L’INNOVAZIONE DI FRONTIERA
130
applicare, interamente e bene, tutte le norme che riguardano gli stranieri nel nostro Paese, noi faremo un bel salto di 'qualità'.
Il buon funzionamento di organismi come i Consigli territoriali per l'Immigrazione, dei quali ho fatto cenno, previsti dalla legge Turco-Napoletano, va in questa direzione.
Posso anche dire che il Decreto 'flussi', che è stato appena emanato -un decreto transitorio, come voi sapete - sarà seguito, appena possibile, da un altro decreto, fatto secondo le regole della Bossi-Fini. Il nuovo decreto sarà sicuramente attento agli aspetti che è necessario conside-rare per far sì che gli immigrati che entrano nel nostro Paese vengano, il più possibile, già preparati, non solo dal punto di vista professionale, ma anche dal punto di vista culturale, consapevoli del luogo dove ven-gono a vivere e a lavorare. E questo sarà compito, principalmente, del Ministero del Lavoro, del Ministero della Pubblica istruzione, con la collaborazione di tutti coloro che possono contribuire a formare, in questo senso, i lavoratori stranieri.
Questo è un punto molto importante, secondo me, della 'qualità' che noi vogliamo: se si riesce, nei Paesi di origine - e la legge Bossi-Fini lo prevede - a formare dei lavoratori che siano convenientemente prepa-rati, credo che ciò costituirà un concreto miglioramento della 'qualità' dell'immigrazione. E so che a questo sta lavorando intensamente il dott. Silveri, che è qui con noi e che eventualmente potrà darvi maggiori indi-cazioni su questo punto.
Stabilire quali siano i lavoratori stranieri che debbano entrare nel nostro Paese è, in effetti, un discorso complesso.
La Bossi-Fini attribuisce, in questo campo, un ruolo molto importan-te alle Regioni; la nuova legge prevede che esse presentino anche dei rapporti annuali riguardanti l'immigrazione nei loro territori. Io penso che il sistema delle quote sia valido e debba essere affinato. Credo che questo sistema rappresenti, ora, uno strumento indispensabile. Ma si arriverà, forse, ad un punto in cui le quote non saranno più necessarie. In ogni caso, dobbiamo far sì che vengano in Italia i lavoratori stranie-ri di cui il mercato italiano ha reale bisogno e che essi si insestranie-riscano nel migliore dei modi nel nostro Paese. Voi sapete che la nuova legge ha stabilito che, oltre a stipulare il 'contratto di soggiorno' con lo stranie-ro, il datore di lavoro debba garantirgli la disponibilità di un idoneo alloggio e questa mi sembra veramente un'ottima cosa.
Nella nuova legge è prevista anche l'istituzione dello Sportello unico per l'immigrazione, che renderà le procedure certamente molto più rapide ed efficienti. La sua istituzione richiede una serie di predisposizioni da parte delle Amministrazioni competenti - soprattutto informatiche - che non sono di facile realizzazione. Ma appena saranno emanati i regolamenti di
131
Immigrazione di qualità attuazione della Bossi-Fini, io credo questo sportello dovrà subito comin-ciare a funzionare e noi stiamo operando perché ciò avvenga.
E' previsto che, nel massimo di 40 giorni, il procedimento di assun-zione di un lavoratore straniero, che si effettuerà presso il nuovo spor-tello, debba completamente concludersi. Parlo del procedimento per assumere gli stranieri dall'estero. Il nuovo sportello, tuttavia, non si occuperà soltanto di questo procedimento, ma di altri 6-7, compreso il procedimento di ricongiungimento familiare, che tra poco sarà, forse, il procedimento più utilizzato, se voi pensate che la recente regolarizza-zione ha introdotto nel nostro Paese circa 700 mila nuovi stranieri, buona parte dei quali vorrà sicuramente fare venire in Italia le proprie famiglie. Anche se bisogna dire che non è più come una volta, quando la legge consentiva agli stranieri di farsi raggiungere dai propri con-giunti fino ai gradi meno stretti. Però, anche se i nuovi stranieri vor-ranno far venire soltanto la moglie e i figli piccoli, credo che avremo un bel pò di istanze di ricongiungimento familiare.
Ora è necessario che ognuno di questi 6-7 procedimenti sia messo con-venientemente a punto. Esiste, attualmente, un'apposita commissione che se ne occupa e che sta elaborando la relativa modulistica, cui parte-cipa anche il Ministero del lavoro. E' qui presente il Direttore generale dell'Immigrazione di questo Ministero, il dott. Silveri, che sta collabo-rando con noi. Speriamo di essere pronti quando sarà il momento. Penso che dovremmo mettere a frutto anche l'esperienza che ci deriva dalla recente procedura di regolarizzazione: durante tale procedura, è stato sperimentato un modello organizzativo che, in qualche modo, anti-cipa lo Sportello Unico per l'Immigrazione. Non è proprio così, in veri-tà, perchè lo 'Sportello polifunzionale' utilizzato durante questa procedu-ra è stato piuttosto - come dire? - 'fisico' , che informatico, nonostante che, anche qui, l'informatica abbia avuto la sua bella parte. Il nuovo Sportello Unico dovrà essere, invece, essenzialmente informatico. Comunque, penso che quello che abbiamo fatto con l'ultima procedura di regolarizzazione sia davvero un valido esempio di buona 'qualità' del-l'amministrazione. Se qualcuno di voi ha avuto modo di recarsi presso uno di questi Sportelli insieme ad uno straniero da regolarizzare, avrà visto come può funzionare un sistema integrato dove agiscono insieme -concordemente - più amministrazioni, dove più procedimenti si possono svolgere nello stesso luogo, in tempi rapidi e dietro appuntamento! E' questo un esempio che credo potrà essere ripreso, come valido modello organizzativo, non solo nel campo dell'immigrazione.
Grosso modo, molto velocemente, per chi non lo conosce bene, per chi non ha avuto modo di sperimentarlo, vi dico che questo modello orga-nizzativo ha previsto, innanzitutto, la possibilità di convocare i datori di
L’INNOVAZIONE DI FRONTIERA
132
lavoro e i lavoratori stranieri in giorni ed ore stabiliti, per appuntamen-to, come si va dal dentista, in modo che le persone che si presentavano potessero trovare già pronti il contratto e il permesso di soggiorno e dovessero semplicemente firmare questo contratto, prendere il per-messo di soggiorno e andarsene. Il tutto in tempi molto rapidi, che, durante la procedura, sono stati migliorati, passando da una media ini-ziale di 15-20 minuti a 5-10 minuti. Sta di fatto che, in un anno, si è riusciti a regolarizzare 636 mila 416 stranieri e restano ancora da defi-nire solo poche istanze che richiedono particolari approfondimenti istruttori. Su 705 mila 417 istanze, gli stranieri interessati sono stati, in effetti, 694 mila 224. Come si vede, gli stranieri sono un pò meno delle istanze, perché vi sono dei casi, in particolare per le colf, dove, nei con-fronti dello stesso straniero, sono state presentate diverse domande di regolarizzazione da parte di più datori di lavoro.
Credo che nell'arco di un mese, due mesi, finiranno anche le ultime code della procedura, che riguardano i casi più complessi.
Va detto che noi abbiamo cercato di regolarizzare quanti più stranieri possibile, di venire incontro, in tutti i modi, agli stranieri e ai datori di lavoro, passando sopra gli aspetti meramente formali e gli ultimi casi rimasti sono casi dove, magari, manca ancora parte della documenta-zione che doveva essere allegata alla domanda. In altri, tuttavia, vi è ancora la necessità di condurre approfonditi accertamenti di polizia e vi sono anche casi di sospensione del procedimento per interventi dell'Autorità giudiziaria.
Se paragonate l'ultima regolarizzazione con le precedenti quattro -parlo di quelle dell'86-90-95-98 - potete avere la misura di cosa signifi-chi riuscire ad organizzarsi come si deve per fare una cosa molto com-plessa, in tempi relativamente brevi.
Vorrei farvi notare che, qui, noi non avevamo di fronte solo 700 mila persone, ma il doppio: perché erano interessati non solo i lavoratori stranieri, come nelle altre sanatorie, ma anche gli stessi datori di lavoro, convocati insieme, agli sportelli, per definire una complessa serie di operazioni (stipula del contratto, rilascio del permesso di soggiorno, attribuzione del codice fiscale, definizione della posizione contributiva). Non si trattava semplicemente di consegnare della documentazione per ottenere, in un secondo tempo, il permesso di soggiorno, come aveva-no fatto gli stranieri nelle precedenti sanatorie, facendo file intermina-bili alle Questure (file che in quest'ultima regolarizzazione siamo riusci-ti ad eliminare fin dall'inizio, stabilendo che la presentazione delle domande avvenisse presso i 14.000 uffici postali).
Si consideri che, nell''86, le istanze furono 105 mila, nel '90 222 mila, nel '95 246 mila, nel '98 215 mila: sommate insieme superano di poco
133
Immigrazione di qualità quelle dell'ultima regolarizzazione.
Finisco qui. Solo per curiosità, vi dico - se non l'avete già letto sui i giornali - che i gruppi di stranieri maggiormente interessati a quest'ul-tima regolarizzazione sono stati i romeni, gli ucraini, gli albanesi e i marocchini. I romeni sono stati più di 133 mila, gli ucraini più di 100 mila, gli albanesi e i marocchini circa 50 mila. E poi, a scendere, tro-viamo ben 187 nazioni diverse; ce ne sono anche certe che si sentono nominare assai poco, come lo Stato di Nauru o quello di Vanuatu. Credo pertanto, infine, che se noi applichiamo correttamente tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione nel nostro campo e se facciamo tesoro anche di modelli organizzativi che abbiamo sperimentato recen-temente con successo, come lo 'sportello polifunzionale', possiamo sicuramente offrire servizi di migliore qualità, sia ai cittadini stranieri, che ai cittadini italiani.
135
Immigrazione di qualità
Ho apprezzato e ho accolto ben volentieri l'invito del prof. Zuliani a par-tecipare a questo incontro, sia per la stima che mi lega a lui, sia perché seguo ancora con molta attenzione gli sviluppi di questa problematica, di cui mi sono occupato direttamente al MIUR fino a poco tempo fa. Vorrei partire da una riflessione sul titolo del seminario: immigrazione e qualità, sono due termini che nel nostro paese qualche volta entrano in contrasto, perchè l'immigrazione di qualità, l'abbiamo avuta e siamo stati così abili da fare anche degli illeciti pur di averla; mi riferisco ad esempio ai calciatori stranieri, ai quali abbiamo fatto i passaporti falsi per farli venire in Italia, mentre la stessa cosa non è accaduta per le altre situazioni riguardanti immigrati di qualità.
Va premesso che per noi l'immigrazione di qualità va intesa, con un gioco di parole, nel senso di rendere di qualità l'immigrazione, perchè come diceva il prof. Bacci, ci dobbiamo occupare, come amministra-zione scolastica, in particolare della seconda generaamministra-zione e quindi sfor-zarci di rendere qualitativamente migliore fin dall'inizio il processo di integrazione dell'immigrazione.
Il mio intervento verterà sulle questioni di carattere scolastico: quanti bambini e quanti ragazzi immigrati frequentano le scuole, e quanti di quelli di prima e seconda generazione stanno frequentando le strutture che abbiamo messo a disposizione proprio per facilitare l'integrazione. Il sistema scolastico italiano è influenzato da diversi fenomeni; tra que-sti, quello della presenza di alunni non italiani ha assunto, specialmente negli ultimi anni, dimensioni notevoli.
Nell'a.s. 2002/2003, secondo i dati pubblicati dal Servizio per l'auto-mazione e l'Innovazione Tecnologica del MIUR, gli alunni stranieri sono stati 232.766 e rappresentano una percentuale del 2,96% sul tota-le della popolazione scolastica. Erano poco più di 30.000 nell'anno 1992/93. Ma l'aumento è significativo anche rispetto a un anno fa: sono