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I recenti provvedimenti normat

SERVIZI CONNESS

5.1 Le principali misure a favore dell’agricoltura irrigua in Sardegna

5.1.4 I recenti provvedimenti normat

Senza dubbio, il principale dispositivo approvato dall’Amministrazione regionale negli ultimi anni consiste nella Legge Regionale n. 6 del 23 maggio 2008 dal titolo “ Legge Quadro in materia di

Consorzi di bonifica”. Come ben illustra il titolo del provvedimento, la L.R. 6/08 definisce compiti,

funzioni e modalità di amministrazione nei Consorzi di Bonifica dell’isola e rappresenta una riforma vera e propria in quanto procede alla riorganizzazione delle funzioni dei Consorzi e al riordino dei comprensori di bonifica. Le finalità sottese a questa legge si identificano con l’obiettivo di assicurare la “razionale utilizzazione delle risorse idriche per uso agricolo ad un costo compatibile con l’economia

agricola regionale, l’accorpamento e il riordino fondiario (art. 1)”.

Prima di passare a descrivere i principali contenuti del provvedimento, si deve far presente per maggiore chiarezza espositiva che, a partire dal 1 gennaio 2008, la titolarità di tutte le concessioni di acqua pubblica in capo ad Enti pubblici o a partecipazione pubblica, che utilizzino o prevedano l’utilizzo delle infrastrutture e degli impianti ad essa trasferiti ai sensi dell’articolo 6 della Legge 2 maggio 1976, n. 183 è appannaggio dell’Amministrazione regionale37. In altri termini, completata

l’opera di ricognizione e di individuazione degli impianti afferenti al Sistema Idrico Multifunzionale – effettuata dall’Assessorato Regionale ai Lavori Pubblici – la gestione degli impianti è passata alla Regione, e più nello specifico alla nuova struttura costituita ad hoc per tali compiti, cioè l’Ente Acque della Sardegna (ENAS).

Pertanto, a seguito della delibera con la quale si da attuazione al provvedimento (Deliberazione n. 51/57 del 12 Dicembre 2007), i Consorzi di Bonifica vengono esautorati da parte delle loro funzioni e, nel contempo, si è proceduto ad un loro riassetto organizzativo con trasferimento di personale dai Consorzi al nuovo Ente.

36 Il PSR indica, inoltre, altre misure che più marginalmente potrebbero generare effetti rispondenti agli

obiettivi proposti in quest’ambito: l’Azione 214.3 “Tutela degli habitat naturali e seminaturali”, l’Azione FB “Miglioramento del benessere degli animali”del PSR 2000-2006, la Misura 211 “Indennità per le

zone montane” e la Misura 212 “Indennità per le zone svantaggiate non montane”.

37 Ricadono in questo ambito pure le concessioni per le opere realizzate con finanziamenti regionali, nazionali e comunitari, purché inserite nel Sistema Idrico Multisettoriale regionale

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Ai Consorzi viene però assicurata la possibilità di prelevare in qualità di utenti per gli utilizzi settoriali, un quantitativo d’acqua “ …pari a quello utilizzato in conformità al preesistente titolo di

derivazione (…), a condizione che ciò risulti compatibile con le risultanze della procedura di revisione dei titoli di utilizzazione delle acque pubbliche”.

Sulla scorta di questa riassegnazione di competenze istituzionali e dell’istituzione di un Ente gestionale specifico per le opere idriche, è evidente che una nuova disciplina per i Consorzi di Bonifica appare come un procedimento obbligato da parte dell’Amministrazione regionale e, quindi, si è dato corso alla riforma contenuta nella Legge Quadro.

In base all’art. 2 della L.R. 6/08, sono affidate ai Consorzi le singole funzioni: • la gestione del servizio idrico settoriale agricolo;

• l’attività di sollevamento e derivazione delle acque a uso agricolo;

• la gestione, la sistemazione, l’adeguamento funzionale, l’ammodernamento, la manutenzione e la realizzazione degli impianti irrigui e della rete scolante al diretto servizio della produzione agricola, delle opere di adduzione della rete di distribuzione dell’acqua a uso agricolo e degli impianti di sollevamento, nonché delle opere di viabilità strettamente funzionali alla gestione e alla manutenzione della rete di distribuzione e della rete scolante;

• la realizzazione e la gestione delle opere di bonifica idraulica, previa autorizzazione dell’Assessore regionale competente in materia di agricoltura, sentito il parere della competente commissione consiliare;

• la realizzazione e la gestione degli impianti per l’utilizzazione delle acque reflue in agricoltura; • il servizio di accorpamento e di riordino fondiario;

• le opere di competenza privata, in quanto di interesse particolare dei fondi, individuate e rese obbligatorie dai consorzi di bonifica, di cui al titolo II, capo V, del regio decreto 13 febbraio 1933 n. 215 (Nuove norme per la bonifica integrale).

Inoltre, è loro attribuito il compito di favorire e promuovere l’utilizzo di tecniche irrigue finalizzate al risparmio idrico.

In pratica, ai Consorzi spettano le funzioni di gestione, amministrazione e manutenzione legate al servizio di fornitura dell’acqua irrigua, nonché la realizzazione di altre opere di bonifica e di riordino fondiario, che siano funzionali a migliorare l’utilizzo della risorsa idrica nei campi.

Nondimeno, tali funzioni necessitano di essere tra loro armonizzate, al fine di evitare il rischio che vi sia dispersione in fase di programmazione e che si dia atto ad interventi concertati a tutti i livelli amministrativi e programmatici. A tal proposito, la Legge Quadro demanda alla Regione e agli Enti locali il compito di promuovere accordi di programma per la realizzazione in modo integrato e coordinato tra i Consorzi di Bonifica e tra gli Enti locali di azioni e programmi di interesse comune, pur sempre nell’ambito delle rispettive finalità istituzionali.

Alla Regione spetta, inoltre, la funzione di redigere il Piano regionale di Bonifica e di riordino

fondiario. Il documento è volto ad assicurare che gli interventi di bonifica, di riordino fondiario e quelli

indirizzati ad un miglior utilizzo delle risorse idriche siano realizzati armonicamente perseguendo obiettivi di sviluppo generale dell’agricoltura in Sardegna. Il Piano è, nelle intenzioni del legislatore sardo, pure finalizzato ad individuare gli interventi di riordino fondiario finalizzati a ridurre la polverizzazione e la frammentazione strutturale delle imprese.

Si tratta di un tema, quello del raggiungimento di dimensioni più adeguate delle aziende, di assoluta rilevanza nell’ottica di promuovere l’agricoltura irrigua, perché ciò consentirebbe di limitare l’entità di alcuni vincoli strutturali che si oppongono allo sviluppo dell’irrigazione nei campi della Sardegna, che sono stati illustrati nei capitoli precedenti.

Il Piano – che è oggetto di aggiornamento ogni tre anni - concorre, inoltre, alla definizione del piano di Bacino in tema di bonifica ed irrigazione e dovrebbe prevedere azioni rivolte a (art. 4):

• Valorizzare i diversi ambiti del territorio attraverso il razionale impiego della risorsa idrica, la tutela dello spazio rurale e del territorio agricolo;

• realizzare e gestire le opere pubbliche di bonifica per il perseguimento delle predette finalità; • attuare un programma degli interventi di accorpamento e di riordino fondiario.

Le decisioni in tema di bonifica e riordino fondiario verranno intraprese avvalendosi dei pareri della costituente Consulta regionale per la bonifica e il riordino fondiario, che avrà compiti esclusivamente consultivi.

La Legge Quadro dispone altresì sulle modalità di finanziamento dei Consorzi. Le principali disposizioni in merito concernono il fatto che i fondi necessari per lo svolgimento delle attività dei Consorzi saranno reperiti attraverso i contributi dei consorziati, i contributi relativi agli scarichi nei canali consortili, i finanziamenti della Regione per le opere di bonifica e la predisposizione dei piani di classifica e riparto -attività queste ultime cui i Consorzi sono obbligati secondo le norme della stessa legge Quadro – e i finanziamenti previsti nel quadro delle misure comunitarie, nazionali e regionali.

Per quanto riguarda i contributi dei consorziati, la Regione con questa legge è intervenuta per disciplinare il canone irriguo. I criteri atti a determinare il contributo irriguo per tutti i Consorzi sono determinati attraverso la deliberazione della Giunta regionale, sentita la proposta dell’Assessore competente in materia, e riguardano pure l’ammontare massimo del canone. Questi criteri sono finalizzati a garantire (art. 10):

• un uso razionale e sostenibile della risorsa idrica;

• un omogeneo contributo irriguo in tutto il territorio regionale compatibile con l’economia agricola regionale;

• un identico contributo irriguo all’interno dei singoli comprensori di bonifica.

I Consorzi a loro volta versano all’ENAS un contributo per la fornitura di acqua grezza e tale somma è determinata secondo i principi comunitari e nazionali che tengono conto del valore dell’acqua irrigua sotto il profilo economico, sociale ed ambientale e deve essere unico per tutto il territorio regionale. L’ENAS è chiamata, invece, ad assicurare la fornitura di acqua irrigua a valore energetico uniforme sul territorio e tale da garantire l’alimentazione in pressione delle reti irrigue.

In via transitoria, la Legge sospende la riscossione dei contributi per le annualità 2006, 2007 e 2008 – salvo esigenze particolari – fino a quando i criteri di determinazione del contributo verranno fissati.

Per ciò che riguarda, invece, le spese per la predisposizione dei piani di bonifica, dei piani di riparto e, soprattutto, le spese sostenute dai Consorzi per la manutenzione ordinaria delle opere di bonifica individuate dal Piano regionale di bonifica e di riordino fondiario e per le altre spese di manutenzione relative alle reti irrigue nelle aree effettivamente irrigate, la Legge Quadro prevede che la Regione intervenga nella misura dell’80% del volume complessivo di queste voci.

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Rimanendo sul versante delle entrate consortili – e precisamente sulle tariffe dell’acqua – è bene rammentare un altro provvedimento di poco precedente al varo della Legge Quadro adottato alla Regione, il quale si inserisce in questo processo di riforma della gestione dell’acqua irrigua ed è andato incontro alle esigenze degli agricoltori. Nella Deliberazione n. 16/19 del 18 marzo 2008 da parte dell’Autorità di bacino e avvallata dalla Giunta regionale il prezzo dell’acqua grezza per usi irrigui è stato fissato su tutto il territorio regionale per l’anno 2008 a 0,07 euro/m3, meno della metà rispetto a

quanto fissato nel 2007 (0,15 euro/m3).

La riforma dei Consorzi e gli altri provvedimenti riguardanti la gestione del Servizio idrico integrato e multisettoriale rappresentano senza dubbio un passaggio importante in seno alla politica regionale di governo dell’acqua irrigua. La riassegnazione delle funzioni, la riallocazione delle competenze ed il fatto di avere meglio definito i rapporti istituzionali tra Regione, Consorzi ed altre istituzioni pubbliche e privati non potranno che produrre effetti che si riverbereranno, prima di tutto, sull’agricoltura irrigua e sulle scelte degli imprenditori agricoli e zootecnici. Allo stesso tempo, allo stato attuale delle cose è difficile prevedere la natura e l’entità di tali effetti.

In prima istanza, alla data in cui questo rapporto è stato redatto la Riforma deve ancora entrare a regime. Ci si trova in una fase transitoria in cui, per esempio, gli stessi Consorzi stanno riorganizzando l’attività sulla base delle nuove funzioni e, soprattutto, non potendo contare su competenze – a livello di risorse umane e tecniche – sulle quali avevano investito negli ultimi anni.

In seconda istanza, solo una volta completato l’intero pacchetto di riforme concernenti la gestione dell’acqua, non solo irrigua, in Sardegna sarà possibile capire in quale misura la riforma dei Consorzi arrecherà benefici al comparto irriguo.

In ultima istanza, è evidente che per valutare gli eventuali benefici è opportuno meglio comprendere verso quali scenari si muoveranno sia il contesto istituzionale e programmatico della Regione e sia l’agricoltura e, nella fattispecie, quella irrigua. La messa a regime degli strumenti di pianificazione e programmazione varati recentemente dal legislatore sardo, le condizioni economiche e di mercato in cui si muoverà il settore agricolo nei prossimi anni, le condizioni climatiche intrinsecamente connesse con la disponibilità d’acqua costituiscono, infatti, al momento alcuni tra i fattori di incertezza che disegneranno lo scenario dell’agricoltura irrigua nel breve e medio periodo in Sardegna.

Ad essi si aggiunga la recente revisione della Politica Agricola Comunitaria (Health Check) che potrebbe rappresentare un’ulteriore sfida per il comparto irriguo nel prossimo futuro. A quest’ultimo tema è dedicato il prossimo paragrafo.