S OSTENIBILITÀ E TURISMO NELLE POLITICHE DELL ’U NIONE E UROPEA
3.5 Il partenariato europeo per l’innovazione “Produttività e sostenibilità dell’agricoltura”
Dopo aver definito i caratteri che contraddistinguono l’agricoltura sostenibile, merita particolare attenzione la recente comunicazione presentata dalla Commissione europea29 al Parlamento e al Consiglio sia per uscire dalla crisi che per rispondere alle sfide da affrontare nel prossimo decennio. La Commissione, infatti, ha definito tre motori di crescita da avviare attraverso azioni concrete sia a livello comunitario che nazionale; si tratta di:
crescita intelligente, tramite la promozione della conoscenza, dell’innovazione, dell’istruzione e della società digitale30,
crescita sostenibile, in modo da rendere il sistema produttivo comunitario più efficiente sia per quanto riguarda l’impiego delle risorse, che in merito di competitività,
crescita inclusiva, attraverso incentivi per incrementare la partecipazione al mercato del lavoro, l’acquisizione e diffusione di competenze e per combattere la povertà.
La strategia “Europa 2020” identifica l’innovazione e la ricerca come elementi fondamentali ed imprescindibili per la crescita e per affrontare i problemi futuri dell’Unione, anche in materia di agricoltura, tant’è che la Comunicazione Un bilancio per la strategia 2020 prevede un investimento di 4,5 miliardi di euro proprio per le attività di ricerca ed innovazione in materia di sicurezza
29 La Comunicazione è stata presentata in data 29 febbraio 2012. 30
Il termine società digitale denota l’evoluzione del Web e di Internet in generale, da semplice infrastruttura di comunicazione a fenomeno di massa di interesse sociologico. Il Web è oggi un ambiente di condivisone di risorse, cultura ed esperienze, che lo rendono del tutto assimilabile a una peculiare società.
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alimentare, bioeconomia31 e agricoltura sostenibile. L’importanza attribuita a questi due elementi viene confermata anche dall’iniziativa faro “L’Unione dell’innovazione” all’interno della più ampia strategia “Europa 2020”, la quale presenta un nuovo mezzo per incentivare l’innovazione: i Partenariati Europei per l’Innovazione (PEI). Un primo progetto sperimentale è già stato attivato in materia di “Invecchiamento attivo e in buona salute” e sono state fatte delle attività preliminari per avviare partenariati anche in tema di “Materie prime”, “Europa dell’efficienza idrica” e “Agricoltura”. L’obiettivo dei PEI sarà quello di sviluppare ed implementare i legami tra la ricerca e le conoscenze scientifiche, e l’applicazione concreta delle soluzioni innovative individuate; affinché questo avvenga è indispensabile che i PEI riguardino una specifica e ben definita tematica, che i vari Stati membri partecipino attivamente e in modo coordinato tra loro, e che gli strumenti esistenti vengano effettivamente razionalizzati.
La considerazione iniziale da cui la Commissione europea parte è che nei prossimi anni la domanda mondiale di derrate alimentari aumenterà notevolmente e questo cambiamento innescherà una reazione sul fronte dell’offerta del settore primario dell’UE, che, come già detto, è uno dei maggiori fornitori dei mercati agricoli a livello mondiale.
Negli ultimi decenni la produttività dell’agricoltura aveva subito un notevole aumento, ma questo trend, negli ultimi anni, ha subito un calo. L’incremento della produttività è stato, nella maggior parte dei casi, la conseguenza di un uso massiccio, e spesso poco rispettoso, delle risorse naturali e dell’ambiente, tant’è che il 45% dei terreni dell’Unione deve affrontare oggi problemi relativi alla qualità del suolo, e quasi un quarto degli stessi presenta un grado di erosione moderato o elevato. A questo si aggiunge il fatto che importanti, se non fondamentali, servizi ecosistemici hanno subito gravi danni o sono addirittura spariti e che il settore primario europeo è responsabile per il 9% delle emissioni di gas serra dell’UE. A tale proposito, comunque, i progressi fatti da agricoltura e silvicoltura nel conciliare la produzione con l’urgenza di gestire ed utilizzare le risorse in modo sostenibile e rispettoso dell’ambiente, sono stati considerevoli. Purtroppo però questi progressi rischiano di essere invalidati dalla nuova crescita prevista per la produzione di derrate alimentari, conseguente all’aumento della domanda, se si seguiranno gli attuali modelli di sviluppo. Si rende quindi necessario un cambio di direzione verso una crescita nella produzione che sia competitiva e sostenibile, che tenga in considerazione le peculiarità e le ricchezze di ogni territorio e che, integrando tra loro le pratiche agricole tradizionali con quelle innovative, garantisca un impiego e una distribuzione migliore delle risorse. Questi cambiamenti devono avere anche come obiettivo
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Sebbene non esista una definizione universalmente riconosciuta di bioeconomia, per l’Unione europea, si tratta di quell’attività basata sulle risorse bio provenienti dalla terra e dal mare, dai rifiuti da riutilizzare come combustibili nelle produzioni industriali, energetiche, di alimenti e mangimi. L’industria della bioeconomia produce in stabilimenti sostenibili con processi fondati su prodotti bio, come gli scarti organici che rappresentano un’utile alternativa ai concimi chimici.
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quello di orientare la produzione verso alimenti sicuri, di qualità e realizzati in modo sostenibile, poiché particolare attenzione va posta nei confronti dei consumatori. A questo si aggiunge il fatto che l’incremento della produttività deve accompagnarsi al miglioramento della condizione reddituale dei produttori primari, visto che nel corso dell’ultimo decennio, la loro quota di valore all’interno della filiera alimentare (specialmente di quella lunga) è andata riducendosi, poiché solo in questo modo le aziende del primario potranno adeguarsi agli standard necessari per una produzione sostenibile.
Uno dei principali problemi è che le innovazioni scientifiche trovano scarsa applicazione concreta e diffusione, e che vi sono difficoltà da parte degli agricoltori a comunicare i loro reali bisogni alla comunità scientifica, con la conseguenza che settori di ricerca rilevanti e promettenti non ricevono le dovute attenzioni.
Ancora una volta, le soluzioni per migliorare competitività e produttività del settore agricolo sono da ricercarsi nell’impiego più efficiente delle risorse, nell’utilizzo più massiccio di fonti energetiche rinnovabili, nella riduzione dei rifiuti e dell’inquinamento; soluzioni che vanno applicate non a livello di singola azienda, ma estese a tutto il contesto geografico e territoriale. Si rende inoltre indispensabile consolidare il ruolo e la posizione degli agricoltori nella catena agroalimentare, migliorando la trasparenza, la diffusione delle informazioni e delle competenze e incentivando la produzione di prodotti di qualità. Tutti questi elementi devono contribuire a modificare l’assetto attuale della catena di approvvigionamento, a partire dai produttori primari per arrivare fino ai consumatori.
Il PEI in materia di “Agricoltura” aspira alla creazione di un settore primario che sia competitivo e assicuri la disponibilità di derrate alimentari a livello mondiale, la diversificazione delle colture e dei prodotti, l’approvvigionamento nel lungo periodo di materie prime sia per usi alimentari che non e una migliore distribuzione del valore aggiunto lungo la filiera agroalimentare.
La necessità di gestire in modo corretto le risorse naturali, in accordo con i ritmi e i cicli ambientali, fa diventare il terreno il metro di misura per valutare il successo o meno dei nuovi modelli di sviluppo sostenibile, considerando anche che, proprio il terreno, è l’elemento essenziale ed imprescindibile per la produzione agricola.
Alla luce di queste considerazioni quindi nel PEI sono stati definiti due obiettivi prioritari da raggiungere entro il 2020:
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assicurare il raggiungimento di un livello soddisfacente di funzionalità dei suoli nell’Unione32.
La novità importante del PEI è che, seppure gli obiettivi prioritari interessino la produzione agricola, verranno trattate anche le varie fasi della filiera agroalimentare e le diverse fasi di scambio, arrivando fino al consumatore finale.
Il PEI, a livello operativo, dovrà funzionare come punto di incontro e scambio tra ricerca e tecnologie all’avanguardia e i soggetti interessati, tra i quali vi sono gli agricoltori in primis, ma anche le imprese, l’industria, i servizi di consulenza e le ONG. In questo modo andrebbe colmata la distanza enorme che spesso c’è fra innovazione e ricerca e la loro applicazione pratica, e la mancanza di scambi diretti di informazioni tra agricoltori e comunità scientifica, oltre che la più generale diffusione di conoscenze e competenze. Altro obiettivo del PEI è, infatti, quello di creare un sistema di reti per facilitare ed incentivare gli scambi tra gli addetti in vari ambiti strategici e settori, poiché solo in questo modo sarà possibile rendere veramente efficaci gli strumenti operativi già esistenti, integrandoli, eventualmente.
I contenuti del PEI “Produttività e sostenibilità dell’agricoltura” sono stati oggetto di discussione tra numerosi soggetti, che hanno ribadito l’importanza e l’urgenza di un partenariato comunitario per l’innovazione in materia agricola, sfruttando anche tutte le opportunità e gli strumenti messi a disposizione dai vari settori d’intervento, come la politica agricola comune, la politica di ricerca ed innovazione, quella di coesione, istruzione e formazione, industriale, dell’informazione, la politica ambientale e quella in materia di consumatori e salute.
Vista la rilevanza delle tematiche affrontate, la Comunicazione della Commissione ha lo scopo di stimolare il dibattito tra i vari soggetti interessati in modo da rendere operative il prima possibile le misure e le soluzioni proposte.