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I giovani che arrivano in Liguria e quelli che emigrano

AL TEMPO DELLA CRIS

2.2 I giovani che arrivano in Liguria e quelli che emigrano

Se finora lo scenario descritto può apparire non proprio positivo, un primo dato sembra fornire un elemento di controtendenza. Se si considera, infatti, il saldo complessivo13 per tutto il periodo in esame (negli anni tra il 2008 e il 2012, come

da Tavola 2.1 in fondo al contributo) delle iscrizioni (75.962) e cancellazioni (34.745) dei residenti tra i 15 e i 44 anni in Liguria, si ottiene un valore positivo, pari a +41.217 movimentazioni in ingresso verso la nostra regione (per un maggiore dettaglio si rimanda alla Tavola 2.1 in fondo al testo)14.

A una prima lettura ciò indurrebbe a ritenere che, nonostante la crisi, la Liguria sia rimasta una meta interessante per la mobilità territoriale dei giovani.

Tuttavia, rileggendo meglio la composizione del dato, emergono altri aspetti interrogativi. In primo luogo, si tratta in larga misura di movimentazioni da e per l’estero (dove il saldo tra le 41.814 iscrizioni e le 6.132 cancellazioni avvenute è pari a +35.682) e, in misura ben più residuale, di movimentazioni da e per altre regioni (in questo caso il saldo tra le 34.148 iscrizioni e le 28.613 cancellazioni registrate è di appena +5.535). In altri termini l’origine dell’incremento poc’anzi citato si colloca sostanzialmente al di fuori dei confini nazionali e dipende assai meno da movimenti tra le regioni italiane.

Infatti, i saldi migratori in Liguria tra i 15 e i 44 anni tra il 2008 e il 2012 sono prevalentemente dettati dall’afflusso di giovani stranieri (non di rado, considerando i disordini geopolitici più recenti nell’area mediterranea, da paesi a elevata pressione migratoria e in condizioni di maggiori difficoltà). I giovani stranieri evidenziano un saldo complessivo nel periodo pari a ben +39.826, calcolato su 46.894 iscrizioni totali in entrata e 7.068 cancellazioni totali in uscita dalla Liguria15. Anche in questo caso occorre ricordare che si tratta essenzialmente di

movimentazioni in ingresso da altri paesi (il saldo è +37.64916) e assai meno da

altre parti d’Italia (dove il saldo è di appena +2.17717),

Ben diversa la situazione dei giovani italiani. In questo caso si evincono, da un lato, segnali di stazionarietà che si compendiano, nell’intero periodo in esame, in un saldo tra iscrizioni e cancellazioni positivo ma di appena +1.391 movimenti in

12In proposito si rimanda alle classificazioni proposte da Howe e Strauss alla fine del secolo scorso.In particolare,

Howe, N. e Strauss, W., 1991, Generations: The History of Americas Future, 1584 to 2069, New York, Harper Perennial; Howe, N. e Strauss, W., 2000, Millennials rising: the next great generation, New York, Vintage.

13 Naturalmente al netto dei movimenti intra-regionali, che nel periodo risultano 64.766 tra iscrizioni e

cancellazioni.

14Occorre sottolineare che sono le movimentazioni e non le “teste” ad essere prese in considerazione seppure,

considerando una certa naturale stabilità nei comportamenti migratori in un periodo così ristretto, il dato non dovrebbe differire di molto.

15Le 46.894 iscrizioni sono composte da 7.418 iscrizioni da altre regioni e da 39.746 iscrizioni dall’estero. Le

7.068 cancellazioni risultano dalla somma delle 5.241 cancellazioni per altre regioni e delle 1.827 cancellazioni per l’estero. Il calcolo in ambo i casi è sul totale del periodo 2008-2012. Si veda Tavola 1 in fondo al capitolo.

16A fronte di 39.476 iscrizioni di giovani stranieri in entrata, contro 1.827 cancellazioni per l’estero.

17A fronte di 7.418 iscrizioni di 15-44 stranieri da altre regioni contro 5.241 cancellazioni da Liguria per altre

regioni.

ingresso18; dall’altro lato, emerge il rischio di un progressivo abbandono della

regione da parte dei giovani autoctoni: pur a fronte di un saldo positivo tra iscrizioni e cancellazioni dal resto d’Italia (+ 3.35819), il saldo tra iscrizioni e

cancellazioni per l’estero è negativo (-1.96720).

Questi primi dati mostrano che nel lustro in esame la composizione dei movimenti migratori della parte più giovane della popolazione attiva in Liguria dipende sempre più dagli stranieri e sempre meno dagli italiani: come appena osservato, infatti, se da un lato sono arrivati più giovani stranieri dall’estero, dall’altro tra i giovani autoctoni è aumentata la quota di coloro che hanno abbandonato la regione. Così, se per i primi la Liguria rappresenta tipicamente un cancello d’ingresso per l’Europa (ma non necessariamente un radicamento), per gli altri la terra dei propri natali rischia di rappresentare sempre meno un luogo dove poter continuare a pianificare il proprio futuro.

2.2.1 L’analisi dei movimenti intra-regionali: come i giovani si muovono sul territorio ligure

Prima di analizzare i movimenti extraregionali, che danno una misura più precisa degli ingressi e delle uscite dei giovani in Liguria, occorre esaminare come i giovani già residenti nella regione si spostano all’interno del territorio.

Questa prospettiva restituisce l’immagine nel periodo osservato della mobilità interna dei residenti in età compresa tra i 15 e i 44 anni, tenendo conto che, per quanto nell’evoluzione della popolazione regionale questi soggetti non vadano persi (continuano, infatti, a risiedere in Liguria), la diversa distribuzione a livello locale può definire processi rilevanti nelle tendenze demografiche dell’intera regione. Infatti, simili movimenti riguardano proprio quella parte di popolazione dotata (semplicemente per ragioni di più giovane età) di un maggior potenziale lavorativo e riproduttivo e possono pertanto implicare serie conseguenze economiche e demografiche proprio laddove i giovani scarseggiano.

In Liguria ciò si riflette tipicamente nei processi di spopolamento derivanti dallo spostamento dall’entroterra in favore della costa. Infatti, seguendo un trend dalle radici antiche21 si registra una maggior mobilità dai piccoli comuni

dell’interno verso i capoluoghi costieri. Così l’attrazione verso le aree urbane costiere conferma storicamente la Liguria quale “regione di città”22, ma ha come

contraltare la sempre più difficile sopravvivenza demografica dei più piccoli comuni dell’entroterra (minacciando la sopravvivenza del patrimonio storico- culturale). Infatti in simili contesti la popolazione anziana prevale ancor di più su quella giovanile e il tasso di natalità si abbassa ulteriormente, cosicché la mobilità

18 Calcolando nell’intero periodo 29.068 iscrizioni complessive di giovani italiani in Liguria contro 27.677 uscite. 19Risultante da 26.730 iscrizioni di giovani italiani verso la Liguria da altre regioni contro 23.372 cancellazioni

dalla Liguria per altre parti d’Italia.

20A fronte di 2.338 iscrizioni di giovani italiani dall’estero per la Liguria e di 4.305 cancellazioni per altri paesi. 21L’emigrazione dall’entroterra alla costa è un fenomeno tipico della demografia ligure fin dal secolo scorso Si

veda in proposito Golini, Busetta e Basso, 2005, Un'implosione per la popolazione della Liguria? Tendenze

demografiche e malessere demografico, Regione Liguria, Algraphy, Genova.

22Arvati, P., 2011, Liguria 1861-2011: nascita ed evoluzione di una regione di città, in P. Arvati, a cura di,

Rapporto statistico 2010: analisi storica 1861-2011, Genova, Azienda Litografica Genovese.

ingresso18; dall’altro lato, emerge il rischio di un progressivo abbandono della

regione da parte dei giovani autoctoni: pur a fronte di un saldo positivo tra iscrizioni e cancellazioni dal resto d’Italia (+ 3.35819), il saldo tra iscrizioni e

cancellazioni per l’estero è negativo (-1.96720).

Questi primi dati mostrano che nel lustro in esame la composizione dei movimenti migratori della parte più giovane della popolazione attiva in Liguria dipende sempre più dagli stranieri e sempre meno dagli italiani: come appena osservato, infatti, se da un lato sono arrivati più giovani stranieri dall’estero, dall’altro tra i giovani autoctoni è aumentata la quota di coloro che hanno abbandonato la regione. Così, se per i primi la Liguria rappresenta tipicamente un cancello d’ingresso per l’Europa (ma non necessariamente un radicamento), per gli altri la terra dei propri natali rischia di rappresentare sempre meno un luogo dove poter continuare a pianificare il proprio futuro.

2.2.1 L’analisi dei movimenti intra-regionali: come i giovani si muovono sul territorio ligure

Prima di analizzare i movimenti extraregionali, che danno una misura più precisa degli ingressi e delle uscite dei giovani in Liguria, occorre esaminare come i giovani già residenti nella regione si spostano all’interno del territorio.

Questa prospettiva restituisce l’immagine nel periodo osservato della mobilità interna dei residenti in età compresa tra i 15 e i 44 anni, tenendo conto che, per quanto nell’evoluzione della popolazione regionale questi soggetti non vadano persi (continuano, infatti, a risiedere in Liguria), la diversa distribuzione a livello locale può definire processi rilevanti nelle tendenze demografiche dell’intera regione. Infatti, simili movimenti riguardano proprio quella parte di popolazione dotata (semplicemente per ragioni di più giovane età) di un maggior potenziale lavorativo e riproduttivo e possono pertanto implicare serie conseguenze economiche e demografiche proprio laddove i giovani scarseggiano.

In Liguria ciò si riflette tipicamente nei processi di spopolamento derivanti dallo spostamento dall’entroterra in favore della costa. Infatti, seguendo un trend dalle radici antiche21 si registra una maggior mobilità dai piccoli comuni

dell’interno verso i capoluoghi costieri. Così l’attrazione verso le aree urbane costiere conferma storicamente la Liguria quale “regione di città”22, ma ha come

contraltare la sempre più difficile sopravvivenza demografica dei più piccoli comuni dell’entroterra (minacciando la sopravvivenza del patrimonio storico- culturale). Infatti in simili contesti la popolazione anziana prevale ancor di più su quella giovanile e il tasso di natalità si abbassa ulteriormente, cosicché la mobilità

18 Calcolando nell’intero periodo 29.068 iscrizioni complessive di giovani italiani in Liguria contro 27.677 uscite. 19Risultante da 26.730 iscrizioni di giovani italiani verso la Liguria da altre regioni contro 23.372 cancellazioni

dalla Liguria per altre parti d’Italia.

20A fronte di 2.338 iscrizioni di giovani italiani dall’estero per la Liguria e di 4.305 cancellazioni per altri paesi. 21L’emigrazione dall’entroterra alla costa è un fenomeno tipico della demografia ligure fin dal secolo scorso Si

veda in proposito Golini, Busetta e Basso, 2005, Un'implosione per la popolazione della Liguria? Tendenze

demografiche e malessere demografico, Regione Liguria, Algraphy, Genova.

22Arvati, P., 2011, Liguria 1861-2011: nascita ed evoluzione di una regione di città, in P. Arvati, a cura di,

Rapporto statistico 2010: analisi storica 1861-2011, Genova, Azienda Litografica Genovese.

in uscita dei giovani produce conseguenze proporzionalmente ancor più significative in termini di calo demografico.

Più in generale, è utile confrontare l’evoluzione dei movimenti intra-regionali dei giovani in Liguria con i dati corrispettivi per il Nord Ovest e il resto del Paese. Per cogliere meglio l’andamento del fenomeno in esame, il Grafico 2.2, rileggendo i dati proposti in valore assoluto nella Tavola 2.1 a fine capitolo, evidenzia l’evoluzione tra il 2008 e il 2012 attraverso i numeri indice, prendendo come riferimento a base fissa proprio il 2008, ovvero l’anno di inizio delle condizioni recessive tutt’oggi permanenti23. Come evidenziato in figura, in tutta Italia, ma

particolarmente in Liguria, non appena la crisi è divenuta più acuta, specie a partire dal 2009, la mobilità territoriale interna dei giovani è notevolmente aumentata (tra il 2008 e il 2012 mediamente di circa il 15 per cento in Italia e di ben quasi il 20 per cento in Liguria). Trattandosi di un incremento significativo, è probabile che tali spostamenti siano in buona misura legati ai fattori recessivi. Il dato può anche essere letto in relazione alla tendenza a spostarsi sul territorio in risposta a un possibile adattamento a opportunità occupazionali più limitate e diversamente distribuite sul territorio (che inducono, pertanto, a scelte residenziali conseguenti). Grafico 2.2: Movimenti intra-regionali della popolazione tra 15 e 44 anni, Liguria,

Nord Ovest, Italia - Anni 2008-2012 (Numeri Indici, base 2008=100)

Fonte: ns. elaborazioni su dati Istat

23Volutamente si è scelto di adottare in questo grafico, come nei successivi, una rappresentazione a base fissa per

osservare come le condizioni recessive possano aver influenzato i comportamenti di mobilità territoriale della popolazione giovanile. 2008 2009 2010 2011 2012 Liguria 100,0 95,2 107,6 103,6 119,3 Nord Ovest 100,0 93,0 98,8 100,2 113,7 Italia 100,0 95,5 99,2 101,0 114,8 90,0 95,0 100,0 105,0 110,0 115,0 120,0

Passando alle consistenze numeriche effettive24, nel 2008 si osservano 12.318

movimenti di persone tra i 15 e i 44 anni25, che hanno spostato la propria residenza

restando all’interno dei confini regionali. Nel 2012 i movimenti intra-regionali dei giovani sono saliti a 14.68926.

Ulteriori spunti di riflessione nascono rileggendo la mobilità intra-regionale dei giovani rispetto alla nazionalità. Per esempio, benché mediamente per ogni cinque giovani che si spostano all’interno della Liguria solo uno sia straniero, è comunque interessante notare che nei movimenti intra-regionali i giovani stranieri si sono spostati proporzionalmente di più entro i confini della regione rispetto ai giovani italiani: per gli stranieri il tasso di variazione tra il 2008 e il 2012 è infatti oltre il doppio di quello degli italiani (+36,0 per cento vs +15,7 per cento). Peraltro, il dato non solo appare in linea con i valori di mobilità intra-regionale a livello nazionale (+31,1 per cento stranieri vs +11,3 per cento italiani), ma in media i giovani in Liguria sia stranieri, sia italiani, sembrano muoversi all’interno dei confini regionali con intensità lievemente maggiore rispetto al resto del Paese27.

Peraltro, come già evidenziato, questi dati supportano l’ipotesi che un incremento così repentino della mobilità sia in qualche misura collegato al mutamento delle condizioni socioeconomiche. In tal senso, le scelte di mobilità probabilmente possono legarsi a una combinazione di diversi fattori strutturali che influenzano le scelte di vita (per esempio, l’emancipazione dalla famiglia di origine o la stessa formazione di un proprio nucleo familiare) e le combinano con la scelta di conservare la residenza in Liguria (per esempio, le opportunità di lavoro, le spese per affitto o acquisto della casa o il costo della vita in generale).

Diversamente detto, una sensibile crescita della mobilità intra-regionale da parte della componente più giovane della forza lavoro accende una spia su una possibile maggiore disomogeneità nella distribuzione delle risorse all’interno di una regione. È evidente che la conservazione (o, non di meno, l’attrazione) della forza lavoro più giovane passa anche dalle prospettive occupazionali e dalle possibilità effettive di restare o stabilirsi in un luogo, con conseguenze non solo demografiche, ma anche di rivitalizzazione dell’identità sociale, economica e culturale dei territori stessi. Quindi, tanto più la mobilità interna (che nel caso ligure è prevalentemente di breve raggio per la conformazione stessa del territorio) dei giovani cresce in un breve periodo, tanto più si rafforza l’ipotesi di un abbandono di alcune zone da parte della forza lavoro emergente e di una maggiore concentrazione in altre zone più appetibili (nel caso ligure tipicamente a scapito dell’entroterra e in favore della costa). Non a caso, il tasso di variazione tra il 2008 e il 2012 della mobilità intra-regionale dei giovani in Liguria (+19,3 per cento) è

24Per questo grafico, come per gli altri del presente contributo, si rimanda al maggior dettaglio proposto in serie

storica nella Tavola 2.1 in fondo al testo.

25Corrispondenti, in termini di nazionalità e genere, a 10.096 italiani, di cui 4.930 maschi e 5.166 femmine, e

2.222 stranieri, di cui 1.102 maschi e 1.120 femmine.

26Corrispondenti, in termini di nazionalità e genere, a 11.677 italiani, di cui 5.841 maschi e 5.836 femmine e

3.021 stranieri, di cui 1.462 maschi e 1.569 femmine.

27Anche in ottica di genere le evoluzioni si mostrano interessanti. Considerando l’evoluzione tra l’inizio e la fine

del periodo considerato, tra i giovani italiani i maschi si sono spostati proporzionalmente di più delle femmine (+18,5 per cento vs 13,0 per cento, mostrando valori più marcati rispetto al sostanziale equilibrio a livello nazionale, +12,2 per cento vs 10,5 per cento). Tra i giovani stranieri l’evoluzione è stata pari a +31,8 per cento per i maschi (significativamente superiore al +21,6 per cento nazionale) e +40,1 per cento per le donne (in linea con il +41,5 per cento nazionale).

Passando alle consistenze numeriche effettive24, nel 2008 si osservano 12.318

movimenti di persone tra i 15 e i 44 anni25, che hanno spostato la propria residenza

restando all’interno dei confini regionali. Nel 2012 i movimenti intra-regionali dei giovani sono saliti a 14.68926.

Ulteriori spunti di riflessione nascono rileggendo la mobilità intra-regionale dei giovani rispetto alla nazionalità. Per esempio, benché mediamente per ogni cinque giovani che si spostano all’interno della Liguria solo uno sia straniero, è comunque interessante notare che nei movimenti intra-regionali i giovani stranieri si sono spostati proporzionalmente di più entro i confini della regione rispetto ai giovani italiani: per gli stranieri il tasso di variazione tra il 2008 e il 2012 è infatti oltre il doppio di quello degli italiani (+36,0 per cento vs +15,7 per cento). Peraltro, il dato non solo appare in linea con i valori di mobilità intra-regionale a livello nazionale (+31,1 per cento stranieri vs +11,3 per cento italiani), ma in media i giovani in Liguria sia stranieri, sia italiani, sembrano muoversi all’interno dei confini regionali con intensità lievemente maggiore rispetto al resto del Paese27.

Peraltro, come già evidenziato, questi dati supportano l’ipotesi che un incremento così repentino della mobilità sia in qualche misura collegato al mutamento delle condizioni socioeconomiche. In tal senso, le scelte di mobilità probabilmente possono legarsi a una combinazione di diversi fattori strutturali che influenzano le scelte di vita (per esempio, l’emancipazione dalla famiglia di origine o la stessa formazione di un proprio nucleo familiare) e le combinano con la scelta di conservare la residenza in Liguria (per esempio, le opportunità di lavoro, le spese per affitto o acquisto della casa o il costo della vita in generale).

Diversamente detto, una sensibile crescita della mobilità intra-regionale da parte della componente più giovane della forza lavoro accende una spia su una possibile maggiore disomogeneità nella distribuzione delle risorse all’interno di una regione. È evidente che la conservazione (o, non di meno, l’attrazione) della forza lavoro più giovane passa anche dalle prospettive occupazionali e dalle possibilità effettive di restare o stabilirsi in un luogo, con conseguenze non solo demografiche, ma anche di rivitalizzazione dell’identità sociale, economica e culturale dei territori stessi. Quindi, tanto più la mobilità interna (che nel caso ligure è prevalentemente di breve raggio per la conformazione stessa del territorio) dei giovani cresce in un breve periodo, tanto più si rafforza l’ipotesi di un abbandono di alcune zone da parte della forza lavoro emergente e di una maggiore concentrazione in altre zone più appetibili (nel caso ligure tipicamente a scapito dell’entroterra e in favore della costa). Non a caso, il tasso di variazione tra il 2008 e il 2012 della mobilità intra-regionale dei giovani in Liguria (+19,3 per cento) è

24Per questo grafico, come per gli altri del presente contributo, si rimanda al maggior dettaglio proposto in serie

storica nella Tavola 2.1 in fondo al testo.

25Corrispondenti, in termini di nazionalità e genere, a 10.096 italiani, di cui 4.930 maschi e 5.166 femmine, e

2.222 stranieri, di cui 1.102 maschi e 1.120 femmine.

26Corrispondenti, in termini di nazionalità e genere, a 11.677 italiani, di cui 5.841 maschi e 5.836 femmine e

3.021 stranieri, di cui 1.462 maschi e 1.569 femmine.

27Anche in ottica di genere le evoluzioni si mostrano interessanti. Considerando l’evoluzione tra l’inizio e la fine

del periodo considerato, tra i giovani italiani i maschi si sono spostati proporzionalmente di più delle femmine (+18,5 per cento vs 13,0 per cento, mostrando valori più marcati rispetto al sostanziale equilibrio a livello nazionale, +12,2 per cento vs 10,5 per cento). Tra i giovani stranieri l’evoluzione è stata pari a +31,8 per cento per i maschi (significativamente superiore al +21,6 per cento nazionale) e +40,1 per cento per le donne (in linea con il +41,5 per cento nazionale).

assai prossimo a quello del Sud (+21,1 per cento) o delle Isole (+20,5 per cento), ovvero territori tipicamente caratterizzati da economie depresse e assai lontano da quello del Nord Est (+10,7 per cento), che descrive contesti tradizionalmente più ricchi e dove le opportunità sono distribuite in modo più diffuso.

A tale proposito è interessante osservare meglio la direzione della mobilità intra-territoriale dei giovani in Liguria. Lo spostamento di questi ultimi dall’entroterra alla costa tra il 2008 e il 2012 vede un tasso di incremento pari a +21,8 per cento, praticamente il doppio dell’incremento (+11,7 per cento) di coloro che, nello stesso periodo e appartenendo alla stessa fascia di età, compiono un percorso inverso di mobilità territoriale (ovvero, trasferendosi dalla costa all’entroterra)28. Non di meno, gli spostamenti da costa a costa nel periodo

osservato registrano un saggio di incremento pari al 23,7 per cento, quelli da entroterra a entroterra del 20,7 per cento.

L’esame degli spostamenti intra-regionali tra le quattro province liguri nel periodo osservato rispecchia, come già accennato, una mobilità di breve raggio, delineando un sostanziale equilibrio di scambio nei flussi. Genova descrive un’attrazione maggiore e più diffusa mentre le altre province mostrano prevalentemente interscambi di popolazione più giovane da e verso le province limitrofe29. Il riflesso di questi spostamenti è tanto significativo per il mercato del

lavoro, quanto condizionato dalle opportunità offerte dallo stesso a livello locale. Naturalmente, al di là della consistenza delle cifre, i dati vanno sempre proporzionati alla struttura e all’entità demografica di ciascun territorio (per esempio, anche perdere pochi giovani tra un anno e l’altro può definire un trend demograficamente rischioso per un piccolo comune, specie nell’entroterra ligure30).

Resta il fatto che i saldi migratori giovanili anche all’interno della stessa regione vanno tenuti in attenta considerazione, poiché l’opportunità per i giovani di restare su un territorio determina la componente principale per la sopravvivenza dello stesso, specie se i suoi residenti sono sempre meno e sempre più anziani. Ne consegue che la migrazione dei giovani fuori da simili contesti demografici va letta non tanto o semplicemente sul piano delle cifre in sé ma, soprattutto, su quello delle tendenze in atto, ovvero come un indicatore di rischio per un territorio di

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