I L V ENETO : CONTESTO TERRITORIALE , TURISMO , SVILUPPO RURALE
6.3 Il settore terziario
Negli ultimi 40 anni si è manifestata una tendenza alla terziarizzazione del sistema economico regionale; questo trend è comunque generalizzabile alle economie dei Paesi avanzati in cui si assiste ad una progressiva perdita di importanza del settore secondario a favore di quello dei servizi. Il peso attribuito a quest’ultimo settore permette di parlare dell’economia moderna come di un’economia dei servizi, nella quale le logiche competitive sono guidate dalla capacità degli attori economici di creare valore differenziale rispetto ai competitors, attraverso un’offerta aggiornata e che si integra sia con i bisogni che con le competenze dell’utente finale.
A partire dagli anni Settanta del secolo scorso, contemporaneamente allo crescita delle strutture industriali e finanziarie, quindi, iniziano a svilupparsi le prime imprese che forniscono servizi, le
41 Il distretto industriale è un'entità socio-territoriale caratterizzata dalla compresenza attiva, in un'area
territoriale circoscritta, naturalisticamente e storicamente determinata, di una comunità di persone e di una popolazione di imprese industriali (Beccatini G., 1989). Ovvero, un distretto è un sistema locale di piccola impresa con una forte specializzazione e un forte legame di identità con il territorio nel quale sorge.
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quali assumono via via un peso crescente nelle economie dei paesi più avanzati. In poco tempo il fulcro economico di questi Paesi si sposta dall’agricoltura e dall’industria verso il terziario, cioè quel settore che produce ed offre servizi e che include le attività complementari ai primi due settori.
Prima di procedere con l’analisi del settore terziario nell’economia veneta, è utile specificare come sono state classificate le attività economiche riguardanti i servizi. Una prima modalità classificatoria, basata sulla tradizionale segmentazione dei servizi per sezioni di attività economica42, è quella che distingue i servizi in tre gruppi:
Servizi alle famiglie (servizi alla persona, pubblici esercizi e alberghi, commercio al minuto, ecc.)
Servizi al sistema produttivo (servizi alle imprese, commercio all’ingrosso, ecc.)
Servizi di rete (trasporti, comunicazioni, attività immobiliari, credito e assicurazioni, ecc.) Un’altra modalità classificatoria è quella tipologica, che individua tre categorie di servizi:
Tradizionali,
Emergenti, i quali comprendono, tra gli altri, l’assistenza sociale, le attività ricreative, culturali e sportive, e quelle ausiliarie (dei trasporti, lo smaltimento dei rifiuti, ecc.)
Avanzati, ovvero quelli riguardanti le attività finanziarie, immobiliari, di ricerca e sviluppo, l’informatica e le attività ad essa connesse.
Le motivazioni che hanno portato alla crescita del terziario sono diverse e riguardano i cambiamenti di carattere sociale, demografico ed economico che hanno interessato i Paesi più avanzati: l’espansione del settore ed il suo miglioramento qualitativo trovano spiegazione nell’evoluzione dei bisogni avvertiti dalla società e dal sistema economico. Da un lato, l’affermarsi di nuovi modelli di consumo, i cambiamenti negli stili di vita e nella composizione demografica della società hanno comportato un incremento della domanda di servizi da parte delle famiglie e delle persone. Dall’altro, le innovazioni tecnologiche riguardanti le comunicazioni e i sistemi informativi e la progressiva internazionalizzazione delle imprese hanno portato alla nascita di nuovi segmenti aziendali e all’aumento della richiesta di servizi da parte delle aziende stesse. I nuclei familiari manifestano sempre più l’esigenza di limitare le attività di cura interne alla famiglia: la soddisfazione dei bisogni, infatti, che inizialmente veniva ricercata nell’ambito domestico, ora trova risposta nei servizi acquistati sul mercato o forniti dalle amministrazioni pubbliche (www.ven.camcom.it, 2008). Anche per le imprese, le quali avvertono il bisogno di
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ATECO 2002 è il codice nazionale dell’ISTAT per la classificazione delle attività economiche, creata principalmente per fini statistici; con essa si intende soddisfare l’esigenza di una comune nomenclatura per la classificazione delle unità di produzione di beni e servizi (www3.istat.it, 2012).
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snellire e specializzare l’organizzazione aziendale, si assiste ad una tendenza all’esternalizzazione delle funzioni che prima erano espletate internamente.
Per quanto riguarda nello specifico la Regione Veneto, lo sviluppo del settore terziario è stato più lento rispetto all’andamento registrato a livello nazionale, specialmente se paragonato al processo di terziarizzazione che ha interessato le regioni del Centro-Nord. Dai censimenti economici, comunque, si nota la presenza crescente delle attività legate ai servizi, in linea con la tendenza generale registrata nel Paese: nel 2010 le imprese iscritte al Registro delle Imprese della Camera di Commercio, costituivano il 55,6% del totale regionale (contro il 60,4% registrato a livello nazionale) (www.confcommercio.it, 2011). Dall’ottavo censimento generale dell’industria e dei servizi realizzato dall’ISTAT e pubblicato nel 200143 emergono alcuni aspetti caratterizzanti l’economia veneta:
commercio e turismo hanno un peso maggiore, rispetto alla media nazionale;
il settore del commercio e delle riparazioni è quello che registra la maggiore consistenza sia in termini di imprese che di addetti con il 40% delle unità locali e il 36,5% degli addetti; è poi seguito dalle attività immobiliari, dall’informatica e da altre attività professionali. Il settore degli alberghi e dei ristoranti pesa per il 9,1% per quanto riguarda il numero di imprese e per l’11,5% a livello di addetti;
secondo la classificazione funzionale, i servizi al sistema socio-familiare sono quelli che contano sia più imprese (41% del totale) che addetti (39%); mentre basandosi sulla classificazione per tipologie sono i servizi cosiddetti tradizionali a pesare per il 71% a livello di unità locali e per il 65,5% come numero di occupati.
Sebbene dai dati censuari emerge che vengono privilegiati i servizi tradizionali, intesi nel senso più ampio del termine, la Regione è stata comunque interessata da un rapido sviluppo, sia in ragione dei mutamenti che hanno riguardato la struttura demografica e il livello dei redditi, i quali hanno fatto aumentare la richiesta di servizi alle famiglie, che a seguito dei cambiamenti del tessuto produttivo, che hanno comportato un trasferimento di risorse umane dal settore manifatturiero verso quello dei servizi a sostegno delle imprese. Nel 2006 il valore aggiunto prodotto dal settore terziario veneto ha un’incidenza sul totale regionale del 63,47% (www.confcommercio.it, 2011).
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Il nono Censimento generale dell’industria e dei servizi ha avuto termine nel 2012, i risultati quindi non sono ancora consultabili.
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