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S CUOLA , U NIVERSITÀ , F ORMAZIONE E C APITALE U MANO

3.1 Il contesto ligure

I dati più recenti inerenti i livelli di istruzione e formazione in Liguria e la loro evoluzione temporale nell’ultimo decennio, anche a confronto con la media nazio- nale e le aree territoriali di riferimento, paiono indicare una propensione via via più ridotta o comunque insufficiente all’investimento in capitale umano, soprattutto considerato l’elevato livello di scolarizzazione che storicamente ha caratterizzato la regione Liguria e che, dati alla mano, non ne costituisce più un elemento distintivo.

Tra il 2004 e il 2013, in Liguria il tasso di scolarizzazione superiore1 fa regi-

strare un andamento piuttosto irregolare, con due picchi negli anni 2008 e 2009, in controtendenza rispetto alle aree territoriali di riferimento. Il dato ligure si mantie- ne normalmente al di sopra di quello relativo a Italia, Nord e Nord-ovest e, nel 2013, è pari all’80,9 per cento.

Grafico 3.1 – Evoluzione del tasso di scolarizzazione superiore2, Liguria, Nord-ovest, Nord, Italia – Anni 2004 - 2013

Fonte: ns. elaborazione su dati Istat

Il presente capitolo è stato redatto da Claudio Torrigiani - Università degli Studi di Genova (parr. 3.1 e 3.2), An- na Siri - Università degli Studi di Genova (par. 3.3), Michela Freddano – Invalsi (par. 3.4), Valeria Pandolfini - Università degli Studi di Genova (par. 3.5), Sebastiano Benasso - Arsel Liguria (par. 3.6), Cecilia Capozzi – Ar- sel Liguria (par. 3.7).

1Percentuale della popolazione in età 20-24 anni che ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria supe-

riore. 2Cfr. nota 1. 70 72 74 76 78 80 82 84 86 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Il confronto con il dato del 2004, quando il tasso era del 79,7 per cento, mostra che il saldo complessivo del periodo considerato è un incremento di 1,2 punti per- centuali, molto modesto se comparato con quello registrato a livello nazionale e nelle macro aree di riferimento (da +4,5 a +5 punti). Questo trend denota il pro- gressivo venir meno di quello che era tradizionalmente considerato un elemento di vantaggio competitivo dei giovani liguri: la differenza con la media delle regioni del Nord si riduce infatti da 5 a soli 1,3 punti percentuali. Tra le altre regioni del Nord, i notevoli progressi fatti registrare ad esempio dal Veneto, che con un incre- mento di oltre 8 punti percentuali può vantare nel 2013 un tasso pari all’85,3 per cento, suggeriscono di analizzare le politiche implementate altrove e di valutarne la trasferibilità al contesto ligure.

L’indicatore del livello di istruzione della popolazione adulta3denota un basso

investimento in capitale umano a livello regionale. Benché il dato ligure (37,2 per cento) sia ben al di sotto di quello medio nazionale (42,2 per cento), tra il 2009 e il 2013 esso fa registrare un incremento pari a +1,3 punti percentuali mentre, nello stesso periodo, tutte le regioni del Nord mostrano riduzioni di questo indicatore comprese tra -2,4 e -7,4 punti e, a livello nazionale, si assiste a un decremento pari a -3,9 punti. Anche nel più lungo periodo (dal 2004 al 2013), la riduzione osservata in Liguria, pari a -7,0 punti, è ben al di sotto di quella registrata nelle altre regioni del Nord (-11,0) e di quella media nazionale (-9,7). Sebbene questi dati evidenzino il ruolo della politica regionale nel quadro della riforma del sistema educativo, ad esempio nella sperimentazione dei percorsi triennali di istruzione e formazione4,

essi indicano chiaramente che è necessario un impegno ancora maggiore per tenere il passo con l’evoluzione osservata in altri contesti.

Tavola 3.1 – Livello di istruzione della popolazione adulta5, Liguria, Nord, Nord- ovest, Italia e altre regioni del Nord, anni 2004 - 2013

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Piemonte 52,0 49,4 47,7 46,8 46,0 45,2 43,4 42,7 42,5 41,0 Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 54,9 53,5 54,0 52,3 52,0 50,7 49,7 48,3 46,2 45,0 Lombardia 49,3 47,4 46,3 45,1 44,0 43,4 42,4 41,6 40,4 39,1 Trentino-Alto Adige/Südtirol 50,5 49,1 47,8 45,3 44,0 42,6 41,4 40,1 39,1 37,8 Veneto 53,6 51,0 50,2 47,8 46,1 44,8 42,8 42,8 41,8 40,5 Friuli-Venezia Giulia 49,0 47,1 44,6 44,1 42,9 42,7 41,3 42,1 37,8 37,0 Liguria 44,2 42,3 42,2 41,5 37,8 36,0 37,1 37,1 37,2 37,2 Nord 50,1 48,1 46,8 45,5 44,1 43,1 41,9 41,4 40,3 39,1 Nord-ovest 49,6 47,5 46,3 45,3 44,0 43,2 42,2 41,5 40,7 39,5 Italia 51,9 50,3 49,2 48,2 47,2 46,1 45,2 44,3 43,1 42,2 Fonte: Istat

La percentuale di adulti che partecipano all’apprendimento permanente6, che

tra il 2006 e il 2010 si era mantenuta al di sopra del dato medio nazionale e delle 3Percentuale della popolazione in età 25-64 anni che ha conseguito al più un livello di istruzione secondario infe-

riore.

4Si veda, al riguardo: Nicoli, D., M. Palumbo, G. Malizia, eds. 2005. Per una istruzione e formazione professiona- le di eccellenza. Nuovi percorsi formativi per la riforma del sistema educativo. Milano: FrancoAngeli. 5Cfr. nota 3.

Il confronto con il dato del 2004, quando il tasso era del 79,7 per cento, mostra che il saldo complessivo del periodo considerato è un incremento di 1,2 punti per- centuali, molto modesto se comparato con quello registrato a livello nazionale e nelle macro aree di riferimento (da +4,5 a +5 punti). Questo trend denota il pro- gressivo venir meno di quello che era tradizionalmente considerato un elemento di vantaggio competitivo dei giovani liguri: la differenza con la media delle regioni del Nord si riduce infatti da 5 a soli 1,3 punti percentuali. Tra le altre regioni del Nord, i notevoli progressi fatti registrare ad esempio dal Veneto, che con un incre- mento di oltre 8 punti percentuali può vantare nel 2013 un tasso pari all’85,3 per cento, suggeriscono di analizzare le politiche implementate altrove e di valutarne la trasferibilità al contesto ligure.

L’indicatore del livello di istruzione della popolazione adulta3denota un basso

investimento in capitale umano a livello regionale. Benché il dato ligure (37,2 per cento) sia ben al di sotto di quello medio nazionale (42,2 per cento), tra il 2009 e il 2013 esso fa registrare un incremento pari a +1,3 punti percentuali mentre, nello stesso periodo, tutte le regioni del Nord mostrano riduzioni di questo indicatore comprese tra -2,4 e -7,4 punti e, a livello nazionale, si assiste a un decremento pari a -3,9 punti. Anche nel più lungo periodo (dal 2004 al 2013), la riduzione osservata in Liguria, pari a -7,0 punti, è ben al di sotto di quella registrata nelle altre regioni del Nord (-11,0) e di quella media nazionale (-9,7). Sebbene questi dati evidenzino il ruolo della politica regionale nel quadro della riforma del sistema educativo, ad esempio nella sperimentazione dei percorsi triennali di istruzione e formazione4,

essi indicano chiaramente che è necessario un impegno ancora maggiore per tenere il passo con l’evoluzione osservata in altri contesti.

Tavola 3.1 – Livello di istruzione della popolazione adulta5, Liguria, Nord, Nord- ovest, Italia e altre regioni del Nord, anni 2004 - 2013

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Piemonte 52,0 49,4 47,7 46,8 46,0 45,2 43,4 42,7 42,5 41,0 Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 54,9 53,5 54,0 52,3 52,0 50,7 49,7 48,3 46,2 45,0 Lombardia 49,3 47,4 46,3 45,1 44,0 43,4 42,4 41,6 40,4 39,1 Trentino-Alto Adige/Südtirol 50,5 49,1 47,8 45,3 44,0 42,6 41,4 40,1 39,1 37,8 Veneto 53,6 51,0 50,2 47,8 46,1 44,8 42,8 42,8 41,8 40,5 Friuli-Venezia Giulia 49,0 47,1 44,6 44,1 42,9 42,7 41,3 42,1 37,8 37,0 Liguria 44,2 42,3 42,2 41,5 37,8 36,0 37,1 37,1 37,2 37,2 Nord 50,1 48,1 46,8 45,5 44,1 43,1 41,9 41,4 40,3 39,1 Nord-ovest 49,6 47,5 46,3 45,3 44,0 43,2 42,2 41,5 40,7 39,5 Italia 51,9 50,3 49,2 48,2 47,2 46,1 45,2 44,3 43,1 42,2 Fonte: Istat

La percentuale di adulti che partecipano all’apprendimento permanente6, che

tra il 2006 e il 2010 si era mantenuta al di sopra del dato medio nazionale e delle 3Percentuale della popolazione in età 25-64 anni che ha conseguito al più un livello di istruzione secondario infe-

riore.

4Si veda, al riguardo: Nicoli, D., M. Palumbo, G. Malizia, eds. 2005. Per una istruzione e formazione professiona- le di eccellenza. Nuovi percorsi formativi per la riforma del sistema educativo. Milano: FrancoAngeli. 5Cfr. nota 3.

6Percentuale della popolazione in età 25-64 anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale.

ripartizioni territoriali di riferimento, nel 2013 si attesta al 6,3 per cento, in linea con quella italiana e poco al di sotto di quella media del Nord e del Nord-Ovest. La disaggregazione del dato in base al genere mostra una maggiore riduzione della percentuale di donne in apprendimento permanente (-1,1 punti) rispetto ai maschi (-0,4): ciò indica plausibilmente una tendenza di riduzione della propensione ad in- vestire sul proprio capitale umano da parte della componente femminile della forza lavoro e il probabile passaggio alla popolazione inattiva.

Grafico 3.2 – Popolazione adulta che partecipa all'apprendimento permanente7, Ligu- ria, Nord-ovest, Nord, Italia, anni 2004 – 2013 (valori percentuali)

Fonte: ns. elaborazione su dati Istat

Il dato ligure riflette una tendenza più generale registrata in quasi tutte le re- gioni del Nord; solo nella Provincia Autonoma di Bolzano si osserva, nel 2013, un incremento di +1,5 punti, grazie a cui il dato del Trentino-Alto Adige si attesta al 9,9 per cento. La riduzione generalizzata della popolazione adulta in apprendimen- to permanente, dato senz’altro critico, è da mettere in relazione, da un lato, all’effetto di scoraggiamento dei lavoratori e delle persone in cerca di occupazione legato alla crisi, dall’altro, alla priorità accordata da imprese e lavoratori a situazio- ni ritenute più urgenti rispetto alla manutenzione e al rinnovamento del capitale umano che peraltro, come noto, proprio in tempo di crisi dovrebbe essere mag- giormente accudito.

Tale tendenza al disinvestimento nella formazione è confermata anche dal trend fatto registrare in Liguria dai giovani che abbandonano prematuramente gli studi8. Se nel 2004 il dato ligure (16,3 per cento) era nettamente inferiore a quello

medio nazionale e delle ripartizioni territoriali di riferimento (con percentuali com- prese tra il 20,3 per cento e il 22,9 per cento), nel 2013 esso risulta in linea con i

7Cfr. nota 6.

8Percentuale di giovani tra i 18 e i 24 anni con al più la licenza media che non frequentano altri corsi scolastici o

attività formative. 5,0 5,5 6,0 6,5 7,0 7,5 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

secondi e poco inferiore al primo. La notevole riduzione della percentuale di gio- vani che abbandonano prematuramente gli studi registrata in Italia, nelle aree del Nord e del Nord-ovest (da -5,8 a -6,0 punti) non trova corrispettivo in Liguria, do- ve nell’arco del decennio considerato si osserva una riduzione di soli 1,2 punti, con un dato che per l’anno 2013 si attesta al 15,1 per cento. Le politiche attuate a que- sto fine nella regione non paiono aver sortito gli effetti registrati in territori con si- tuazioni di partenza più critiche come, ad esempio, la Lombardia e il Piemonte, che hanno saputo ridurre di oltre 6 punti tassi di partenza intorno al 22 per cento. Tavola 3.2 – Giovani che abbandonano prematuramente gli studi9, Liguria, Nord,

Nord-ovest, Italia, anni 2004 – 2013

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Liguria 16,3 17,0 16,1 16,5 12,6 12,4 16,2 15,0 17,2 15,1 Nord-ovest 21,4 20,9 18,7 17,9 18,8 19,3 18,0 16,8 15,8 15,5 Nord 20,3 19,9 17,9 16,7 17,7 17,9 16,9 16,1 15,3 14,3 Italia 22,9 22,3 20,6 19,7 19,7 19,2 18,8 18,2 17,6 17,0 Fonte: Istat

Il dato ligure, che peraltro nel 2009 aveva sfiorato il 12 per cento, non può cer- to essere considerato prossimo ad un ipotetico tasso “fisiologico” di dispersione considerato, ad esempio, il caso del Veneto che, con una riduzione di 8 punti circa, nel 2013 ha quasi raggiunto la soglia del 10 per cento. Il tema della dispersione scolastica appare rilevante, anche in rapporto agli obiettivi fissati da Europa 202010

e verrà pertanto ulteriormente approfondito nel par. 3.3.

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