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Le tensioni tra il modello economico e sociale: le disposizioni costituzional

L A C OSTITUZIONE ECONOMICA RUSSA : UNA SINTES

3.3 Le tensioni tra il modello economico e sociale: le disposizioni costituzional

Come già osservato, la Costituzione russa, pur mancando di un’apposita sezione riguardo l’assetto economico, sancisce – almeno formalmente - alcuni elementi minimi dell’economia di mercato. Più precisamente si potrebbe dire che la Costituzione non fa scelte “ideologiche” precise a proposito del modello di economia di mercato prescelto, ma, talvolta, sembrerebbero esservi spazi per giustificare un intervento (anche pesantamente) regolatore dello Stato.

Il noto costituzionalista V. Cirkin ravvisa nella Costituzione del 1993 un manifesto puramente liberista236. Diversamente, il giudice costituzionale G. Gadziev non si possono sottovalutare le peculiarità tipicamente russe nel recepimento, in Costituzione, dei principi liberali. Come egli afferma, “nonstante

la Russia abbia recepito la concezione europea del diritto costituzionale, la Costituzione economica di questo Paese indubbiamente possiede tratti individuali specifici”237.

Basterebbe porre attenzione alle disposizioni che regolamentano i rapporti agrari. Ad esempio, infatti, la regolamentazione del possesso, utilizzo e dipsonibilità delle terre e delle altre risorse naturali rivestirebbe un carattere ambiguo238, in quanto l’art. 36 della Costituzione ripropone quel carattere ‘ambiguo’ già sopra rilevato, per cui da un lato, sono contemplate norme costituzionali che prevedono il diritto di prorietà privata sulla terra, e dall’altro si introducono serie limitazioni al comma 2 dell’art. 36 prevedendo la condizione

236 V. Cirkin, Kонституция. Росcиский модель model [la costituzione. Il modello russo], Mosca (2002), 73-75.

237 Secondo, G. Gadzhiev, le basi dell’ordinamento costituzionale economico deriverebbero principalmente dall’art. 8 cost., il quale esprime una serie di principi che sono alla base di diverse altre norme costituzionali collegate tra loro e che per questo rappresentano una certa unità, nella concezione della Costituzione economica:

essendo strettamente connessa alla concezione dello Stato sociale, la Costituzione economica si trasforma nella base di diritto costituzionale di un’economia di mercato socialmente orientata

G. Gadziev, Экономическая Конституция. [costituzione economica], cit. pp. 4-15.

238 Si veda anche A. Meduscevskij, Проекты аграрных реформ в России XVIII — начало XXI

“qualora ciò non arrechi danno all’ambiente e non violi gli interessi legittimi

altrui”. Secondo Gadziev si può sostenere che:

le disposizioni costituzionali che formano la Costituzione economica sono a tal punto elastiche da consentire allo Sttao un’amia discrezionalità, rocnonsciuta come costituzionalmente ammissibile, nella sfera della politica economica. La Costituzione russa non esclude né una politica economica basata su principi liberali, né una politica dirigista239.

Ad acquire la tensione tra libertà economiche indivisuali ed esigenze di ordine pubblico hanno, inoltre, contribuito, negli ultimi anni, numerosi fattori, tra cui il deficit delle risorse naturali240. Infatti, in un contesto di progressiva diminuzione delle riserve di gas e di petrolio si è consolidata l’idea che le risorse naturali (di cui la Russia è enormemente ricca) siano un patrimonio pubblico che debba essere messo al riparo dalle pretese di operatori privati senza scrupoli241, considerazioni che sono riecheggiate e hanno costituito un terreno fertile per le vicende della Yukos di cui si parla nell’ultimo capitolo del presente lavoro.

Nella storia dell’evoluzione della costituzione economica russa, possiamo azzardare di identificare diversi ‘cicli’, a partire dalla caduta dell’Unione Sovietica e conseguente transizione all’economia di mercato. Nella prima fase degli anni ’90, caratterizzata, come si è visto, da un generale ottimismo e favore culturale nei confronti del liberismo economico, si è particolarmente valorizzato il principio costituzionale della libertà di iniaitiva economica. In questa fase, era necessario (anche per dare un forte segnale di rottura con il passato) aderire al modello neo-liberista imposto dal Fondo monetario internazionale, rafforzando la tutela della proprietà privata, anche a scapito dello Stato sociale. La legislazione e la prassi di quel periodo sono in linea con tale interpretazione. Era l’epoca della

239 G. Gadziev, Экономическая Конституция. [costituzione economica], cit.

240 A. Di Gregorio, Epurazioni e protezione della democrazia. Esperienze e modelli di “giustizia

post-autoritaria”, Milano (2012).

241 Si veda infra, paragrafi successivi sugli oligarchi. Tali considerazioni vengono, inoltre, giustificate in riferimento alla responabilità nei confronti delle generazioni future, menzioanta nel preambolo della Costituzione.

svendita dei beni pubblici e dell’apoteosi el mercato242: si dichiarava la nuova proprietà privata “sacra e inviolabile”, si condannava il ruolo regolatore dello Stato e si eliminavano la pianificazione e la regolamentazione dei rapporti di lavoro243.

Negli anni successivi, l’intervento statale nell’economia ha rivestito un ruolo progressivamente crescente anche favorito, come già osservato, da una serie di norme costituzionali “elastiche” in materia economica e una giurisprudenza costituzionale piuttosto “neutrale”. Si è, quindi assistito, al passaggio dalla svendita dei beni pubblici (era Yeltisin) alla ri-nazionalizzazione dei beni startegici (era Putin)244.

Per le motivazioni di cui sopra e per l’origine storica dell’attuale Stato russo, più che altrove, le problematiche dell’economia si intrecciano con quelle sociali. Come ha notato Avakjan, almeno in teoria, dovrebbe esserci un enorme divario tra l’attuale e la precedente forma di Stato245. Infatti, lo Stato socialista era uno Stato paternalista che assumeva su di sé la cura di tutti i cittadini e in tutte le sfere, mentre

l’attuale Stato sociale in Russia rifiuta il paternalismo come sua funzione generale. una simile caratteristica sarebbe oggi impossibile in condizioni di pluralismo delle forme di proprietà e spratutto quando oltre i due terzi dell’economia risiedono nel settore non statale che si sviluppa sulla base della proprietà privata246.

Nonostante ciò, la Russia appare lontana dall’essere uno Stato pienamente sociale, mentre sembra più proiettato (complici le crisi economiche, le forti

242 Vedi infra, paragrafi successivi.

243 V. Cirkin, Kонституция. Росcиский модель model [la costituzione. Il modello russo], cit., 74. 244 A. Di Gregorio, L’evoluzione costituzionale della Russia tra diritti, potere ed economia, in L.

Scaffardi (a cura di), BRICS: Paesi emergenti nel prisma del diritto comparato, Torino (2012). 245 S. Avakjan, Коституционное право России [diritto costituzionale russo], Mosca (2007),

tomi 1-2.

contraddizioni sociali e il passaggio dallo Stato paternalistico sovietico allo Stato sociale post-sovietico) verso una gestione neo-paternalistica del potere247 . L’ideale sociale, infatti, rimane forte, sia come retaggio del modello socialista, sia come necessità di mitigare gli estremi del mercato per far sì che le crisi non acquiscano le tensioni sociali.

In questo peculiare contesto russo, il tema della proprietà ha sempre rappresentato un tema di importanza fondamentale nn ultimo per la stessa definizione della forma di Stato. Come affermato dal presidente V. Zorkin,

se nel Paese non c’è un riconoscimento sociale della proprietà allora anche gli altri diritti non ottengono riconoscimento. Senza lo sviluppo di una classe media di proprietari e senza un’efficace politica sociale basata sui principi dell’uguaglianza giuridica e della giustizia sociale allora non può esistere neanche la democrazia politica.248

Inoltre,

al di fuori di un mercato concorrenziale, di una società civile e di uno Stato di diritto svilluppato, quella carica positiva che reca in sé la proprietà privata non può essere realizzata249.

247 Si veda ad esempio, T.F. Remington, Russia and the “Strong State” Ideal, nello speciale Putin’s Russia su East European Constitutional Review, vol. 9, n. 1/2 (2000), 69-69.

248 V. Zorkin, Кризис, собственность и верховенство права [crisi, proprietà e diritto di

supremazia], 74 журнал сравнительное конституционное обозрение n. 1 /74 (2010), 74-80. 249 Id., 76-77.

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