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Considerazioni conclusive

Nel documento I censimenti nell’Italia unita (pagine 61-65)

CENSUARIA NEGLI ULTIMI 150 ANNI

6. Considerazioni conclusive

Prendendo in prestito un’immagine della cinematografia possiamo affermare che, se ogni singolo censimento ci fornisce una fotografia del nostro Paese, i censi-menti in sequenza temporale ci danno tante istantanee che, “montate” l’una di segui-to all’altra, ci consegnano un’immagine in movimensegui-to della società italiana, una sor-ta di lungometraggio sullo scorrere della storia e sui cambiamenti dell’Isor-talia. Alla stessa stregua, il presente contributo ha assunto come “protagonisti” i censimenti che, osservati nella loro successione temporale, costituiscono una “macchina da presa” in movimento della quale abbiamo voluto seguire il percorso fino ai nostri giorni.

La rilevanza del censimento, ovvero il riconoscimento ad esso attribuito nei vari periodi storici, è stata significativamente legata al corso degli eventi e influen-zata da una concomitanza di fattori – il momento storico vissuto dal Paese, il suo assetto politico, istituzionale nonché finanziario – che hanno contribuito a dare maggiore o minore rilievo e visibilità all’informazione statistica ufficiale.

La suddivisione dei 150 anni di storia italiana in tre archi temporali è stata funzionale all’obiettivo di inquadrare storicamente i censimenti e di cogliere, per ciascuno dei tre periodi, lo spirito dei tempi e il suo influsso sul processo censuario. Il periodo storico che va dall’Unità all’Italia liberale è politicamente e socialmente caratterizzato dall’affermarsi di un sentimento di appartenenza nazionale che si ri-flette positivamente non soltanto sul riconoscimento della funzione del censimento ma anche sull’esito censuario. In particolare, i primi tre censimenti generali furono caratterizzati da un forte spirito collaborativo da parte della cittadinanza che con-tribuì ad agevolare le complesse operazioni censuarie. I successivi due censimenti vengono eseguiti in un’epoca di grandi trasformazioni sociali, politiche ed econo-miche, sotto governi che danno un forte impulso al rafforzamento dello Stato; quel sentimento di appartenenza nazionale che caratterizzò l’Unità del Regno si tra-sforma in un nazionalismo che porta l’Italia ad uscire fuori dai confini nazionali per la conquista delle colonie africane e a gettare le basi per l’ascesa del fascismo. Questa è l’epoca del decentramento amministrativo durante la quale comincia a de-finirsi sempre più il ruolo della statistica ufficiale. Soltanto nel ventennio successi-vo, con la nascita dell’Istat, la produzione statistica viene accentrata e acquisisce una sua autonomia istituzionale nell’ambito dell’Amministrazione Pubblica. Tutta-via, è questo il periodo storico durante il quale si percepisce maggiormente il tenta-tivo di utilizzare l’informazione statistica e, in particolare, il censimento della po-polazione come strumento di conoscenza e di controllo sui comportamenti demo-grafici e sociali123 nonché come mezzo di propaganda. Non è casuale che i due cen-simenti fascisti siano caratterizzati da un’organizzazione molto dettagliata e meti-colosa. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, con la proclamazione della Repubblica, si afferma un forte spirito di rinnovamento, un’esigenza di ricostruzione del Paese e di riordino dell’Amministrazione Pubblica. Anche nell’ambito della stati-stica ufficiale comincia a intravedersi un cambiamento: si allenta, nel tempo, quel vincolo che la tiene strettamente legata alla gestione amministrativa del Paese e inizia

123 Risalgono a quel periodo le leggi contro l’urbanesimo fondate sul numero degli abitanti (Mussolini affermava: “...essendo il numero degli abitanti la sola misura della potenza di uno Stato”), i provvedimenti autarchici sulla ba-se dei dati sull’industria e il censimento degli ebrei del 1938 a cui l’Istat prestò soltanto supporto tecnico.

a farsi strada l’idea di un’informazione statistica sempre più al servizio della colletti-vità, della società civile e non soltanto dei decisori politici e degli accademici.

Ed è in questa prospettiva che l’Istat, pur conservando inalterato il suo ruolo di fornitore di statistiche ufficiali, ha modificato nel tempo la sua visibilità all’esterno, uscendo dagli ambiti istituzionali per entrare nella società. È maturata sempre più la consapevolezza che per cogliere adeguatamente i cambiamenti della società e fornirne un’immagine “ad alta definizione”, occorre accrescere la fiducia dei ri-spondenti; centrare questo obiettivo permette di prevenire gli errori e migliorare l’accuratezza dell’informazione statistica.

Per l’Istituto, che persegue da sempre la qualità dell’informazione prodotta, l’appuntamento censuario, nei vari decenni, ha rappresentato un’importante occa-sione per cogliere nuovi stimoli e attivare azioni che rafforzassero la sua credibili-tà, soprattutto in un periodo storico, come l’ultimo trentennio, fortemente caratte-rizzato dalla sfiducia dei cittadini verso le istituzioni, da una diffusa diffidenza so-ciale e dall’affermarsi di una sempre maggiore attenzione verso la privacy. Molte sono state le iniziative a questo proposito, a cominciare, ad esempio, dalla forte campagna di sensibilizzazione che, sebbene abbia avuto un certo risalto già durante il fascismo, ha assunto grande rilievo nei censimenti della Repubblica, in particola-re a partiparticola-re dal 1981. Anche l’attivazione del numero verde, espparticola-ressione di un’attenzione verso i rispondenti, si traduce in un ulteriore apporto nel persegui-mento della qualità statistica. Pure le commissioni di studio, già presenti tuttavia nei censimenti fascisti, assumono nel tempo un ruolo crescente nella fase di proget-tazione censuaria, divenendo interlocutori attivi dell’Istat. Dunque, attraverso il coinvolgimento di enti e organismi esterni, oltre che di studiosi ed esperti della ma-teria demografica, si afferma il principio della condivisione delle proposte per la pianificazione censuaria. Anche le indagini pilota, di qualità e di copertura, quali strumenti di valutazione delle criticità del processo censuario, sono espressione di una strategia volta al perfezionamento del prodotto finale.

Nel corso degli ultimi 150 anni l’impianto organizzativo di base del censimen-to, ad eccezione di alcuni cambiamenti apportati nel tempo relativamente alle fun-zioni e ai compiti assegnati ai vari organi coinvolti, è rimasto pressoché inalterato. Gli attori principali, dunque, non sono cambiati, se ne sono aggiunti di nuovi, so-prattutto nell’ambito degli organi intermedi. Ciò che invece è mutato significati-vamente è il processo censuario – le operazioni di preparazione, di raccolta e di dif-fusione dei risultati – che, per un verso, ha dovuto recepire i cambiamenti della so-cietà e necessariamente adeguarvisi, per l’altro, ha voluto appropriarsi delle inno-vazioni tecnologiche per ottimizzare il prodotto finale, puntando sul miglioramento del bilancio costi-benefici e sull’innalzamento della qualità dei dati.

Tuttavia, ripercorrendo le tappe censuarie, emerge che i cambiamenti sociali e tecnologici non sembrano aver investito l’intero processo censuario. Le più impor-tanti trasformazioni hanno riguardato soprattutto la fase preparatoria del censimen-to e la fase successiva alla raccolta dei dati, ovvero le operazioni di spoglio, classi-ficazione, elaborazione e diffusione degli stessi. La rilevazione sul campo, a ben guardare, non sembra abbia subito importanti mutamenti, a parte alcune agevola-zioni apportate dall’informatica negli ultimi due censimenti, come ad esempio il monitoraggio telematico della raccolta dei dati che ha consentito agli organi cen-suari di verificare in tempo reale le operazioni di consegna e di raccolta dei

que-stionari e di controllare le attività dei rilevatori. Ciò che, invece, è cambiato nel corso dei decenni è l’intero processo di lavorazione dei dati, ovvero quell’insieme di operazioni che trasformano i fogli di famiglia e di convivenza compilati in in-formazione statistica. Per il sistema di spoglio dei questionari, che nelle prime rile-vazioni censuarie avveniva manualmente, nel 1931 per la prima volta vennero im-piegate macchine perforatrici e selezionatrici. Nel 1961 si adottarono i calcolatori di seconda generazione per poi passare, nei censimenti più recenti, al lettore ottico. L’impiego sempre più massiccio dei prodotti tecnologici nell’elaborazione dei dati ha consentito al processo censuario di standardizzare le procedure, di predisporre accurati piani di correzione e controllo e di alleggerire il carico di lavoro. Anche la diffusione dei dati è stata caratterizzata, nel corso dei vari censimenti, da una sem-pre maggiore articolazione del piano delle pubblicazioni, attraverso l’ampliamento del ventaglio delle proposte editoriali e l’approfondimento del dettaglio informati-vo. Pure in questa ultima fase del processo censuario hanno giocato un ruolo rile-vante le innovazioni tecnologiche e informatiche, conferendo maggiore tempestivi-tà e offrendo all’utenza finale la possibilitempestivi-tà di disporre di dati prima della pubblica-zione dei volumi cartacei.

Dopo aver guardato al passato, per concludere, volgiamo ora un breve sguardo al futuro. I precedenti censimenti sono caratterizzati, potremmo dire, da una generale continuità tra passato e presente, dalla sedimentazione di un sistema di rilevazione che, sebbene ricettivo e pronto alle innovazioni, si è consolidato e perpetuato nel tempo. La prossima tornata censuaria, invece, sembra rompere in parte questa conti-nuità, apportando cambiamenti soprattutto nella rilevazione sul campo, ovvero in quella fase che tradizionalmente è rimasta pressoché inalterata nel tempo. Muteranno le modalità di consegna e di ritiro dei questionari e verranno impiegate a tale scopo fonti amministrative; questo censimento, inoltre, parlerà per la prima volta anche il linguaggio del campionamento, diversificherà il questionario in base all’ampiezza demografica dei comuni e, non ultimo, dovrà sottostare ad alcuni vincoli del primo regolamento europeo che introduce una sorta di “tempestività forzata”, fissando il termine ultimo per la diffusione di gran parte dei dati censuari a marzo 2014.

Prospetto 1 - I censimenti della popolazione dall’Unità del Regno all’Italia liberale DATA DI RIFERIMENTO Organi che partecipano alla rilevazione

Principali fasi e processi delle rilevazioni censuarie

Lavori preparatori Raccolta dei dati

Spoglio, elaborazione e diffusione dei dati e altre attività successive alla raccolta 31.12.1861 31.12.1871 (a) 31.12.1881 (b) Organi centrali: - Ufficio Centrale di statistica presso il Ministero dell’Agricoltura, industria e commercio - Direzione generale della statistica (dal 1881) Definizione degli obiettivi e della strategia censuaria, redazione dei contenuti dei modelli di rilevazione, delle Circolari sulle Istruzioni agli organi intermedi e locali Stampa e spedizione delle Schede di censimento agli organi intermedi Alta direzione e sorveglianza dell’operazione di raccolta dei dati. Uniformità delle regole e delle istruzioni durante la somministrazione dei modelli di rilevazione Risposte ai dubbi e gestione delle eventuali emergenze nel corso della rilevazione

Compilazione per Compartimenti e per tutto il Regno dei dati riassuntivi della popolazione di diritto (legale) e della popolazione

di fatto (presente). Nel 1881, Revisione delle Schede di censimento, delle Cartoline individuali e di tutti i prospetti riassuntivi, Spoglio e Classificazione delle Cartoline individuali Organi intermedi: - Uffici temporanei di censimento - Prefetti e Sottoprefetti - Commissari distrettuali

Verifica dei lavori preliminari da parte dei Comuni, della loro suddivisione territoriale in Sezioni, della Denominazione delle vie e della Numerazione civica Nomina dei Commissari locali Invio delle schede di censimento ai Comuni

Solleciti ai Comuni per la raccolta dei dati Vigilanza sull’opera di raccolta dei dati, sul regolare andamento della rilevazione e sulle classificazioni delle cartoline individuali da parte dei Comuni

Controllo del materiale ricevuto da tutti i Comuni, Compilazione dei prospetti riassuntivi per Circondario e invio all'Ufficio Centrale di statistica Organi locali: - Comuni - Giunte comunali di statistica - Commissioni locali di censimento - Sindaci - Commessi di censimento

Divisione del territorio comunale in Centri di popolazione (centri principali, secondari eccetera), in Isolati, Frazioni e Sezioni (dal 1871), Denominazione delle vie e Numerazione civica (dal 1871) Scelta dei commissari locali

Scelta dei commessi di censimento

Consegna e ritiro delle schede di censimento tramite i Commessi con attività di assistenza per l’auto-compilazione dei rispondenti

Riordino delle schede di censimento ritirate Nel censimento 1881, compilazione dei prospetti riassuntivi per Sezione e invio agli Uffici temporanei di censimento presso i Prefetti

Trascrizione delle notizie delle Schede di censimento sulle Cartoline individuali, Spoglio e Classificazione delle Cartoline e invio all’Ufficio Centrale di Statistica Nel 1871 e nel 1881, compilazione degli elenchi nominativi per

l’aggiornamento del Registro di popolazione

(a) Il censimento del 1861 accertò l’esistenza di colonie di italiani in diversi paesi europei e del Mediterraneo. Nel 1871 e nel 1881 fu effettuato, contemporaneamente al censimento.

(b) Nel censimento del 1881 tra gli Organi centrali erano coinvolti anche i Ministeri dell’Agricoltura, industria e com-mercio, della Guerra, della Marina e della Pubblica istruzione.

Prospetto 1 segue - I censimenti della popolazione dall’Unità del Regno all’Italia liberale

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