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Il presente paragrafo è volto a raggiungere due scopi: in primo luogo, analizzare se i software per l’interpretazione già esistenti possano essere utili ai fini della simultanea con testo, pur non presentando funzioni specifiche; in caso negativo, dimostrare quale tra essi potrebbe essere il migliore per l’implementazione di una nuova funzionalità.

Nell’introduzione si era premesso che, nel corso della redazione, non era da escludere che la proposta di software presentata fosse sviluppata attraverso un software, un’applicazione o una funzione all’interno di un programma già esistente; ebbene, con l’uscita di Intragloss© alla fine del 2015, è stata presentata una funzione all’interno del software che corrisponde quasi del tutto all’idea di software presentata.

Nell’illustrazione del software del capitolo 5, si è deciso di non citare questa funzione per poterla analizzare più nei dettagli in questo paragrafo; pertanto, nella necessità di effettuare un cambio di rotta, questa parte non sarà più dedicata all’analisi dei software esistenti, ma soltanto a un’analisi più dettagliata di Intragloss© rispetto a quella fornita nel paragrafo 5.1.

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Figura 53 Prima schermata di apertura

All’apertura, Intragloss© si presenta come visibile qui sopra; all’utente viene richiesto di scegliere le lingue da e verso le quali l’interprete lavora. Dopo questa operazione, l’utente può organizzare il proprio lavoro in cartelle, che possono contenere file di qualsiasi tipo (glossari, documenti, presentazioni). Nel caso qui sotto sono visibili 4 cartelle; per ogni cartella può essere inserito un dominio, che verrà contrassegnato in grassetto, e il titolo della conferenza, che verrà contrassegnato da una freccia.

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Figura 54 Schermata di Intragloss© successiva alle impostazioni linguistiche

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Per la creazione di glossari, Intragloss può attingere automaticamente da risorse già presenti online, selezionabili tra quelle disponibili nel menù qui sopra illustrato: una volta selezionate le risorse preferite, il software lancerà automaticamente la ricerca del termine che si vuol aggiungere nel glossario; infine, cliccando sulla soluzione preferita, questa verrà evidenziata di blu e inserita automaticamente nella lista dei termini.

Figura 56 Esempio di creazione glossario a partire da risorse online.

Intragloss© permette inoltre di aggiungere termini al glossario a partire da due documenti paralleli, di cui uno è la versione tradotta dell’altro, oppure a partire siti web. Il principio è sempre lo stesso: una volta trovato il termine, sarà sufficiente cliccarci sopra per aggiungerlo al glossario (il termine verrà evidenziato in arancione) e poi eseguire la stessa operazione per il suo traducente.

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Figura 57 Aggiunta di una voce a partire da due testi paralleli

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Figura 59 Aggiunta di termini a partire dal sito web

Oltre alla creazione dei glossari, Intragloss© consente di importare glossari da file esterni e di aggiungerli ai lavori già esistenti. La tipologia di file necessaria per l’importazione non è specificata, ma l’importante è che la prima riga contenuta faccia riferimento alle lingue di lavoro. Inoltre tutti i glossari possono essere esportati e stampati.

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Figura 60 Esempio di glossario importato, da aggiungere a uno dei lavori già presenti; il glossario è stato estratto a partire da in un file Excel®.

Veniamo adesso alla funzione legata alla simultanea con testo; una volta creato o importato il glossario e caricato i documenti nell’apposita cartella, la funzione “Merge” consentirà di confrontare un testo con il glossario:

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Effettuato il confronto, il software restituisce un file in formato pdf, di cui qui si presenta un estratto, ma che è disponibile per intero in appendice (§ Appendice V).

Figura 62 Estratto del file di confronto

Come è possibile notare, il risultato del confronto è mostrato in sovraimpressione solo quando c’è spazio nel testo, mentre negli altri casi il traducente è consultabile puntando il cursore sul termine evidenziato, come nel caso di “ipossemia”. Quando il traducente è esplicitato in sovraimpressione, viene evidenziato di verde; quando invece è consultabile puntando il cursore sul termine evidenziato, il colore impiegato è il giallo.

 Nel complesso, la funzione rispecchia esattamente l’idea proposta nel paragrafo precedente, ad eccezione di tre punti: per ora, il software è disponibile solo per Mac e per pc; il software è disponibile a pagamento; non è prevista nel software una funzione che permetta l’acquisizione del testo.

A livello di funzionalità, gli unici difetti sono i seguenti:

 al momento dell’importazione del glossario, la procedura da seguire non è stata molto intuitiva;

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 la funzione di confronto tra glossario e testo non rileva le forme flesse del termine, quindi molti termini presenti nel glossario non vengono rilevati se ad esempio, sono presenti al plurale nel testo;

 come dimostrato da vari tentativi, la visualizzazione del traducente al passaggio del cursore non è riconosciuta da tutti i tipi di lettore pdf; pertanto, la cosa migliore da fare sarebbe modificare l’interlinea prima di importare il testo, opzione possibile soltanto se il testo di partenza è in formato Word® o simili.

Per le numerose funzioni offerte e la loro efficacia, Intragloss© dimostra di essere uno strumento davvero completo, poiché soddisfa le necessità dell’interprete in modo semplice, ma soprattutto rapido. Pertanto, malgrado i suoi piccoli difetti, Intragloss© è un software che al momento vale la pena acquistare.

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SETTIMO CAPITOLO

7. Esempio di impiego: il dominio giuridico

A sostegno della proposta di software presentata, è sembrato opportuno scegliere un dominio di lavoro per illustrare le difficoltà che l’interprete può incontrare nell’impiego della simultanea con testo.

Il dominio scelto è quello giuridico, non solo in virtù dell’esperienza presso la CGUE, ma soprattutto per la particolarità che lo contraddistingue da tutti gli altri domini.

L’analisi di Ralli (2009), presentata nell’introduzione, evidenzia il carattere performativo del dominio: il linguaggio giuridico modifica la realtà, perché ogni termine, al di là del suo significato, implica un’azione che avrà un’influenza sul contesto in cui è utilizzata. Ralli (ibidem) indica gli esempi del rogito, la richiesta di cambio di residenza oppure il “si” pronunciato durante un matrimonio civile.

Sabatini (2001: 98) offre invece un’analisi dal punto di vista del testo normativo giuridico italiano, evidenziando “il suo grado stilistico zero” e l’uso della lingua di tipo “prototipico”; tale definizione allude probabilmente alla struttura dei testi giuridici, che sembrano seguire un modello ben preciso a seconda della tipologia: si pensi alla differenza che intercorre fra la struttura del testo di una sentenza, di un decreto, di una legge o di un contratto.

L’altra particolarità evidenziata da Sabatini (ibidem) è la rigidità: il testo è formulato in modo tale da non dar luogo a più interpretazioni e regolare un determinato comportamento e/o situazione. A tal proposito, Sabatini afferma:

Credo si possa essere tutti d’accordo sul fatto che l’univocità o diciamo anche semplicemente precisione, di un enunciato è maggiore quanto più sono esplicitamente presenti in esso i termini che lo rendono semanticamente completo. E converso, l’aumento di passaggi sottintesi rende l’enunciato progressivamente aperto a interpretazioni diverse […] (2001: 102)

L’interpretazione dei testi giuridici è disciplinata dall’articolo 12 delle Disposizioni sulla legge in generale del Codice civile italiano (più note come preleggi, perché sono collocate prima delle leggi), il quale stabilisce che:

Nell'applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dalla

106 intenzione del legislatore.

Se una controversia non può essere decisa con una precisa disposizione, si ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe; se il caso rimane ancora dubbio, si decide secondo i principi generali dell'ordinamento giuridico dello Stato.

La teoria dell’interpretazione giuridica è una disciplina molto complessa, ma fondamentale per l’applicazione del diritto. Come afferma Cortelazzo (2010) “il diritto si costruisce grazie alla lingua: per es., un reato è tale solo se lo instaura la legge, che è un prodotto linguistico”; pertanto, senza l’interpretazione esatta e univoca di tale linguaggio, il diritto non potrebbe essere applicato in modo equo e la giustizia non sarebbe uguale per tutti. Presso le facoltà di giurisprudenza sono previsti corsi specifici sulla teoria dell’interpretazione, alla luce della complessità e l’importanza di tale attività. Per gli stessi motivi, non sarebbe opportuno addentrarsi in questa sede sui dettagli della disciplina; tuttavia, è sembrato utile presentarla per dimostrare un’altra particolarità del linguaggio giuridico e un’ulteriore difficoltà che l’interprete, in questo caso linguistico, deve affrontare.

Infine, bisogna ricordare che il dominio giuridico funge da “contenitore” per altri tipi di linguaggio, come già ricordato nell’introduzione. La legge regola gli aspetti della realtà e pertanto racchiude in sé tanti altri ambiti; ciò significa che molto spesso, l’interprete dovrà gestire oltre alla terminologia giuridica, anche quella appartenente ad altri domini.