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L A DECLINAZIONE DELLA RULE OF LAW À LA RUSSE

2.2 Autorità e diritti nella Russia socialista

2.2.4 Le costituzioni socialiste

Una peculiarità, sicuramente originale, del diritto sovietico è l’idea che la costituzione69 rifletta una precisa fase dello sviluppo della rivoluzione, verso il comunismo. Ciò spiega perché si sono avvicendate, negli anni, ben quattro costituzioni (10 luglio 1918, 31 gennaio 1924, 5 dicembre 1936 e 7 ottobre 1977), ciascuna a sottolineare altrettanti stadi evolutivi verso l’utopica società comunista senza classi. Da qui la definizione di costituzioni socialiste come costituzioni-

bilancio 70 che formalizzano i progressi sino a quel momento raggiunti, conformemente alle linee politiche del partito comunista. Le costituzioni socialiste, quindi, si evolvono e si avvicendano con la graduale affermazione della rivoluzione proletaria, di cui riflettono le progressive conquiste.

Dal punto di vista dei diritti, tutte le costituzioni sovietiche hanno privilegiato i diritti sociali a fronte di quelli politici e di libertà, tradizionalmente “favoriti” dalle costituzioni liberali. La differenza rispetto alle limitazioni dei diritti individuali del costituzionalismo liberale non sta tanto nello strumento formale con cui queste ultime vengono introdotte (i.e., l’intervento legislativo), quanto nelle finalità delle eventuali limitazioni.71 Infatti, l’esercizio di tutti i diritti garantiti (lungi dal potersi definire fondamentali) era, comunque, sempre condizionato agli interessi politici e sociali della società socialista.

Sul punto, può essere utile richiamare in breve i tratti caratterizzanti le quattro costituzioni sovietiche succedutesi nel tempo.

La prima Costituzione del 1918 contiene in prevalenza enunciazioni programmatiche. Essa individua il fine ultimo dello Stato nella soppressione dello

69 La prima costituzione scritta in Russia (la legge fondamentale dell’Impero russo) risale al 1906, nonostante il diritto avesse natura scritta in Russia fin dall’XI secolo.

70 L’idea di costituzione bilancio venne compiutamente espressa direttamente da Stalin nella sua relazione all’VIII Congresso dei Soviet del 25 novembre 1936, in cui affermava che “la

Commissione Costituzionale doveva apportare delle modifiche alla Costituzione […] in vigore, approvata nel 1924, e nel far questo doveva tener conto degli spostamenti verso il socialismo che si sono compiuti nella vita dell’URSS dal 1924 a oggi”.

71 Ad esempio, quelle relative alla definizione costituzionale di “nemico del popolo” (art 131 della costituzione del 1936) e alla più generale funzionalizzazione di tutti i principali diritti di libertà al consolidamento dello stato socialista (art 125 della costituzione del 1936).

sfruttamento dell’uomo e delle classi sociali (art. 3) e proclama la dittatura del proletariato urbano e rurale al fine di instaurare il socialismo ed eliminare il potere statale (art. 9). Concentra il potere politico in modo piramidale, con al vertice i soviet ed i commissari del popolo (artt. 24 ss), direttamente legittimati ‘dal basso’ da un complesso meccanismo di assemblee popolari. Include anche un’analitica disciplina del diritto elettorale attivo e passivo (artt. 64-78), in cui il suffragio (ristretto e diseguale, con differenziazione fra circoscrizioni contadine e urbane) viene collegato indissolubilmente al lavoro, in modo da assicurare una posizione di guida al proletariato. Si afferma, già dalla prima costituzione, la subordinazione dei diritti alle superiori esigenze della rivoluzione, non potendosi infatti essere esercitati “a detrimento della rivoluzione socialista” (art. 23).

La seconda Costituzione del 1924 viene introdotta dopo la parziale reintroduzione di qualche margine di iniziativa economica privata (la NEP). La carta costituzionale è interamente dedita alla definizione dei rapporti tra le repubbliche federate, e tra il partito e gli organi federali. In particolare, viene istituita una corte suprema al fine di “consolidare la legalità rivoluzionaria”, svolgendo funzioni di giudice di appello rispetto alle corti supreme dei singoli Stati federati e delle controversie fra gli Stati, emettendo pareri sulla costituzionalità delle deliberazioni delle varie repubbliche e fornendo “direttive” sull’interpretazione delle leggi federali (art. 43).

Viene riproposta la subordinazione delle libertà alla piena instaurazione della dittatura del proletariato72 e il principio di eguaglianza (art. 22) che, comunque, non esclude che individui e gruppi possano essere privati dei loro diritti, se esercitati a detrimento degli interessi della rivoluzione socialista (art. 23).

La terza Costituzione del 1936, introdotta da Stalin, termina l’esperimento del NEP, proclama la collettivizzazione agricola e industriale e annuncia l’avvenuta realizzazione dello “Stato socialista degli operai e dei contadini” (art.

72 Così ad esempio, si garantisce l’effettiva libertà di opinione ai lavoratori, sopprimendo la dipendenza della stampa dal capitale e trasferendo nelle mani di operai e contadini i mezzi tecnici e materiali per la pubblicazione e la diffusione dei giornali (art. 14). Si riconosce, altresì, il diritto di organizzare liberamente riunioni, comizi e cortei, mettendo a disposizione i locali idonei all’organizzazione di assemblee popolari con arredi e servizi necessari (art 15), l’associazione delle classi protette (art 16) e l’accesso alla cultura (art 17).

1). Essa viene generalmente considerata il modello forte di costituzione sovietica. Si ribadisce la natura pianificata della vita economica (art. 11), ma si riconosce anche la piccola attività economica di artigiani e contadini non associati e senza sfruttamento di lavori altrui (art. 9) e la proprietà personale sui redditi da lavoro, i risparmi, la casa di abitazione e gli oggetti di consumo e il diritto alla successione ereditaria nelle proprietà personali (art. 10).

Dal punto di vista dei diritti, è rilevante il capitolo X. Ovviamente, l’elenco di diritti tutelati è fortemente sbilanciato verso la tutela dei diritti sociali;73 ma la peculiarità è che questa Costituzione non si esaurisce in mere dichiarazioni programmatiche, piuttosto assume spesso carattere immediatamente precettivo.74 In particolare, si riscontra il tentativo di indicare, per ciascun diritto sociale sancito, le modalità con cui si intende assicurarlo - non tanto attraverso la sua giustiziabilità - quanto con la presenza di istituzioni pubbliche dirette a garantirne l’effettività e la concreta esigibilità. La costituzione del 1936 include anche un catalogo di libertà classiche,75 il cui esercizio è sempre subordinato alle esigenze della rivoluzione socialista.

La quarta Costituzione socialista del 1977, infine, intende coronare il rafforzamento del potere sovietico in patria e nel mondo. È questa, infatti, l’epoca in cui l’URSS iniziò a sottoscrivere accordi internazionali per la protezione dei diritti della persona. La peculiarità di questa costituzione è sicuramente la sua visione ‘internazionale’ - testimone del desiderio di una maggiore accettazione e

73 Il diritto al lavoro (art. 118), al riposo (art. 119), all’assistenza in caso di vecchiaia, malattia e perdita della capacità di lavoro (art. 120), all’istruzione (art. 121), la tutela della donna (art 122), il principio di eguaglianza (art 123), l’inviolabilità della persona, del domicilio e della corrispondenza (art 128) ed il riconoscimento delle libertà di parola, stampa riunione (art. 125) con la messa a disposizione dei mezzi necessari, sempre in conformità con gli interessi dei lavoratori. Con analoghi sostegni materiali e limitazioni funzionali si tutela la promozione di organizzazioni sociali (art. 126). Si ribadisce anche il diritto di asilo agli stranieri “perseguitati per aver difeso gli interessi dei lavoratori, o per le loro attività scientifica, o per aver partecipato a lotte di liberazione nazionale” (art. 129).

74 Ad esempio, l’orario lavorativo massimo è costituzionalmente stabilito in sette ore e l’istruzione è direttamente proclamata obbligatoria e gratuita per quella elementare.

75 Principio di eguaglianza (art. 123) libertà religiosa (art. 124), libertà di parola, stampa, riunione e manifestazione del pensiero (art. 125), all’inviolabilità della persona (art. 127) e del domicilio (art. 128).

partecipazione nella comunità internazionale - che quasi la allontana dalla natura di costituzione bilancio propria del costituzionalismo sovietico.

Nel preambolo, in particolare, si proclamava l’ormai avvenuta edificazione della società socialista, sicché lo Stato sovietico avrebbe esaurito la fase della dittatura del proletariato per assumere la veste dello Stato di tutto il popolo, superando le originarie divisioni di classe. Si abbandonano le formule staliniste proprie della fase più autoritaria e totalizzante del regime; si afferma, ad esempio, la supremazia della costituzione sullo stesso partito comunista (artt. 4-6), principio però mitigato dal formale riconoscimento del partito comunista stesso come la forza che dirige e indirizza la società e, dunque, anche lo stesso Stato (art. 6). Anche il sistema delle fonti viene ordinato in chiave più liberale. Il principio di legalità socialista (art. 4) è, infatti, temperato dall’espressa superiorità della costituzione sulle altre fonti (art. 173) e dal carattere rigido delle norme costituzionali.

Dal punto di vista economico, si conferma il sistema fondato sul lavoro (art. 14), sulla proprietà socialista dei mezzi di produzione e sulla proprietà cooperativa, ad eccezione (come succedeva già nella costituzione precedente) delle “proprietà personali”76. Anche il catalogo di diritti è analogo a quello della costituzione precedente77, con il consueto “limite” dell’esercizio di alcune libertà in conformità alle esigenze del regime socialista (artt. 50-51). Ultimo aspetto interessante della quarta costituzione è che, sotto la sua egida, si instaura, nel dicembre 1988, il Comitato Sovietico di Supervisione Costituzionale.

76 La parte dedicata al “sistema economico” (artt. 10-18) descrive finalmente in termini compiuti il complesso meccanismo dell’economia collettiva, distinguendo proprietà collettiva e individuale (artt. 11-13) e confermando la sua tradizionale concezione “pianificata”: la direzione e lo sviluppo dell’economia fondata sulla proprietà socialista dei mezzi di produzione, doveva infatti avvenire secondo “piani statali di sviluppo economico e sociale” (art. 16).

77 È ribadita l’inviolabilità di persona, domicilio e corrispondenza (artt. 54-56), ma gli altri diritti funzionalizzati dei testi precedenti subiscono una parziale eclissi, con la conferma solo di quelli di parola, stampa e riunione, sempre “in conformità con gli scopi dell’edificazione comunista” (art. 50). I diritti sociali sono arricchiti di quello alla salute (art. 42), all’alloggio (art. 44); del diritto a godere delle realizzazioni della cultura (art. 46) e di quello di fruire di un contesto che valorizzi la libertà di creazione scientifica tecnica e artistica, pur “in conformità con gli scopi dell’edificazione comunista” (art. 47) e si inserisce anche introdotto un articolo dedicato alla famiglia e alla sua protezione (art. 53). Degna di nota è l’inclusione della possibilità di risarcimento avverso i comportamenti illegittimi dell’amministrazione (art. 58).

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