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Il Libro Bianco della Sicurezza e Difesa Nazionale

Nel documento Le attività strategiche chiave (pagine 47-50)

Le attività strategiche chiave in Francia

3.1.3 Il Libro Bianco della Sicurezza e Difesa Nazionale

Per affinare la nozione di attività considerate come strategiche in Francia, la sola analisi degli strumenti di protezione (analizzati in seguito nello studio) non risulta sufficiente. Per capire quali attività debbano essere mantenute sul suolo nazionale secondo le autorità

francesi, è utile analizzare il Libro Bianco sulla Difesa e la Sicurezza Nazionale del 2008.19

Il Libro Bianco racchiude, per l’amministrazione francese, le linee guida per lo sviluppo della politica di sicurezza e di difesa del paese. Si tratta di un documento generalmente elaborato dal Ministero della Difesa su indicazione precisa del Presidente della Repubblica che, nella sua funzione di Capo supremo delle Forze Armate, dirige la politica estera e di difesa. Partendo da un’analisi del quadro geopolitico mondiale e delle minacce alla sicurezza e alla difesa del paese, il Libro Bianco traccia un piano di azione in materia di politica di difesa – intesa come politica che inglobi tra l’altro la politica di ricerca, la politica industriale, e le dotazioni delle Forze Armate. Il Libro Bianco definisce le grandi funzioni strategiche che sono successivamente messe in atto dalle diverse amministrazioni francesi per “costruire” la politica di difesa nazionale. La DGA, ad esempio, declina al quotidiano il Libro Bianco per tutto ciò che attiene la Base Industriale e Tecnologica della Difesa (BITD). Il Libro Bianco del 2008 è stato preceduto da altre due edizioni, una redatta nel 1972, che dettagliava la dottrina nucleare francese, e una del 1994, che si prefiggeva come obiettivo quello di adeguare le Forze Armate francesi alla multinazionalizzazione delle operazioni militari. Il Libro Bianco del 2008, invece, si proponeva di modernizzare la politica di difesa del paese per tenere conto delle evoluzioni del contesto geostrategico quali, ad esempio, il terrorismo e il processo di costruzione europeo, al fine di creare una nuova funzione strategica “connaissance et anticipation”, che doveva tradurre l’importanza odierna delle attività di prevenzione e intelligence per ottimizzare l’efficacia dell’azione nazionale in materia di politica di difesa e sicurezza.

Per quanto riguarda l’oggetto di questo studio, il Libro Bianco del 2008 è particolarmente interessante, perché codifica la teoria dei “tre cerchi”. Già nel 2004, un documento preparato dalla DGA, intitolato “Pour une autonomie compétitive en E urope: la politique d’acquisition du Ministère de la Défense”, teorizzava per la prima volta una politica di acquisizioni organizzata in tre cerchi. Cosciente delle evoluzioni profonde delle attività strategiche di difesa (tecnologizzazione, aumento dei costi, riduzione dei bilanci, europeizzazione e multinazionalizzaizione della BITD e delle politiche di difesa), il Governo francese si proponeva di articolare la sua politica in tre cerchi distinti.

19http://www.ladocumentationfrancaise.fr/rapports-publics/084000341/index.shtml#book_sample

Il primo cerchio era quello nazionale. All’interno di questo cerchio si dovevano collocare tutte le attività considerate come strategiche perché attinenti alla “sovranità nazionale”. Già all’epoca si parlava di “domaines de s ouveraineté relevant des intérêts essentiels du pays”. L’esempio della dissuasione nucleare era citato come uno dei settori all’interno del quale la Francia doveva conservare, a livello nazionale, la padronanza delle tecnologie e la capacità di elaborare, produrre e sostenere i materiali necessari, facendo in modo che queste attività si inserissero in un tessuto industriale competitivo.

Un secondo cerchio europeo (o transatlantico) includeva gli equipaggiamenti di difesa che potevano e dovevano essere sviluppati in cooperazione con altri paesi, per facilitare l’interoperabilità e mettere in comune gli investimenti.

Un terzo cerchio mondiale, infine, includeva tutti i materiali per i quali le fonti di approvvigionamento erano tante e tali da poter contare liberamente sul mercato mondiale.

I mezzi di trasporto e i dispositivi di camuffamento venivano citati nel Libro Bianco come esempio da collocare nel terzo cerchio.

Ovviamente questa segmentazione ha avuto delle conseguenze in termini di allocazione delle risorse per le attività di ricerca, di acquisto degli equipaggiamenti, di protezione o controllo delle imprese implicate nello sviluppo dei materiali. Il cerchio nazionale è tale a causa di considerazioni legate alla sicurezza degli approvvigionamenti.

Un equipaggiamento, una componente o un sistema considerato come essenziale per gli interessi di sicurezza nazionale, e per il quale si ritenga che debba esistere una sola fonte di approvvigionamento, deve essere oggetto di una attenzione particolare. La salvaguardia della fonte di approvvigionamento, e quindi dell’impresa produttrice, diventa naturalmente strategica. Nel documento del 2004 la metodologia di identificazione era volutamente vaga, per poter adattare le frontiere tra i tre cerchi in caso di necessità.

Il Libro Bianco del 2008 – su questo punto specifico, la cui elaborazione deriva quindi dall’amministrazione e non dalle autorità politiche, secondo una logica bottom-up paradossale per la definizione delle attività strategiche, anche se coerente con la padronanza del soggetto da parte della DGA – ha ripreso questa classificazione in cerchi e, pur senza apportare alcuna precisione metodologica, ha identificato con maggiore precisione i confini dei tre cerchi. Quello “nazionale” include la padronanza delle

tecnologie e della capacità di concezione, fabbricazione e sostegno degli equipaggiamenti necessari ai settori di sovranità per i quali la Francia non pensa di poter immaginare una mutualizzazione o una cooperazione, tenuto conto delle scelte politiche del paese. Risulta altresì evidente come anche questa formula sia estremamente vaga, anche alla luce del fatto che le scelte politiche variano da un governo all’altro e i settori di sovranità sono non meglio definiti. Il cerchio “europeo” viene considerevolmente allargato rispetto al documento del 2004. Il Libro Bianco del 2008 infatti afferma che, per la maggior parte degli equipaggiamenti di difesa e sicurezza, la Francia si pone come obbiettivo la creazione di una interdipendenza europea.

Questa interdipendenza dovrebbe essere basata sulle nozioni di reciprocità e di sicurezza degli approvvigionamenti. E’ interessante notare come, rispetto al documento del 2004, e nonostante la decisione praticamente simultanea dell’ex Presidente Nicolas Sarkozy di tornare a far parte del comando militare integrato della NATO, la possibilità di ricorrere alla cooperazione transatlantica non venga citata. Questa “discriminazione” deriva dall’analisi della legislazione americana su International Traffic in Arms Regulations (ITAR), che è considerata come una minaccia per la security of supply in Francia. Infine, anche il cerchio

“mondiale” viene definito in modo più dettagliato, stabilendo che il paese possa procedere ad acquisti “liberi” quando la sicurezza di approvvigionamento non è minacciata, sia perché esiste una pluralità delle fonti, sia perché è possibile costituire degli stock strategici a livello nazionale.

Nel documento Le attività strategiche chiave (pagine 47-50)