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0.2 I PUNTI DI RICAMO DEL HUIPIL: IL “CONTESTO DELLE ESPERIENZE”

0.2.2 Il Contesto e le Esperienze Durante il Secondo Viaggio in Abya Yala

Gruppo di lavoro Kawsay- Processo di coltivazione delle patate nella Nazione Kallawaya

“Le mamme delle patate ( mama tawichu) sono sacre. Non si vendono e si custodiscono preziosamente fino al giorno della Madonna della Candelaria, il 2 di febbraio, data che coincide con il calendario agricolo del mese della grande produzione “Jatun Poqoy Quilla”85

0.2.2 Il Contesto e le Esperienze Durante il Secondo Viaggio in Abya Yala86

Una volta iniziata la trascrizione del materiale raccolto sentì la necessità di approfondire alcuni elementi che potevano aiutarmi a trovare “la struttura che connette” fra le diverse cosmovisioni e le pratiche di trasmissione dei saperi che a livello comunitario si nutrono

85 Ivi, p.13

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dalla saggezza ancestrale dei Popoli attraverso quelle dimensioni di Mondi che ho chiamato “filosofie della Terra per una Pedagogia della Vita”.

Furono queste le motivazioni che mi spinsero ad intraprendere questo secondo viaggio, nell’intenzione di capire le fondamenta e i capisaldi che sostengono la proposta del “Buen Vivir”, come nuovo paradigma in grado di dare risposta alla crisi planetaria in atto: “ Il Paradigma Ecologico e Comunitario”.

Capire le fondamenta del “Buon Vivere”, può permettere nello scenario di quegli “altri orizzonti possibile”, di dialogare con i concetti di “Ecologia della Mente”, di cui ci parla Bateson, dell’ educazione “all’identità terrestre” di cui ci parla Morin e dell’educazione “alla progettualità esistenziale” in sintonia con il pensiero di G. M Bertin e Mariagrazia Contini.

Obiettivi Raggiunti

L’Università di Cartagena, attraverso la mia tutor, Dssa. Diana Lago di Vergara, coordinatrice del dottorato in Scienze dell’Educazione della Rete di Università Statali della Colombia (RUDECOLOMBIA), mi ha offerto la possibilità di partecipare ad importanti scenari sia a livello della Colombia che del Centro e Sudamerica, appoggiando incontri con la comunità accademica: docenti, studenti, ricercatori, dottori e dottorandi in scienze dell’educazione, appartenenti alle reti RUDECOLOMBIA, e SUECARIBE87

, che portano avanti ricerche attinenti al mio tema.

Durante questo periodo, oltre all’opportunità di partecipare agli spazi istituzionali e ai diversi incontri con i pari accademici, ho avuto la possibilità di realizzare importanti esperienze sul campo che hanno contribuito decisamente ad arricchire la mia ricerca, attraverso i laboratori, interviste, focus Group, realizzati con diverse comunità indigene del Centro e Sudamerica. Queste esperienze sono state particolarmente dense di significato, da una parte grazie al lavoro in situ, dall’altra, alla partecipazione negli spazi istituzionali. A continuazione elenco in ordine cronologico le attività portate avanti in questo periodo, le quali sono state previamente concordate ed autorizzate dalla Dssa. Lago.

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- Novembre- dicembre 2011 ( San Cristobal de las Casas – Chiapas- Messico

 Università Intercultural de Chiapas (UNICH) Partecipazione come docente invitata nel laboratorio “Buen Vivir: Miradas desde abajo y desde adentro para el diàlogo y la inter-comprensiòn intercultural”, all’interno del progetto UNICH-IESALC- UNESCO. I risultati di questo progetto sono stati pubblicati recentemente88.

 Centro de Investigaciones y Estudios Superiores en Antropologìa Social. Unidad Sureste (CIESAS). Partecipazione come “Asesora Pedagògica” nel corso Fortalecimiento del liderazgo de mujeres indìgenas. Segunda Promociòn” – San Cristobal de las Casas – Chiapas – Messico ( Novembre14 a dicembre 9 ). I lavori di ricerca delle partecipanti sono raccolti in una pubblicazione di data recente89.

Questa partecipazione mi ha permesso di entrare in contatto con ventidue donne, provenienti da undici Popoli Originari dell’America Latina, fra cui Ernestina Sotomayor Candia, appartenente al Popolo Quechua in Perù. Natalia Sarapura, appartenente al Popolo Kolla in Argentina e Monica Michelena, del Popolo Charrùa in Uruguay, tutte donne leader delle loro Comunità, che ho avuto opportunità di visitare nei loro territori.

Foto de Mariana Lòpez (FIMI)90

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Sartorello, Stefano C., Àvila Leòn E, Àvila Agustìn, coordinadores, El Buen Vivir: Miradas desde adentro de Chiapas, UNICH-IESALC-UNESCO, San Cristobal de lasCasas, 2012

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Burguete Cal y Mayor Aracely, Blickwede Verena, Condarco Homayra, Stengel Claudia. Introducciòn y colaboraciones, Universidad Indigena Intercultural. Fondo Indigena, La Paz Bolivia, Noviembre 2012

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- Gennaio 2012 ( Regione del Cesar - Colombia )

Visite e interviste al popolo indigena Kankuamo, uno dei quattro popoli della Sierra Nevada de Santa Martha, per socializzare con le autorità delle singole Comunità, la realizzazione di un laboratorio rivolto alle donne kankuame sul tema “Genere, Spiritualità e Territorio”

- Febbraio – aprile 2012 ( Stato Plurinazionale di Bolivia – Provincia di Jujuy Nord dell’Argentina e Uruguay ( Montevideo)

 Partecipazione insieme al gruppo di ricerca “AA’INI” dell’Università della Guajira Colombiana, nel seminario internazionale “Educaciòn productiva, comunitaria, descolonizadora intra-intercultural en el Estado Plurinacional de Bolivia” – Cochabamba - ( febbraio 2 al 9 ) Durante la settimana del seminario è stato importante l’intervista con il Viceministro per la descolonizaciòn: Fèlix Càrdenas, nonché la possibilità di visitare l’Università Mayor de San Simòn a Cochabamba e le interviste con il professore Vidal Arratia Torres, coordinatore della facoltà di Scienze dell’Educazione e il professore Vicente Limachi Pèerez, direttore del Dipartimento di Post-Grados (Educazione avanzata) e del PROEIBANDES, che gestisce in collaborazione con il Fondo Indigena, il programma dell’Università Indigena Intercultural.

 Visita all’Università Indigena Aymara “TUPAC KATARI”, nel comune di Cayahuani ( La Paz). Laboratorio con gli studenti e docenti di tutte le facoltà sul primo capitolo della mia tesi “Filosofie della Terra per una Pedagogia della Vita” ( 13-15 febbraio)  Riunioni e interviste a tre ragazze studentesse provenienti dal Nepal, Sudafrica e

Amsterdam, iscritte al : Youth Initiative Program “YIP” dell’associazione di antroposofia “SOFIA”, -Svezia - che in collaborazione con il “Centro de Culturas Originarias KAWSAY” a Cochabamba, promuovono scambi interculturali con giovani di 18 paesi diversi. ( 24 febbraio).

 Visita al comune di Charazani, territorio della nazione KALLAWAYA, per partecipare ai laboratori di socializzazione dello Statuto Autonomo. Questa esperienza è particolarmente importante, se si considera che la medicina tradizionale del popolo Kallawaya è stata dichiarata dall’UNESCO, patrimonio immateriale dell’umanità nel 2003. ( 25-27 febbraio).

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 Riunioni e interviste con i membri del Centro di culture originarie KAWSAY e il suo direttore Leonel Cerruto, sui programmi di educazione comunitaria che loro portano avanti nelle diverse comunità, fra cui la comunità di Cuatro Esquinas, nel comune di Tikipaya ( Cochabamba) dove ho avuto l’opportunità di partecipare come docente invitata. Inoltre ho avuto l’opportunità di partecipare al seminario “Taller plurinacional de definiciòn de estrategias de construcciòn de curriculos regionalizados” realizzato a Cochabamba, sotto la direzione del Ministero Nazionale di Educazione. ( 28 febbraio – 9 marzo ).91

 Visita alla provincia di Jujuy, (Nord dell’Argentina) per indagare sul processo di educazione e recupero delle culture originarie del Nord dell’Argentina, fra cui i Popoli Kolla, Ocloya, Diaguita, Omaguaca e Guaranì, portata avanti dal “Consejo de Organizaciones Aborìgenes de Jujuy” (COAJ), attraverso l’implementazione del corso “Tecnicatura en desarrollo indìgena”, oggi riconosciuta dallo Stato argentino. Qui ho avuto la possibilità di intervistare più di 30 persone, studenti e docenti, fra cui la sua direttrice e leader indigena Natalia Sarapura.( 12 – 16 marzo).92

 Partecipazione come osservatrice –ricercatrice, nelle attività della fiesta tradicional del Pujllay en el municipio de Tarabuco – Chuqisaca - Bolivia. (18 marzo 2011).

 Esercizio di “osservazione partecipante”, nell’incontro realizzato a TIWANAKU, in occasione del equinozio di autunno, festività rituale molto importante per i popoli Quechua e Aymara. ( 21 marzo 2012).

Rito dell’equinozio a Tiwanaku – Bolivia – Marzo 2012

91 Interviste disponibili al link: www.youtube.com / Kawsay Metodologìas Propias /Talleres/ 92

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 Visita alla città di Montevideo, per realizzare interviste con persone appartenenti al processo di recupero culturale del popolo Charrùa. Intervista con la loro referente: Monica Michelena, partecipante al corso su “ Fortalecimiento del liderazgo a mujeres Indìgenas”, organizzato dal Fondo Indigena. ( 27 marzo – 10 aprile)93

- Maggio – settembre 2012 ( Colombia)

 Visite alle Università del Cesar e Cartagena per interviste con studenti e docenti del dottorato in Educazione del SUECARIBE e partecipazione come docente invitata all’Università della Guajira nel corso di “Etnoeducazione, Interculturalità e Diversità”, all’interno del programma di Etnoeducazione della facoltà di Scienze dell’Educazione. ( maggio e agosto )

 Visite alla “Casa del Sapere” del Chuscal, nella zona rurale del municipio di Cubarà – Boyacà - del popolo U’wa e interviste con docenti indigeni e il loro capo spirituale Berito Cubarubwa, così come docenti non indigeni della scuola nazionalizzata “Pablo VI” nella zona urbana del municipio di Cubarà- Boyacà - Colombia94

(giugno 2012)  Partecipazione come relatrice al convegno internazionale “Experiencias

latinoamericanas y del Caribe” nel workshop “Interculturalidad y fronteras”. ( 12 - 14 luglio ). Universidad del Zulia en Maracibo - Republica Bolivariana de Venezuela.

 Partecipazione come docente al laboratorio “Territorio, Sitios Sagrados y Medio Ambiente”, rivolto a più di novanta donne, anziani e autorità del popolo Kankuamo. (Cesar – Colombia - Agosto 2012)95

 Partecipazione come docente al laboratorio “Un modelo etnoeducativo Kogui”., presso il collegio di San Antonio in Territorio del popolo Kogui, Sierra Nevada de Santa Martha, gestito dalla Diocesi di Riohacha – Guajira, con la partecipazione di docenti indigeni e non. ( 1 – 7 settembre 2012)96

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Intervista disponibile al link: www.youtube.com / YolandaAbyaYala / Mujeres de AbyaYala/ Monica Michelena Pueblo Charrùa

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Ibidem / PensamientoTerritorioMemoria/Kajkrasa Ruyina-Casa del Saber / Pueblo U’wa.

95 Ibidem / PensamientoTerritorioMemoria/Pueblo Kankuamo/Taller CuerpoTerritorioMemoria/ 96

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Laboratorio in territorio Kogui – Colombia settembre 2012

 Università di Cartagena: Partecipazione alle riunioni di organizzazione e coordinamento del gruppo di lavoro “Interculturalidad e Identidad en America Latina y el Caribe”. Partecipazione come uditrice nelle giornate accademiche di lettura di tesi degli studenti della seconda e terza promozione del dottorato in Scienze dell’Educazione. Partecipazione al XIII congresso della Società Latinoamericana di Studi sull’America Latina e i Caraibi (SOLAR), come relatrice nel gruppo di lavoro “Educazione e Pedagogie per la diversità”. ( 10-14 settembre)

0.3 LA SCRITTURA

Nel redigere questo elaborato, considerando che sono iscritta ad una istituzione universitaria occidentale, per rigore epistemologico non posso fare altro che trovare le figure linguistiche e i riferimenti teorici che mi consentano di connettere i due pensieri.

D’altra parte non posso fare a meno di attingere alle fonti e ai registri ritagliati da quelle esperienze di Vita che sono riuscita a condividere, cercando di immergermi nei mondi in cui

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la Vita, sia loro che mia, è stata vissuta. In questo senso ritengo doveroso esplicitare quanto segue:

 In primo luogo, ribadisco che non ho avuto “informatori” ma interlocutori, per cui l’informazione ottenuta attraverso alcuni degli strumenti metodologici dell’accademia occidentale: “focus group, workshop, laboratori, interviste, colloqui, storie di vita”, è stata condivisi e rielaborata con gli stessi protagonisti – i Popoli-, come riportato nelle diverse testimonianze e risultati dei gruppi con cui ho realizzato dei laboratori. Direi che è stato un processo molto più vicino a quello dell’ “etnografia in collaborazione” a cui fa riferimento la antropologa statunitense Rappaport. Inoltre, i risultati in alcuni casi, possono rispondere al processo di concettualizzazione condivisa, la “co- teorizzazione” a cui fa riferimento la stessa Rappaport, ad esempio nel caso del Popolo Kogui, arrivando ad abozzare una proposta di modello educativo proprio, chiamata “Malkua”,97

. Infine, tutto il processo è stato segnato da alcuni degli elementi della “ Investigaciòn Acciòn Participativa”, accennata sopra, soprattutto per quanto riguarda il coinvolgimento e impegno diretto da parte mia, in veste di “ricercatore partecipante.”

 La metodologia che ho scelto per la presentazione di questo processo di “etnografia in collaborazione”, è stata la “Metodologia della Chakana” (sotto indicata), la quale incorpora tutti i passaggi dell’esperienza descritta lungo queste pagine, la quale deve essere vista attraverso la chiave di lettura che ho denominato “ConoSCentire” nell’intenzione di rendere percepibile l’intima connessione fra il “sentire-pensare- dire-fare” comune ai Popoli presi in considerazione e che si manifesta in modo specifico nella struttura della cosmovisione delle culture delle Ande, attraverso il “Estar Siendo-Ocurriendo Siempre no Mas. La Sabidurìa Inca del Sentimiento98”, la cui traduzione letterale diventa impossibile (sarebbe qualcosa del tipo Stare Essendo - Accadendo Sempre “non più”. La Saggezza Inca del Sentimento), ma di cui ricavo il concetto intrecciato che ho chiamato appunto, “ConoSCentire”.

 Un secondo chiarimento importante riguarda la dimensione Spazio/Tempo. Per riuscire ad apprendere le dimensioni in cui la loro conoscenza viene costruita e la continuità nel processo di trasmissione della conoscenza (che inizia dal momento del concepimento nel ventre materno fino al momento della morte) si fa necessario

97

Cfr. IV capitolo del presente elaborato.

98 Wild del Campo, Pedro, El Estar Siendo-Ocurriendo Siempre no Màs. La sabidurìa Inca del Sentimento, Tesi di laurea

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comprendere che il processo d’insegnamento/apprendimento si concretizza in uno Spazio definito dai Popoli come “Territorio”, la loro “Aula Magna” all’interno di una loro “Alma Mater Studiorum”: La Vita. Un Territorio in connessione profonda col Corpo attraverso relazioni tra funzioni vitali, salute/malattia che collegano la malattia del Corpo con le “malattie sociali” e le malattie dello Spirito con le malattie della Terra.

“Il Territorio è il fondamento sul quale nasce la vita degli U’wa, Cuore del mondo. E’ uno spazio biogeografico delimitato. Il Territorio che figura nella mitologia dei canti (la geografia cantata) degli U’wa va dalla Sierra Nevada di Mèrida nel Venezuela e comprende le attuali popolazioni di Chinacota, Malaga, Oiba, Chima, Bucaramanga, Chiscas, Chita, Salinas di Chita, Guican e Piedemonte llaneros. Include la regione denominata del Sarare (Dipartimenti di Arauca, Nord di Santander, Santander, Boyacà e Casanare) che va dalla Sierra Nevada del Cocuy e dal Piedimonte Llanero (dal sud), fino alla valle di Pamplona nel nord”99

Altri studiosi si sono occupati di fare riferimento a questa dimensione, proprio per la pregnanza che questo “concetto” ha per i Popoli Originari delle Americhe.

“ La terra non si concepisce come una merce. Esiste un vincolo molto più profondo con essa La terra è sì una risorsa produttiva indispensabile, ma è ancora molto di più: è un territorio comune100, che forma parte dell’eredità culturale ricevuta. È la terra dei “maggiori”101; in essa riposano gli antenati, i defunti. Lì in quello spazio concreto, si manifestano in diverse forme le forze superiori. .(…).. La Terra è una entità viva, che reagisce alla condotta degli uomini, per questo le relazioni con essa non sono puramente meccaniche ma si stabiliscono simbolicamente attraverso innumerevoli riti espressi in miti e leggende. Spesso, l’immagine che si ha del mondo è organizzata a partire di quel territorio, che occupa il centro dell’Universo.”102

Spiegare il Territorio come lo spazio in cui si comprende la totalità delle cosmovisioni e la vita quotidiana della Comunità con l’insieme di pratiche pedagogiche che in essa si costruiscono è fondamentale per proseguire nell’analisi di quanto chiamo “ecologia dello

99

Testo da me curato in occasione della mostra fotografica “Popoli, Semi e Saperi” realizzata nella città di Ferrara – Italia - nel 2007, in collaborazione con la Provincia e l’Associazione culturale “Hermanos Latinos”. Tratto da interviste con Daris Cristancho e Berito Cubarubwa, durante la realizzazione del progetto “Popoli, Semi e Saperi” finanziato dalla regione Emilia Romagna, fra il 2003 e il 2006.

100

Il grassetto è mio

101

Il termine “maggiore” è usato all’interno dei Popoli, per far riferimento alle persone più anziane, come ..custodi della memoria collettiva.

102 Bonfil Batalla Guillermo. Mèxico profundo. Una civilizaciòn negada. Grijalbo, Mex 1990. p.64, La traduzione è

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spirito” e dell’importanza che questo insieme ha nel processo di trasmissione attraverso la “Scuola nella Vita”.

“ Nella concezione giuridica ed economica occidentale, c’è una chiara differenza fra la terra

come un mezzo di produzione e il territorio, come uno spazio pieno di risorse sul quale si ha piena giurisdizione. …(…).. Nonostante, nella concezione dei Popoli Andini, esiste un’evidente relazione fra terra e territorio. Entrambe hanno forti connotazioni “sacre” e nello stesso tempo sono realtà sociali ed economiche fondamentali. …(….) Nel Ayllu o la Comunità, una delle prime manifestazioni di appartenenza al proprio territorio è il rapporto spirituale con la Terra, nonché per il lavoro realizzato in essa. Entrambe situazioni che favoriscono la riproduzione sia dal punto di vista economico che sociale. Per esempio il ciclo produttivo inizia con riti in cui si rafforza sia la relazione sacra con la “Pacha Mama” (Madre Terra), produttiva, che i rapporti con tutto l’Ayllu, con il proprio territorio. Questo ultimo in rapporto con diversi Esseri protettori come i “wywiris” o i “cerros” (colline), che rappresentano gli antenati o gli “achachilas” (considerati i nonni, gli anziani), i quali legittimano i rapporti di unità socio – territoriale con quello spazio – territorio che occupano, dando all’insieme un carattere sacro d’integralità.”103

L’importanza di capire il pensiero dei Popoli attraverso la loro vicinanza con la Terra e le relazioni che in essa si tessono, attraverso quello spazio più largo, che in questo elaborato ho considerato come “Territorio”, viene considerata anche da Luis Alberto Reyes nel suo importante studio sugli antichi popoli Andini, Mayas e Nahuas104.

….(…)“La possibilità di comprendere va ricercata attraverso un cammino più affidabile che

quello di assimilare il nostro oggetto a tradizioni estranee ad esso. La comprensione è possibile perchè il pensiero indigeno è basato su esperienze primarie dell’essere umano: il movimento degli astri, i cicli delle piante e degli animali e la sessualità. …(…) A differenza dell’intenzione di allontanare dalla terra quest’esperienze, modalità che ha orientato le culture europee, l’antico pensiero di Nahuas, Mayas e Andini, trova il senso dell’esistenza non nel aldilà, ma nell’universo localizzato in cui si svolge la vita. Per quello gli studi di questo libro progrediscono a partire dal riferimento mitico più originale: la Madre Terra ”105

103

Ticona Alejo, Esteban, Saberes, conocimientos y pràcticas anticoloniales del pueblo Aymara-Quechua en Bolivia, Plural, La Paz 2010, pp. 63 e 64

104

Reyes, Luis A, El pensamiento indigena en Amèrica. Los antiguos andinos, mayas y nahuas. Biblos, Buenos Aires 2008

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In fine, un terzo punto di necessario chiarimento, riguarda l’assenza in questo elaborato di cifre e di statistiche nonché, ahimè, lo scarso approfondimento dei contesti politici in cui i quattordici popoli hanno tessuto la loro storia e le loro resistenza, contesti che cerco difficilmente di inglobare nel terzo capitolo. Questa è stata una scelta metodologica consapevole, nel tentativo di concentrare l’attenzione nell’obiettivo centrale di questo elaborato: le forme di costruzione e trasmissione della conoscenza dei Popoli Originari del Centro e Sud America, come contributo alla costruzioni di nuove epistemologie tese alla costruzione di un dialogo interculturale ed interpolitico che possa fare incontrare le due pedagogie di cui queste pagine rendono conto: “La Pedagogia del Buen Vivir” e “L’educazione alla progettualità Esistenziale”.