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Il contenuto del capitolo sulle P.I e le sue implicazion

4.2 Le implicazioni per il sistema sanitario nazionale 1 La situazione del sistema sanitario nazionale

4.2.2 Cosa rischia il sistema sanitario nazionale

Fin dal novembre 2013 è stato chiaro che il capitolo sulle P.I. proponeva nuove regole allarmanti per la commercializzazione dei farmaci generici, cioè quei farmaci che possono essere venduti a prezzi ridotti poiché, risparmiando sui costi di ricerca, utilizzano dati e dosi già sviluppati per i farmaci detti originator, brevettati ed entrati in commercio in precedenza. I farmaci generici costituiscono una valida alternativa agli alti prezzi che il mercato oligopolistico dell'industria farmaceutica propone, ma non di rado vengono considerati un fenomeno di "free riding" da contrastare doverosamente. Le tre norme introdotte nel capitolo 18° relative ai brevetti, illustrate nel paragrafo precedente, hanno lo scopo di estendere la durata della protezione dei diritti di proprietà e di rafforzarne la tutela a vantaggio dei loro titolari, cioè le case farmaceutiche originator. Tuttavia quello farmaceutico non è un mercato come gli altri poiché dai medicinali generici può dipendere la salute di molte persone anche in Paesi già sviluppati come il Giappone.

Si stima che in Giappone due delle tre disposizioni (ritardi risarciti in estensione della protezione del diritto di proprietà; test data per farmaci e biofarmaci protetti per otto anni; sistema del patent linkage) potranno apportare modifiche considerevoli al sistema sanitario nazionale; l'art. 18.50 può essere escluso dalle norme con effetti significativi poiché se il sistema previsto dal TPP si applica con la formula "5 + 3" (cinque anni di base e tre di estensione aggiuntiva), come è stabilito nel suo art. 14, il Codice Farmaceutico giapponese (薬事法; Yakuji hō. Legge n. 69) adottava già in precedenza la soluzione "6 + 2", con lo stesso

risultato.31

30 Uno dei comunicati più importanti è quello pubblicato nel giugno del 2013 e consultabile al link:

https://hodanren.doc-net.or.jp/tpp/130624tpp-e.html

31 Questo è ovviamente il motivo per cui il Giappone durante le trattative sosteneva una durata non

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Le implicazioni che invece possono essere generate dalle altre due norme sono sia dirette, sia indirette. Quelle dirette hanno a che fare con le richieste di farmaci contro l'ipertensione, il diabete e le epatiti che in genere colpiscono gli anziani: considerata la percentuale di popolazione anziana in Giappone, per quei pazienti la limitazione delle possibilità d'acquisto dei farmaci generici rappresenterebbe un incremento notevole della spesa sanitaria.32

Gli effetti indiretti invece potranno andare a cambiare la struttura stessa del sistema di copertura sanitaria nazionale. Se le strutture ospedaliere non potranno rifornirsi di farmaci generici, che in Giappone ammontano al 40% del totale del medicinali utilizzati,33 dovranno necessariamente ricorrere a quelli originali più costosi. Si prevede che ciò altererà gli equilibri finanziari, già parzialmente in crisi, che sostengono il sistema sanitario e l'aumento delle spese mediche dovrà essere fronteggiato applicando una o più delle tre seguenti strategie:

I) aumento del contributo diretto dei cittadini oltre il 30% o aumento delle quote assicurative

II) riposizionamento dei farmaci nella zona "extra-copertura", lasciando a carico dei pazienti le spese per i farmaci utilizzati nei trattamenti ospedalieri

III) riposizionamento dei trattamenti più dispendiosi all'interno delle cosiddette cure facoltative, non coperte dal sistema

Dal dibattito giornalistico emerge che la terza strategia, che apparentemente può sembrare la più drastica, è anche quella più verosimile e quindi la più temuta. I trattamenti facoltativi sono infatti soggetti a regolamentazioni meno severe rispetto a quelli che rientrano nel sistema di copertura nazionale34 e soprattutto il carattere di libertà è esteso anche alla determinazione del prezzo da applicare, non più sotto il controllo statale. Questa estensione dell'area dei trattamenti facoltativi è stata oggetto di dibattito anche in passato e in giapponese prende il nome di "Sistema a terapie miste" (l'espressione

ISHIKAWA Koichi, WATANABE Yorisumi & UMADA Keiichi, TPP交渉の論点と日本: 国益をめぐる攻防 (I punti di dibattito delle trattative del TPP e il Giappone: gli scontri sugli interessi nazionali), Tokyo, 文眞堂, giugno 2014, p. 126.

32

HARANAKA Katsuyuki, 私たちはなぜTPPに反対するのか ("Perché siamo contrari al TPP?"), Tokyo, 祥伝社, aprile 2014, p. 101.

33 Dal sito Blogos.com, agosto 2015, al link: http://blogos.com/article/127897/

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formale sarebbe "保険外弁用療養" (Hokengaibenyō ryōyō), ma più comunemente viene usato il composto "混合診療"; Kongō shinryō). Se il prezzo dei farmaci

previsti dalle cure salisse e tutti i fattori che compongono l'equilibrio finanziario del sistema rimanessero invariati, non ci si potrebbe che aspettare una riduzione di budget per le strutture ospedaliere, che a quel punto si troverebbero a dover ammortizzare il costo di una fornitura farmaceutica più salata.35 Quindi, una soluzione sarebbe appunto quella di dedurre interi trattamenti dalla copertura sanitaria: conseguentemente all'espansione dell'area dei trattamenti facoltativi, per poter accedere a quelle cure molti più cittadini sarebbero costretti a ricorrere ad una seconda assicurazione sanitaria, in questo caso privata, ad oggi pratica estremamente rara in Giappone.36 Entrando nel campo dell'offerta privata, ultimo passaggio di questa sorta di effetto domino sarebbe la stipulazione di assicurazioni sanitarie differenti in base alle disponibilità economiche dei pazienti; secondo la giornalista Tsutsumi Mika,37 le strutture ospedaliere si troverebbero a calibrare la tipologia - e quindi l'efficacia - delle cure in base alla copertura offerta dall'assicurazione scelta.

Le cure mediche non sarebbero più dispensate in modo equo, ma sorgerebbero lampanti differenze dovute al prestigio/prezzo - e quindi al reddito del paziente - dell'assicurazione stipulata: il sistema di copertura sanitaria nazionale cederebbe a quel punto tre dei suoi principi cardine, cioè prezzi bassi, equità e qualità dei trattamenti, poiché le terapie facoltative ricevono minori controlli rispetto a quelle incluse nella copertura sanitaria.