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Il dominio della cooperazione giudiziaria in materia penale

Il trattato di Maastricht (conosciuto anche come TUE - trattato sull’Unione europea), entrato in vigore nel 1993, ha fra i suoi obiettivi specifici, la creazione di

uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne, in cui sia assicurata la libera circolazione delle persone insieme a misure appropriate per quanto concerne i controlli alle frontiere esterne, l'asilo, l'immigrazione, la prevenzione della criminalità e la lotta contro quest'ultima”. (art. 3, n.2, TUE).

Per perseguire tale scopo, si rivela necessario un sistema di cooperazione giudiziaria, sia a livello civile che a livello penale, attraverso misure di coordinamento e cooperazione fra forze di polizia, autorità giudiziarie e altre autorità competenti; lo scopo di tale collaborazione è la lotta contro la criminalità, il razzismo e la xenofobia a livello sopranazionale.

Il trattato di Maastricht istituisce la struttura dell’Unione europea, costituita da tre pilastri: il primo è la dimensione comunitaria, disciplinata dai trattati; il secondo è la politica estera di

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sicurezza comune (PESC); il terzo pilastro è costituito dalla cooperazione di polizia e la cooperazione giudiziaria a livello penale, inizialmente denominata GAI (Giustizia e affari interni). La struttura a tre pilastri verrà poi abolita con il trattato di Lisbona (2009) a vantaggio di una semplificazione della struttura comunitaria; gli obiettivi legati alla cooperazione giudiziaria in materia penale saranno successivamente stabiliti dal Programma di Tampere (2000-2004), dal programma dell’Aia (2005-2009) e dal Programma di Stoccolma (2010- 2014).

Il 2 aprile 2014 il Parlamento europeo ha provveduto a una revisione intermedia del programma di Stoccolma; in seguito, il Consiglio europeo ha definito gli orientamenti strategici per i prossimi anni nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia e ha stabilito che lo sviluppo della cooperazione giudiziaria in materia penale nell'UE sarà uno degli obiettivi fondamentali. La cooperazione giudiziaria è un progetto ambizioso, se si tiene conto delle differenze che intercorrono fra i sistemi giudiziari degli Stati membri, che non è stato ancora completato; tuttavia, sono stati raggiunti grandi traguardi, come ad esempio l’istituzione di agenzie specifiche come Eurojust, l’unità di cooperazione giudiziaria dell’UE, Europol, l’Ufficio di polizia europeo. Infine, è doveroso ricordare l’istituzione del diritto a un processo equo, che prevede il diritto all’assistenza di un interprete e un traduttore per tutta la durata del processo giudiziario; a disciplinare tale diritto è nello specifico la direttiva 2010/64/UE del 20 ottobre 2010 sul diritto all’interpretazione e alla traduzione nei procedimenti penali, di cui hanno trattato ampiamente Ballardini (2014) e Gialuz (2014).

Nel TUE è precisamente il titolo V (capo I, IV e V) a disciplinare la cooperazione giudiziaria in materia penale, che è trattata inoltre nel capitolo 19 del Repertorio della legislazione consolidata dell’Unione europea1.

Il Repertorio è una raccolta delle ultime versioni di atti legislativi e atti di modifica che sono stati consolidati, attraverso un processo (definito appunto consolidamento) che permette di integrare in un atto legislativo le sue successive modifiche e rettifiche. Pertanto il Repertorio, consultabile gratuitamente su Eur-Lex2, raccogliere in un unico documento tutta la legislazione dell’UE e le sue modifiche più recenti.

1http://lex.europa.eu/browse/directories/consleg.html?root_default=CC_1_CODED%3D19,CC_2_CODED%3D

1930&displayProfile=lastConsDocProfile&classification=in-force (Ultima consultazione: 06/02/2016)

2 Eur-Lex è il sito ufficiale dell’Unione europea che offre accesso diretto al diritto europeo: http://eur-

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Il Repertorio consta di 20 capitoli tematici, suddivisi a loro volta in paragrafi. Il capitolo 19 “Spazio di libertà, sicurezza e giustizia” include il paragrafo “Cooperazione giudiziaria di polizia in materia penale e doganale; questo paragrafo è a sua volta suddiviso in: “cooperazione tra forze di polizia”, “cooperazione giudiziaria in materia civile”, “cooperazione giudiziaria in materia penale”, “cooperazione doganale”.

La decisione di trattare un aspetto giuridico così particolare nasce dal parere fornito da un gruppo di terminologi e giuristi linguisti della DG Traduzione- Dipartimento di Italiano, sede di Bruxelles, nell’ambito del lavoro terminologico effettuato per la precedente tesi3. Il lavoro ha riguardato la creazione di schede terminologiche da inserire in IATE, nel database terminologico istituzionale dell’Unione Europea. Gli esperti avevano proposto alcuni paragrafi del Repertorio che non erano ancora stati oggetto di studio; fra questi, figurava la cooperazione giudiziaria in materia penale.

Nel 2013, l’omonima sezione del repertorio era costituita da 68 atti. Non conoscendo gli strumenti elettronici specifici per la ricerca terminologica, avevo condotto un lungo procedimento di estrazione terminologica manuale, che mi ha permesso di ottenere 109 termini. Ho successivamente verificato se per ogni termine fosse già stata creata una scheda terminologica in IATE; in caso affermativo, ho provveduto a una revisione, in caso negativo alla creazione di una nuova scheda. Non potendo lavorare su tutti i termini estratti, ne ho scelti 29, a partire dai quali ho revisionato o creato una scheda terminologica.

Per illustrare il funzionamento del software presentato nel capitolo precedente, si è deciso di analizzare nuovamente il sottodominio della cooperazione giudiziaria in materia penale, scegliendo un testo che tratta dell’argomento.

Per fornire una “dimensione terminologica” di tale sottodominio, vengono riportati in appendice l’estrazione terminologica manuale ottenuta dall’analisi dei 68 atti e le schede terminologiche redatte (§ Appendici VI e VII); inoltre, dal momento che l’attuale versione del Repertorio comprende 35 atti per la cooperazione giudiziaria in materia penale e non più 68, viene proposta per maggior completezza un’ulteriore estrazione terminologica, questa volta effettuata con gli strumenti elettronici specifici. Per la nuova estrazione, è stato necessario creare un corpus, ossia una raccolta del testo contenuto nei 35 atti. Il corpus è stato creato per

3 POLLICE A. (2013) Le domaine judiciaire et l’interprétation simultanée : étude d’un binôme complexe mais

possible depuis toujours. Haute École de Bruxelles, Institut Supérieur de Traducteurs et Interprètes (ISTI). Tesi

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mezzo del software BootCat©, che permette di creare corpus a partire dall’inserimento manuale seeds, ossia di termini che sono tipici dell’argomento, scelti dall’utente. Tenendo conto dei seeds inseriti, il software effettua una ricerca attraverso la Rete e crea un corpus. Nel presente caso, avendo già a disposizione i testi, il corpus è stato costruito manualmente digitando gli url delle pagine degli atti; sulla base di questi, Bootcat© ha creato il corpus. Successivamente, per la consultazione del corpus è stato utilizzato AntConc©, attraverso cui sono state generate più liste di parole: una wordlist, ossia una lista di tutte le parole presenti nel corpus per ordine di frequenza; una keyword list, ossia una lista delle parole più utilizzate nel corpus, attraverso il confronto con un corpus di riferimento contenente le parole più comuni della lingua italiana; infine, liste unigrammi, bigrammi e trigrammi, ossia liste di frequenza di gruppi di parole. Tutte le liste sono consultabili in appendice (§ Appendici VIII, IX, X, XI, XII).