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Il problema della mancata esecuzione delle sentenze (costituzionali e non) e il vulnus alla tutela effettiva dei diritti fondamentali (cenni)

L A DECLINAZIONE DELLA RULE OF LAW À LA RUSSE

2.9 Il problema della mancata esecuzione delle sentenze (costituzionali e non) e il vulnus alla tutela effettiva dei diritti fondamentali (cenni)

In epoca sovietica, le direttive ministeriali erano de facto supreme rispetto sia alla costituzione che alle leggi. La burocrazia post-sovietica non era, quindi, abituata alla possibilità che i cittadini facessero ricorso contro lo Stato o che dovessero dare esecuzione alle sentenze giudiziarie. E, certamente, le conseguenze del passato (mancanza di una tradizione di rule of law, supremazia

202 Gadzhiev, Konstitutsionnye printsipy rynochnoi ekonomiki, cit.

203 P. Krug, Glasnost as a Constitutional Norm: The Article 29 Jurisprudence of the Constitutional

Court and Other Courts in the Russian Federation, intervento alla Annual Convention of the American Association for the Advancement of Slavic Studies, Arlington (2001), p. 689. 204 Decisione della Corte Costituzionale No 14-P del 22 luglio 2002 pp. 29–41 e No 228-O del 1

ottobre 2002, pp. 3–6. I giudici Vitruk e Oleinik hanno più volte fatto riferimento allo spirit della Costituzione nei loro dissensi. Si veda ad esempio la decisione della Corte Costituzionale No 86-O del 14 luglio 1998, pp. 10–57; No 17-P del 10 giugno 1998, pp. 28–41 e No 1-P del 14 gennaio 2000, pp. 49–64.

205 Si veda generalmente T. Morshchakova, Применение международного права в

конституционном правосудии: итоги и перспективы [applicazione del diritto internazionale nella prassi giudiziaria costituzionale conclusioni e prospettive], Конституционное Правосудие N 4 (2001); N. Vitruk, Конституционное правосудие в

Росси (1991–2001 гг) [giurisprudenza costituzionale russa (anni 1991-2001)], Mosca (2001),

dei regolamenti esecutivi, sistemica violazione dei diritti fondamentali, etc.) non hanno giovato all’accettazione del principio che le sentenze vanno eseguite.

Il problema della mancata esecuzione delle sentenze è una delle maggiori criticità del sistema giuridico russo. Per questo motivo, nella presente tesi ne viene fatto più volte riferimento.

In questo contesto, è interessante rilevare che, proprio nel tentativo di ottenere maggiore esecuzione delle sue sentenze, la Corte Costituzionale ha espanso le categorie tradizionali di decisioni che può adottare.

A questo proposito, originariamente la relativa legislazione (1994) consentiva alla Corte Costituzionale o di affermare o di invalidare la legislazione contestata (tertium non datur). Ma seguendo l’esempio delle omologhe corti italiana e tedesca, la Corte russa è andata oltre il testo formale della legge, ‘inventando’ altri tipi di decisione, ovvero: le interpretazioni costituzionalmente conformi (dal 1997), con cui essa propone una sua interpretazione, rendendola vincolante per le altre corti e gli organi statali206; e le decisioni c.d. a contenuto positivo207. Formalmente, queste ultime sono sentenze di rigetto, ma allo stesso tempo, contengono ordini di esecuzione per gli apparati del governo e/o per le corti inferiori208. Si tratta, infatti, di richieste di esecuzione da parte di ricorrenti che hanno già ottenuto un giudizio in loro favore, ma non riescono a ottenere rimedio per la mancata esecuzione della sentenza a loro favore. Essi allora si (ri)rivolgono alla Corte Costituzionale la quale emana, appunto, le decisioni c.d. a “contenuto positivo” che ri-affermano il valore vincolante della loro precedente sentenza e ne ordinano l’esecuzione209.

206 La Corte si riferisce a questa interpretazione vincolante come al “significato giuridico- costituzionale della norma giuridica” (konstitutsionno-pravovoi smysl pravovoi normy). 207 K. Lane Scheppele, Constitutional Negotiations: Political Contexts of Judicial Activism in

Post-Soviet Europe, International Sociology, vol. 18, no. 1 (2003), pp. 229–230.

208 Per aiutare le parti e le agenize governative a comprendere se si trattasse di una sentenza a “contenuto positivo”, la Corte ha iniziato a segnalare tali sue decisioni con la lettera P o O, dove P sta per “contenuto positivo”.

209 Inizialmente, la Corte Costituzionale ha rifiutato di pubblicare queste decisioni per evitare che potessero suscitare eccessive controversie (alcune di queste decisioni a contenuto positivo vanno ben oltre la ratio decidendi delle decisioni precedenti). Si veda, ad esempio, la decisione della Corte Costituzionale No 144-O del 26 novembre 1998, pp. 2–8; No 92-O del 27 giugno

Nello sforzo di monitorare l’effettivo grado di esecuzione delle sue decisioni, la Corte Costituzionale ha istituito, al suo interno, un dipartimento dedito a tale compito. Il dipartimento monitora la pubblicazione delle decisioni della Corte, la loro copertura mediatica e prepara e distribuisce tra i giudici delle relazioni sullo stato di esecuzione delle sentenze della Corte Costituzionale, specialmente quelle a contenuto positivo. Un compito più arduo è ottenere informazioni sul se e come gli apparati statali eseguono le decisioni della Corte Costituzionale.

L’esecuzione delle sentenze, infatti, richiede o l’emanazione di un nuovo decreto/legge/regolamento che sostituisca quello dichiarato incostituzionale, oppure la riapertura del caso in una corte ordinaria o arbitrale che lo giudichi secondo le direttive che la Corte Costituzionale ha fornito nella sua sentenza. La Corte dovrebbe ricevere queste informazioni sia da fonti pubbliche che private210. Tuttavia, le corti ordinarie hanno la possibilità di monitorare l’esecuzione delle sentenze da parte delle forze di polizia solo se la pubblica accusa condivide con l’avvocato della difesa il materiale del caso, fornendo così gli elementi necessari perché l’imputato possa ricorrere in appello. Se l’accusa non condivide tali informazioni, diventa praticamente impossibile sapere se i dettami della Corte Costituzionale in materia di giusto processo sono stati applicati211.

Implementare i diritti negativi e positivi, così come definiti dalla Corte Costituzionale è impossibile se gli apparati statali, le commissioni elettorali e l’organo giudiziario non eseguono le sentenze della Corte Costituzionale Tale

2000; No 33-O dell’8 febbraio 2001 pp. 70–78; No 284-O del 10 dicembre 2002 pp. 68–71 e No 137-O del 17 luglio 2006.

210 Sulla natura problematica di questa relazione nel caso della costituzionalità delle sanzioni alle piccolo imprese, si veda A. Pershutov, Проблемы взаимодействия Федерального собрания

РФ и Конституционного Суда РФ в процессе законотворчества [problemi dell’interazione dell’assemblea federale e della Corte Costituzionale nel processo legislativo], Правосудие в Восточной Сибири № 1-2 (2001) e nei casi di costituzionalità del risarcimento alle vittime delle purghe staliniane, si veda K. Sheinin, Проблемы исполнения

постановлений Конституционного Суда Российской Федерации [problemi dell’esecuzione delle sentenze della Corte Costituzionale della FR], in М.А. Mitiukova (a cura di), Проблемы исполнения решений Конституционного Суда Российской Федерации [problemi dell’esecuzione delle sentenze della corte costituzionale], Mosca (2001), pp. 107– 113.

211 P. Jordan, Defending Rights in Russia: Lawyers, the State, and Legal Reform in the Post-Soviet

mancanza di esecuzione è piuttosto normale in periodi di transizione, caratterizzati da incertezza, caos istituzionale e debole capacità dello Stato. Va inoltre, considerata anche la crisi economica dei primi anni ’90 che contribuì a paralizzare la capacità dello Stato di fornire servizi pubblici. In questo contesto, la giurisprudenza della Corte Costituzionale sui diritti umani fu per lo più ignorata212 (anche per quel che riguarda la riforma del codice di procedura penale del 2001, la cui portata è comunque stata definita rivoluzionaria)213.

La sistematica non-attuazione delle sentenze della Corte nell’ambito dei diritti umani contribuisce a spiegare come mai la rivolta dei diritti non si sia avverata, come invece successo in altre nazioni proprio grazie al giudizio di costituzionalità214.

Il quadro appena illustrato – seppur nelle linee generali – offre una palpabile dimostrazione delle peculiarità di quello che abbiamo definito processo di “occidentalizzazione” del costituzionalismo nella Russia post sovietica.

Un’occidentalizzazione, per così dire, solo apparente.

Invero, come si avrà modo di rilevare a conclusione del presente lavoro, si assiste da un lato all’importazione dei pilastri del contemporaneo Stato di diritto costituzionale, quasi a dimostrare al “salotto buono” delle democrazie occidentali la volontà di rinnovare l’assetto ordinamentale; dall’altro, tuttavia, non può trascurarsi la tendenza – tanto politica, quanto giurisprudenziale – alla “russification” dei corollari propri dello Stato costituzionale. Con tale termine, in particolare, intendiamo riferirci all’orientamento, oggi dominante in Russia, di svuotare di senso le conquiste del costituzionalismo contemporaneo, di cui a

212 G.B. Smith, State-Building in a New Russia: Assessing the Yeltsin Record, in G.B. Smith, (a cura di), State-Building in Russia: The Yeltsin Legacy and the Challenge of the Future, Armonk (1999), p. 11.

213 Le parti che più hanno beneficiato dalla generale non attuazione delle decisioni della Corte Costituzionale sono state le forze di polizia che possono manipolare il periodo della detenzione preventiva dei sospetti ritenuti non-cooperativi. Ne ha beneficiato anche la corte suprema che ha mantenuto il potere di trasferire a determinate corti i casi politicamente più sensibili. M. Mitiukova (a cura di), Проблемы исполнения решений Конституционного Суда

Российской Федерации [problemi dell’esecuzione delle sentenze della corte costituzionale],

Mosca (2001), С. Мorgunov, Виндикация в гражданском праве. Теория. Проблемы.

Практика [il risarcimento nel diritto civile. Teoria. Problemi. Pratica], Mosca (2006).

214 Si veda ad esempio, C.R. Epp, The Rights Revolution, Chicago (1998) e R. Hirschl, Towards

nostro avviso possono rinvenirsi nel contesto in esame soltanto dichiarazioni di principio, non assistite da concrete volontà di realizzazione.

Per riprendere la fortunata espressione di Louis Favoreu, secondo il quale attraverso l’adozione di Costituzioni rigide e l’istituzione di strumenti per la giustiziabilità delle Leggi fondamentali si è inteso “afferrare la politica per mezzo del diritto”, in Russia le cose non sembrano affatto stare proprio così.

Ne offre dimostrazione la sostanziale inattuazione della c.d. “costituzione economica”, tracciata a seguito della riforma del 1993, sulla quale verterà il prosieguo della presente ricerca.

CAPITOLO III

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