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Il Consiglio europeo di Göteborg e la strategia per lo sviluppo sostenibile

S OSTENIBILITÀ E TURISMO NELLE POLITICHE DELL ’U NIONE E UROPEA

3.2 Il Consiglio europeo di Göteborg e la strategia per lo sviluppo sostenibile

Nel marzo 2000 i capi di Stato dell’Unione europea si riuniscono a Lisbona e individuano l’obiettivo di basare l’economia europea su una conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, capace di crescere in modo sostenibile, anche attraverso la creazione di nuovi e migliori posti di lavoro e lo sviluppo di un forte senso di coesione sociale, entro il 2010. Veniva avvertita infatti, l’urgenza di recuperare il ritardo accumulato rispetto ai maggiori competitors, sostenere i nuovi Paesi membri nel processo di adeguamento alla normativa comunitaria, implementare il ventaglio delle competenze e sfruttare in modo vantaggioso la situazione economica e sociale. Si tratta di obiettivi ambiziosi, per raggiungere i quali, la Strategia di Lisbona ha definito tre pilastri:

 incentivare il passaggio ad un’economia competitiva e dinamica e costruire una società fondata sulla conoscenza, attraverso il miglioramento delle politiche in materia di informazione e un processo di riforma strutturale,

 modernizzare la rete sociale europea investendo nelle risorse umane e sottolineando l’importanza di un processo di apprendimento che duri per tutta la vita, oltre che implementando le competenze, poiché da questi fattori dipendono le possibilità di trovare un’occupazione e di combattere i fenomeni di esclusione sociale,

sostenere lo sviluppo di un contesto economico attraverso un policy-mix adatto.

A Lisbona dunque, vengono predisposte una serie di riforme strutturali in materia di occupazione, innovazione, economia e coesione sociale; non viene però presa in considerazione la tematica della sostenibilità ambientale. Sebbene, infatti, con la Strategia di Lisbona viene ribadito e rafforzato il processo di coordinamento ed integrazione delle politiche comunitarie, non si è riusciti a elaborare una strategia per la crescita che tenesse conto anche degli aspetti relativi alla salvaguardia e alla tutela dell’ambiente.

Solo successivamente, al Consiglio europeo di Göteborg (2001) e al summit mondiale di Johannesburg (2002) il concetto di sviluppo sostenibile trova nuovo spazio. A Göteborg, infatti, viene sancito definitivamente il principio secondo il quale le politiche economiche ed ambientali non possono prescindere le une dalle altre e per cui le politiche in materia di ambiente hanno una

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dimensione trasversale rispetto a tutti gli altri settori. L’impegno assunto a Lisbona, per il miglioramento del sistema economico e sociale, viene ora integrato con una terza dimensione, quella ambientale. La questione però non si limita semplicemente alla maggiore importanza attribuita alle tematiche ambientali, il concetto di sviluppo sostenibile, infatti, viene ampliato così da comprendere anche il tema della crescita economica e quello della protezione sociale.

Durante il Consiglio di Göteborg, l’UE definisce delle problematiche specifiche da inserire tra le priorità:

 lotta ai cambiamenti climatici,

 garantire la sostenibilità dei trasporti,

 affrontare le minacce per la sanità, ovvero l’impegno di rivedere la politica comunitaria in materia di prodotti chimici, proporre delle linee d’intervento per affrontare i temi delle epidemie di malattie infettive e della resistenza agli antibiotici, oltre a velocizzare l’adozione del Regolamento riguardante la legislazione alimentare e creare una rete europea di sorveglianza e allarme tempestivi sulle questioni sanitarie,

 gestire le risorse naturali in modo più responsabile, ossia l’onere di cambiare le relazioni tra crescita economica, impiego delle risorse e produzione di rifiuti attraverso la riforma della PAC, la revisione della politica per la pesca, l’adozione di una politica integrata di prodotto e l’arresto del processo di perdita della biodiversità.

Perché questi temi abbiano come filo conduttore, che li unisce e li vincola, lo sviluppo sostenibile, diventa indispensabile cambiare anche il modo con cui le politiche vengono definite ed applicate; a tale proposito la Strategia di Göteborg definisce delle proposte:

 migliorare la coerenza tra le politiche: lo sviluppo sostenibile deve essere integrato agli altri obiettivi prioritari e alle scelte politiche di ogni settore;

 garantire prezzi giusti per dare un segnale ai cittadini e alle imprese: attraverso delle riforme di mercato che assicurino dei prezzi equi è possibile incentivare le aziende alla produzione di beni e servizi che abbiano un impatto ambientale ridotto e che soddisfino le richieste sociali ed economiche;

 migliorare la comunicazione e mobilitare i cittadini e le imprese: è necessario che i processi decisionali riguardanti le scelte politiche siano trasparenti e chiari per i cittadini, ed anche che si diffonda a livello di coscienza comune il concetto di sviluppo sostenibile, al fine di accrescere il senso di responsabilità tanto collettivo quanto individuale;

 tenere conto dell’allargamento e della dimensione globale: gli obiettivi e le priorità della Strategia vanno definiti a partire dal presupposto che in futuro in confini dell’Unione potranno essere ampliati.

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Quanto emerge pertanto è che, l’auspicata coerenza degli obiettivi dell’UE, viene accompagnata dall’impegno per l’elaborazione e l’attuazione di politiche migliori e più efficaci, e per fare ciò sono necessari dei processi di consultazione estesi che coinvolgano tutte le parti interessate, al fine di prendere in considerazione in modo coordinato le esigenze dei vari attori in campo economico, sociale ed ambientale. Da una parte quindi la Strategia di Göteborg sottolinea l’importanza della dimensione locale per quanto riguarda la sostenibilità, dall’altra si presenta come elemento trainante per lo sviluppo sostenibile a livello mondiale. Questo infatti, è quanto accaduto al vertice mondiale di Johannesburg (2002), in cui l’Unione, attraverso due Comunicazioni24 indica le linee guida sul tema della sostenibilità che erano state definite a Göteborg. Tale contributo è stato determinante nel momento in cui sono stati individuati alcuni obiettivi specifici per riconfermare gli impegni presi a Rio de Janeiro.