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e la posizione del Giappone

2.7 L'Accordo Commerciale Anticontraffazione 1 La proposta giapponese

2.7.2 Le negoziazioni dell'Accordo e la ratifica

Le trattative sono state intraprese concretamente nel giugno del 2008 a Ginevra, e ai cinque membri già menzionati si sono aggiunti Messico, Nuova Zelanda, Singapore, Australia, Marocco e Corea del Sud. L'incontro di Ginevra è stato seguito da altri otto round di cui l'ultimo, quello di Lucerna, risale al luglio del 2010.

Al di là della peculiarità della natura stessa dell'Accordo, considerati i temi trattati, la significativa novità dell'ACTA è che durante i due anni dei negoziati, nessun testo ufficiale sia mai stato trasmesso al di fuori degli organi diplomatici impegnati nelle trattative. La motivazione concessa dall'USTR al sito Electronic Frontier Foundation è che per garantire un buon andamento dei negoziati, il contenuto dell'ACTA doveva essere considerato "segreto nazionale". Di conseguenza, nessun sito internet, nessun giornale, nessun emittente televisivo è mai stato formalmente aggiornato circa i dettagli dell'Accordo. L'unico modo in cui i governi interessati hanno informato l'opinione pubblica e i media è stato attraverso dei summary, in cui venivano brevemente chiariti i principali temi in discussione e lo stato dei lavori. Per la versione ufficiale dell'intero testo si è dovuto attendere la conclusione dei negoziati, avvenuta il 15 aprile 2011: l'Accordo è oggi facilmente consultabile accedendo alla rete.57 La cerimonia per il deposito delle firme è stata celebrata a Tokyo il primo ottobre 2011.58 Quasi tutti i membri hanno siglato l'Accordo, mentre Svizzera, UE e Messico hanno dichiarato l'intenzione di posticipare la loro

56 http://www.meti.go.jp/committee/materials/downloadfiles/g80424d04j.pdf 57

Ad esempio dal sito del MOFA giapponese:

http://www.mofa.go.jp/policy/economy/i_property/pdfs/acta1105_en.pdf

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firma, ma assieme agli altri rappresentanti hanno ribadito le loro intenzioni a collaborare per la protezione del capitale intellettuale e industriale.

Eppure oggi l'ACTA non è formalmente in vigore. Stando al suo articolo 40, perché lo diventi è necessario che almeno sei delle 31 nazioni coinvolte ratifichino l'Accordo depositando nuovamente firma ufficiale, ma in data odierna l'unico Paese ad aver concluso le procedure è proprio il Giappone.

Il 3 agosto 2012 è stata infatti votata la ratifica dell'Accordo in seduta plenaria della Camera Alta: dei 226 presenti, solo 9 hanno espresso voto contrario59 (appartenenti al People's Life First al Green Wind60 ). Nei giorni 29 e 31 agosto è stato indetto un question time con la Commissione sugli Affari Esteri, seppure in realtà in entrambe le occasioni si siano assentati molti dei rappresentanti dei partiti non al governo, diminuendo considerevolmente le possibilità di dialogo.61 Durante la discussione è stata fatta luce in merito alle ripercussioni per il Giappone derivanti dall'ACTA. Il Ministro per gli Affari Esteri Genba Kōichirō, negando molte

delle preoccupazioni diffuse dai media nazionali e stranieri, dopo aver chiarito che nessuna modifica legislativa sarebbe stata necessaria per l'esercizio dell'Accordo, si è espresso come segue:

"Riteniamo che la firma dell'Accordo sia estremamente significativa dal punto di vista del contributo alla collaborazione internazionale e di un'applicazione più efficace dell'esercizio dei diritti di proprietà intellettuale entro il nostro territorio nazionale."62

L'ACTA è stato definitivamente ratificato il 6 settembre con il voto della Camera Bassa: nonostante l'assenza di quasi tutti i membri dei partiti non al governo - strategia attuata per tentare di rimandare la decisione su un accordo i cui contenuti sono rimasti poco chiari sino a qualche mese prima della votazione -, l'elevato numero dei seggi di cui godeva il Partito Democratico63 di allora, ha

59 Dal sito della Camera dei Consiglieri, al link:

http://www.sangiin.go.jp/japanese/joho1/kousei/vote/180/180-0803-v004.htm

60

In giapponese rispettivamente 国民の生活が第一 (Kokumin no seikatsuga daiichi) e みどりの風 (Midori

no kaze).

61

Di per sé la commissione ospita solamente 30 membri, appartenenti a tutti i partiti.

62

Dal sito Internet Watch, al link: http://internet.watch.impress.co.jp/docs/news/20120829_556177.html

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permesso al primo ministro Noda Yoshihiko di far passare la ratifica in un'aula semivuota,64 dal momento che il numero minimo di parlamentari per la validità del voto era stato raggiunto (per legge stabilito a 1/3 dei totali più uno, quindi 161).

Per quanto riguarda le altre nazioni, è necessario focalizzare il punto sul caso dei tre membri che hanno rimandato la firma nella cerimonia di Tokyo. Se nel luglio del 2012 il Messico si è affrettato a siglare l'Accordo, due mesi prima la Svizzera aveva dichiarato che non avrebbe firmato, giustificando la propria scelta con i dubbi sorti circa il restringimento delle libertà di informazione dei propri cittadini,65 e seguendo in ritardo Paesi come Cipro, Estonia, Germania, Paesi Bassi e Slovacchia che avevano chiarito la loro distanza dalle scelte dell'UE già dai primi mesi del 2012. A quel punto, indebolita dall'assenza di cinque nazioni e influenzata dalle numerosissime manifestazioni in opposizione all'Accordo, il 4 luglio l'UE si è espressa contro la ratifica dell'ACTA, con una votazione europarlamentare di 478 contrari su 682 presenti.

In realtà, secondo il parere di diversi studiosi, ad aver ostacolato o quantomeno rallentato il processo di ratifica - ad oggi ogni Stato membro ha ancora possibilità di ratificare -, non sono state solamente le proteste dei cittadini che dimostravano contro le sue rigide disposizioni ma, al contrario, il fatto che l'Accordo abbia perso attrattiva e vantaggiosità durante i round dei suoi negoziati. Questo, sommato alla irrevocabile assenza dell'UE e della Svizzera, fa sì che oggi l'ACTA rimanga siglato solo da uno dei suoi membri originari, il Giappone.