• Non ci sono risultati.

Viene qui presentato un confronto tra la Casa Moratiel di Sostres e la Saracena di Moretti. La prima viene progettata dall’architetto catala- no nel 1957 e si trova ad Esplugues, in una zona residenziale mentre la seconda viene progettata nel 1955 a Santa Marinella, esattamente di fron- te al mare.

Ad un primo sguardo la Saracena e la Moratiel sembrano molto diverse eppure ci sono diversi elementi puramente compositivi che le unisco- no. Se si legge la pianta con attenzione si nota come gli spazi interni di entrambe si sviluppino lungo un percorso che è qualcosa di più di un semplice corridoio di distruibuzione. Tale per- corso si inserisce tra due blocchi (come si nota anche dai prospetti) e attraversa un primo spa- zio di ingresso (più accentuato quello della Sa- racena) illuminato da una vetrata laterale, a cui si contrappone un muro sull’altro lato che ac- compagna il fruitore dello spazio fi no a sfociare nel soggiorno. Nonostante i due percorsi siano tra loro molto diversi infatti quello di Moretti è lungo e irregolare mentre l’altro è breve e geo- metricamente semplice, si può notare come en- trambi abbiano dei forti richiami all’architettura greca. Moretti infatti nei suoi scritti sottolinea come negli edifi ci greci in asse vi sia sempre un vuoto, che in genere corrisponde all’ingresso e questo si nota facilmente se si guardano i pro- spetti di queste due ville. Anche la sensibilità per il disegno di un percorso può dirsi derivato dalla Grecia dato che molti centri urbani o santuari come Atene o Delfi si sviluppano lungo un cam-

mino, che incontra alcuni elementi intermedi e che termina con l’edifi cio sacro più importante. L’ingresso all’edifi cio viene sottolineato in en- trambe le ville con alcuni gradini da salire per cui si rafforza il rimando all’idea di un cammino che conduce a qualcosa di importante, anche se poi, all’interno della Saracena, il corridoio scende verso il basso come ad esprimere un al- lentamento della tensione iniziale. Gli scalini evi- denziano anche il fatto che le due ville vengono poste su di una pedana, come gli edifi ci classici importanti. Come si affermava in precedenza, il patio della Casa Moratiel assume importanza nella percezione spaziale sia per quanto riguar- da la luminosità interna, che per la costruzione di tale percorso e non è uno spazio da abitare, dato che la casa possiede ampi spazi esterni. Per entrambi gli edifi ci il fronte d’ingresso non è una facciata piatta ma un insieme di volumi che si organizzano in modo da raggiungere un equi- librio formale complessivo. Sostres lavora anco- ra una volta sull’idea della diagonale, contrap- ponendo al vuoto del garage un piccolo volume vetrato. La facciata della villa Moratiel rimanda anche al fronte del padiglione progettato da Mies per l’esposizione del 1929 a Barcellona in cui vengono posti due setti sui due lati del lotto lasciando uno spazio centrale arretrato.

Allo stesso modo Moretti calibra i pieni e i vuoti gestendoli come volumi compatti e tagli inter- posti tra di essi e raggiunge l’equilibrio senza ricorrere alla simmetria, ponendo tre elemen- ti, uno più alto al centro, uno largo a destra e uno alto ma meno largo dell’altro sulla sinistra. Nonostante il volume a sinistra sia più grande, quello a destra si esprime come rappresenta-

zione di un peso che chiude e schiaccia la parte sottostante.

Riguardo la Saracena bisogna osservare alcu- ni elementi importanti. Il primo è il fatto che il cortile di ingresso è racchiuso da un recinto circolare che gli conferisce un alto valore simbo- lico, come se fosse il cortile di una basilica, che in questo caso è ancora più forte data la forma che sembra alludere ad un ingresso barocco, comunque sdrammatizzato dall’irregolarità del- la forma.

La seconda questione riguarda le due scale in- terne, poste in spazi convessi di fronte alla por- ta. Qui Moretti sembra alludere alla scala della Casa Battló di Gaudí, autore di cui conosce bene le opere e per il quale nutre molta ammirazione. Gaudí e Moretti dispongono la scala in un absi- de in modo da catturare lo sguardo che viene poi messo in ulteriore tensione dalla linea della scala che collega diagonalmente il pavimento al soffi tto: l’idea dell’abside viene anche rafforzata dalla scala.

Le fi gure e le opere di Luigi Moretti e Josep María Sostres presentano dunque un’interes- sante rifl essione sugli elementi dell’architettura greca e, per quanto formalmente possano sem- brare distanti, si nota che i principi che stanno alla base del ragionamento progettuale presen- tano molte affi nità.

BIBLIOGRAFIA

AA.VV., “José Maria Sostres. Casas Iranzo e MMI”, Pamplona, T6, 2006

BONINO, Michele, “Josep Maria Sostres 1915-

1984”, Torino, Celid, 2000

BUCCI, Federico, MULAZZANI, Marco, “Luigi

Moretti. Opere e Scritti”, Milano, Electa, 2000

REICHLIN, Bruno, TEDESCHI, Letizia, “Luigi

Moretti. Razionalismo e trasgressività tra barocco e informale”, Electa, Milano, 2010.

SOSTRES, Josep María, “Opiniones sobre arqui-

tectura”, Murcia, Comisión de Cultura del Cole-

gio Ofi cial de Aparejadores y Arquitectos Téc- nicos, 1983

Nelle pagine precedenti: foto e piante della Villa Saracena e della Casa Moratiel