Le esperienze vissute in qualità di studentessa e di assistente di conferenza fra il 2011 e il 2014 presso le istituzioni europee hanno confermato quanto stabilito dalle norme ISO e dalle specifiche tecniche pubblicate dalle DG Interpretazione: le cabine sono ampie, dotate di console che rispecchiano le caratteristiche descritte; sono inoltre ben insonorizzate, confortevoli e fornite di tutto il necessario.
Quanto alla visuale, la posizione delle cabine di tutte le sale visitate permetteva una visione molto ampia sulla sala; quando invece le conferenze erano tenute in sedi esterne a quelle della Commissione e venivano utilizzate cabine mobili, non sempre gli interpreti godevano di una buona visuale, spesso a causa del numeroso pubblico che non trovava posto o decideva di stare in piedi.
Nel caso delle sale conferenza della Commissione a Bruxelles, le cabine sono disposte ai lati della sala e nelle sale più grandi, su tutti i lati; presso il Parlamento europeo invece, sia nell’emiciclo di Bruxelles che in quello di Strasburgo, così come presso la Corte di Giustizia,
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per assicurare un servizio che copra l’intero regime linguistico delle 24 lingue durante le sedute plenarie, le cabine sono ancor più numerose e sono disposte su due piani.
Fra le cabine visitate, le uniche a essere fornite di schermo video erano le cabine della Corte di giustizia: lo schermo video era letteralmente inserito nel tavolo di appoggio e non posizionato verticalmente, forse per non coprire la visuale della sala. Lo schermo forniva un’inquadratura dell’oratore, perché effettivamente le cabine sono molto lontane data l’ampiezza della sala. Gli interpreti intervistati hanno affermato che gli schermi erano in servizio da pochi mesi (il questionario è stato condotto nel dicembre 2012): alcuni hanno risposto che bisognava ancora abituarsi a utilizzarli, ma che aiutavano a osservare meglio le espressioni e i gesti dell’oratore; altri invece hanno risposto che non li trovavano utili.
Anche le altre esperienze vissute presso altre istituzioni in qualità di studentessa (NATO, ONU, Consiglio d’Europa, CSI-Confederazione Internazionale dei Sindacati) confermano che le norme ISO sono rispettate appieno, a volte anche negli aspetti più particolari: dalla luce con intensità regolabile nelle cabine della NATO, alle toilette riservate ai soli interpreti alla CSI, alla sala/copisteria del Consiglio d’Europa, dove gli interpreti possono ricevere copie di tutti i documenti che potrebbero essere utili durante l’interpretazione.
Cogliendo l’occasione del questionario formulato per la simultanea con testo (§ 2.3), al fine di indagare sulla realtà al di fuori delle istituzioni, sono state rivolte agli interpreti domande sulle cabine di interpretazione, sui criteri stabiliti dalle norme ISO, sulle cuffie e sui dispositivi in cabina.
Qui di seguito verranno analizzati i risultati delle domande riguardanti le norme ISO e la cabina di interpretazione in generale; gli altri risultati verranno invece presentati nei paragrafi che trattano degli argomenti oggetto delle domande.
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Figura 15 Risultati domande n°11 e n°12
A giudicare dalle risposte dei 43 interpreti, i criteri di visibilità e posizione della cabina stabiliti dalle norme ISO sembrano essere rispettati; inoltre, vengono rispettati anche criteri non vincolanti, come quello dello schermo in cabina:
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CAPITOLO QUINTO
5. La tecnologia in cabina: proposte
Nel 1993, l’interprete J.-B. Quicheron, in occasione del congresso della FIT (Fédération International des Traducteurs) a Brighton, proponeva uno studio intitolato “L’ordinateur dans la cabine de l’interprète, rêve ou realité?”. Nell’articolo, l’autore incoraggiava le istituzioni europee, gli interpreti stessi i produttori di software a considerare l’utilizzo del computer in cabina: per l’autore si tratta di un cambiamento necessario per far fronte all’evoluzione del mercato, in cui la complessità e la vastità degli argomenti da interpretare è in continua crescita. Nello stesso anno, Quicheron (studio pubblicato nel 1995) conduce uno studio pilota, in cui gli interpreti della Commissione forniscono la loro opinione sull’utilizzo di computer posti nelle cabine e nella sala riservata agli interpreti. Nelle cabine il computer era stato posto sul retro, dietro le poltrone; nelle conclusioni, Quicheron afferma che in futuro sarà possibile posizionare i pc accanto alla console perché dotati di schermo piatto e permetteranno di consultare diapositive e video proiettati sui grandi schermi della sala, la rete internet, nonché base dati offline e online.
Il problema evidenziato in questo studio così come il precedente è l’ostilità degli interpreti nei confronti della tecnologia; lo stesso fattore è stato evidenziato anche in uno studio più recente, che ha riguardato un sondaggio rivolto a interpreti associati AITI, Assointerpreti e AIIC:
D'altro canto, l'uso del computer all'interno della cabina, così come la presenza di altre tecnologie (come i monitor) è sentita come una sorta di intrusione indebita in un'attività che da molti è ritenuta praticabile solo ed esclusivamente attraverso uno sforzo mentale quasi al di sopra delle comuni facoltà umane e dove quindi il computer è inteso come una sorta di agenda elettronica dove annotare alla rinfusa dei suggerimenti e dei termini sconosciuti, alla stregua di un foglio di carta un po' più ordinato. (Valentini, 2012: 5)
A distanza di tre anni invece, il questionario legato a questa tesi dimostra che oggi il computer non è più percepito come un intruso:
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Figura 17 Risultati domanda n°19
Su 43 interpreti, solo un interprete ha risposto di non utilizzare nessun dispositivo, perché considerato un intralcio al lavoro:
Figura 18 Risultati della domanda n°4
Il computer utilizzato in cabina oggi ha superato le aspettative di Quicheron; in questo capitolo verranno analizzate le proposte che la tecnologia ha da offrire all’interprete, siano esse specifiche per l’interpretazione o “adattabili” alla professione.