di integrazione sociale
3. realizzare una rete di interventi nei settori maggiormente solleci- solleci-tati dalla domanda di accoglienza e di integrazione:
la predisposizione di centri di accoglienza e di attività di inte-grazione;
la formazione linguistica, l'orientamento socio culturale e la mediazione culturale,
l'informazione a tutti, immigrati neoarrivati e di lunga perma-nenza, cittadini italiani, operatori e amministratori;
l'inserimento lavorativo e professionale;
la tutela delle donne e dei minori e il sostegno all'integrità dei nuclei familiari;
4 assicurare la partecipazione agli organismi di supporto e di coordi-namento delle politiche migratorie nazionali e locali. E' attivata la partecipazione ai Gruppi di lavoro in cui è articolato l'Organismo Nazionale di Coordinamento per le politiche di integrazione socia-le degli stranieri (art. 42 T.U. /98) istituito presso il CNEL. E' garantita l'adesione agli 11 Consigli territoriali istituiti presso le sin-gole Prefetture con la nomina di un rappresentante regionale in ciascun consiglio territoriale;
5. accreditare risorse aggiuntive ministeriali definite attraverso la sot-toscrizione di accordi tra Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e la Regione Lombardia - Direzione Generale Famiglia e solidarietà sociale.
La contestuale razionalizzazione programmatoria ed organizzativa e la felice convergenza tra le azioni dei livelli istituzionali e quelle degli
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Immigrazione di qualità nismi del terzo settore ha consentito il raggiungimento degli obiettivi posti dalla legislazione nazionale e dalla programmazione regionale i cui risultati sono evidenziati nei seguenti prodotti:
1349 il numero dei progetti definiti dagli Enti locali, 697 progetti finanziati realizzati nel quinquennio 1999-2003 che hanno assorbi-to il 90% delle risorse sul assorbi-totale, il 10% ha sviluppaassorbi-to progetti di carattere sperimentale e/o regionale;
alto utilizzo delle disponibilità finanziarie anche in termini di cofi-nanziamento da parte dei soggetti pubblici e del privato sociale territoriale;
alto grado di realizzazione (un solo progetto revocato su n. 697 progetti finanziati);
efficienza e semplificazione amministrativa in termini di istruttoria, monitoraggio e decentramento.
Desidero soffermami su due specifici punti del programma regionale che hanno impegnato in termini di progettazione, risorse, ampiezza delle iniziative e per le novità introdotte: le attività di sperimentazione, le attività dell'Osservatorio regionale.
Gli interventi di sperimentazione regionale
Particolare attenzione è stata data dalla Regione Lombardia alla
speri-mentazione definita con il Ministero del Lavoro e delle politiche
sociali finalizzato alla realizzazione di un progetto pilota per l'integra-zione sociale degli immigrati. Il Progetto Pilota è articolato in sei spe-rimentazioni specifiche coerenti con i documenti della programmazio-ne regionale 2002-2004 (DPEFR e PSSR) a cui corrispondono i seguenti principali obiettivi:
la promozione di programmi di alfabetizzazione per la comunica-zione in ambito socioeducativo. Il progetto si propone di dare risposte concrete al bisogno di strumenti funzionali alla facilitazio-ne del processo di integraziofacilitazio-ne fra il mondo della scuola e quello delle famiglie assicurando pari opportunità di informazione a tutti e predisponendo supporti agli operatori scolastici coerentemente con quanto previsto nelle diverse circolari ministeriali in materia di dialogo interculturale;
lo sviluppo della funzione di mediazione linguistico cultuale in
ambito amministrativo presso gli uffici stranieri delle Questure
che per specifiche competenze interagiscono con l'utenza straniera; la promozione della permanenza legale informando sull'acquisi-zione della carta di soggiorno da parte della popolasull'acquisi-zione straniera; la riduzione del disagio abitativo. Il progetto, attraverso azioni
L’INNOVAZIONE DI FRONTIERA
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congiunte, mira ad aumentare l'offerta alloggiativa, sia dal punto di vista quantitativo sia dal punto di vista qualitativo in termini di maggiore integrazione;
l'inserimento sociale e lavorativo degli stranieri regolarmente pre-senti. Tramite una ricerca-intervento, finalizzata alla conoscenza delle caratteristiche degli stranieri temporaneamente non occupati, si sviluppa la sperimentazione di nuovi servizi per l'inserimento/reinserimento lavorativo. L'analisi delle percentuali di occupazione e disoccupazione che toccano gli immigrati stra-nieri, è il punto di partenza per facilitare l'incontro tra la domanda e l'offerta. L'obiettivo è quello di realizzare il programma regiona-le per il governo dei flussi migratori e per la cooperazione con i paesi di origine degli immigrati. Favorire e programmare un gover-no ed una gestione controllata ed assistita dei flussi migratori in sinergia con i mercati del lavoro locali e in coerenza con le possi-bilità di accoglienza offerte dal territorio.
Il Progetto Pilota è stato reso operativo tramite convenzioni ed intese. Esso vede coinvolti il Ministero dell'Interno e le Questure, il Ministero dell'Istruzione, università e ricerca e la Direzione Scolastica Regionale della Lombardia, l'Agenzia Regionale per il lavoro, l'Osservatorio Regionale e la Fondazione ISMU, le amministrazioni locali e il terzo set-tore impegnato sui temi dell'immigrazione.
L'Osservatorio regionale per l'integrazione e la multietnicità Attivare l'Osservatorio regionale per l'integrazione e la multietnicità
ha significato dotare il territorio lombardo di uno strumento di pro-grammazione basato su dati certi e tempestivi rispetto all'evoluzione di un fenomeno che si configura, come già ampiamente detto, in conti-nuo cambiamento. Garantisce un supporto conoscitivo, indispensabile alla programmazione regionale e locale. L'osservatorio regionale - pre-visto e prescritto dalla legislazione nazionale e dalla programmazione regionale - raccordandosi con gli osservatori provinciali sull'immigra-zione, collega in modo programmaticamente coordinato la rete regio-nale degli osservatori locali, la rete regioregio-nale dei centri di produzione scientifica.
L'Osservatorio rappresenta la prima iniziativa organica di questo gene-re avviata da una Giunta Regionale, riconosciuta a livello europeo come esperienza esemplare, sia per quanto riguarda l'estensione territoriale, sia per la gamma delle aree di studio affrontate.
Il compito assunto dall'Osservatorio Regionale è anche quello di divul-gare i risultati conseguiti. Il nuovo servizio rende facilmente accessibile la banca dati attraverso il collegamento ai siti internet
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Immigrazione di qualità www.famiglia.regione.lombardia.it e www.ismu.org nella sezione Osservatorio Regionale.
Il modello dell'Osservatorio regionale consente non solo una descrizio-ne dei diversi ambiti di attenziodescrizio-ne della realtà osservata ma di razionaliz-zare le informazioni e ridurre sovrapposizioni e diseconomie, suggerire piste interpretative sia a livello territoriale sia a livello tematico, promuo-vere strategie di intervento tra i diversi soggetti istituzionali e sociali. Quanto esposto testimonia la complessità dei temi che investono l'area dell'immigrazione e la molteplicità delle problematiche da affrontare tali da richiedere aree specifiche di osservazione ma soprattutto una tra-sversalità interpretativa in grado di gestire la complessità dei sistemi e dei fenomeni connessi. Il sistema dell'Osservatorio regionale mette a disposizione strumenti consultivi e di monitoraggio permanenti per aiutare questo sviluppo.
Esiste un ampio consenso nel ritenere che l'immigrazione straniera sia in continua evoluzione e che la scuola costituisca un laboratorio privi-legiato per la rilevazione dei cambiamenti sociali e culturali. Di fatto la scuola crea occasioni importanti di scambio e di interazioni tra le nuove generazioni ed è nella scuola che si sperimentano la partecipazione a una nuova comunità.
Come è noto l'istruzione nel nostro paese si configura come diritto sociale riconosciuto a tutti i minori anche non in regola con le disposi-zioni relative ai permessi di soggiorno. La normativa italiana (legge 40/98, CC.MM. 301/89, 205/90, 21/91) assicura il diritto e dovere all'i-struzione a tutti i bambini e ciò costituisce un fattore importante per dare visibilità anche ai minori non ufficialmente registrati e qualificare la misurazione e la conoscenza del fenomeno migratorio.
In questo senso nell'ambito dell'Osservatorio regionale è stata avviata l'indagine sui progetti di educazione interculturale in Lombardia realiz-zati e promossi dalle scuole o da enti e associazioni. E' stata sviluppata una Banca dati per rendere disponibili le informazioni e promuovere il confronto e la discussione fra scuole diverse del territorio o fra enti locali e associazioni. La sezione Banca dati delle iniziative interculturali va ad implementare e perfezionare il sistema dell'Osservatorio regiona-le rafforzando una modalità di acquisizione e diffusione delregiona-le cono-scenze attraverso il contatto e la costruzione di una rete territoriale. Tali riflessioni hanno fatto emergere anche la necessità di procedere alla
seconda ricerca sulla presenza degli alunni stranieri nelle scuole del
territorio lombardo coordinata dall'ISMU in collaborazione con la Direzione Regionale Scolastica della Lombardia che si realizzerà nel corso di quest'anno scolastico 2003/2004. Già la prima indagine regio-nale che ha coinvolto le scuole di ogni ordine e grado (nido, materne,
L’INNOVAZIONE DI FRONTIERA
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elementari, medie, superiori e formazione professionale) ha consentito di far emergere quantità e qualità delle presenze degli alunni stranieri, figli di coppie miste e nomadi, e le principali attività di integrazione e di educazione inteculturale intraprese dalle scuole lombarde per sostenere reali processi di integrazione e di reciproca conoscenza. Tali interventi costituiscono un apporto concreto per la riflessione e il confronto pro-gettuale sui temi dell'integrazione e dell'intercultura, apre anche nuovi e altri interrogativi, curiosità e desideri di saperi, rispetto al mondo che sta oltre la scuola: alle famiglie, al lavoro dei genitori, all'abitazione. Nel fare ciò la Regione ha adottato strategie in grado di sovrastare le continue emergenze, anche attraverso la convergenza di ruoli, dove l'in-contro di più soggetti e di risorse, consente di affrontare meglio un pro-blema e creare le condizioni "facilitanti" per realizzare quanto previsto dalle normative in materia di immigrazione.
Mi preme anche ricordare l'appuntamento a livello nazionale di presen-tazione del rapporto annuale dell'Osservatorio regionale per l'integra-zione e la multietnicità, che dalla sua istitul'integra-zione, dicembre 2000 , ricor-re con puntualità nel primo quadrimestricor-re di ogni anno. L'incontro que-st'anno è programmato il prossimo 30 marzo e saranno presentati i risultati delle ricerche e delle attività effettuate nel 2003, che hanno avuto come punto di attenzione il tema delle seconde generazioni. Molte le novità di quest'anno in merito allo sviluppo dell'Osservatorio che si è spinto oltre il lavoro di ricerca e di divulgazione dei risultati, isti-tuendo il servizio di banche dati e sperimentandosi su tematiche di nuove progettualità tra le quali di particolare rilevanza il progetto a valenza transnazionale sul traffico di esseri umani a fini di sfruttamen-to sessuale, nel quale l'Osservasfruttamen-torio regionale presta la sua collabora-zione nelle attività di creacollabora-zione di interventi integrati.
Desideravo infine concludere con un augurio che rivolgo al lavoro intrapreso dalla Fondazione Formez e dal Consorzio Mipa sul tema del-l'immigrazione e ai partecipanti a questo Seminario attraverso una cita-zione del Prof. Paolo Pilotto in segno di invito ad andare avanti sulla strada dell'incontro tra culture: "non c'è una cultura superiore da diffondere e comunicare e una inferiore da far evolvere, ma l'incontro fra persone che comuni-candosi reciprocamente le loro "ricchezze", saranno migliori oggi e faranno migliore la nostra vita di domani".
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Immigrazione di qualità
Ringrazio il prof. Zuliani per avermi invitato, per aver invitato il Ministero dell'Interno a questo interessante convegno.
Voglio dire subito che ho sentito la dr.ssa De Marchi, che mi ha appe-na preceduto, parlare del Consiglio territoriale per l'immigrazione, che è un organismo su cui noi puntiamo molto.
Penso che, in quest'ultimo periodo, i Consigli territoriali per l'immigra-zione si siano dati molto da fare.
Questo organismo, in effetti, è un tavolo di lavoro che vive delle iniziative di coloro che vi partecipano: abbiamo sentito che nella regione Lombardia è molto vivace, so che, lì, sono molte le iniziative che vi vengono assunte. Credo che i Consigli territoriali per l'immigrazione - che esistono pres-so ogni Prefettura - siano sedi particolarmente adatte per esaminare e discutere le problematiche concrete dell'immigrazione; questi Consigli sono composti, in pratica, dai rappresentanti di tutto il mondo dell'im-migrazione locale: dai rappresentanti degli stessi stranieri, dei datori di lavoro degli enti locali etc.
Ecco, a questi tavoli sono state portate, per esempio, ultimamente, le problematiche relative alla recente procedura di regolarizzazione dei lavoratori stranieri, sono state chiarite le cose meno comprensibili di questa procedura e, dagli stessi Consigli, sono giunti, a noi, anche pre-ziosi suggerimenti per poter migliorare la stessa procedura.
Ora io avrei, qui, tante cose da dire, ma non voglio dilungarmi trop-po, sia perchè non intendo rubare eccessivo spazio a chi deve ancora parlare, sia perchè siamo alla fine del nostro incontro e, quindi, credo che il grado di attenzione sia piuttosto relativo. Cercherò, dunque, di essere molto sintetico.
Io sono convinto che quando applicheremo completamente le norme che abbiamo - e non mi riferisco soltanto a quelle della legge Bossi-Fini, ma anche a quelle della Turco-Napoletano - quando riusciremo ad