• Non ci sono risultati.

Nell'analisi delle differenze per genere del rendimento degli studenti non emergono differenze significative fatta eccezione per la quinta primaria

Tavola 4.5 – Occupati per settore di attività in Liguria Anni 2008 e 2014 (composi-

4.7 Un approfondimento: I giovani e i giovani adulti che non lavorano e non studiano

4.7.2 La condizione di neet

Questo paragrafo considera la popolazione etichettata con l’acronimo “neet” estendendo la fascia di età di 15-29 anni, tradizionalmente considerata in questo tipo di analisi - alla fascia 15-34 anni, come proposto anche nel paragrafo 3.3.2 di questo rapporto –. Questa scelta è motivata dall’intenzione di sottolineare quanto una condizione di inattività (in termini professionali e formativi) tradizionalmente ricondotta alle componenti giovanili interessi progressivamente fasce più ampie di popolazione, “sconfinando” verso le soglie che, seppur solo formalmente, isolano l’età adulta. Volendo descrivere sinteticamente le persone neet, si potrebbe affer- mare, con Rosina et. al.10, che si tratta di

giovani [o, appunto, giovani adulti], di età variabile a seconda del con- testo socio-culturale a cui ci riferiamo, che non sono impegnati né all’interno di un circuito formativo, né lavorativo. Si tratta di un grup- po eterogeneo di popolazione, che comprende i giovani che hanno terminato un ciclo di studi ma che non sono riusciti ad inserirsi nel mondo del lavoro, coloro che hanno abbandonato un percorso forma- tivo senza intraprendere nuovi percorsi, persone che, per scelta, deci- dono di non impegnarsi in alcuna attività, e, infine, anche chi invece deve lasciare il percorso formativo o lavorativo per necessità come, per esempio, occuparsi di una persona cara (2014, p. 82).

Appare quindi sempre più difficile delineare un profilo univoco per i neet, sia in termini anagrafici che in termini di analisi delle diverse motivazioni all’inattività e, probabilmente, il tentativo di rappresentazione delle componenti di un fenomeno tanto complesso richiederebbe l’integrazione di dati di sfondo e analisi centrate sul- la dimensione “micro” delle particolari storie di vita di queste persone. Si dovrebbe pertanto poter tenere conto sia degli aspetti quantitativi che di quelli culturali, lega- ti ad esempio all’attribuzione di stigma che, nel discorso pubblico, viene tenden-

10Rosina A. et al. (2014), “Un ritratto dei giovani NEET italiani” in Istituto Giuseppe Toniolo, La condizione gio- vanile in Italia. Rapporto Giovani 2014, Il Mulino, Bologna.

zialmente riprodotta nel riferimento ai neet, creando “circoli viziosi” che sembrano avere ricadute anche sulla possibilità di “emancipazione” dei soggetti etichettati (a tale proposito si rimanda, per esempio, a Furlong e Cartmel, 200711). Tuttavia, una

lettura dei “volumi” e delle misure della popolazione neet permette quantomeno di evidenziare la rilevanza numerica di queste persone e, soprattutto, l’analisi longitu- dinale può essere utile per un ragionamento in merito alle quote di popolazione che, pur non rientrando attualmente nella categoria, potrebbero essere considerate “a rischio”. Come si vedrà oltre, infatti, a partire dalla crisi del 2008 sono soprattut- to componenti tradizionalmente “forti” delle forze di lavoro (su tutte i maschi adul- ti del Nord Italia) ad aver prodotto un aumento del totale dei neet a livello naziona- le, e questo aspetto può essere ricondotto alla coesistenza della crisi economica globale e della precarizzazione (non solo di carattere professionale) derivante dai processi di flessibilizzazione del mercato del lavoro, in un panorama nel quale le componenti “oggettive” dell’innalzamento dei tassi di disoccupazione12si legano a

fattori “soggettivi” e determinati culturalmente quali l’incertezza e la sfiducia ri- spetto all’effettiva spendibilità dei propri profili formativo/professionali e la diffi- coltà a strutturati progetti di vita a medio/lungo termine (cfr. Benasso, 201313).

I dati analizzati con riferimento alla serie storica 2004-2014 mostrano una con- sistente crescita del numero di persone neet di età compresa tra i 15 e i 34 anni. Os- servando i valori assoluti (Tavola 4.6) si nota infatti come, a livello nazionale, nell’arco di 10 anni si siano raggiunti e superati (in modo significativo) i 3 milioni di unità. L’incremento di questa particolare popolazione interessa tutti i territori considerati e nel 2014 il numero dei neet residenti nelle regioni del nord-ovest su- pera il dato del nord-est per circa 200 mila unità.

Tavola 4.6 – Neet (15 - 34 anni) in Liguria, nord-ovest, nord-est e Italia, anni 2004 -2014 (valori assoluti in migliaia)

Fonte: Elaborazioni su dati Istat, rilevazione sulle forze di lavoro

11Furlong A. e Cartmel F. (2007), Young people and social change. New perspectives (second edition), Open Uni-

versity Press, Maidenhead.

12A tale proposito risulta certamente utile una lettura congiunta di questo paragrafo con le analisi presentate al

paragrafo 4.2 e 4.3 in merito agli andamenti delle componenti delle forze di lavoro (e relativi tassi).

13Benasso S. (2013), Generazione shuffle. Traiettorie biografiche tra reversibilità e progetto, Aracne Editrice,

Roma. ANNO RIPARTI ZIONE Nord- ovest 456,1 436,4 413,4 408,6 434,0 498,7 514,5 504,0 543,9 621,5 610,9 Nord-est 279,6 288,1 283,4 268,9 268,2 312,2 363,5 357,3 383,2 418,4 415,3 Liguria 45,9 44,8 42,4 41,0 44,2 45,5 46,7 43,7 50,7 59,9 59,2 Italia 2.967,1 2.974,6 2.871,0 2.779,0 2.800,0 2.975,9 3.128,2 3.137,2 3.243,1 3.526,9 3.512,0 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2004 2005 2006 2007 2008

zialmente riprodotta nel riferimento ai neet, creando “circoli viziosi” che sembrano avere ricadute anche sulla possibilità di “emancipazione” dei soggetti etichettati (a tale proposito si rimanda, per esempio, a Furlong e Cartmel, 200711). Tuttavia, una

lettura dei “volumi” e delle misure della popolazione neet permette quantomeno di evidenziare la rilevanza numerica di queste persone e, soprattutto, l’analisi longitu- dinale può essere utile per un ragionamento in merito alle quote di popolazione che, pur non rientrando attualmente nella categoria, potrebbero essere considerate “a rischio”. Come si vedrà oltre, infatti, a partire dalla crisi del 2008 sono soprattut- to componenti tradizionalmente “forti” delle forze di lavoro (su tutte i maschi adul- ti del Nord Italia) ad aver prodotto un aumento del totale dei neet a livello naziona- le, e questo aspetto può essere ricondotto alla coesistenza della crisi economica globale e della precarizzazione (non solo di carattere professionale) derivante dai processi di flessibilizzazione del mercato del lavoro, in un panorama nel quale le componenti “oggettive” dell’innalzamento dei tassi di disoccupazione12si legano a

fattori “soggettivi” e determinati culturalmente quali l’incertezza e la sfiducia ri- spetto all’effettiva spendibilità dei propri profili formativo/professionali e la diffi- coltà a strutturati progetti di vita a medio/lungo termine (cfr. Benasso, 201313).

I dati analizzati con riferimento alla serie storica 2004-2014 mostrano una con- sistente crescita del numero di persone neet di età compresa tra i 15 e i 34 anni. Os- servando i valori assoluti (Tavola 4.6) si nota infatti come, a livello nazionale, nell’arco di 10 anni si siano raggiunti e superati (in modo significativo) i 3 milioni di unità. L’incremento di questa particolare popolazione interessa tutti i territori considerati e nel 2014 il numero dei neet residenti nelle regioni del nord-ovest su- pera il dato del nord-est per circa 200 mila unità.

Tavola 4.6 – Neet (15 - 34 anni) in Liguria, nord-ovest, nord-est e Italia, anni 2004 -2014 (valori assoluti in migliaia)

Fonte: Elaborazioni su dati Istat, rilevazione sulle forze di lavoro

11Furlong A. e Cartmel F. (2007), Young people and social change. New perspectives (second edition), Open Uni-

versity Press, Maidenhead.

12A tale proposito risulta certamente utile una lettura congiunta di questo paragrafo con le analisi presentate al

paragrafo 4.2 e 4.3 in merito agli andamenti delle componenti delle forze di lavoro (e relativi tassi).

13Benasso S. (2013), Generazione shuffle. Traiettorie biografiche tra reversibilità e progetto, Aracne Editrice,

Roma. ANNO RIPARTI ZIONE Nord- ovest 456,1 436,4 413,4 408,6 434,0 498,7 514,5 504,0 543,9 621,5 610,9 Nord-est 279,6 288,1 283,4 268,9 268,2 312,2 363,5 357,3 383,2 418,4 415,3 Liguria 45,9 44,8 42,4 41,0 44,2 45,5 46,7 43,7 50,7 59,9 59,2 Italia 2.967,1 2.974,6 2.871,0 2.779,0 2.800,0 2.975,9 3.128,2 3.137,2 3.243,1 3.526,9 3.512,0 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2004 2005 2006 2007 2008

L’andamento dei numeri indice (Grafico 4.13, base fissa= 2004) mostra come, dopo una fase di lieve flessione nel biennio 2005-2007, i neet siano aumentati co- stantemente, con una crescita particolarmente accentuata nel triennio 2008-2010, periodo nel quale la crisi economica ha iniziato a riverberare i propri effetti (con particolare accentuazione sulle dinamiche occupazionali). Le distribuzioni per ri- partizione seguono in modo piuttosto omogeneo le “curve” della serie storica na- zionale e le peculiarità più evidenti si evidenziano in termini di accentuazione della crescita proporzionale nel periodo 2008-2010 che risulta particolarmente consisten- te per il nord-ovest e, soprattutto, per il Nord-est; è importante notare come, per quanto il nord-est abbia registrato in ogni annualità considerata la quota minore di

neet, risulti al contempo essere, a livello ripartizionale, l’area interessata

dall’incremento più evidente nell’ultimo quadriennio. Un ulteriore elemento distin- tivo negli andamenti del nord-ovest e del nord-est rispetto al dato nazionale consi- ste nella leggera flessione dei dati ripartizionali osservabile nel passaggio tra il 2010 e il 2011, a fronte di una crescita costante dei valori a livello italiano. L’andamento del dato ligure si allinea a quello delle ripartizioni del nord, segnando una più intensa riduzione nel 2010/2011 e, al contempo, una crescita proporzio- nalmente più rilevante tra il 2011 e il 2013. È significativa, infine, la stabilizzazio- ne osservabile nel passaggio tra il 2013 e il 2014 per tutti i territori considerati. Grafico 4.13 – Neet (15-34 anni) in Liguria, nord-ovest, nord-est e Italia, anni 2004 -

2014 (numeri indice a base fissa= 2004)

Fonte: Elaborazioni su dati Istat, rilevazione sulle forze di lavoro

Il dettaglio di genere mostra (Tavola 4.7) come la crescita della percentuale di persone neet sul totale dei coetanei si caratterizzi, a partire dal 2008, soprattutto per la sua rilevanza tra la popolazione maschile. Se, infatti, le percentuali all’interno della popolazione femminile restano significativamente più elevate in tutti i territo- ri e gli anni considerati, la quota maschile cresce con maggiore rapidità. A livello nazionale la percentuale femminile decresce di circa 1 punto tra il 2004 e il 2008 (dal 27,6 per cento al 26,3 per cento) per poi risalire fino a un massimo di 4,5 punti a fine periodo (quando si assesta sul 30,9 percento, come nel 2013) mentre la per-

80 90 100 110 120 130 140 150 160 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Nord-ovest Nord-est Liguria Italia

centuale relativa ai maschi aumenta di 0,7 punti tra il 2004 (13,6 per cento) e il 2008 (14,3 per cento), anno a partire dal quale inizia una rapida ascesa fino al mas- simo del 24 per cento nel 2014. Il dettaglio ripartizionale riferito al Nord Italia con- ferma gli andamenti nazionali: in particolare, l’incremento tra la popolazione ma- schile risulta ancora più accentuato nel nord-ovest dove, tra il 2008 e il 2014, la percentuale di persone neet raddoppia (dall’8,1 per cento al 16,8 per cento). Con riferimento alla Liguria si nota come, a fronte di percentuali della componente femminile sostanzialmente analoghe a quelle dell’intero nord-ovest e del nord-est, la “forbice” tra i due valori intra-genere sia più ridotta rispetto a quella osservabile negli altri territori; questo progressivo processo di avvicinamento dei valori si ac- centua particolarmente tra il 2012 e il 2014, quando la percentuale maschile passa dal 15,7 per cento al 20,1 per cento (vs. il 22,9 per cento tra le donne).

Tavola 4.7 – Neet (15 -34 anni) per genere in Liguria, nord-ovest, nord-est e Italia– anni 2004-2014 (composizioni percentuali sulla popolazione della stessa fa-

scia di età) 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 ANNO RIPARTIZIONE GENERE Nord-ovest maschi 7,5 7,4 7,3 7,4 8,1 10,6 11,5 11,2 13,8 16,8 16,8 femmine 18,3 17,7 16,7 16,8 17,9 19,6 20,2 20,3 20,6 22,7 22,3 Nord-est maschi 5,3 6,1 5,9 5,8 5,8 8,0 9,8 10,3 11,3 12,5 12,8 femmine 16,6 16,8 16,8 16,1 16,2 17,7 20,6 20,1 21,7 23,9 23,7 Liguria maschi 10,0 8,6 8,5 11,3 11,0 11,4 13,8 12,7 15,7 19,6 20,1 femmine 18,8 20,3 19,4 16,3 19,4 20,2 19,2 18,5 21,0 23,5 22,9 Italia maschi 13,6 14,2 13,9 13,7 14,3 16,4 18,2 18,7 20,7 23,6 24,0 femmine 27,6 27,7 26,8 26,3 26,4 27,3 28,5 28,8 29,1 30,9 30,9

Fonte: Elaborazioni su dati Istat, rilevazione sulle forze di lavoro

Come già sottolineato, il 2008 rappresenta per tutto il territorio italiano il mo- mento iniziale di una fase di crescita del fenomeno neet che, pur considerando le eccezioni sopra descritte, appare sostanzialmente costante nel corso del periodo precedente. E’ possibile illustrare graficamente la relazione tra l’incidenza percen- tuale dei neet 15-34enni sul totale dei propri coetanei al 2014 e le variazioni in punti percentuali registrate nel periodo 2008-2014 al fine di dettagliare ulterior- mente la comparazione tra diverse aree geografiche del Paese. Nel Grafico 4.14 le regioni sono posizionate in relazione al valore centrale del grafico, che corrisponde al dato nazionale, dove l’incrocio dei due assi cartesiani definisce quattro quadran- ti. Il quadrante in alto a destra del grafico raggruppa le aree nelle quali risulta più alta la quota di persone neet al 2014 e, allo stesso tempo, si registra la più ampia crescita tra il 2008 e il 2014: questo primo raggruppamento comprende esclusiva-

centuale relativa ai maschi aumenta di 0,7 punti tra il 2004 (13,6 per cento) e il 2008 (14,3 per cento), anno a partire dal quale inizia una rapida ascesa fino al mas- simo del 24 per cento nel 2014. Il dettaglio ripartizionale riferito al Nord Italia con- ferma gli andamenti nazionali: in particolare, l’incremento tra la popolazione ma- schile risulta ancora più accentuato nel nord-ovest dove, tra il 2008 e il 2014, la percentuale di persone neet raddoppia (dall’8,1 per cento al 16,8 per cento). Con riferimento alla Liguria si nota come, a fronte di percentuali della componente femminile sostanzialmente analoghe a quelle dell’intero nord-ovest e del nord-est, la “forbice” tra i due valori intra-genere sia più ridotta rispetto a quella osservabile negli altri territori; questo progressivo processo di avvicinamento dei valori si ac- centua particolarmente tra il 2012 e il 2014, quando la percentuale maschile passa dal 15,7 per cento al 20,1 per cento (vs. il 22,9 per cento tra le donne).

Tavola 4.7 – Neet (15 -34 anni) per genere in Liguria, nord-ovest, nord-est e Italia– anni 2004-2014 (composizioni percentuali sulla popolazione della stessa fa-

scia di età) 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 ANNO RIPARTIZIONE GENERE Nord-ovest maschi 7,5 7,4 7,3 7,4 8,1 10,6 11,5 11,2 13,8 16,8 16,8 femmine 18,3 17,7 16,7 16,8 17,9 19,6 20,2 20,3 20,6 22,7 22,3 Nord-est maschi 5,3 6,1 5,9 5,8 5,8 8,0 9,8 10,3 11,3 12,5 12,8 femmine 16,6 16,8 16,8 16,1 16,2 17,7 20,6 20,1 21,7 23,9 23,7 Liguria maschi 10,0 8,6 8,5 11,3 11,0 11,4 13,8 12,7 15,7 19,6 20,1 femmine 18,8 20,3 19,4 16,3 19,4 20,2 19,2 18,5 21,0 23,5 22,9 Italia maschi 13,6 14,2 13,9 13,7 14,3 16,4 18,2 18,7 20,7 23,6 24,0 femmine 27,6 27,7 26,8 26,3 26,4 27,3 28,5 28,8 29,1 30,9 30,9

Fonte: Elaborazioni su dati Istat, rilevazione sulle forze di lavoro

Come già sottolineato, il 2008 rappresenta per tutto il territorio italiano il mo- mento iniziale di una fase di crescita del fenomeno neet che, pur considerando le eccezioni sopra descritte, appare sostanzialmente costante nel corso del periodo precedente. E’ possibile illustrare graficamente la relazione tra l’incidenza percen- tuale dei neet 15-34enni sul totale dei propri coetanei al 2014 e le variazioni in punti percentuali registrate nel periodo 2008-2014 al fine di dettagliare ulterior- mente la comparazione tra diverse aree geografiche del Paese. Nel Grafico 4.14 le regioni sono posizionate in relazione al valore centrale del grafico, che corrisponde al dato nazionale, dove l’incrocio dei due assi cartesiani definisce quattro quadran- ti. Il quadrante in alto a destra del grafico raggruppa le aree nelle quali risulta più alta la quota di persone neet al 2014 e, allo stesso tempo, si registra la più ampia crescita tra il 2008 e il 2014: questo primo raggruppamento comprende esclusiva-

mente regioni del Sud Italia, tra le quali la Sicilia segna la percentuale più alta di

neet al 2014 e la Sardegna l’incremento più consistente. Il quadrante sottostante in-

clude unicamente Puglia e Campania, regioni nelle quali, probabilmente, gli effetti della crisi risultano meno evidenti, considerando come la quota di persone neet ri- sultasse decisamente elevata già a partire dal 2004. Considerando le percentuali al 2014 si nota inoltre come i dati campani e pugliesi si collochino (rispettivamente) al terzo e al quarto posto tra i più alti a livello nazionale dopo Sicilia e Calabria. Il gruppo di regioni che al 2014 mantengono percentuali di persone neet inferiori al valore nazionale ma che, tuttavia, segnano incrementi significativi tra il 2008 e il 2014 comprende territori del nord e del centro Italia, con performance particolar- mente accentuate nei casi dell’Umbria e dell’Emilia-Romagna (rispettivamente la seconda e la terza regione con la più elevata differenza in punti percentuali dopo la Sardegna). Le restanti regioni sono comprese nel quadrante in basso a sinistra e ri- sultano piuttosto omogenee in termini di valori, con l’eccezione del Trentino-Alto Adige e della Provincia Autonoma di Bolzano, aree che registrano le quote più bas- se di neet al 2014 e la minor crescita nel periodo 2008-2014. In quest’ultimo grup- po la Liguria risulta essere la regione che si avvicina maggiormente al dato nazio- nale e, considerando le restanti regioni del nord-ovest, si nota la sostanziale analo- gia con i valori della Val d’Aosta, a fronte di un certo distacco dal dato lombardo (che risulta più contenuto sia in termini di percentuali al 2014 che in termini di cre- scita) e da quello piemontese (che registra una crescita decisamente più consistente tra il 2008 e il 2014).

Documenti correlati