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Zoccolo Duro della Charter of Rights and Freedoms

La Costituzione del Canada si annovera tra quelle sprovviste di un’espressa norma che indichi quali siano le disposizioni sottratte al procedimento di revisione costituzionale.

Per procedere all’individuazione dei valori immodificabili occorre analizzare la seguente coppia di fattori: i principi sui quali la Costituzione canadese si fonda, e gli iter procedimentali aggravati previsti per la modifica delle disposizioni costituzionali relative a questi . 118

Per procedere a tale analisi è necessario porre l’attenzione, in primo luogo, sul primo dei due aspetti sopracitati, e sui criteri interpretativi adottati dalla Corte Suprema nel riempire di significato questi principi superiori.

La Corte si è sempre posta come mediatore degli attriti fra i diversi livelli di governo, soprattutto quelli relativi alle continue spinte centrifughe, spesso anche indipendentiste, poste in essere dalla Provincia francofona del Quèbec. Per trovare un punto d’incontro fra le parti litiganti, si è rivelato necessario interpretare le norme costituzionali in senso dinamico, che tenesse conto dell’evoluzione della società, in modo da dare un contenuto alla costituzione materiale che viene a formarsi nel corso degli anni.

Gli strumenti di cui la Corte Suprema si avvale per dirimere questi conflitti consistono, oltre che nel judicial review, nella procedura di Reference, istituto quest’ultimo che, pur non essendo un unicum dell’esperienza giuridica canadese, ne costituisce una peculiarità.

Sul tema, G.D’IGNAZIO, “I principi immodificabili nella Carta canadese

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dei Diritti e delle Libertà”, in G.ROLLA, “L’apporto della Corte Suprema alla determinazione dei caratteri dell’ordinamento costituzionale canadese”, cit., p. 179 ss.

Tramite questo il giudizio di Reference , la Corte si rende capace di 119 influenzare l’operato dei corpi politici, e di superare le fasi di impasse istituzionale. Sul punto non va dimenticato come la Corte, alla vigilia dell’emanazione del Constitution Act, abbia fatto ricorso a questo istituto per arginare la persistente opposizione del Quèbec alla Patriation.

La Corte si è pronunciata tramite giudizio di Reference, anche quando si è posta il problema di individuare i principi immodificabili dell’ordinamento canadese, in particolare in una pronuncia del 1998, relativa, ancora una volta, ad un’eventuale secessione della Provincia francofona . In questa pronuncia la Corte afferma nuovamente il suo 120 ruolo di ago della bilancia dei contrasti istituzionali tipici di un sistema federale in bilico come quello canadese.

Nella pronuncia in questione, la Supreme Court individua due temi, inerenti entrambi alla materia della modifica della Costituzione. Si tratta, da un lato, dei principi immodificabili sui quali si fonda l’intero assetto costituzionale canadese, ai quali però la Carta non fa espresso riferimento, e, dall’altro, dei vari procedimenti di revisione previsti, i quali risultano differenziati in base al diverso livello di rigidità che il costituente ha voluto attribuire alle diverse disposizioni del testo del 1982.

Il Giudizio di Reference, previsto fin dal momento della creazione della

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Corte Suprema nel 1875, e poi confluito nell’attuale Supreme Court Act, consiste nella possibilità, per le autorità politiche, di rivolgersi alla Corte Suprema al fine di ottenere pareri sulle più svariate questioni giuridiche. Si tratta di una peculiarità del sistema canadese, negli Stati Uniti, ad esempio, non è consentito. Sul punto G.D’IGNAZIO, “I Principi Immodificabili nella Carta canadese dei diritti e delle libertà”, in G.ROLLA (a cura di), “L’apporto della Corte Suprema alla determinazione dei caratteri dell’ordinamento costituzionale canadese”, cit., p.179 ss; T.GROPPI “Concezioni della democrazia e della Costituzione nella decisione della Corte Suprema del Canada sulla secessione unilaterale del Quèbec”, in Giurisprudenza Costituzionale, 4, 1998, 8067ss.

Reference re Secession of Quebec, (1998) 2 S.C.R. 217.

La Corte, nel riconoscere l’esistenza di valori non modificabili, afferma che questi non si risolvano in una rigida cristallizzazione dei principi da essi espressi, ma che invece, al contrario, diano linfa ad un’interpretazione costituzionale di stampo assai dinamico, ambiziosa di coniugare il dettato costituzionale con le trasformazioni sociali e gli sviluppi giuridici odierni.

La Costituzione è quindi vista come una legge superiore, una “higher law” , composta sia da uno zoccolo duro, immune a modifiche, sia da 121 una parte che invece può essere toccata, tramite la serie di procedimenti di revisione costituzionale previsti dal testo stesso. E’ dunque necessario coordinare questi due aspetti al fine di garantire l’immodificabilità dei principi immutabili e, allo stesso tempo, di assicurare la legalità della modifica degli altri valori, ossia quelli non protetti dal crisma dell’immodificabilità.

Alla luce di quanto affermato è possibile desumere la presenza di una distinzione interna ai valori protetti dalla Carta, vi sarà infatti un nucleo immodificabile, di rango superiore, e il resto delle disposizioni, posto su un gradino più basso, che sarà passibile di revisione costituzionale. Un così spiccato interesse della Corte all’individuazione di un nucleo intangibile è giustificato essenzialmente da due circostanze. La prima consiste nel tentativo di portare alla luce la base valoriale su cui si fonda l’intero assetto costituzionale canadese, la seconda invece può essere individuata nella necessità di trovare un fondamento giuridico alla repressione dei movimenti secessionisti, forti soprattutto in Quèbec.

G.D’IGNAZIO, “I Principi Immodificabili nella Carta canadese dei diritti e delle libertà”, in G.ROLLA (a cura di), “L’apporto della Corte Suprema alla determinazione dei caratteri dell’ordinamento costituzionale canadese”, cit. p. 183.

4.1) Unwritten Rules e secessione unilaterale

La giurisprudenza della Corte Suprema quindi, nonostante la Costituzione non dica niente a proposito, afferma l’esistenza di limiti inespressi al potere di revisione costituzionale.

Tale orientamento è riscontrabile in tutta una serie di sentenze, fra le quali figura la già citata “Reference re Secession of Quèbec” del 1998. Nel caso di specie, il Governatore Generale, attraverso il meccanismo del Reference, aveva adito la Corte per chiedere se un’eventuale secessione unilaterale del Quèbec, dichiarata in seguito a consultazione referendaria, fosse costituzionalmente ammissibile.

La Corte del ’98 approfitta di questo giudizio per mettere in evidenza l’esistenza di valori immodificabili, oltre che ad affermare l’operatività in Canada dei principi del costituzionalismo moderno.

I giudici negano l’ammissibilità di una secessione unilaterale, affermando che lo Stato canadese si fonda su quattro principi fondamentali non codificati dal testo costituzionale ma implicitamente intesi; si tratta dei valori della democrazia, del federalismo, della tutela delle minoranze e del costituzionalismo.

Si afferma che questi quattro valori, pur non essendo formalizzati nel testo, raffigurano l’essenza stessa della Costituzione canadese, e una modifica delle clausole dai quali questi possono essere desunti comporterebbe uno stravolgimento dell’assetto istituzionale del Paese. Nella pronuncia del 1998 è affermato che il diritto costituzionale canadese non è interamente contenuto dalla Costituzione del 1982, la quale, afferma la Corte, contiene la cristallizzazione di un insieme di valori basati su regole non scritte, ma indispensabili per la salvaguardia dell’unità nazionale.

La Corte censura inoltre la tendenza della giurisprudenza di interpretare le singole disposizioni costituzionali in modo frammentario e

disorganico , affermando che tali norme debbano invece essere 122 interpretate in modo armonico, alla luce dei principi non scritti, ma che fondano l’ossatura del sistema canadese.

L’ipotesi in cui una Provincia manifesti la volontà di ottenere una secessione non è disciplinata dal testo del 1982. La Corte tuttavia afferma che sia possibile ricostruire in via interpretativa una procedura del genere, rifacendosi, ancora una volta, a valori non scritti.

E’ innegabile infatti come, in virtù dello stesso principio democratico, non sia escludibile in toto l’ipotesi di una secessione, che però non potrà essere dichiarata unilateralmente. La volontà di staccarsi dalla Federazione deve emergere infatti dal voto della netta maggioranza degli abitanti della Provincia, e può essere messa in atto solo al termine di negoziazioni condotte sia con la Federazione, sia con le altre Province, nel pieno rispetto dei diritti anche delle minoranze. Questi presupposti, come detto prima, non sono disciplinati dalla Carta, ma sono ricostruiti, in via interpretativa, dalla Supreme Court, attraverso l’analisi delle “unwritten rules”.

La Corte non si permette di disciplinare ogni singolo aspetto di un processo secessionistico, non indica infatti quali revisioni costituzionali debbano essere adottate, si limita ad affermarne l’ammissibilità in astratto e a indicarne i requisiti minimi, lasciando il resto al mondo della politica.

Come invece avveniva per il Bill of Rights del 1960.