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Le strategie del Regno Unito nel campo industriale e tecnologico della difesa

Nel documento Le attività strategiche chiave (pagine 115-119)

Le attività strategiche chiave nel Regno Unito

5.1 La definizione delle attività strategiche chiave nel settore della difesa

5.1.5 Le strategie del Regno Unito nel campo industriale e tecnologico della difesa

Nei primi cinque anni del Governo Laburista le riforme nel settore della difesa si sono concentrate sul lato della domanda. Nell’ottobre del 2002, annunciando la sua Politica Industriale di Difesa (DIP), il Ministero della Difesa ha spostato l’attenzione sul lato dell’offerta. La DIP aveva l’obiettivo di fornire un quadro più chiaro sia per le procedure di procurement, sia per le iniziative di ricerca e sviluppo nel settore della difesa. Definendo un contesto migliore per lo sviluppo industriale, il Governo sperava inoltre di migliorare la competitività delle aziende britanniche nel campo della difesa. Alla DIP hanno fatto seguito due documenti più dettagliati sulla Defence Industrial Strategy (DIS) e sulla Defence Technology Strategy (DTS). Lo scopo principale dell’iniziativa del Governo era identificare le capacità chiave per il Regno Unito e fornire un chiaro insieme di principi sui quali basare gli investimenti industriali.

The Defence Industrial Policy

Il maggiore cambiamento culturale seguito alla Defence Industrial Policy (DIP)62 del 2002 è stato un nuovo approccio alla competizione. Il principio della libera competizione, sia a livello di prime contractors che di fornitori, rimane la base delle politiche di procurement del Ministero della Difesa per raggiungere un approccio equilibrato tra qualità e costi e per sviluppare una base industriale efficiente e innovativa. Tuttavia, il Ministero non prevede di ricorrere a forme di libera competizione dove questa non possa offrire vantaggi di lungo periodo in termini di value-for-money, di mantenimento della sovranità tecnologica o di protezione delle capacità chiave dell’industria della difesa. Questo contempla, dove necessario, la possibilità di istituire partnerships. Il Ministero della Difesa ha promesso inoltre una maggiore trasparenza e inclusione nel processo decisionale sul procurement, per permettere alla parte industriale di rafforzare il dialogo con le istituzioni e accrescere, in questo modo, l’efficienza del decision-making.

62 Ministero della Difesa, Defence Industrial Policy, Ottobre 2002. Disponibile online:

http://www.mod.uk/NR/rdonlyres/25726BCE-8DD6-4273-BE8D-6960738BEE0A/0/polpaper5_defence_industrial.pdf

Buona parte degli aspetti della DIP sono comunque reiterazioni dei solidi principi sul procurement applicati nel Regno Unito, tra cui il ricorso a forme di collaborazione internazionale, il sostegno a un mercato europeo della difesa più aperto e competitivo, il miglioramento del regime regolatorio per il trasferimento tecnologico a livello transatlantico, la necessità di considerare esigenze di export nel prendere decisioni sul procurement, e l’adozione di strategie di de-risking nello sviluppo di programmi tramite investimenti anticipati. La DIP sottolinea l’importanza delle attività di ricerca e sviluppo per il mantenimento della sovranità tecnologico-industriale, pur sottolineando i limiti legati alla situazione finanziaria e la necessità di definire in modo chiaro le priorità in materia. Si pone inoltre ulteriore enfasi sulla necessità di intercettare i flussi nel settore della tecnologia civile e sul miglioramento dell’uso della partnership Governo-industria sia nel settore della difesa che in quello civile. La DIP indica anche che il Ministero della Difesa, con particolare attenzione alla gestione dei processi di ammodernamento e manutenzione, sia incaricato della verifica dell’abilità di una azienda nel gestire rischi commerciali e tecnologici dei contratti a lungo termine. Un piano di attuazione di questi principi è stato elaborato in modo più dettagliato nella Defence Industrial Strategy.

La Defence Industrial Strategy

La Defence Industrial Strategy (DIS)63 è stata elaborata in tempi particolarmente stretti, a causa dell’insistenza del Ministro per il Procurement della Difesa, Lord Drayson.

Quest’ultimo ha insistito sulla pubblicazione tempestiva del documento al fine di permettere all’industria di effettuare le necessarie modifiche e decisioni di investimento. Il Ministero della Difesa, inoltre, aveva bisogno di prendere decisioni su alcune importanti questioni di procurement trattate dalla DIS, tra cui la spinosa questione delle portaerei.

Secondo il Ministero della Difesa, la DIS avrebbe dovuto portare avanti la Defence Industrial Policy del paese attraverso una maggiore trasparenza e visibilità dei futuri bisogni della difesa e, per la prima volta, determinando quelle capacità industriali necessarie al Regno Unito per continuare a utilizzare lo strumento militare per mantenere la propria sovranità e quindi difendere la sicurezza nazionale. La DIS contiene chiari riferimenti alle sfide del futuro: in particolare, sottolinea le limitate opportunità per la progettazione e produzione di nuove piattaforme militari, ponendo invece l’enfasi su attività

63 Defence Industrial Strategy, Defence White Paper, Dicembre 2005. Disponibile online:

http://www.mod.uk/NR/rdonlyres/F530ED6C-F80C-4F24-8438-0B587CC4BF4D/0/def_industrial_strategy_wp_cm6697.pdf

quali la manutenzione e l’ammodernamento dell’equipaggiamento militare nel corso della sua vita operativa. L’individuazione di tali novità nell’approvvigionamento e gestione degli equipaggiamenti ha forti implicazioni sul livello e sulla natura delle capacità industriali e tecnologiche che l’industria britannica dovrebbe essere in grado di mantenere. A tal fine, lo sviluppo di un rapporto di partnership di lungo periodo tra Ministero e industria per la fornitura di servizi di manutenzione e ammodernamento diventa un elemento centrale per il funzionamento del nuovo business model elaborato dalla difesa britannica.

Il mantenimento della sovranità, nello specifico nella sua accezione di “sovranità operativa”, è stato il primo concetto organizzativo definito dall’approccio britannico alla politica industriale di difesa elaborato nella DIS. Il Ministero della Difesa ha riconosciuto che parte significativa delle proprie necessità di equipaggiamento sarebbero state soddisfatte da fornitori stranieri, o da compagnie presenti nel Regno Unito ma di proprietà estera. Di per sé, il fatto che tali compagnie fossero controllate da capitali stranieri non sarebbe stato un problema per il Ministero della Difesa, purché la tecnologia e l’attività industriale (incluse le conseguenti ricadute occupazionali) fossero rimaste nel territorio del Regno Unito. Questo è infatti dimostrato dalla presenza sul mercato britannico dei principali gruppi stranieri – tra cui Lockheed Martin, Thales e Finmeccanica – che hanno agito da utile contrappeso nei confronti di BAE Systems come prime contractors o come fornitori di servizi di manutenzione e ammodernamento degli equipaggiamenti per la difesa. Con la pubblicazione della DIS, il Ministero della Difesa si è posto l’obiettivo di indicare in modo chiaro all’industria quei settori “dove sono necessarie particolari capacità industriali per mantenere la sicurezza nazionale e la capacità sovrana di usare le Forze Armate in base alle necessità determinate dalle scelte del Governo”. Il concetto è stato ripreso da Lord Drayson, secondo il quale il Regno Unito deve “mantenere un livello di sovranità sulle competenze e capacità industriali e sulla tecnologia adatto a garantire l’indipendenza operativa” in caso di operazioni militari alle quali il paese ritenga necessario partecipare. Il concetto di sovranità definito nel documento si articola su tre dimensioni:

1. Garanzia strategica di attività e competenze da mantenere all’interno del territorio nazionale in quanto forniscono tecnologie o equipaggiamenti importanti per la salvaguardia dell'integrità dello Stato, ad esempio le capacità di deterrenza nucleare;

2. Capacità di difesa, che risponde alla necessità del Ministero della Difesa di ottenere garanzie sulle performances dei propri equipaggiamenti in termini di continuità e efficienza;

3. Influenza strategica – in termini militari, diplomatici o industriali – ed il riconoscimento dei potenziali benefici tecnologici determinati da quest'ultima.

Quest’ultimo è un importante punto di partenza per le politiche adottate dal Governo. Il Ministero della Difesa deve valutare il valore generato da una determinata capacità industriale nel settore della difesa sull’economia industriale britannica, per il suo potenziale nel mercato mondiale, per la sua capacità di trasferire tecnologie nel più ampio settore delle applicazioni commerciali, o per il suo impatto regionale, in particolare sul numero e sulla qualità dell'occupazione – generata o consolidata – nel Regno Unito. Il Ministero della Difesa, tuttavia, ha chiaramente espresso come il suo obiettivo primario non sia determinare un vantaggio competitivo per l’industria inglese, ma bensì avere la certezza che gli equipaggiamenti acquistati rispondano alle esigenze delle Forze Armate in termini di capacità e che gli stessi equipaggiamenti siano adattabili e modificabili in base ad esigenze che possono emergere nel corso della loro vita operativa.

La DIS si concentra poi sulla sovranità operativa, una declinazione specifica del concetto più ampio di sovranità, per la quale il Regno Unito deve mantenere sul suo territorio (e controllare attraverso competenze sviluppate da cittadini britannici) l’abilità di gestire, mantenere e ammodernare piattaforme e sistemi chiave per la difesa. Questo approccio deriva direttamente dal concetto di sicurezza degli approvvigionamenti, largamente condiviso nell'establishment della difesa, ma che tuttavia non può essere applicato integralmente visto l'importante contributo dei progetti collaborativi internazionali nello sviluppo di nuovi equipaggiamenti per le Forze Armate. In base alle indicazioni contenute nel documento, alcune capacità industriali fondamentali potrebbero e dovrebbero essere tenute sotto diretto controllo britannico.

Nella sua Parte B, la DIS attua una dettagliata revisione delle diverse piattaforme settoriali che compongono le “capacità industriali trasversali” del settore difesa, nonché delle relative tecnologie e know-how, da mantenere sul territorio. Le aree in cui il Regno Unito deve mantenere o sviluppare le proprie capacità e competenze tecnologiche comprendono: l’ingegneria dei sistemi, il settore navale, i veicoli corazzati da combattimento (AFVs), i velivoli militari inclusi i velivoli a pilotaggio remoto (UAVs), gli

elicotteri, le munizioni, i sistemi d’arma complessi, le capacità C4ISTAR,64 la difesa CBRN,65 i sistemi per la protezione delle forze e le tecnologie per la lotta al terrorismo.

Inoltre, la DIS indentifica una serie di priorità tecnologiche per il futuro, che includono:

tecnologie di comunicazione sicure e resistenti (infrastrutture per l’informazione e crittografia), tecnologie per la trasmissione di dati e informazioni (analisi dell’immagine, identificazione dei bersagli, algoritmi per il rilevamento e la localizzazione, gestione ed estrazione dei dati, progettazione delle reti), la sensoristica (radar e ingegneria delle radiofrequenze, sensoristica per l’osservazione della terra, sonar, rilevatori di agenti chimici e biologici, integrazione di sensori), tecnologie di guida e controllo, tecnologie per il combattimento elettronico, tecnologie per la gestione di operazioni autonome e in remoto, tecnologie automatizzate e per la gestione della conoscenza, tecnologie per la fornitura di energia, e tecnologie per l’integrazione dei sistemi.

Il documento evidenzia che, nonostante queste priorità tecnologiche necessarie al rafforzamento delle capacità di difesa siano “provvisoriamente identificate nella DIS”, è necessario un ulteriore sforzo per definire le priorità di ricerca sviluppo tecnologico del Regno Unito.

La Defence Technology Strategy

La DIS è stata seguita dalla Defence Technology Strategy (DTS),66 sviluppata da un gruppo di esperti del Ministero della Difesa, del Governo più in generale, dell’industria della difesa e del mondo accademico. La DTS inizia con una definizione della natura dei cambiamenti che caratterizzano il settore delle acquisizioni di tecnologie per la difesa

Non c’è mai stata maggiore incertezza nella natura delle

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