• Non ci sono risultati.

CAPITOLO II. AMMINISTRARE IL FRONTE: LA DISCIPLINA SANITARIA E MORTUARIA NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

2.3 Le comunicazioni alle famiglie e l’Ufficio notizie di Bologna

Nel dicembre del 1915, l’Intendenza Generale dell’esercito aveva diramato una circolare nella quale, già a pochi mesi dall’inizio del conflitto, lamentava la mancata osservanza da parte dei reparti mobilitati circa le corrispondenze dirette a militari morti, feriti, dispersi, ammalati, sconosciuti o prigionieri, dei quali continuavano verificarsi «con dolorosa frequenza la diretta restituzione ai mittenti delle corrispondenze respinte con indicazioni allarmanti per le famiglie», poiché recavano la dizione di ″morto″, ″ferito″ o ″scomparso″. Dal momento che tali irregolarità erano talvolta imputabili agli incaricati militari in zona di guerra che omettevano di inviare ai Depositi queste corrispondenze, e, talvolta, ai Depositi stessi, che le restituivano ai mittenti senza attenersi alle norme contenute nella circolare, L’Intendenza Generale richiamò tutti gli enti interessati alla scrupolosa osservanza della circolare, pregando di tener conto dei «gravi inconvenienti di indole morale cui dà luogo la non osservanza delle prescrizioni che essa impartisce»176. Nel gennaio del 1916, l’Intendenza generale richiamava ancora i

175 Cfr. 4^ ARMATA COMANDO DI TAPPA DI PIEVE CADORE, N° 2030 di prot., Pieve addì

12=4=1916, OGGETTO: Decesso del soldato CASELLI Cesare del 243° Batt. M.T., Fondo B-3

Intendenza Generale e Intendenza 4a Armata, Intendenze Armate 1913 – 1920, b. 63, fasc. 186 Pratiche

soldati deceduti 22 giugno 1915 – 4 settembre 1917, AUSSME.

176 Cfr. R. ESERCITO ITALIANO INTENDENZA GENERALE – Ufficio del Capo di Stato Maggiore N.

7625 di protocollo S.M., Zona di guerra, addì 4 Dicembre 1915, OGGETTO: Corrispondenze dirette a militari morti, feriti, dispersi ecc. restituite irregolarmente ai mittenti, Fondo B-3 Intendenza Generale e

Intendenza 4a Armata, Intendenze Armate 1913 – 1920, b. 63, fasc. 186 Pratiche soldati deceduti 22

giugno 1915 – 4 settembre 1917, AUSSME. Nel giugno dello stesso anno, tuttavia, l’Intendenza generale del Regio Esercito continuava ancora a rappresentare ai comandi mobilitati che si era verificato il caso che «lettere dirette a militari caduti in combattimento siano state restituite ai mittenti con l’indicazione ″

morto ″». Per evitare che le famiglie ricevessero in modo così inaspettato e tragico la notizia della morte

dei loro cari, l’Intendenza generale dispose dunque che presso tutti i comandi e servizi dipendenti le corrispondenze indirizzate a militari morti, feriti e dispersi fossero «raccolte a parte e restituite agli uffici

postali in pacchi indicanti il centro di mobilitazione al quale appartenevano i destinatari». Cfr. R.

ESERCITO ITALIANO INTENDENZA GENERALE – STATO MAGGIORE – UFFICIO DEL CAPO DI STATO MAGGIORE n. 1065 di Protocollo S.M., Zona di guerra addì 6 Giugno 1915, OGGETTO:

Corrispondenze dirette a soldati morti, feriti e dispersi, Fondo B-3 Intendenza Generale e Intendenza 4a

Armata, Intendenze Armate 1913 – 1920, b. 63, fasc. 186 Pratiche soldati deceduti 22 giugno 1915 – 4 settembre 1917, AUSSME. Ancora nel luglio dello stesso anno, il ministro della guerra, Zupelli, rilevava che alcuni lievi inconvenienti dovessero essere eliminati, affinché il lavoro relativo alle comunicazioni delle notizie alle famiglie procedesse spedito. Il ministro, infatti, biasimava il fatto che «alcuni direttori

degli ospedali territoriali, nonostante le disposizioni date in proposito dall’Intendenza generale, hanno imposto speciali limitazioni all’accesso delle dame visitatrici negli ospedali medesimi; che non tutti i depositi e centri di mobilitazione hanno fornito con le dovute sollecitudini alle sezioni e sottosezioni dell’Ufficio di notizie per le famiglie dei militari di terra e di mare, gli elenchi dei militari morti, feriti e dispersi, od hanno creduto opportuno di non darne ad esse comunicazione integrale; che qualche partecipazione di morte è stata data alle famiglie senza quei particolari riguardi che debbono essere invece scrupolosamente osservati in sì dolorose circostanze, o con ingiustificato ritardo». Cfr.

MINISTERO DELLA GUERRA – Segretariato Generale – Divisione Stato Maggiore Sezione 2^ -

Circolare N° 13910, Roma, addì 16 luglio 1915, OGGETTO: Comunicazioni delle notizie alle famiglie dei militari morti, feriti e dispersi, Fondo B-3 Intendenza Generale e Intendenza 4a Armata, Intendenze

comandi mobilitati, affinché non trasmettessero direttamente all’ufficio di concentramento della Posta militare di Bologna, in pieghi raccomandati, le corrispondenze assicurate e raccomandate dirette ai militari morti, feriti e dispersi, ma, per la regolarità del processo amministrativo e per evitare che si perdesse traccia della corrispondenza stessa, dispose invece che esse venissero consegnate in «apposito piego all’ufficio della posta militare ( o all’ufficio della posta civile, per quei corpi, reparti, o servizi autorizzati a valersi di tali uffici), corredandole di un elenco descrittivo, nel quale siano indicati gli estremi delle corrispondenze stesse e richiedendone ricevuta». L’ufficio postale, in tal modo, veniva ad assumere la responsabilità della corrispondenza e doveva avere «cura di spedire all’ufficio di concentramento della posta militare di Bologna il piego raccomandato contenente le ripetute corrispondenze»177. Nel febbraio del 1916, al fine di coordinare le disposizioni precedenti circa le comunicazioni alle famiglie delle notizie relative ai militari morti, feriti, ammalati e dispersi, e allo scopo di integrare le stesse disposizioni con il restante corpo normativo dettato ormai dall’esperienza concreta del conflitto e, soprattutto, per razionalizzare il servizio informazioni e renderlo più efficace e sollecito, il Ministero della Guerra dispose che al servizio delle comunicazioni alle famiglie provvedessero i depositi ed i centri di mobilitazione, nonché l’Ufficio notizie di Bologna, con le sezioni e le rispettive sottosezioni dipendenti, e anche gli stabilimenti militari di riserva178. La raccolta delle

Armate 1913 – 1920, b. 63, fasc. 186 Pratiche soldati deceduti 22 giugno 1915 – 4 settembre 1917, AUSSME.

177 Cfr. R. ESERCITO ITALIANO INTENDENZA GENERALE – Ufficio del Capo di Stato Maggiore, N.

10230 di Protocollo S.M., Zona di Guerra, addì 28 Gennaio 1916, OGGETTO: Raccomandate ed assicurate per morti, feriti, dispersi ecc, Fondo B-3 Intendenza Generale e Intendenza 4a Armata,

Intendenze Armate 1913 – 1920, b. 63, fasc. 186 Pratiche soldati deceduti 22 giugno 1915 – 4 settembre 1917, AUSSME.

253 Cfr. Ministero della Guerra – Giornale Militare Ufficiale – Dispensa 10^, 10 febbraio 1916 – Circolare

N. 100. – Disposizioni varie. – Comunicazioni nominative delle perdite di militari in seguito ad operazioni

di guerra. – (Segretariato generale. – Divisione stato maggiore). – 9 febbraio 1916, Fondo Ministero della Guerra, Circolari 1915 – 1919, fasc. Ministero, AUSSME. Restavano ferme le disposizioni contenute sul

servizio in guerra (parte 1^), n. 114 – e nell’appendice II allo stesso regolamento. La circolare abrogava espressamente le precedenti circolari pubblicate sul Giornale Militare Ufficiale nn. 471, 533, 559, 772 e 905, rispettivamente del 18 giugno, 9 luglio, 14 luglio, 15 ottobre e 14 dicembre del 1915 e le disposizioni in essa contenute avevano valore anche per le truppe del corpo di spedizione oltre l’Adriatico, escluse le colonie. In realtà, già dal maggio del 1915 il Comando di corpo dello Stato maggiore del Regio Esercito aveva diramato ai Comandi di corpo d’armata una circolare nella quale avvertiva che «il Ministro della

Guerra a seguito di proposte presentate dal ″ Comitato Nazionale delle Dame Italiane ″ ha autorizzato che venga istituito in Bologna (via Farini 5) dal predetto Comitato uno speciale ″ Ufficio di notizie per le famiglie dei militari di terra e di mare″ avente essenzialmente per iscopo di stabilire un tramite tra il Paese e l’Esercito mobilitato per dare alle famiglie informazioni sui combattenti. Tale nobile e generosa iniziativa esplicherà la sua azione mediante speciali sezioni impiantate in vari Centri del Regno; incaricate di ricevere le domande delle famiglie, e dirigerle all’ ″Ufficio di Notizie″ che a sua volta rivolgerà, a mezzo di speciali tipi di cartolina postale le domande stesse alle autorità militari mobilitate o all’Ispettorato di sanità militare, o alle associazioni di soccorso, per conoscere lo stato del combattente e darne successivamente notizia alla famiglia richiedente». Cfr. COMANDO DEL CORPO DI STATO

MAGGIORE – Riparto Intendenza – Ufficio Servizi, Circolare N° 4001 di Protocollo, Roma addì 14

maggio 1915, OGGETTO: Ufficio di notizie per le famiglie dei militari di terra e di mare, Fondo B-3

Intendenza Generale e Intendenza 4a Armata, Intendenze Armate 1913 – 1920, b. 63, fasc. 186 Pratiche

soldati deceduti 22 giugno 1915 – 4 settembre 1917, AUSSME. Con una successiva circolare dello stesso mese, lo Stato maggiore chiariva poi che «A questo scopo potranno utilmente adibirvi i cappellani militari

assegnati sia alle truppe sia agli stabilimenti sanitari. In particolare quest’ultimi potranno dare, di volta in volta direttamente notizie dei militari degenti presso le rispettive unità sanitarie all’Ufficio di Notizie suddetto, compilando appositi moduli che saranno trasmessi dall’Ufficio predetto». Con l’occasione, il

informazioni presso i corpi mobilitati e gli stabilimenti sanitari di campagna e di riserva, oltre al personale già previsto dai regolamenti previgenti, venne affidata ad una nuova e precisa categoria di soggetti: un militare di qualsiasi grado, corpo o specialità fu designato stabilmente in ogni reggimento mobilitato o reparto autonomo, non inferiore al battaglione, in ogni sezione di sanità e in ogni stabilimento sanitario da campo e di riserva alla funzione di seguire il movimento dei morti, dei feriti, degli ammalati e dei dispersi, nonché di trasmettere ai depositi e ai centri di mobilitazione le notizie che rivestivano questo specifico interesse179. I comandi dei corpi, dei reparti e dei servizi

Comando di stato maggiore invitava altresì i comandi mobilitati, affinché il mod. 148, Elenco degli atti di

morte inscritti sul registro degli atti di morte, fosse trasmesso in duplice copia all’Intendenza generale,

che a sua volta ne avrebbe inviato una copia allo stesso Ufficio notizie. Cfr. COMANDO DEL CORPO DI STATO MAGGIORE – Riparto Intendenza – Ufficio Servizi, N° 4670 di Protocollo, 24 maggio 1915,

OGGETTO: Ufficio di notizie per le famiglie dei militari di terra e di mare, Fondo B-3 Intendenza

Generale e Intendenza 4a Armata, Intendenze Armate 1913 – 1920, b. 63, fasc. 186 Pratiche soldati

deceduti 22 giugno 1915 – 4 settembre 1917, AUSSME

179 La disposizione scaturiva dal fatto che nel settembre del 1915 il Comando supremo, a seguito dei rilievi

formali formulati dal ministro Zupelli nel luglio precedente, aderendo ad una opportuna proposta dell’Intendenza generale, diede luogo affinché fossero «assegnati ai comandi di armata e di corpo

d’armata taluni ufficiali richiamati dal congedo con l’unico e precipuo incarico di assicurare la raccolta dei dati presso le truppe mobilitate» (cfr. R. ESERCITO ITALIANO COMANDO SUPREMO –

UFFICIO DEL CAPO DI S.M. – UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE – Circolare N° 4152

di protocollo R.S., 9 settembre 1915, OGGETTO: Raccolta delle notizie relative a militari morti, feriti e

dispersi, Fondo B-3 Intendenza Generale e Intendenza 4a Armata, Intendenze Armate 1913 – 1920, b. 63,

fasc. 186 Pratiche soldati deceduti 22 giugno 1915 – 4 settembre 1917, AUSSME) e, nel successivo mese di ottobre, il Ministero della guerra, accogliendo integralmente la proposta avanzata dall’Intendenza generale, determinò di assegnare «alle Intendenze di Armata alcuni ufficiali richiamati dal congedo,

incaricati di coadiuvare l’UFFICIO NOTIZIE PER LE FAMIGLIE DI MILITARI IN BOLOGNA e il personale militare competente nella raccolta e nell’invio di notizie riflettenti i militari feriti e malati ricoverati negli stabilimenti sanitari» (cfr. REGIO ESERCITO ITALIANO – INTENDENZA

GENERALE, N° 371 di protocollo, Zona di Guerra, 10 ottobre 1915, OGGETTO: Personale per la

raccolta di notizie sui militari ricoverati negli stabilimenti militari sanitari, Fondo B-3 Intendenza

Generale e Intendenza 4a Armata, Intendenze Armate 1913 – 1920, b. 63, fasc. 186 Pratiche soldati

deceduti 22 giugno 1915 – 4 settembre 1917, AUSSME). A completamento delle disposizioni contenute nella circolare n. 100, il Ministero dispose che i depositi e i centri di mobilitazione, oltre alle comunicazioni di cui alla circolare stessa, dovevano trasmettere al Ministero della guerra – Direzione generale leva e truppa – un riepilogo numerico, conforme all’annesso allegato, dei morti per malattie o per ferite, dei feriti, dei malati e dei dispersi avuti dal primo all’ultimo di ciascun mese, dai rispettivi corpi o corpo od ente mobilitato che essi avevano costituito. Nello specchio riepilogativo doveva essere indicato il numero dei militari malati che durante il mese avevano ripreso servizio, e fra questi quanti erano stati inviati ai reparti mobilitati. I depositi e i centri di mobilitazione erano autorizzati a destinare stabilmente alla raccolta dei dati suddetti il personale ritenuto necessario, traendolo dai militari dichiarati

permanentemente non idonei alle fatiche della guerra. Gli elenchi dovevano essere trasmessi entro la prima

decade del mese successivo a quello cui si riferiscono i dati in essi contenuti (cfr. MINISTERO DELLA GUERRA, GIORNALE MILITARE UFFICIALE, Dispensa 11^, 12 febbraio 1916 , N. 111. – DISPOSIZIONI VARIE. – Comunicazioni numeriche delle perdite di militari. – (Segretariato generale. – Divisione stato maggiore). – 18 febbraio 1915, Fondo Ministero della Guerra, Circolari 1915 – 1919,

fasc. Ministero, AUSSME). Considerato lo sviluppo e l’importanza della funzione assunta dall’ufficio

notizie, nel luglio del 1916 l’Intendenza generale ritenne opportuno «che il servizio delle notizie, debba

anche estendersi presso quelle nuove formazioni speciali richieste dalle esigenze della guerra odierna e cioè: raggruppamenti e gruppi di batteria di bombarde, reparti mitragliatrici, battaglioni zappatori etc; formazioni tutte che per la loro costituzione, non hanno ancora una diretta corrispondenza con l’Ufficio centrale delle notizie, determinando in tal modo una lacuna, che ritarda il servizio di informazione per le famiglie e gli fa perdere così la sua efficacia. A sistemare quindi anche per tali formazioni, che non hanno cappellano militare, il servizio diretto delle notizie, sembra a questa Intendenza Generale che sia sufficiente che il militare designato stabilmente presso le formazioni stesse, per le comunicazioni ai

mobilitati, dopo ogni fatto d’arme e in ogni caso non più tardi di dieci giorni dopo che il fatto d’arme fosse avvenuto, erano tenuti a trasmettere ai relativi depositi o centri di mobilitazione anche un elenco nominativo dei dispersi, per i quali doveva essere compilata la dichiarazione di irreperibilità180. L’Ufficio notizie di Bologna era

depositi, e ai centri di mobilitazione del movimento dei morti, feriti, ammalati e dispersi, trasmetta altresì direttamente all’Ufficio Centrale delle notizie in Bologna un elenco conforme all’unito modello, già normalmente usato dai cappellani militari per la trasmissione delle notizie all’Ufficio entrale suddetto».

Cfr. R. ESERCITO ITALIANO – INTENDENZA GENERALE – Ufficio del Capo di S.M., CIRCOLARE

N. 20205 di protocollo S.M., Zona di guerra addì 22 luglio 1916, OGGETTO: Servizio delle notizie presso le nuove formazioni di guerra, Fondo B- 4 CARTEGGIO COMANDI DI DIVISIONE 1912 – 1922, b.

255, fasc. 13 ″ Feriti ed ammalati ″, AUSSME.

180L’art. 2 del decreto luogotenenziale del 27 giugno 1915, n. 1103 (circolare 598 del giornale militare del

1915), aveva infatti stabilito che, appena trascorsi due mesi dalla scomparsa dei militari in seguito a combattimento, fosse compilata la dichiarazione di irreperibilità di cui all’art. 2 della legge 2 luglio 1896, n. 256. In applicazione di tale disposizione il Ministero determinava che i comandi dei depositi o i centri di mobilitazione, ai quali gli scomparsi appartenevano, dovevano rilasciare la dichiarazione di irreperibilità in base alle notizie loro pervenute dai corpi mobilitati, per tutti quei militari, impiegati ed operai, per i quali non fosse stato possibile constatare la morte o non era in qualunque modo accertato che si trovassero tra i prigionieri. Essa doveva essere compilata in due esemplari, uno dei quali veniva rimesso al Sindaco del comune dell’ultimo domicilio dello scomparso, con l’incarico di consegnarlo alla famiglia interessata, e l’altro alla Direzione generale leva e truppa – Divisione matricole del Ministero. In seguito al rilascio di tale dichiarazione, gli irreperibili erano eliminati dai ruoli dei corpi, direzioni od uffici che li avevano nel frattempo continuati a tenere in forza e i loro stati di servizio o fogli matricolari dovevano essere completati con la variazione di dispersione, alla quale si faceva seguire la seguente dizione: “Rilasciata

dichiarazione d’irreperibilità il. . . . . . . . ″ . Qualora, dopo il rilascio della dichiarazione , si fosse

venuti a conoscenza della sorte toccata agli individui dichiarati irreperibili, le autorità che ne venivano a conoscenza erano tenute ad inoltrare al Ministero le comunicazioni richieste dal caso. I depositi dei corpi, i centri di mobilitazione e gli altri uffici interessati, dovevano far pervenire le dichiarazioni d’irreperibilità non solo per i militari, impiegati od operai che risultavano dispersi da due mesi, ma anche per tutti quelli che erano scomparsi anteriormente, e cioè dall’inizio della guerra italo - austriaca, valendosi delle iscrizioni fatte nei ruoli alfabetici o degli altri documenti che possedevano (cfr. MINISTERO DELLA GUERRA, GIORNALE MILITARE UFFICIALE, Dispensa 34^, 3 giugno 1916 - N. 327. – RECLUTAMENTO. – Dichiarazioni d’irreperibilità pei militari presunti morti nella guerra italo-

austriaca. – (Direzione generale varie e truppa). – 2 giugno 1916, Fondo Ministero della Guerra, Circolari 1915 – 1919, fasc. Ministero, AUSSME). Materialmente, la dichiarazione di irreperibilità

veniva redatta dall’Ufficio Matricola o dall’Ufficio informazioni del reparto di impiego del disperso ed era inoltrata direttamente al Ministero della guerra – Direzione Generale Leva e Truppa, Sezione II della

Divisione matricola di Roma. Compilata secondo un formulario rigidamente prestabilito, in carta libera o

su modello prestampato a cura del reparto redigente, la dichiarazione di irreperibilità doveva riportare tutti i dati utili agli effetti esclusivi sulla concessione delle pensioni, ai sensi del Testo Unico approvato con il Regio decreto 21 febbraio 1895, n. 70: «DICHIARAZIONE DI IRREPERIBILITA’. Il Comando del

Deposito del 37 Reggimento Fanteria, […] DICHIARA che il soldato Sangermano Giovanni di Giuseppe e di Ferrazzoli Angela nato ad Arpino il 22.2.1898 nel 37° Regg.to Fanteria inscritto al N. 801 di matricola del Distretto Militare di Frosinone prese parte il 8.7.916 al Combattimento di Giado Fessato. Che dopo tale fatto egli scomparve, e non venne riconosciuto tra i militari dei quali fu legalmente accertata la morte o che risultarono essere prigionieri. Che perciò E’ IRREPERIBILE e deve PRESUMERSI MORTO dall’otto luglio millenovecentosedici. Alessandria, 18.12.1916. IL COLONNELLO Comandante il Deposito [f.to non leggibile]. Cfr. Cart. DICH.NI IRR.TA’ A-Z , DISPERSI, fasc. MINISTERO DELLA

GUERRA - S, 37° DEPOSITO REGGIMENTO FANTERIA – UFFICIO MATRICOLA, N. 10298 di

protocollo, risposta al foglio del 16.12.1916, Num. 48132 Div. Matricola Sezione II, AAO - COGOC. Il

rilascio alla famiglia del certificato di irreperibilità di un soldato dichiarato disperso in guerra da parte dei depositi militari dava luogo, in molti casi, a notevoli ritardi, sollevando, more solito, frequenti interrogazioni parlamentari, tali da costringere le autorità governative a presentarsi in aula, documentando la concreta attività amministrativa compiuta sui singoli casi. Un esempio illuminante in tal senso è costituito dall’interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Cappa al ministro della guerra, nel febbraio del 1918, «Per sapere se, dopo tre anni di attesa, i genitori di un soldato dichiarato disperso non

autorizzato a richiedere direttamente informazioni alle autorità militari e sanitarie territoriali, che provvedevano alla redazione degli elenchi dei militari morti, feriti, ammalati o dispersi, che dovevano essere trasmessi dagli enti interessati, secondo la modulistica predisposta dal Ministero della guerra181, e inoltrata agli uffici di amministrazione dei personali militari vari, solo quando se ne fosse manifestata la necessità e non più di una volta al giorno a ciascun ente, né potevano peraltro trasmettersi elenchi negativi. Gli stessi cappellani militari dovevano utilizzare la modulistica prevista, loro distribuita dall’Ufficio notizie, e gli specchi nominativi redatti avevano carattere di riservatezza e non potevano essere resi di dominio pubblico sotto qualsiasi forma, né integralmente, né parzialmente. Con l’inizio del conflitto era stato istituito a Bologna l’Ufficio per le notizie alle famiglie dei militari di terra e di mare, un sodalizio alla cui presidenza si insediò formalmente la contessa Lina Bianconcini Cavazza. Il sodalizio fu riconosciuto anche dalle autorità militari come un organismo deputato a fornire alle famiglie che ne avessero fatto richiesta informazioni sui combattenti, morti, feriti o dispersi, saldando davvero in tal modo società civile e organismi militari182. L’Ufficio era organizzato in una sede centrale a Bologna, per i

abbiano diritto ad ottenere dal deposito del suo reggimento un certificato di irreperibilità come chiede, ad esempio, Francesco Mascherpa da Zerbo (Pavia), rimasto dal 15 ottobre 1915 senza notizie del figlio Guido, già soldato del 3° reggimento fanteria, 12a compagnia, battutosi per la patria anche in Libia». Il

ministro della guerra Alfieri, nel ripercorrere nella risposta fornita la legislazione vigente, fu costretto, e i casi non erano affatto infrequenti, anche a fornire i materiali dati amministrativi delle pratiche inevase contestate al suo dicastero, attivando gli organi e gli uffici amministrativi interni preposti, anziché limitarsi ad una generale illustrazione della disciplina giuridico – amministrativa della materia, certamente più consona al suo ruolo e al suo rango di ministro: « Il decreto luogotenenziale del 27 giugno 1915, n. 1103,

avente vigore di legge, stabilisce che per i militari di cui non si possa accertare la sorte, la dichiarazione di irreperibilità sia compilata « non appena trascorsi due mesi dalla scomparsa »; e nel dare con la circolare n. 327 del 1916 le disposizioni per la esecuzione del detto decreto, questo Ministero confermò che la detta dichiarazione doveva essere compilata dai comandi dei centri di mobilitazione entro il termine sopraccennato, per tutti i militari per i quali non fosse stato possibile constatare la morte o non fosse stato accertato in qualche modo che fossero prigionieri. Possono peraltro darsi dei casi concreti in cui non sia materialmente possibile che entro due mesi, i dubbi sulla sorte del militare siano così avvalorati da giustificare il rilascio di una dichiarazione di presunzione di morte che ha – come è noto – effetti definitivi, sebbene limitati. Nel caso concreto cui si riferisce la interrogazione, varie contingenze debbono aver concorso a produrre un ritardo che realmente si verificò, ma risulta, tuttavia, che tali cause di ritardo sono oramai superate, perché la dichiarazione di irreperibilità del soldato Guido Mascherpa è