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Mancata esecuzione delle sentenze

PROVA DI “ DIALOGO ” O FUGA DAL DIRITTO INTERNAZIONALE ?

5.4 Tipologie frequenti di violazione del P1-1 da parte della Russia

5.4.1 Mancata esecuzione delle sentenze

Il problema della mancata esecuzione delle sentenze, di cui si è fatto sopra cenno, rappresenta una grossa criticità del sistema russo. Ai nostri fini, peraltro, occorre evidenziare le importanti ricadute in materia di tutela del diritto di proprietà, in particolare dei diritti dei privati vis à vis nei confronti dello Stato.

Ad esempio, ci sono voluti due anni per dare attuazione a una decisione della corte del dicembre 2001 che invalidava lo statuto della citta di Mosca sui prezzi della terra ed ordinava all’amministrazione della capitale di restituire il conteso appezzamento di terra al richiedente. Il sindaco di Mosca ha dato attuazione a questa decisione solo dopo che il delegato di Putin aveva personalmente richiesto che la terra fosse restituita al moscovita 89enne che aveva legittimamente vinto il suo ricorso presso la Corte Costituzionale433. Allo stesso tempo, altre regioni che avevano emanato statuti simili sull’uso della terra, e avevano confiscato dei possedimenti privati, hanno continuato a insistere fino al 2004 che la decisione della Corte Corte Costituzionale non si applicasse al loro caso.

Vale la pena ri-soffermarsi sulla mancata esecuzione delle sentenze per meglio considerarla nel contesto dell’interazione tra diritto russo e Cedu. Innanzitutto, come già detto, nella tradizione giuridica russa una sentenza favorevole non è una property, ma meramente un obbligo a pagare o a svolgere determinate azioni, soggetto alla disponibilità di risorse e fondi. Nella giurisprudenza CtEdu, invece, una sentenza favorevole è un claim o bene di valore economico secondo il P1-1. Al momento dell’adesione alla Cedu, la stragrande maggioranza dei giuristi – e funzionari statali russi – non aveva concezione di tale differenza nella definizione di property, e ciò spiega - in parte -

l’atteggiamento recalcitrante delle autorità russe verso il problema delle sentenze non eseguite, così come la grande quantità di ricorsi davanti la CtEdu, contro la Russia per la violazione dell’P1-1.

Inoltre, nella cultura giuridica russa, la fase di esecuzione delle sentenze non costituisce parte integrante della procedura giudiziaria o - più in generale del principio del giusto processo. Questo problema è stato evidenziato anche dalla Corte Costituzionale che, nella sentenza N.8-P del 14 luglio 2005, ha affermato che la fase di esecuzione è parte integrante del diritto al giusto processo e la discrezionalità governativa doveva essere naturaliter limitata dai diritti costituzionali, non potendosi ammettere che i privati non disponessero di alcun rimedio effettivo per la mancata esecuzione delle sentenze434.

Tuttavia, non va assolutamente sottovalutato che, al di là degli elementi sopra evidenziati, l’esecuzione delle sentenze che imponevano allo Stato di onorare i suoi debiti risultavano eccessivamente onerose, soprattutto a fronte delle risorse disponibili, erose dalle disastrose condizioni economiche della Russia nel periodo di transizione (si consideri, infatti, il contesto delle terapie economiche shock, della crisi finanziaria del 1998 e l’oneroso sistema di welfare sociale, non ancora smantellato).

In queste condizioni, il governo ha spesso giustificato la mancata esecuzione delle sentenze (anche di quelle della CtEdu) per l’insufficienza dei fondi pubblici. Tuttavia, il retroterra culturale e giuridico russo (per i motivi di cui sopra) poteva accettare la legittimità di questa spiegazione, ma certamente non poteva farlo la CtEdu (circostanza che non mancò di sorprendere molti giuristi russi).

È, infatti, interessante notare che la mancata esecuzione delle sentenze non suscitava scalpore in quanto non veniva considerata una reale violazione sistematica dei diritti fondamentali, fino a che la CtEdu non ha affermato il contrario, per la prima volta, in Burdov (2002)435.

434 Si vedano, ECtHR, Timofeyev v. Russia, No. 58263/00, 23 ottobre 2003; Wasserman v. Russia, No. 15021/02, 18 Novembre 2004; Reynbakh v. Russia, No. 23405/03, 29 settembre 2005;

Poznakhirina v. Russia, No. 25964/02, 24 febbraio 2005; Gorokhov e Rusyaev v. Russia, No. 38305/02, 17 marzo 2005; Shilyayev v. Russia, No. 9647/02, 6 ottobre 2005.

In seguito, la CtEdu ha sostenuto che la mancata esecuzione e il notevole ritardo nell’esecuzione delle sentenze costituiva un “recurrent problem in the

Russian Federation, which has led to the most frequent violations of the Convention since its ratification.436”

Sono seguiti più di dieci anni di collaborazione tra il governo russo e il Consiglio d’Europa per l’elaborazione di metodi idonei a risolvere il problema della mancata esecuzione delle sentenze437.

Una delle prime iniziative introdotte è stata la c.d. riforma della “monetizzazione dei benefit”438, attraverso l’emanazione di una legge (2005)439 che stabiliva una procedura speciale per la distribuzione di fondi per l’esecuzione delle sentenze contro lo Stato e garantiva l’ulteriore stanziamento di fondi a questo scopo. Inoltre, è stata anche emanata una legge sulla compensazione (2010)440 per il risarcimento alle vittime della prolungata non esecuzione delle sentenze. Sono state anche predisposte alcune misure organizzative per monitorare l’esecuzione delle sentenze da parte della Stato che hanno trovato l’approvazione del Consiglio d’Europa441.

Tuttavia, le problematicità esistono ancora: i rimedi introdotti (in particolare, la legge sulle compensazioni) sono di natura limitati, si applicano solo alle sentenze non ancora eseguite (senza predisporre alcun meccanismo per evitare violazioni future) e riguarda solo i risarcimenti in denaro (non gli obblighi di fare). Limitando la portata applicativa della legge, il governo russo ha

436 ECtHR, Gerasimov v. Russia, No. 29920/05, 1 luglio 2014, § 206.

437 Sull’evoluzione del quadro legislative e regolatorio russo, si vedano le informazioni del Comitato del Ministri del Consiglio d’Europa sull’esecuzione delle sentenze della CtEdu. 438 Legge federale del 22 agosto 2004 N 122-FZ; I. Morozova, Проблемы оптимизации

процесса монетизации натуральных [problemi di ottimizzazione del processo di monetizzazione], Журнал российского права N 8 (2005), pp. 10 –16.

439 Legge federale del 27 dicembre 2005, No. 197-FZ. 440 Legge federale del 30 aprile 2010, No. 68 ‑ FZ

441 Interim Resolution CM/ResDH(2009)43, adottata il 19 marzo 2009; Interim Resolution CM/ResDH(2011)293 adottata il 2 dicembre 2011, ECtHR; Gerasimov v. Russia , No. 29920/05, 1 luglio 2014, § 206; Nagovitsyn e Nalgiyev v. Russia, Nos. 27451/09 and 60650/09, §38, 23 settembre 2010.

perseguito degli obiettivi pragmatici cercando di evitare una spesa eccessiva per il budget federale, ma (come in passato) queste considerazioni non trovano molto supporto presso la CtEdu che, in Gerasimov, ha richiesto alla Russia di

set up an effective domestic remedy or combination of such remedies which ensure adequate and sufficient redress for non-enforcement of domestic judgements imposing obligations in kind on the state authorities in line with the Convention principles as established in the Court’s case law442.

Un nuovo disegno di legge a tal proposito è, al momento, al vaglio della Duma.

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