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Giovani tra i 15-29 anni non più inseriti in un percorso scolasti-

S CUOLA , U NIVERSITÀ , F ORMAZIONE E C APITALE U MANO

Tavola 3.11 Giovani tra i 15-29 anni non più inseriti in un percorso scolasti-

co/formativo e non impegnati in un’attività lavorativa in Italia per regione e ripartizione - Anni 2005 - 2013 (valori percentuali)

REGIONI RIPARTIZIONI

GEOGRAFICHE 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Piemonte 13,3 12,6 12,3 12,5 15,8 16,7 16,4 18,0 22,7 Valle d'Aosta / Vallée d'Aoste 10,6 11,8 11,0 11,5 14,4 14,1 15,2 13,6 19,3

Liguria 14,1 13,4 13,6 13,5 13,8 15,6 15,1 17,9 21,1

Lombardia 11,5 10,7 10,9 12,7 14,3 15,7 15,3 16,2 18,4 Trentino Alto Adige / Südtirol 9,4 9,5 8,9 9,4 9,9 11,8 11,2 13,0 13,3 Veneto 11,7 11,0 10,1 10,7 12,6 15,7 15,6 17,0 18,1 Friuli-Venezia Giulia 11,1 10,7 11,0 12,0 13,7 14,1 15,7 17,9 17,2 Emilia-Romagna 9,9 10,1 9,7 9,7 12,6 15,6 15,4 15,9 18,8 Toscana 12,7 13,2 13,0 12,8 13,0 15,5 16,4 18,2 19,6 Umbria 14,0 12,1 12,1 12,9 14,4 15,6 15,8 18,7 19,0 Marche 13,7 12,0 11,3 13,3 16,1 14,6 15,4 17,8 20,5 Lazio 17,5 16,9 15,4 15,0 16,6 18,9 21,6 21,5 23,6 Abruzzo 15,9 15,0 14,3 15,4 18,4 18,8 17,6 19,5 23,4 Molise 20,9 19,6 19,0 19,6 19,7 20,1 22,8 24,3 29,2 Campania 31,8 30,5 32,3 32,5 32,9 34,3 35,2 35,4 36,4 Puglia 30,8 29,1 28,2 26,9 28,0 28,7 29,2 31,2 34,1 Basilicata 25,2 24,0 23,1 23,0 23,7 28,5 26,9 29,3 31,8 Calabria 30,1 29,3 29,7 28,2 28,1 31,4 31,8 33,8 35,6 Sicilia 33,9 33,0 31,7 32,6 32,3 33,5 35,7 37,7 39,7 Sardegna 24,4 24,2 21,7 23,9 27,4 25,6 27,6 28,4 31,8 Italia 20,0 19,2 18,9 19,3 20,5 22,1 22,7 23,9 26,0 Nord 11,6 11,1 10,8 11,7 13,7 15,6 15,4 16,6 19,0 Nord-ovest 12,2 11,5 11,5 12,7 14,7 16,0 15,6 16,8 19,8 Nord-est 10,8 10,5 9,9 10,3 12,5 15,1 15,1 16,3 17,8 Centro 15,3 14,8 13,9 14,0 15,3 17,1 18,8 19,9 21,7 Mezzogiorno 30,2 29,0 28,9 29,0 29,7 30,9 31,9 33,3 35,4

Fonte: Eurostat, Rilevazione sulle forze di lavoro

3.3.3 I costi dell’abbandono scolastico e dei giovani fuori dal circuito formativo e lavorativo

La partecipazione a livelli educativi di alta qualità costituisce un investimento vantaggioso per l'individuo, per la società e per l'economia. Il relativo tasso di ren- dimento, tenendo conto dei costi privati, fiscali e sociali e dei vantaggi dell'istru- zione, è positivo. Per contro, bassi livelli di istruzione riducono i guadagni nel cor- so della vita, portano a tassi di disoccupazione e a costi pubblici e sociali più eleva- ti. Ciò può avvenire sotto forma di entrate fiscali ridotte e maggiori costi dei servizi pubblici legati alla sanità, alla giustizia e alle prestazioni sociali20.

20 R. Dale (2010), Early school leaving, lessons from research for policy makers, NESSE Report

Calcolare il costo degli abbandoni scolastici è difficile e si rischia di incorrere in errori di stima e doppi conteggi. I calcoli effettuati a livello nazionale, tra l’altro, differiscono sostanzialmente a seconda delle variabili prese in considerazione. Gli studi esistenti mostrano, tuttavia, che un anno supplementare di istruzione può au- mentare il reddito individuale di una percentuale che oscilla tra il 4 e il 10 per cen- to21.

Per quel che riguarda i giovani tra i 15 e i 29 anni di età non più inseriti in un percorso scolastico/formativo e neppure impegnati in un’attività lavorativa, il rap- porto 2012 predisposto da Eurofound ha indagato le consistenti perdite economiche e sociali per le società europee derivanti dalla mancata integrazione nel mondo del lavoro di una così grande coorte di giovani22.

Questi importi corrispondono alla somma del “reddito della finanza pubblica”, ossia di tutti i trasferimenti delle finanze pubbliche e delle prestazioni previdenziali ai singoli individui, e del “reddito della risorsa”, ossia del mancato contributo dell’individuo alla società (in termini di guadagni non percepiti, tasse non pagate e contributi previdenziali non versati)23.

A livello nazionale, i costi assoluti più elevati sono sostenuti dall’Italia (35 mi- liardi circa di EUR), seguita da Francia, Regno Unito e Spagna (rispettivamente 23 miliardi, 18 miliardi e 17 miliardi di EUR).

I costi più elevati in rapporto al PIL si sono registrati in Grecia e Bulgaria (ri- spettivamente 4,27 per cento e 3,31 per cento) mentre Cipro, Ungheria, Irlanda, Ita- lia, Lettonia e Polonia presentano perdite annue superiori al 2 per cento del PIL.

Occorre notare che queste stime non considerano i costi indiretti del deterio- ramento del capitale umano e dell’opportunità occupazionale, né l’aumento di de- terminati costi per la salute e la giustizia penale24.

In termini di inclusione e povertà, la posizione fragile e instabile dei giovani sul mercato del lavoro può intensificare i rischi sociali attuali e futuri.

3.4 Il rendimento degli studenti liguri: le prove Invalsi 2013-201425

Il presente paragrafo mostra i principali risultati conseguiti dagli studenti liguri nelle ultime Rilevazioni Nazionali svolte a cura dell'Istituto nazionale per la valu- tazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (Invalsi), al termine dell’anno scolastico 2013-2014.

21Giorgio Brunello, Maria De Paola (2013), The costs of early school leaving in Europe, EENEE Report

22Eurofound (2012), NEETs – Young people not in employment, education or training: Characteristics, costs and

policy responses in Europe, Publications Office of the European Union, Luxembourg.

23L'analisi è stata effettuata utilizzando i dati 2008 delle Statistiche dell'Unione europea sul reddito e sulle

condizioni di vita (EU-SILC). I risultati sono stati poi aggiornati e attualizzati al 2011 utilizzando i dati dalla forza lavoro dell'UE Eurostat (EU-LFS).

24Belfield, C. & Levin, H. (eds) (2007), The Price We Pay: Economic and Social Costs of Inadequate Education.;

Psacharopoulos, G. (2007), The Costs of School Failure A Feasibility Study. European Expert Network on Economics of Education; Nevala, A-M, Hall, J. (2011) Reducing early school leaving in the EU. European Parliament.

25Le opinioni espresse nel paragrafo sono attribuibili esclusivamente all’autore e non impegnano in alcun modo

la responsabilità dell’Istituto Invalsi. Nel citare i temi, non è, pertanto, corretto attribuire le argomentazioni ivi espresse all’Invalsi o ai suoi Vertici.

Calcolare il costo degli abbandoni scolastici è difficile e si rischia di incorrere in errori di stima e doppi conteggi. I calcoli effettuati a livello nazionale, tra l’altro, differiscono sostanzialmente a seconda delle variabili prese in considerazione. Gli studi esistenti mostrano, tuttavia, che un anno supplementare di istruzione può au- mentare il reddito individuale di una percentuale che oscilla tra il 4 e il 10 per cen- to21.

Per quel che riguarda i giovani tra i 15 e i 29 anni di età non più inseriti in un percorso scolastico/formativo e neppure impegnati in un’attività lavorativa, il rap- porto 2012 predisposto da Eurofound ha indagato le consistenti perdite economiche e sociali per le società europee derivanti dalla mancata integrazione nel mondo del lavoro di una così grande coorte di giovani22.

Questi importi corrispondono alla somma del “reddito della finanza pubblica”, ossia di tutti i trasferimenti delle finanze pubbliche e delle prestazioni previdenziali ai singoli individui, e del “reddito della risorsa”, ossia del mancato contributo dell’individuo alla società (in termini di guadagni non percepiti, tasse non pagate e contributi previdenziali non versati)23.

A livello nazionale, i costi assoluti più elevati sono sostenuti dall’Italia (35 mi- liardi circa di EUR), seguita da Francia, Regno Unito e Spagna (rispettivamente 23 miliardi, 18 miliardi e 17 miliardi di EUR).

I costi più elevati in rapporto al PIL si sono registrati in Grecia e Bulgaria (ri- spettivamente 4,27 per cento e 3,31 per cento) mentre Cipro, Ungheria, Irlanda, Ita- lia, Lettonia e Polonia presentano perdite annue superiori al 2 per cento del PIL.

Occorre notare che queste stime non considerano i costi indiretti del deterio- ramento del capitale umano e dell’opportunità occupazionale, né l’aumento di de- terminati costi per la salute e la giustizia penale24.

In termini di inclusione e povertà, la posizione fragile e instabile dei giovani sul mercato del lavoro può intensificare i rischi sociali attuali e futuri.

3.4 Il rendimento degli studenti liguri: le prove Invalsi 2013-201425

Il presente paragrafo mostra i principali risultati conseguiti dagli studenti liguri nelle ultime Rilevazioni Nazionali svolte a cura dell'Istituto nazionale per la valu- tazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (Invalsi), al termine dell’anno scolastico 2013-2014.

21Giorgio Brunello, Maria De Paola (2013), The costs of early school leaving in Europe, EENEE Report

22Eurofound (2012), NEETs – Young people not in employment, education or training: Characteristics, costs and

policy responses in Europe, Publications Office of the European Union, Luxembourg.

23 L'analisi è stata effettuata utilizzando i dati 2008 delle Statistiche dell'Unione europea sul reddito e sulle

condizioni di vita (EU-SILC). I risultati sono stati poi aggiornati e attualizzati al 2011 utilizzando i dati dalla forza lavoro dell'UE Eurostat (EU-LFS).

24Belfield, C. & Levin, H. (eds) (2007), The Price We Pay: Economic and Social Costs of Inadequate Education.;

Psacharopoulos, G. (2007), The Costs of School Failure A Feasibility Study. European Expert Network on Economics of Education; Nevala, A-M, Hall, J. (2011) Reducing early school leaving in the EU. European Parliament.

25Le opinioni espresse nel paragrafo sono attribuibili esclusivamente all’autore e non impegnano in alcun modo

la responsabilità dell’Istituto Invalsi. Nel citare i temi, non è, pertanto, corretto attribuire le argomentazioni ivi espresse all’Invalsi o ai suoi Vertici.

Le Rilevazioni Nazionali Invalsi sono indagini sugli apprendimenti finalizzate a verificare, in modo periodico e sistematico, le conoscenze e le abilità degli stu- denti del sistema educativo di istruzione e formazione italiano26.

Queste indagini sono caratterizzate da prove oggettive standardizzate di Italia- no e di Matematica, prevalentemente domande a risposta chiusa, basate su specifici quadri di riferimento teorico27, i quali a loro volta fanno esplicito riferimento alle

Indicazioni nazionali per il curricolo28.

Come per i precedenti anni scolastici, nell'anno scolastico 2013-2014 la rileva- zione è stata condotta su base censuaria, interessando tutti gli studenti delle classi seconde e quinte della scuola primaria, delle classi terze della scuola secondaria di primo grado (Prova nazionale, nonché parte dell'esame conclusivo del primo ciclo d'istruzione) e delle classi seconde della scuola secondaria di secondo grado29: cir-

ca 13.200 scuole e 2.287.745 alunni.

In ogni edizione, l'Invalsi seleziona un campione di scuole secondarie di se- condo grado, rappresentativo a livello regionale anche della tipologia di indirizzo (licei, istituti tecnici, istituti professionali), sulla base del quale restituisce un Rap- porto Nazionale sullo stato del sistema educativo nazionale30.

La peculiarità del metodo riguarda il fatto che per le classi campione la fase di somministrazione prevede la presenza di un osservatore esterno31, che ha il compi-

to di monitorare la somministrazione, a garanzia del rispetto delle procedure, e di riportare le risposte fornite dagli allievi su apposite schede elettroniche predisposte dall'Invalsi.32

Dall'anno scolastico 2012-2013 le prove sono costituite dalla somministrazio- ne agli studenti di fascicoli diversificati, caratterizzati da un ordinamento differen- ziato delle opzioni di risposta a ciascuna domanda e, per quanto riguarda la prova di Matematica, anche del diverso ordinamento delle domande. Inoltre, la fase di somministrazione prevede la presenza di controllori di secondo livello che, inviati casualmente alle scuole, indipendentemente dal loro essere campione o meno, han- no il compito di effettuare un'ulteriore verifica sulla somministrazione e sulla cor- rezione delle prove.

26Cfr. d. lgs. n. 286/2004.

27I Quadri di riferimento teorico di Italiano e di Matematica sono disponibili al sito

http://Invalsi-areaprove.cineca.it/.

28Cfr. Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, D.M. 254 del 16 novembre 2012, pubblicato in

G.U. n. 30 del 5 febbraio 2013, al sito

http://www.indicazioninazionali.it/documenti_Indicazioni_nazionali/indicazioni_nazionali_infanzia_primo_ciclo .pdf.

29La rilevazione, su base censuaria è stata estesa progressivamente: nell’anno scolastico 2008-2009 nelle classi di

scuola primaria, nell’anno scolastico 2009-2010 nelle classi prime e terze secondarie di primo grado, e nell’anno scolastico 2010-2011 anche nelle classi seconde del secondo ciclo. Dall'anno scolastico 2013-2014 le prove non sono più somministrate agli studenti delle classi prime della scuola secondaria di primo grado, ciò perché si è ri tenuta ridondante la rilevazione in tale classe, tenuto conto che la prova di quinta primaria può svolgere sia il ruolo di prova conclusiva della scuola primaria, sia di prova d'ingresso alla scuola secondaria di primo grado.

30Per ogni edizione, è consultabile il Rapporto Nazionale, insieme agli strumenti e alle procedure di ricerca utiliz-

zati nel corso della rilevazione, sul sito istituzionale dell'Invalsi (http://www.Invalsi.it/areaprove/index.php?action=hnaz).

31Questo ruolo è assunto dal Presidente di commissione per la Prova nazionale di terza secondaria di primo grado. 32 Invalsi. 2014. Rilevazioni Nazionali degli apprendimenti 2013-2014. Frascati, p. 4.

Queste strategie permettono di limitare comportamenti opportunistici, come il fenomeno del cheating33, il cui effetto sui risultati risulta essere tuttavia limitato

sulle classi campione, ove è determinante la presenza dell'osservatore esterno34, e

riprodotto ex post sul resto della popolazione con opportune procedure statistiche35.

In particolare, in questo paragrafo, saranno presi in esame i risultati sul cam- pione, i quali non rivelano in genere la presenza di distorsioni significative dovute a fenomeni di cheating.

3.4.1 Gli studenti liguri partecipanti alle prove

Nell'anno scolastico 2013-2014, in Liguria, le Rilevazioni Nazionali hanno in- teressato complessivamente 40.840 studenti, 2.457 classi e 302 scuole, così artico- late sul territorio ligure: il 14,2 per cento nella provincia di Imperia; il 15,6 per cen- to a Savona; il 57,0 per cento a Genova e il 13,2 per cento a La Spezia.

La Tavola 3.12 mostra, per ciascun livello scolastico interessato36, per provin-

cia e nel complesso, la numerosità della popolazione e del campione degli studenti e delle classi liguri che hanno sostenuto le prove Invalsi.

33Cheating significa letteralmente "barare", "imbrogliare"; si riferisce a comportamenti ritenuti impropri durante

il corso della somministrazione delle prove, come ad es. lo student cheating, ovvero il fatto che gli studenti ri- spondano correttamente, perché le risposte sono state copiate da altri studenti o da libri e altre fonti, oppure il teacher cheating, inteso come il suggerimento o l'aiuto più o meno esplicito da parte dei docenti (INVALSI, 2014:7-10). L'effetto del cheating sui risultati risulta minore nelle classi campione, ove è determinante la presen- za dell'osservatore esterno, che garantisce il corretto svolgimento delle procedure di somministrazione; mentre viene ridotto ex post sul resto della popolazione con opportune procedure statistiche. In particolare, nelle Rileva- zioni Nazionali il permanere di anomalie sembra maggiormente connotato da un tipo specifico di teacher chea- ting, quale la mancata sorveglianza da parte dei docenti assegnati alle classi che hanno sostenuto la prova.

34Infatti il permanere di anomalie sembrerebbe maggiormente connotato come teacher cheating, inteso come una

mancata sorveglianza da parte dei docenti assegnati alle classi che hanno sostenuto la prova.

35Per approfondimenti, cfr. Invalsi. 2014. Rilevazioni Nazionali degli apprendimenti 2013-2014. Frascati, pp. 8-9;

Quintano, C., Castellano, R., Longobardi, S. 2009. A fuzzy clustering approach to improve the accuracy of Ita- lian student data. An experimental procedure to correct the impact of outliers on assessment test scores. Statistica & Applicazioni. 7 (2) : 149-171.

36Per "livello scolastico" s'intende un insieme di studenti e/o di classi contenuti in una medesima fascia scolare nel

sistema d'istruzione e formazione. In particolare le Rilevazioni Nazionali 2013-2014 hanno interessato tutti gli studenti delle classi seconde e quinte di scuola primaria (rispettivamente indicati livello 2 e livello 5); tutti gli studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado (livello 8) e tutti gli studenti delle classi secon- de della scuola secondaria di secondo grado (livello 10).

Queste strategie permettono di limitare comportamenti opportunistici, come il fenomeno del cheating33, il cui effetto sui risultati risulta essere tuttavia limitato

sulle classi campione, ove è determinante la presenza dell'osservatore esterno34, e

riprodotto ex post sul resto della popolazione con opportune procedure statistiche35.

In particolare, in questo paragrafo, saranno presi in esame i risultati sul cam- pione, i quali non rivelano in genere la presenza di distorsioni significative dovute a fenomeni di cheating.

3.4.1 Gli studenti liguri partecipanti alle prove

Nell'anno scolastico 2013-2014, in Liguria, le Rilevazioni Nazionali hanno in- teressato complessivamente 40.840 studenti, 2.457 classi e 302 scuole, così artico- late sul territorio ligure: il 14,2 per cento nella provincia di Imperia; il 15,6 per cen- to a Savona; il 57,0 per cento a Genova e il 13,2 per cento a La Spezia.

La Tavola 3.12 mostra, per ciascun livello scolastico interessato36, per provin-

cia e nel complesso, la numerosità della popolazione e del campione degli studenti e delle classi liguri che hanno sostenuto le prove Invalsi.

33Cheating significa letteralmente "barare", "imbrogliare"; si riferisce a comportamenti ritenuti impropri durante

il corso della somministrazione delle prove, come ad es. lo student cheating, ovvero il fatto che gli studenti ri- spondano correttamente, perché le risposte sono state copiate da altri studenti o da libri e altre fonti, oppure il teacher cheating, inteso come il suggerimento o l'aiuto più o meno esplicito da parte dei docenti (INVALSI, 2014:7-10). L'effetto del cheating sui risultati risulta minore nelle classi campione, ove è determinante la presen- za dell'osservatore esterno, che garantisce il corretto svolgimento delle procedure di somministrazione; mentre viene ridotto ex post sul resto della popolazione con opportune procedure statistiche. In particolare, nelle Rileva- zioni Nazionali il permanere di anomalie sembra maggiormente connotato da un tipo specifico di teacher chea- ting, quale la mancata sorveglianza da parte dei docenti assegnati alle classi che hanno sostenuto la prova.

34Infatti il permanere di anomalie sembrerebbe maggiormente connotato come teacher cheating, inteso come una

mancata sorveglianza da parte dei docenti assegnati alle classi che hanno sostenuto la prova.

35Per approfondimenti, cfr. Invalsi. 2014. Rilevazioni Nazionali degli apprendimenti 2013-2014. Frascati, pp. 8-9;

Quintano, C., Castellano, R., Longobardi, S. 2009. A fuzzy clustering approach to improve the accuracy of Ita- lian student data. An experimental procedure to correct the impact of outliers on assessment test scores. Statistica & Applicazioni. 7 (2) : 149-171.

36Per "livello scolastico" s'intende un insieme di studenti e/o di classi contenuti in una medesima fascia scolare nel

sistema d'istruzione e formazione. In particolare le Rilevazioni Nazionali 2013-2014 hanno interessato tutti gli studenti delle classi seconde e quinte di scuola primaria (rispettivamente indicati livello 2 e livello 5); tutti gli studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado (livello 8) e tutti gli studenti delle classi secon- de della scuola secondaria di secondo grado (livello 10).

Tavola 3.12 – Studenti che hanno svolto le prove Invalsi e campione ligure nelle prove Invalsi A.S. 2013-2014, per livello scolastico e provincia (a)

LIVELLO

SCOLASTICO Provincia StudentiPopolazione Classi StudentiCampione Classi

Livello 2 Imperia 1.462 102 161 7 Savona 2.016 127 131 6 Genova 5.851 330 476 26 La Spezia 1.647 105 169 8 Totale Liguria 10.976 664 937 47 Livello 5 Imperia 1.420 104 156 10 Savona 1.931 123 107 7 Genova 5.294 329 474 28 La Spezia 1.437 101 151 8 Totale Liguria 10.082 657 888 53 Livello 8 Imperia 1.545 85 165 9 Savona 2.015 104 191 9 Genova 5.990 320 622 34 La Spezia 1.571 89 166 10 Totale Liguria 11.121 598 1.144 62 Livello 10 Imperia 1.376 75 343 19 Savona 1.659 102 302 18 Genova 4.393 282 579 36 La Spezia 1.233 79 229 14 Totale Liguria 8.661 538 1.453 87 Fonte: Invalsi

(a) La Tavola mostra il numero di studenti, classi e scuola aggregando le informazioni delle due prove cognitive, dunque contando una sola volta la numerosità degli studenti e delle classi partecipanti.

Riguardo alla distribuzione degli studenti nelle classi seconde delle scuole se- condarie liguri di secondo grado, il 54,9 per cento è di indirizzo liceale, il 23,0 per cento di indirizzo tecnico, il 17,6 per cento di indirizzo professionale mentre il ri- manente 4,5 per cento frequenta percorsi di istruzione e formazione professionale. La Tavola 3.13 mostra, per provincia e nel complesso, la numerosità della popola- zione studentesca e del relativo campione delle classi seconde di scuola secondaria di secondo grado liguri che hanno sostenuto le prove Invalsi, articolate per indiriz- zo scolastico.

Tavola 3.13 – Studenti e classi liguri di seconda secondaria di secondo grado parteci-

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