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All’indomani dell’approvazione del Constitution Act del 1982 ci si chiese quali fossero le innovazioni relative all’interpretazione costituzionale. Una risposta al quesito è rinvenibile nella tesi di Lamer, giudice costituzionale degli anni ‘80, il quale, nel Reference Re B.C. Motor Vehicle Act, coglie l’occasione per affermare che l’approvazione della nuova Carta, accompagnata dalla costituzionalizzazione della Charter of Rights and Freedoms, determina una notevole espansione dei principi fondamentali, “un più ampio corredo di valori” , dei quali la Corte 147 Suprema si fa protettrice. Le prerogative della Corte, quindi, dopo il 1982 crescono, questa infatti non si limiterà più a dirimere i conflitti di attribuzione fra i diversi livelli di governo, ma sarà competente per la tutela di tutti i diritti costituzionalizzati in sede di Patriation . 148 149

In realtà anche prima del 1982 ci sono ipotesi in cui la Corte si batte per la tutela di certi diritti e libertà, si pensi in tal senso alla resistenza che la giurisprudenza costituzionale manifestò nei confronti delle iniziative discriminatorie delle minoranze, intraprese dal Primo Ministro quebecchese Maurice Duplessis , ben tre decenni prima 150 dell’emanazione del Constitution Act.

S.VOLTERRA, “Il ruolo della Suprema Corte federale: polemiche e progetti

147

di riforma”, Amministrare, 1-2, 2002, p.169.

J.FREMONT, L’ordinamento costituzionale del Canada, cit., p.191ss.

148

Sul tema F.ROSA, La Corte suprema di fronte alla Patriation della

149

Costituzione, in G.ROLLA (a cura di), L’apporto della Corte Suprema alla determinazione dei caratteri dell’ordinamento costituzionale canadese, cit., p. 51ss.

Esponente del partito conservatore e nazionalista provinciale Union

150

Nationale, fu Premier del Quèbec dal 1936 al 1939 e dal 1944 al 1959. T.GROPPI, Canada, cit., p.33.

Nonostante ciò, l’orientamento del giudice Duff, secondo cui la Costituzione implicitamente tuteli i diritti e le libertà , non trovò mai 151 particolare fortuna.

La tesi del giudice Lamer appare invece assai più condivisibile, dopo il 1982 la Supreme Court si fa indubbiamente protettrice dei diritti e delle libertà enunciati dalla Carta, destando perplessità e critiche in dottrina. Una prima critica, risale agli anni immediatamente successivi all’emanazione del Constitution Act e fu avanzata da una serie di giuristi, aderenti perlopiù alle dottrine marxiste, i quali sostenevano che la Corte avesse abbandonato la sua condizione di imparzialità, per sposare posizioni marcatamente attiviste e invasive della competenza del potere legislativo.

A tali critiche si è più recentemente affiancata la posizione di coloro che, nel censurare l’estensione dei poteri della Corte Suprema, pongono l’attenzione sul fatto che la nomina dei giudici costituzionali non è ispirata al principio rappresentativo, in quanto la partecipazione delle Province alla nomina di quest’ultimi si limita alla “territorialità” . I 152 giudici della Supreme Court sono infatti tutti nominati dal Governo Centrale, mentre le autorità territoriali godono del solo diritto di avere, all’interno della Corte, un certo numero di membri ciascuna, senza poter partecipare in alcun altro modo ai procedimenti di designazione . 153 Relativamente invece alle critiche inerenti ad un presunto “attivismo giudiziario” della Corte, possiamo affermare che queste, pur essendo sicuramente esagerate, mettono in evidenza come il combinato disposto dell’art. 52 della Costituzione e dell’art. 1 della Carta canadese dei Diritti e delle Libertà conferisca alla Corte un raggio d’azione assai esteso.

Reference Re Alberta Statues, SCR 100, 1938

151

G.CAMPANELLI, “La giustizia costituzionale e i suoi rapporti con il

152

federalismo”, Amministrare, 2002, p.152

J.FREMONT, L’ordinamento costituzionale del Canada, cit., p.178-179.

L’art. 52 è molto importante, esso enuncia il principio di superiorità della Costituzione alle altre fonti di diritto, e di disapplicazione della norma di legge contrastante con il dettato costituzionale.

Per procedere ad un’analisi degli effetti dell’approvazione della Costituzione è necessario citare quanto affermato dai giudici Iacobucci e Cory nella sentenza Vriend v. Alberta del 1998. Questi due giudici sostengono che il nuovo assetto costituzionale abbia determinato la formazione di un “dialogo”, “una correlazione dinamica” tra poteri, consistente nelle risposte che la Corte Suprema dà, attraverso il suo operato, alle istanze degli organi politici. Questa posizione appare condivisibile, nonostante l’opposizione del politico F.L. Morton , il 154 quale sostiene l’idea secondo cui tale grande potere, in seno alla Corte, determini il verificarsi non di un dialogo ma di un “monologo” . Tale 155 posizione non è tuttavia condivisibile, in quanto il legislatore potrebbe sottrarsi al sindacato di costituzionalità semplicemente ricorrendo alla Notwithstanding Clause, disciplinata dall’art. 33 della Charter of Rights and Freedoms.

Il novero delle innovazioni apportate dall’emanazione della Carta del 1982 certamente non si esaurisce qui. Occorre infatti prendere in considerazione anche un ulteriore aspetto, efficientemente descritto dal giurista Alan Cairns, consistente in un maggior coinvolgimento della cittadinanza in tema di riforme costituzionali.

La Carta infatti, soprattutto grazie all’adozione della Charter of Rights and Freedoms, contiene tutta una serie di nuovi valori che vanno a tutelare i diversi gruppi che formano la società civile canadese. Si tratta di un insieme di valori, condivisi e necessari, nei quali si identificano

Membro del Progressive Conservative Association, più volte membro del

154

Governo e dell’assemblea legislativa dell’Alberta.

S.VOLTERRA, Il ruolo della Suprema Corte federale: polemiche e progetti

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soprattutto minoranze che precedentemente godevano di assai più limitate garanzie. Donne, comunità etniche e linguistiche, popoli nativi non sono più esclusi da un’esplicita tutela costituzionale, ma godono adesso del riconoscimento positivo dei loro diritti e delle loro libertà, e questa circostanza comporta una forte crescita della fedeltà dei numerosi gruppi sociali canadesi al rinnovato testo costituzionale.

Sono infatti positivizzati valori come l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge , il diritto all’istruzione nella lingua del gruppo 156 d’appartenenza , e il principio secondo cui i diritti della Charter sono 157 garantiti, in eguale misura, sia agli uomini che alle donne. 158

Da ciò deriva che la Costituzione canadese non si interessa più esclusivamente di tematiche come l’assetto federale e la forma di

Art.15 della Charter: Ciascun individuo è uguale di fronte alla legge e ha

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diritto a una pari tutela e a pari vantaggi in virtù della legge, senza discriminazione, in particolare di razza, origine nazionale o etnica, colore della pelle, religione, sesso, età o disabilità mentali o fisiche.

Diritti all’istruzione delle minoranze linguistiche, Art. 23:

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I cittadini del Canada

a) la cui lingua madre appresa e ancora compresa appartiene alla minoranza di lingua inglese o francese della provincia di residenza, o

b) la cui istruzione elementare è stata impartita in Canada in inglese o in francese, e che risiedono in una provincia in cui tale lingua appartiene alla minoranza di lingua inglese o francese della provincia,

hanno il diritto di fare impartire ai propri figli l’istruzione elementare e secondaria in tale lingua e in tale provincia. (91)

(2) I cittadini del Canada un cui figlio abbia ricevuto o stia ricevendo l’istruzione elementare o secondaria in inglese o in francese in Canada hanno il diritto di fare impartire a tutti i figli l’istruzione elementare e secondaria nella stessa lingua.

(3) Il diritto dei cittadini del Canada di cui ai comma (1) e (2) di fare impartire ai propri figli l’istruzione scolastica elementare e secondaria nella lingua della minoranza di lingua inglese o francese di una provincia

a) si applica ogni qualvolta nella provincia il numero dei figli dei cittadini che godono di tale diritto sia sufficiente a giustificare l’erogazione a loro vantaggio dei fondi pubblici per l’istruzione delle minoranze linguistiche; e

b) comprende, nei casi in cui il numero dei figli lo giustifica, il diritto di fare loro impartire l’istruzione in strutture educative per minoranze linguistiche finanziate con fondi pubblici.

Art. 28 della Charter: A prescindere da qualunque disposizione della presente

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Carta, i diritti e le libertà in essa menzionati sono garantiti in misura uguale alle persone di sesso maschile e femminile.

governo parlamentare, ma va a porsi come un insieme di valori che abbraccia l’intera società canadese, senza escludere nessuno.

Questa nuova integrazione dei vari gruppi sociali porta alla luce problematiche nuove, che prima erano state affrontate solo in sede di speculazione teorica. Una di queste è quella legata alla rappresentanza di tali gruppi all’interno della Supreme Court e alle proposte di riforma delle modalità di designazione dei membri di questa. Pur non essendo una novità assoluta, l’adozione della Carta dà linfa ad un processo di apertura della Corte al reclutamento di membri non appartenenti ai due gruppi predominanti, ossia quello anglofono e quello francofono, vengono infatti nominati giudici provenienti da etnie minoritarie, a tal proposito si pensi alla nomina di Bora Laskin, Sopinka e Iacobucci. Il nuovo assetto costituzionale inoltre favorisce la designazione di giudici costituzionali donna, in tal senso è possibile fare il nome di Beverly MacLachlin, il primo Chief Justice di sesso non maschile.

Al pari della Charter of Rights and Freedoms, anche l’operato della Corte Suprema gode di sostanziale condivisione e consenso presso i cittadini.

Tale consenso tuttavia non è unanime, tanto che, nell’universo partitico canadese, è presente il Reform Party , che pone fra gli obiettivi del suo 159

programma l’imposizione di limiti al potere decisionale della Corte Suprema, al fine di contrastarne “l’attivismo giudiziario”.

Le censure mosse da questo partito trovano il loro fulcro nella scarsa partecipazione provinciale alla designazione dei giudici membri. Critiche a tale sistema non arrivano solo dal mondo della politica, ma anche dalla

Il Reform Party è stato fondato su iniziativa di Preston Manning nel 1987, ed

159

è rimasto operativo fino al 2000, quando ha cambiato nome in Alleanza Canadese. Si trattava di un partito politico che sposare le ideologie del liberalismo, nazionalismo e conservatorismo. Ebbe un significativo successo nel corso degli anni ’90, tanto che, in seguito alle elezioni del 1993, divenne il secondo partito della camera dei Comuni. Maggiori dettagli su https:// www.britannica.com/topic/Canadian-Alliance

società civile, in cui si è sovente accusata un’eccessiva estensione del potere dell’esecutivo centrale in materia di nomina dei giudici della Corte Suprema . Dato questo interesse alle modalità di nomina dei 160 giudici costituzionali, sono state avanzate, fra fine anni ’80 e inizio ’90, due proposte di riforma, gli accordi del Lago Meech e di Charlottetown, entrambe cadute.

6.1) Corte Suprema e interpretazione dell’art. 1 della Charter of Rights and Freedoms

C’è una norma della Carta canadese dei Diritti e delle Libertà, che, al pari dell’art. 33, sembra conferire al legislatore il potere di limitare i diritti fondamentali, a fronte di determinate situazioni di giustificata opportunità. Si tratta dell’art. 1 , che parla di “limiti ragionevoli 161 prescritti dalla legge”. Tuttavia, dall’interpretazione data giurisprudenza costituzionale a questa norma, emerge come sia erroneo considerare l’art. 1 foriero di limitazioni ai diritti enunciati dalla Carta. A tal proposito è utile citare la posizione del giudice Dickson, manifestata nella sentenza R. v. Oakes del 1986 . 162

Per Dickson, da una lettura più attenta della norma si evince come l’imposizione dei limiti ai diritti e alle libertà della Carta sia subordinata

J.S. ZIEGEL, “Sélection au mérite et démocratisation des nominations à la

160

Cour Su- prême", in Choix, 1999, p.3 ss.

Art. 1 della Charter of Rights and Freedoms: “ La Carta dei diritti e delle

161

libertà del Canada garantisce i diritti e le libertà in oggetto esclusivamente nei limiti ragionevoli prescritti dalla legge, come ostensibilmente giustificati in una società libera e democratica”.

R. v. Oakes, I SCR 103 (1986), p. 136.

al rispetto dei canoni di una “società libera e democratica” . Spetterà 163 dunque alla giurisprudenza costituzionale riempire di significato tale nozione, stabilendo quando le limitazioni imposte dal legislatore travalichino questi confini, e non ci si trovi più nell’alveo della ragionevolezza, come richiamato dall’art. 1. Il dispositivo della sentenza, che decide il caso di specie, afferma che nell’espressione “free and democratic society” rientrino valori come “respect for the inherent dignity of the human person, commitment to social justice and equality, accommodation of a wide variety of beliefs, respect for cultural and group identity, and faith in social and political institutions which enhance the participation of individuals and groups in society” . 164

Da ciò si desume come l’art. 1 finisca per espandere le prerogative della Corte, che ora si occupa di verificare il rispetto di tali limiti da parte del legislatore, e di accertarsi che questo, nel legiferare, si ispiri al principio di proporzionalità tra obiettivo prefissato e limitazione dei diritti contenuti nella Carta, e che limiti i diritti da essa contenuta il meno possibile, mai più di quanto sia effettivamente necessario.

6.2) Il potere giudiziario

In Canada l’ordinamento giudiziario è organizzato secondo il principio di unitarietà, e ciò lo differenzia sensibilmente da quello della maggior

Sul tema S.RODRIGUEZ, La Corte Suprema del Canada e l’art.1 della

163

Carta dei diritti e delle libertà, una “free and democratic society” in continua evoluzione, in G.ROLLA(a cura di), L’apporto della Corte suprema alla determinazione dei caratteri dell’ordinamento costituzionale canadese, cit., p. 241ss.

Traduzione: rispetto della dignità innata della persona umana, impegno per la

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giustizia sociale e l’uguaglianza, rispetto dell’identità culturale e dei gruppi, rispetto della pluralità del pensiero, e pluralismo socio-politico.

parte dei sistemi federali, quale quello statunitense, australiano e tedesco . 165

La Supreme Court fu istituita con legge ordinaria nel 1875, sulla base della norma del British North America Act, 1867 che concedeva al Parlamento di Ottawa la facoltà di istituire una “Corte d’Appello Generale” . La neonata Corte dovette aspettare fino al 1949 per 166 prendere il posto del Judicial Committee del Privy Council di Londra come giudice di ultima istanza per ogni branca del diritto.

Il sistema di designazione dei giudici, pur trattandosi in entrambi i casi di nomine effettuate dall’esecutivo, è assai diverso per la magistratura ordinaria, i cui membri sono nominati ex art. 96 della Costituzione, e 167 per i giudici della Corte Suprema, i cui membri sono eletti alla luce delle disposizioni del Supreme Court Act e secondo una serie di consuetudini costituzionali, generalmente accettate dalle istituzioni politiche canadesi. Il Supreme Court Act indica quali siano i requisiti necessari per la nomina a giudice della Corte Suprema. Questa legge afferma che i candidati debbano essere designati fra i giudici che abbiano prestato servizio nelle Superior Court provinciali o nella Federal Court . Per 168 quanto riguarda la nomina di soggetti estranei alla magistratura, ipotesi peraltro al giorno d’oggi piuttosto marginale, si dispone che essi siano stati iscritti all’albo degli avvocati per un tempo di almeno dieci anni.

S.VOLTERRA, Il ruolo della Suprema Corte federale: polemiche e progetti

165

di riforma, in Amministrare, 1-2, 2002, p.173.

Si tratta dell’art. 101, che recita: “The Parliament of Canada may,

166

notwithstanding anything in this Act, from Time to Time provide for the Constitution, Maintenance, and Organization of a General Court of Appeal for Canada, and for the Establishment of any additional Courts for the better Administration of the Laws of Canada”.

Tradotto in italiano, l’Articolo 96 recita: “Il Governatore Generale nomina i

167

giudici delle Corti superiori, distrettuali e di Contea nell’ambito di ciascuna Provincia, ad eccezione dei giudici delle Corti di omologazione testamentaria nella Nova Scotia e nel New Brunswick”.

J.FREMONT, L’ordinamento costituzionale del Canada, cit., p.164-165.

Il Supreme Court Act dispone inoltre che la Provincia francofona del Quèbec, data la particolarità del suo diritto rispetto a quello del resto della Federazione, dia ben tre giudici costituzionali, gli altri giudici, secondo consolidata prassi, proverranno nel numero di tre dall’Ontario, di due dalla Columbia Britannica e dalle “Province della Prateria”, e di uno da quelle “Marittime”.

I giudici della Corte Suprema sono nominati dal Governatore Generale, per prassi su designazione del Primo Ministro. Non è chiaro in tale processo quale sia il peso del Cabinet o e del Ministro della Giustizia. A metà anni ’80, una proposta di riforma è giunta dall’ordine degli avvocati , i quali avevano avanzato l’idea di istituire apposite 169 commissioni incaricate di designare una serie di candidati da proporre successivamente all’esecutivo, così come avviene in quei tribunali, nei quali la nomina dei membri spetta, ex lege, al Governo Centrale. Nel progetto avanzato dall’ordine forense, membri di suddette commissioni sarebbero stati il Chief Justice dell’entità territoriale a cui appartiene il giudice da nominare, un delegato del Ministro della Giustizia, due avvocati iscritti all’albo e due membri laici.

A questa proposta se ne affianca una alternativa e coeva, avanzata dal Consiglio dei docenti di diritto. Costoro auspicavano l’istituzione di una Commissione ad hoc per la nomina dei giudici della Supreme Court composta, oltre che dai soggetti indicati nel progetto prima esposto, da delegati sia del Ministro della Giustizia che del Procuratore della provincia di provenienza del giudice da nominare, e da un soggetto designato dal Canadian Judicial Council.

Tali due progetti tuttavia non videro mai la luce. L’assetto delineato dal Ministro della Giustizia del 1988 è quello secondo cui il ruolo delle commissioni sul giudiziario si debba limitare alla valutazione di idoneità

Chiamato “Canadian Bar Association”.

o meno dei candidati, tralasciando ogni aspetto inerente all’individuazione di soggetti da proporre al Governo. Il Ministro della Giustizia dell’epoca stabilì inoltre che tali Commissioni non godessero della prerogativa di valutare l’idoneità o meno di quei candidati che già fossero membri dell’ordinamento giudiziario, e che semplicemente stessero mutando carica.

Come detto prima tuttavia è assai raro che venga eletto alla Corte Suprema un soggetto non appartenente all’ordinamento giudiziario, un soggetto quindi che passi da una funzione giurisdizionale (un tribunale minore ad esempio), ad un’altra (la Corte Suprema). Tale circostanza comporta una netta differenziazione fra le modalità di nomina dei membri della Corte Suprema, e di quelli della magistratura ordinaria, i quali spesso ricoprono tale ruolo per la prima volta nella loro carriera. Tale questione ha suscitato ampio dibattito a livello dottrinale, svariati giuristi hanno analizzato questa problematica e tentato di proporre rimedi.

Fra questi, è possibile citare Peter Russel il quale, nel denunciare l’eccessivo potere del Cabinet e del Ministro della Giustizia in tema di ordinamento giudiziario, propone l’istituzione di una commissione parlamentare deputata a valutare la competenza e la “judicial philosophy” dei soggetti che il Primo Ministro propone al Governatore 170 Generale per la nomina a membri della Corte Suprema.

A livello politico, tale disegno ha riscosso successo soprattutto presso il Reform Party guidato da Preston Manning. Il Reform Party non si limita ad inserire il progetto di Russel all’interno del suo programma, ma avanza altre ed ulteriori proposte di riforma, certamente più invasive, come quella di concedere il potere di nomina dei giudici agli organi legislativi provinciali.

S.VOLTERRRA, “Il ruolo della Suprema Corte Federale: polemiche e

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Studiosi, come Russel e Ziegel, sposano quindi l’idea che la migliore riforma al procedimento di nomina dei membri della Corte Suprema consista nell’istituzione di commissioni che si occupino della designazione dei giudici da sottoporre al voto dell’esecutivo, e non solo di valutare candidati già scelti dal Primo Ministro o da quello della Giustizia.

Per quanto riguarda invece la nomina dello Chief Justice, ossia il Presidente della Supreme Court, il sistema è assai diverso. Tale procedimento causa perplessità, in quanto, al fine di rispettare il principio di indipendenza, non è previsto l’intervento di alcuna commissione nella nomina del Presidente.

Inoltre, l’antica consuetudine secondo la quale il ruolo di Chief Justice spettava al giudice più anziano è, al giorno d’oggi, considerata desueta. La frangia più moderata del Reform Party sostiene la necessità di svolgere audizioni parlamentari ai membri della Corte Suprema designati dal Primo Ministro, mentre i più radicali appoggiano l’idea di rendere gli organi legislativi Provinciali competenti alle nomine.

In Senato si è parlato di dare un ruolo centrale al Parlamento nella nomina dei nove giudici della Corte Suprema, Presidente incluso, consistente nel dare ai parlamentari il potere di proporre giudici da nominare e di svolgere audizioni. Tale proposta fu tuttavia bocciata, al pari del progetto di legge C-234 che, nelle intenzioni di coloro che lo proposero, avrebbe dovuto impedire all’esecutivo di mettere in atto pronunce della Corte prese non all’unanimità.

L’opposizione al disegno di legge C-234 fu mossa soprattutto dal Ministro della Giustizia, il quale non tardò a sottolineare come una