I NUMERI INDICI DEL COSTO DELLA VITA IN ITALIA
III. Per la costruzione di un indice nazionale del costo della vita
Trattando dei numeri indici del costo della vita in Italia, non si può a meno di lasciare intentata l'occasione per parlare dell'indice nazionale, dappoiché l'Italia è uno dei pochi paesi ciie non possegga ancora un indice nazionale del costo della vita. L'indice dei 21 generi pubblicati dal Ministero è un indice di prezzi unitari che, pure come tale, ha notevoli difetti metodologici. Esso, infatti, non soddisfa ad uno dei requisiti fondamentali dei numeri indici, quello di essere « inversibile », tale, cioè, che se ad una certa data l'indice, in con-fronto all'epoca base = 100, sia, ad esempio, 125, facendo 100 questo ultimo, l'indice dell'epoca di base risulti 1:125 = 80. Per la raccolta dei prezzi non si tengono inoltre nel dovuto conto le fonti più corrette, nè si usa costanza di metodo. Per quel che riguarda i prezzi di Milauo, ad esempio, è accaduto che il Ministero ha usato per alcuni mesi i prezzi trasmessigli dall'Ufficio Municipale di statistica (prezzi facil-mente controllabili perchè pubblicati nel « Bollettino del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale »), per altri mesi i prezzi tras-messi dall'Unione Cooperativa, ed infine si sono talvolta usati per un mese i prezzi relativi ad un mese diverso.
Anche per questi difetti l'indice costruito in Italia non può stare a confronto con quello pubblicato dagli altri Stati.
La riforma recentemente attuata dei servizi di statistica dovrebbe lasciar credere alla possibilità di colmare la lacuna esistente. Molto lavoro vi sarebbe comunque da compiere, principalmente riguardo alla rilevazione materiale dei prezzi nelle varie città e alla elaborazione dei dati.
La rilevazione dei prezzi non può continuare ad essere compiuta nel modo attuale : essa deve essere affidata a speciali incaricati autorizzati dal Ministero e da scegliersi preferibilmente fra funzionari di Enti locali, che, occupandosi già della materia localmente, possano dare maggiori garanzie. In ogni caso, dovrebbe rendersi obbligatoria la denuncia dei prezzi da parte dei rivenditori al minuto. Questa operazione — da compiersi con la stessa frequenza presso tutti i Comuni — richiede
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-anche una più efficace collaborazione fra centro e periferia, che potrà ottenersi con l'appoggio dell' Unione Statistica delle Città Italiane.
La rete delle città dovrebbe essere estesa razionalmente, compren-dendovi anche piccole città industriali e centri rurali (1).
Circa la costruzione dell'indice, possono seguirsi due diversi metodi : uno consistente nell'accentramento di tutti i dati raccolti (è il centro che pensa poi alla costruzione dell' indice su base unica) ; l'altro con-sistente nel lasciare alle diverse località la responsabilità di costru-zione dell'indice, naturalmente controllandole, e nel limitarsi a costruire l'indice unico nazionale mediante una media ponderata (ad es., in base al numero di abitanti) degli indici costruiti nelle diverse città o regioni. Il primo metodo dà all'indice una assoluta garanzia di sicurezza per l'uniformità dei criteri di elaborazione e la più perfetta costruzione tecnica degli indici. Esso però porta con sè un lavoro non indiffe-rente. In tale caso l'indice non sembra possa costruirsi se non su un bilancio-tipo unico e operando su indici dei singoli prezzi rilevati per l'intero Paese.
Il secondo metodo ha dei notevoli vantaggi per la costruzione di indici che riflettono più davvicino le varietà dei consumi locali, così spiccate in Italia. I difetti circa la raccolta ed elaborazione dei prezzi e costruzione locale dell' indice potrebbero attenuarsi istituendo appo-siti organi di controllo, emanando norme precise circa i criteri da seguire, ecc. Non può a priori sostenersi l'opportunità dell'uno o del-l'altro metodo: se al centro si vorrà valutare adeguatamente l'impor-tanza del problema e si creeranno organi che diano affidamento di poter esplicare in modo continuativo le delicate funzioni da richiedersi per la costruzione degli indici (si pensi alla difficoltà di fissare un bilancio unico, alla determinazione dei pesi dei singoli capitoli di spesa, numero delle città, ecc.), è preferibile il primo metodo. Se, per con-verso, alla periferia sarà possibile avere degli organi che sappiano essere all'altezza del compito affidato, il secondo metodo può sempli-ficare enormemente il lavoro, pur dando sicure garanzie di veridicità.
Circa i criteri per la elaborazione dei prezzi, sembra sia consiglia-bile — nel caso di lavoro accentrato — il metodo in uso in Inghilterra, che ha resistito bene a tutte le critiche (2).
(1) In Inghilterra la rilevazione dei prezzi per i generi alimentari viene compiuta in 90 città aventi una popolazione superiore ai 50.000 abitanti e in 530 città minori e villaggi. I negozianti presso cui si compie la rilevazione sono 5500.
I prezzi del vestiario sono raccolti in 97 città, quelli del carbone in 30, e del gas in 26.
In Germania i numeri indici sono stabiliti secondo i dati forniti da 71 città aventi uno speciale servizio di comunicazione.
Nel Belgio le città sono 60 di cui fanno parte le più importanti e i distretti rurali. In Australia le città prescelte sono 30.
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Da quanto siamo andati esponendo, risulta chiaro come il rapido diffondersi, dopo il luglio 1920, anche in città di secondaria impor-tanza, del calcolo dei numeri indici, sia stato accompagnato da difetti e da errori, dovuti principalmente alla mancanza di norme razionali ben studiate, che potessero servire di guida ai meno esperti, ed alla imperizia degli uffici che hanno considerato questi calcoli — che si presentano sotto la veste di un'attraente semplicità — troppo legger-mente, non dando peso all'esecuzione di operazioni elementari, che costituiscono la parte decisiva per la corretta costruzione degli indici. Molto sentita è stata anche la mancunza di un ente coordinatore delle attività locali.
Sebbene gli indici costruiti nelle principali città possano esprimere grossolanamente le variazioni locali del costo della vita, tuttavia l'esperienza fino ad oggi compiuta non può considerarsi che alla stregua di un necessario periodo di allenamento o di avviamento, per arrivare ad un riordinamento razionale della materia attraverso ad un organo od ente che possa avere autorità e competenza per impron-tare i calcoli ad uniformità, correttezza ed unità di metodi.
Molto ancora resta quindi da fare nel campo della metodologia del calcolo e della esecuzione materiale delle varie operazioni che fanno capo ai numeri indici, e, finché non ci saremo purgati dalle mende cui abbiamo accennato nel corso del nostro studio, dovremo sopportare i poco lusinghieri apprezzamenti e la scarsa considerazione in cui fuori d'Italia sono tenuti i nostri numeri indici.
Dopo oltre tre anni dal Convegno di Milaao si è così costretti a ritornare in parte sul già fatto e a proporre di continuare l'esperienza su nuove basi : è il destino di questa intricata materia, piena di insidie e di sorprese, nello studio della quale non è mai possibile dire di avere raggiunto una soluzione definitiva.