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L’importanza delle considerazioni industriali

Nel documento Le attività strategiche chiave (pagine 65-68)

partire dalle tecnologie fino a risalire agli equipaggiamenti militari è un processo tipico di una strategia industriale

3.3 L’importanza delle considerazioni industriali

La DGA rifiuta categoricamente la possibilità che le imprese che compongono la Base Industriale e Tecnologica di Difesa (BITD) nazionale abbiano una qualsivoglia influenza nell’identificazione delle attività strategiche nazionali. Secondo tale visione, il ruolo della BITD dovrebbe limitarsi ad una azione di supporto verso la DGA nell’individuare di comune accordo le tecnologie necessarie per rispondere al quadro strategico identificato dalla “Visione strategica su 30 anni” della DAS e dal “PP30” della DGA. Una volta stabilito questo principio generale, l’osservazione in pratica delle interazioni tra il mondo

dell’industria della difesa e i responsabili politici fa ipotizzare che questo principio generale faccia necessariamente i conti con delle considerazioni contingenti.

Il rapporto senatoriale n. 634 sottolinea come la salvaguardia della BITD nazionale ha da sempre avuto la priorità sulle esigenze operative delle Forze Armate. E’ possibile altresì notare che il Libro Bianco del 2008 definiva la strategia di procurement nazionale all’interno del capitolo dedicato alla politica industriale. Se le considerazioni di politica industriale primeggiano su quelle operative ciò è dovuto in parte alla forza della DGA nell’ordinamento francese, il che tuttavia non vuol dire che il punto di vista delle singole imprese primeggi. Il forte legame – anche azionario – esistente tra lo Stato e la sua base industriale di difesa, potrebbe far pensare ad una difesa di quest’ultima e, viceversa ad un ruolo di influenza molto forte del Governo nella condotta degli affari delle industrie, in parte grazie alla partecipazione diretta dello Stato nel capitale di grandi imprese quali Thales, Safran, EADS, Nexter e DCNS. Non bisogna tuttavia sopravvalutare questa influenza rispetto a quella che si può riscontrare in altri Stati, dove il Governo centrale ha naturalmente un’influenza dato il suo ruolo di cliente e regolatore, pur senza essere presente nell’azionariato della società. Il controllo azionariale non dà sistematicamente al Governo francese un potere illimitato sulla BITD nazionale. Un esempio è costituito dalla volontà dell’amministrazione Sarkozy di procedere ad una fusione delle attività di Safran e Thales nei settori dell’optronica e della navigazione inerziale. Nonostante il fatto che lo Stato sia l’azionista maggioritario dei due gruppi, è risultato impossibile all’ex Presidente Sarkozy e al governo Fillon far accettare ai due gruppi la soluzione proposta – soluzione che avrebbe permesso alla DGA di avere un interlocutore unico in questi due segmenti e di ridurre i finanziamenti per la ricerca. Un compromesso minimalista è stato finalmente siglato tra le parti, nonostante l’ex Presidente Sarkozy si fosse esposto pubblicamente in favore di una fusione al salone internazionale dell'aeronautica e dello spazio di Le Bourget nel luglio 2011.

Allo stesso tempo, l’amministrazione Sarkozy ha proceduto attivamente alla ristrutturazione della BITD francese, mettendo il gruppo Dassault al centro del sistema, e creando un embrione di “campione nazionale francese” intorno al gruppo Thales. La famiglia Dassault è diventata l’azionario industriale di riferimento del gruppo (con il 26%

delle azioni contro il 27% dello Stato) dopo la fusione Alcatel/Lucent e la cessione delle quote di Alcatel in Thales al gruppo Dassault. Quest’ultimo ha promosso una politica di

espansione del gruppo Thales, che si è tradotta nell’acquisto di una quota del 35% del capitale dei cantieri navali militari francesi (DCNS) e in una proposta di acquisto di una quota del gruppo Nexter (armamento terrestre). L’apporto, voluto dall’ex Presidente Sarkozy, al gruppo Thales di alcune attività della società Safran avrebbe rafforzato ancora di più la società. L’aumento dell’influenza dei gruppi Dassault e Thales è stato concomitante alla degradazione delle relazioni franco-tedesche nel settore della difesa – legato ad una serie di avvenimenti quali il conflitto in Libia, il trattato bilaterale franco-britannico di Lancaster House ed una certa dose di tensioni industriali – e ad una marginalizzazione del gruppo EADS e in particolare della divisione difesa Cassidian, percepita in Francia come una società “tedesca”. L’amicizia e la vicinanza politica tra il gruppo Dassault e l’ex Presidente della Repubblica Sarkozy non sono sembrate del tutto estranee a questo rafforzamento che si è tradotto in un processo di “rinazionalizzazione”

della BITD francese che, se portato a termine, avrebbe reso Thales l’equivalente francese di BAE Systems o di Finmeccanica. La nuova amministrazione Hollande (cosi come il Partito Socialista durante la fase di opposizione alla presidenza Sarkozy tra il 2007 e il 2012) sembra estremamente critica nei confronti della centralità affidata al gruppo Dassault (presente anche nel settore dei media, ad esempio con il quotidiano Le Figaro) facendo dunque presagire possibili cambiamenti della politica industriale francese (ridando importanza al gruppo EADS, e mettendo per esempio al centro del sistema il gruppo Safran). Il rapporto senatoriale n. 634 afferma che l’enunciazione di una strategia di procurement a lungo termine chiara e che bilanci le necessità industriali con quelle delle Forze Armate permetterebbe di evitare un’ influenza troppo forte della BITD nella gestione della politica di equipaggiamento delle Forze Armate, quale che sia il colore politico dell’amministrazione. Tutti questi fattori e la congiuntura politica possono cambiare in modo puntuale l’allocazione di risorse e l’ordine delle priorità, ma non impattano i principi generali e la delimitazione dei domaines de souveraineté, grazie anche al “filtro” e all’importanza del ruolo della DGA.

Una volta stabilita a grandi linee il tipo di influenza esercitata dalla BITD francese, e restringendo l’analisi alla sola identificazione delle KSA a livello nazionale, è importante notare come il ruolo della BITD sia “ufficialmente” limitato. Ad esempio, la richiesta del Conseil des industries de défense françaises (CIDEF) – una lobby industriale del settore della difesa – di partecipare ai lavori della Commissione che redigerà il nuovo Libro Bianco, è stata rifiutata, limitando la sua partecipazione alle sole sessioni che tratteranno

di questioni industriali. Detto ciò, le relazioni tra la BITD e l’Amministrazione sono ovviamente molto forti. La quasi totalità delle grandi imprese francesi lavorano in qualche modo ad almeno una capacità tecnologica che può essere considerata “chiave” – ad esempio, nel campo della dissuasione nucleare operano, anche se con attività diverse, la MBDA, EADS, Safran, Dassault, DCNS e altri. Lo Stato è inoltre presente, direttamente o indirettamente, nel capitale di tutte le grandi società (in MBDA e Dassault lo Stato è presente tramite EADS). Per di più, la relazione tra BITD e DGA è quotidiana e di forte collaborazione. Nel caso di un investimento estero in un’impresa che agisce nel settore della difesa, la DGA, nonostante la sua attività di monitoring, agisce di concerto con i grandi prime contractors per capire la valenza strategica dell’impresa oggetto del tentativo di investimento. La DGA chiede la cooperazione dei prime contractors per capire esattamente su quali programmi, con quali prodotti, e con quale grado di strategicità, l’impresa che potrebbe essere oggetto di un takeover lavora, in modo da valutare se accettare o meno l’investimento.

3.4 Quali sistemi di tutela e protezione per le KSA ?

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