partire dalle tecnologie fino a risalire agli equipaggiamenti militari è un processo tipico di una strategia industriale
3.4.3 Considerazioni finali e esempi
3.4.3 Considerazioni finali e esempi
L’attuale difficile congiuntura economica, sia a livello nazionale che europeo, insieme ad alcune scelte politiche degli ultimi anni, hanno favorito l’emergere in Francia di un sentimento generale di “abbandono” delle capacità industriali del paese. In questo quadro si inserisce l’elezione della nuova amministrazione francese e del Presidente Hollande, nei mesi di maggio e giugno 2012. Durante la campagna elettorale e i primi 100 giorni dell’attività della nuova amministrazione, l’accento è stato posto sulla necessità di salvaguardare e sviluppare l’industria nazionale, tanto che, ad esempio, il Ministero delle Attività Produttive è stato ribattezzato Ministero della Ricostruzione Industriale. Questo nuovo contesto politico non può tuttavia ignorare la difficile situazione economica e di bilancio del paese. Verosimilmente, quindi, lo Stato francese si troverà in futuro a dover modulare in modo ancora più ragguardevole le attività di ricerca e di procurement, nonché il sostegno all’export, verso quelle attività considerate come strategiche.
Recentemente, il gruppo MBDA ha realizzato uno studio econometrico per la DGA sull’attività missilistica in Francia. Dallo studio, che non è stato reso pubblico,30 emerge come il contributo di tale attività all’economia francese sia maggiore degli investimenti dello Stato, generando attività economiche del valore di 605 milioni di euro (di cui 331 derivano dall’export) contro un investimento di 200 milioni di euro provenienti dal bilancio
30 Intervista dell’autore con dei rappresentanti di MBDA France. Questo studio è citato anche dal rapporto senatoriale n. 634, alla pagina 34.
nazionale della difesa. Altri studi, anch’essi riservati, mostrerebbero che le capacità industriali militari “critiche” – che possono essere considerate delle KSA – generano 1,6 euro di attività economica (impieghi diretti e indiretti, IVA, contributi vari, IRPEF) per ogni euro investito dallo Stato. Questi studi, promossi dalla BITD francese, sono stati condotti per sollecitare le autorità a prendere coscienza del ritorno economico degli investimenti erogati negli anni passati (in particolare negli anni ‘80 e ‘90 per quel che riguarda il settore missilistico) e per mettere in evidenza come una forte presenza dello Stato nei settori dell’aeronautica e della difesa generi attività economica, mentre nei settori in cui ciò non avviene, come quello automobilistico, si riscontrano notevoli difficoltà dal punto di vista industriale e scarsi ritorni fiscali per lo Stato. La proliferazione di questi studi è ovviamente legata alla crisi economica e finanziaria, e alla prospettiva – certamente non rosea per la BITD francese – di forti riduzioni del bilancio della difesa nazionale. Se il bilancio nazionale è ufficialmente salvaguardato (la Lettre de cadrage budgétaire e la Lettre plafond che fissano le attribuzioni per l’anno 2013 in termini di budget e personale hanno imposto al Ministero della Difesa dei tagli lineari uguali a quelli degli altri Ministeri), un’analisi più attenta mostra una situazione particolarmente difficile. Le attuali indicazioni tengono conto unicamente del progetto di legge finanziaria rettificativo per l’anno 2012 che ha agito essenzialmente sulla leva fiscale. Tuttavia, per centrare gli obiettivi di riduzione del deficit in conformità con gli impegni assunti con la Commissione Europea, la Francia dovrà necessariamente attuare delle forti riduzioni di spesa. Per rispettare gli impegni stabiliti dalla Legge di Programmazione Militare 2009-201431 (rispetto ai quali tra i 2 e i 3 miliardi di euro di crediti mancano già all’appello), dovrebbero essere globalmente reperiti tra i 7 e i 9 miliardi di euro. Dato che il Presidente Hollande ha confermato la strategia in termini di dissuasione nucleare (e quindi i crediti associati), questi fondi potranno essere reperiti unicamente attraverso una nuova riduzione del formato delle Forze Armate, oppure con una riduzione del budget dedicato agli investimenti. Un rapporto del Senato,32 parte integrante esso stesso della preparazione del nuovo Libro Bianco, ha sottolineato gli effetti drammatici sulla comunità militare dei tagli imposti dall’ex Presidente Sarkozy e ha sconsigliato fortemente nuove riduzioni del formato. Resterebbero quindi le spese di investimento, per ridurre le quali una migliore gerarchizzazione e un’identificazione più chiara delle attività chiave sarà necessaria. In quest’ottica, le imprese francesi che
31 Legge n. 2009-928 del 29 luglio 2009 relativa alla programmazione militare per il periodo 2009-2014.
32 Rapporto di informazione di Jean-Marc Pastor, André Dulait, Jacques Berthou, Michelle Demessine, Jacques Gautier, Alain Gournac, Christian Namy e Alain Néri, a nome della Commissione Affari Esteri e Difesa, n. 680 (2011-2012), 18 luglio 2012.
operano nel campo della difesa, preoccupate per i possibili tagli ai budget di Research and Technology (R&T) e Research and Development (R&D), cercano di influenzare i decisori politici nel tentativo di salvaguardare i propri programmi, chiedendo in particolare un sostegno più vigoroso nel campo dell’export.
Conformemente alla lettre de mission del Presidente Hollande, la nuova Commissione per il Libro Bianco dovrà quindi decidere se stabilire un nuovo formato delle Forze Armate (punto 1 della lettre) che potrebbe permettere di attuare delle economie di bilancio. Dato che quest’ultime saranno probabilmente insufficienti, la lettera di missione offre in filigrana una metodologia per la gerarchizzazione dei tagli, stabilendo che la priorità dovrà essere data alle “3 autonomie” (appréciation, décision, action). Ma queste priorità dovranno tenere conto degli interessi industriali, tecnologici che concorrono alla sovranità e all’autonomia strategica francese (punto 3 della lettera) e della condizione del personale (punto 4 della lettera). Un’equazione che sembra di difficile soluzione, ma che ha almeno il pregio di dare delle indicazioni metodologiche sull’identificazione futura delle KSA francesi che dovranno essere tradotte nella redazione del Libro Bianco, e negli altri documenti pianificativi che ne seguiranno.
Allo stato attuale, le autorità francesi seguono con attenzione, in termini di finanziamenti per la ricerca, sostegno all’export, e relazioni contrattuali, le società nazionali produttrici di attività che possiamo definire come KSA (nonostante ad oggi non esista una metodologia chiara di identificazione di quest’ultime). Per esempio, durante la presidenza Sarkozy, l’industria Dassault Aviation ha usufruito di un sostegno indefettibile sul mercato dell’export per la vendita di caccia-bombardieri Rafale, che assicurano la componente aereoportata della dissuasione nucleare. Risulta tuttavia difficile stabilire quanto il trattamento privilegiato o il sostegno dato ad una certa industria, prodotto o capacità, sia legato ad un’analisi della strategicità dello stesso, o alla vicinanza politica del gruppo con l’autorità politica in carica.
3.5 Conclusioni
L’obiettivo di questo studio, ovvero la descrizione della metodologia di identificazione delle capacità strategiche chiave in Francia, è soltanto parzialmente raggiunto. La nozione di
KSA viene vista con un certo sospetto dalle autorità francesi che evitano volontariamente di utilizzare tale nozione nonché di presentare pubblicamente la metodologia alla base della scelta dei settori da tutelare in materia di controllo degli investimenti esteri, oppure i settori per i quali l’esenzione ex. art. 346 del TFUE viene invocata. Detto ciò, questo studio presenta le modalità con cui l’analisi strategica avviene in Francia, e l’impulso politico alla base di essa, dando vita all’elaborazione delle politiche di difesa. In particolare, è stato sottolineato il ruolo della DGA nell’identificazione delle tecnologie e delle capacità industriali da salvaguardare e da preservare sul suolo francese.
Tale situazione è tuttavia destinata ad evolversi con la futura pubblicazione del nuovo Libro Bianco sulla Difesa e la Sicurezza Nazionale, basato sulla lettre de mission redatta dal Presidente Hollande. Tale documento dovrebbe sfociare in una gerarchizzazione delle priorità della politica di difesa francese e in una migliore definizione, diretta o indiretta, delle KSA francesi che tenga conto dell’obiettivo fissato dal Presidente della Repubblica di dare impulso alla cooperazione europea nel settore della difesa.
La Commissione responsabile di redigere il Libro Bianco si potrà avvalere delle conclusioni contenute in sei rapporti parlamentari (due tra questi, rispettivamente sulle capacità industriali militari critiche e sul formato delle Forze Armate sono citati in questo studio) nonché dei lavori di una seconda Commissione, presieduta dall’ex Ministro degli Esteri Hubert Vedrine, incaricata di procedere ad una valutazione dei risultati ottenuti in seguito al reinserimento nel comando militare integrato della NATO. Dopo la convalida del nuovo Libro Bianco, sarà redatta una nuova Legge di Programmazione Militare tenendo conto degli imperativi di riduzione del deficit e delle decisioni contenute nel Libro Bianco. Il bilancio 2014, dopo un anno di transizione, dovrebbe dunque vedere un forte ridimensionamento dello sforzo finanziario francese in materia di difesa. Per gestire al meglio questo sforzo, la Commissione presieduta da Jean-Marie Guéhenno dovrebbe interessarsi alla creazione di una metodologia di identificazione delle KSA più precisa. Ad oggi, la Commissione sembra iniziare i suoi lavori concentrandosi sulla necessità di approfondire l’integrazione europea nel settore della difesa, ma anche di salvaguardare l’autonomia strategica francese, intesa come autonomia di analisi, decisione e azione (le tre autonomie descritte in questo studio). Per proteggere queste autonomie, il nuovo Libro Bianco dovrebbe provare a conciliare la riduzione del bilancio per la difesa con la protezione delle capacità industriali nazionali. Le decisioni prese terranno conto degli
esercizi di prospettiva geo-strategica e operativa descritti in questo studio, delle ambizioni francesi in termini di difesa, e delle evoluzioni in materia di Pooling & Sharing e di Smart Defence. Tenendo conto di tutto ciò, la Commissione dovrà determinare una metodologia per individuare le capacità strategiche chiave che lo Stato francese intende proteggere, e di conseguenza salvaguardare il tessuto industriale che produce tali capacità, le materie prime e la capacità di assicurarsi una adeguata security of supply. Ciò presuppone che il nuovo Libro Bianco delimiti in modo ancora più chiaro la strategia nazionale di procurement (quali capacità acquistare in regime di concorrenza e quali no), la strategia industriale (come salvaguardare le tecnologie e le capacità industriali in Francia; se favorire la creazione di monopoli industriali nazionali o di campioni europei; quale sostegno alle esportazioni), nonché una metodologia per conciliare queste due esigenze che potrebbero risultare contraddittorie.
4.1 Introduzione
E’ difficile individuare una definizione chiara e univoca di cosa costituisca una attività strategica chiave (“Key Strategic Activities”, KSA) in Germania. In assenza di una politica ufficiale e di una legislazione specifica al riguardo, risulta arduo indicare una metodologia precisa o un processo definito che porti alla loro identificazione. In termini generali, la Costituzione rifiuta l’intervento pubblico nel settore privato, ivi compreso quello della difesa. Eccezioni sono previste per una serie molto limitata di casi. Di conseguenza, una politica ufficiale a sostegno delle attività industriali nazionali nel settore della difesa infrangerebbe la Costituzione nonché la legislazione comunitaria. La stessa logica si applica alle imprese che operano in settori non legati alla sicurezza e alla difesa.
E’ tuttavia importante sottolineare come la Germania abbia sviluppato, a livello non ufficiale, una serie di strumenti per supportare le proprie imprese nel settore industriale della difesa. La linea politica di tale settore viene elaborata da un numero ristretto di attori, tra i quali rivestono un ruolo di primo piano il Ministero della Difesa, il Ministero dell’Economia e Tecnologia e l’Ufficio del Cancelliere. Anche i membri del Parlamento, su base individuale, ricoprono uno spazio d’intervento rilevante. L’importanza strategica di tutelare l’industria della difesa nazionale è condivisa da tutti gli attori sopracitati e si concretizza, in particolare, acquistando articoli della difesa prodotti sul suolo tedesco e salvaguardando la capacità di produzione nazionale.
Tali politiche non ufficiali volte a tutelare le imprese operanti nel settore della difesa non sono tuttavia parte integrante di un approccio globale alle KSA che tenga conto della base tecnologica e industriale della difesa (Defence Technological and Industrial Base, DTIB) nel suo complesso. Nella prassi, il Governo individua certe capacità strategiche come