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Gli attori

Nel documento Le attività strategiche chiave (pagine 87-91)

Le attività strategiche chiave in Germania

4.3 KSA: “Definizione” e processo decisionale

4.3.1 Gli attori

La politica industriale tedesca nel settore della difesa è condotta da un gruppo limitato di attori appartenenti al Governo, al Parlamento e al mondo dell’industria. Per quanto riguarda il Governo, si tratta essenzialmente dei Ministeri della Difesa e dell’Economia nonché dell’Ufficio del Cancelliere. Tali attori rivestono un ruolo importante nella gestione

degli affari industriali, e di conseguenza, nella definizione di cosa costituisca un’attività strategica chiave.

Il Ministero della Difesa e l’Ufficio del Cancelliere

Il Ministero della Difesa (MoD) e l’Ufficio del Cancelliere condividono una visione piuttosto similare sulle politiche industriali da attuare in tale settore. Il primo ha dimostrato una certa predilezione per quelle imprese che dipendono dallo Stato, garantendo così un grado di controllo nei confronti dell’impresa stessa. Al tempo stesso, vede con diffidenza la stipula di contratti con imprese estere, temendo di non riuscire a far rispettare il contratto nel caso di contenziosi.

In generale, il MoD è piuttosto esitante nell’intervenire sul tema delle attività strategiche chiave, ritenendo di conseguenza che una valutazione caso per caso costituisca al momento la migliore strategia. Nel caso fosse necessario pervenire ad una definizione precisa di cosa si intenda per attività strategiche chiave, il Ministero preferirebbe indicare le capacità industriali di pari passo con i bisogni operativi delle Forze Armate. Questo approccio è stato indicato nelle Linee Politiche Guida della Difesa (Defence Political Guidelines) pubblicate dal Ministero nel 2011. Tuttavia, il MoD preferirebbe comunque attendere la conclusione della riforma del settore della difesa, iniziata nel 2010, con l’obiettivo di valutare quali siano le capacità militari che “sopravviveranno” ai tagli imposti al bilancio. Tale processo servirà dunque al Ministero come base per analizzare, da una sua prospettiva, gli elementi essenziali della base tecnologica e industriale nel settore della difesa.

Le priorità che il MoD ritiene fondamentali per poter definire delle capacità strategiche chiave sono quelle in grado di:

1. Contribuire alle capacità militari nazionali;

2. Accedere a programmi internazionali nel settore degli armamenti nonché ad operazioni multinazionali;

3. Generare un ritorno in termini economici e di influenza politica.

Un approccio alternativo suggerito dal Ministero potrebbe essere quello di classificare i diversi settori industriali, e le relative imprese, in base ai seguenti criteri, coniugando i propri interessi operativi con l’offerta industriale:

1. La domanda del Ministero della Difesa (a livello nazionale) per uno specifico prodotto industriale;

2. La tutela a livello internazionale dei national champions;

3. La rilevanza marginale.

Si tratterebbe poi di dedurre dal portafoglio delle capacità le seguenti aree:

1. Aree dove le capacità militari corrispondono a capacità industriali esistenti;

2. Aree dove le capacità militari dovrebbero corrispondere a capacità industriali attualmente non esistenti;

3. Aree di pianificazione per il futuro.

In generale, però, il Ministero risulta piuttosto scettico nel ritenere che esplicitare cosa costituisca una attività strategica chiave possa portare ad una identificazione di determinati settori industriali o addirittura di specifiche imprese. Viceversa, potrebbe ritenere più appropriato porre l’attenzione su aree ben definite come l’optoelettronica, o specifiche aree di ricerca nel settore della difesa come la scienza dei materiali.

Nel caso in cui una società estera rilevi un’impresa tedesca, il Ministero della Difesa dovrebbe valutare l’impatto per le proprie Forze Armate e le conseguenze per la sicurezza degli approvvigionamenti (come cambierebbe la security of supply e quali potrebbero essere i fornitori alternativi?).

Il Ministero dell’Economia e della Tecnologia

Ufficialmente, il Ministero Federale dell’Economia e della Tecnologia (BMWi) non offre un sostengo settoriale bensì orizzontale, non occupandosi di specifiche imprese ma piuttosto di quelle capacità, tecnologie e settori di competenza che dovrebbero essere tutelati e ampliati. Si occupa anche di sostenere le imprese tedesche che esportano i propri prodotti all’estero.

Il Parlamento

Sulla carta, il Parlamento riveste un ruolo importante nel processo decisionale che riguarda l’industria della difesa. Tale ruolo deriva soprattutto dalla cosiddetta “clausola dei 25 milioni” (“25 Million Act”) e dal relativo atto di autorizzazione/esecuzione (Ermächtigungsvorlage). Tale clausola stabilisce che i progetti il cui costo superi i 25 milioni di euro debbano essere approvati dal Parlamento. L’atto di autorizzazione specifica che sono soggetti all’approvazione del Parlamento anche i progetti per i quali è previsto il finanziamento dal budget federale o nel caso in cui questo venisse prolungato per diversi anni.

Tradizionalmente, le due Camere del Parlamento – la Camera Federale (Bundestag) e la Camera delle Regioni (Bundesrat) – non attribuiscono una grande importanza alle questioni legate all’industria della difesa. Raramente queste ultime sono state oggetto di dibattito parlamentare sin dall’unificazione delle due Germanie nel 1990.

La competenza per le questioni inerenti tale settore non è formalmente attribuita a nessuna specifica Commissione parlamentare. Oltretutto il Parlamento non è preparato per affrontare tali tematiche, sia per mancanza di risorse che di competenze. Nel periodo 2006-2009, il Parlamento ha costituito un gruppo parlamentare rapporteur (Berichterstattergruppe) con il compito di valutare il livello nazionale ed europeo di R&D nonché la cooperazione nel settore degli armamenti. Sebbene l’obiettivo del gruppo fosse quello di proporre delle policy options, esso non è giunto a nessuna conclusione utile.34

Di conseguenza rimane all’iniziativa dei singoli membri del Parlamento individuare – ed eventualmente sostenere – aree industriali di specifico interesse. Non stupisce che si occupino di questioni di politica industriale soprattutto quei parlamentari che annoverano tra il loro elettorato imprese che operano nel settore della difesa. Puntando alla rielezione, il coinvolgimento dei parlamentari tedeschi è quindi influenzato dalla difesa di interessi puramente locali, in particolare per ciò che concerne la tassazione e i posti di lavoro. La loro attenzione non è dunque centrata sull’impatto che la DTIB tedesca ha sulla sicurezza del paese ma piuttosto su quale impresa potrà trarre beneficio dal procurement del Ministero della Difesa. Di conseguenza, questo limitato interesse dei parlamentari accresce enormemente lo spazio di manovra degli attori governativi.

34 Il rapporto datato 22 aprile 2009 non è stato reso pubblico.

Nel documento Le attività strategiche chiave (pagine 87-91)