313 Ibidem. 314 Ibidem. 315
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In politica interna il Presidente francese che aveva reso pubblico un programma caratterizzato da un piano di riassetto nazionale che prevedeva lavori pubblici, strade e programmi di assicurazioni sociali, subì un primo tentativo di sabotaggio, in occasione di un dibattito sulle assicurazioni sociali, il 7 febbraio 1939316.
In questo momento la crisi economica iniziava ad interessare tutti i comparti industriali e le classi sociali, il volume di importazioni ed esportazioni era in calo, esattamente come la produzione industriale, il livello dei prezzi al dettaglio, divenuti più sensibili e il numero di disoccupati317.
Votata il 5 aprile 1928, alla fine della legislatura, la legge sulle assicurazioni sociali non aveva smesso di sollevare proteste e provocare controversie. Loucher, Ministro del lavoro, aveva fatto adottare le prime misure per rendere il programma effettivo, ma all’ufficio amministrativo della Camera era stata presentata la richiesta di un dibattito parlamentare318.
Dapprima si pronunciò Guérin, esponente dell’unione repubblicana, che contrariamente all’opinione dei socialisti, i quali imputavano al Governo un grave ritardo, attribuì a Loucher la responsabilità di avere iniziato l’immatricolazione dei beneficiari della riforma prima ancora che fosse approvato il testo definitivo319.
316
Cfr. La France de 1914 à 1949, A. Nouschi- M. Agulhon, Edition Fernand Nathan, 19174, France, pp. 53- 55.
317 Ibidem.
318 Cfr. Edouard Bonnefous, La République en danger, cit., pp. 7- 10. 319
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Il Ministro del lavoro, analizzando l’esempio dell’Alsazia, negò che questa legge avrebbe necessitato l’impiego di altri funzionari pubblici e una prassi che avrebbe paralizzato l’andamento burocratico320
.
Il rifiuto categorico interessò le obiezioni di carattere economico, secondo le quali le assicurazioni sociali ponevano la Francia in una condizione di inferiorità rispetto agli altri Paesi europei e influivano negativamente sul totale delle esportazioni. Si dimostrò, oltre alla loro presenza in altri Paesi come la Germania e l’Inghilterra, che non erano queste misure, importanti dal punto di vista sociale, a generare le difficoltà nell’industria alsaziana e a incidere negativamente sull’andamento del mercato interno321
.
Infine Loucher negò che la legge potesse rappresentare una spesa insostenibile per il Tesoro. L’assicurazione sanitaria, non sarebbe costata allo Stato più di 260 franchi per beneficiario. Mentre l’unione repubblicana appoggiava esclusivamente il principio delle garanzie sociali, Chautemps chiese un’applicazione rapida della legge invitando la Camera a prendere una decisione all’unanimità:” Chiedo alla Camera l’unanimità che non possiamo al momento realizzare sul terreno politico. Chiedo a tutti i miei colleghi di unirsi in favore della legge, per spiegare i suoi vantaggi a coloro che esitano,
320“L’ufficio comprende complessivamente 151 funzionari, di cui 60 appartenenti al quadro ordinario del ministero del Lavoro”. Ibidem.
321
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per dimostrare il modo migliore di difendere la sanità, la famiglia, la sicurezza nell’età avanzata”322
.
A seguire Blum provocò l’indignazione della maggioranza, dichiarando che esattamente come lo Stato aveva trovato denaro a sufficienza per difendere le frontiere, ne avrebbe dovuto trovare in uguale quantità per provvedere alle assicurazioni sociali. Terminato questo lungo dibattito, Tardieu, rientrato appositamente da Londra, chiese la fiducia della Camera su di un ordine del giorno per l’approvazione dei testi definitivi entro il I luglio 1930, rispondendo anche alla critica formulata da parte dell’opposizione323
.
I partiti di sinistra, che nel corso della discussione si erano dichiarati a sostegno delle garanzie sociali, negarono, al momento dello scrutinio, il loro appoggio al Governo. Il gruppo radicale votò, insieme ai socialisti e ai comunisti, contro l’ordine del giorno di fiducia adottato con 315 voti contro 257. Una discussione puramente tecnica degenerava ancora una volta in un dibattito politico324.
L’11 febbraio 1930, iniziò al Parlamento la discussione sulla legge finanziaria, ma il Ministro delle Finanze Chéron e la Commissione della Camera ebbero difficoltà a mediare un compromesso circa l’età pensionabile degli ex combattenti. Secondo il progetto del Governo, era previsto un reddito pari a 500 franchi per coloro che
322 Ibidem. 323 Ibidem. 324
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avessero raggiunto 55 anni e di 1200 franchi per chi né avesse già compiuti 60325.
L’intenzione della Commissione era abbassare l’età pensionabile rispettivamente a 50 e 55 anni, finanziando questo supplemento con un prestito alla Tesoreria. Rispetto a questo progetto il Ministro delle Finanze si dimostrava fortemente ostile326.
Fu de Chappedelaine a tracciare, nel suo rapporto, un quadro sulla situazione finanziaria del Paese, dimostrando che su 50 miliardi di spese per l’anno precedente, 22 erano stati impiegati per restituire i debiti, 11 per le spese militari e solo i restanti 17 miliardi erano serviti alle spese civili; a suo avviso si trattava di una cifra modesta, occorreva incoraggiare la produzione tramite una riduzione fiscale e migliorare il prodotto nazionale, investendo gli introiti accumulati dal Ministro delle Finanze327.
De Chappedelaine, nel suo progetto, prevedeva un investimento di 5 miliardi di franchi per la spesa pubblica, due per la Cassa di ammortizzamento dei prestiti, 3,5 per i grandi lavori pubblici, ma il principale motivo di disaccordo fra il rappresentante della Commissione delle Finanze e Chéron, riguardava il surplus economico; il primo intendeva utilizzarlo
325 Cfr. François Goguel, La Politique des Partis, cit., pp. 253- 255.
326 Si trattava di due differenti concezioni sul possibile mantenimento dell’equilibrio finanziario del Paese, da un lato Chéron non intendeva né creare un deficit budgetario, né impiegare le risorse del Tesoro. D’altra parte i membri della Commissione si dimostravano molto meno preoccupati di garantire le riserve, piuttosto che procedere a riduzioni fiscali e riforme sociali. Ciò di cui era assolutamente responsabile il Ministro era di avere dichiarato 18 miliardi di franchi senza pensare ad un possibile utilizzo. Cfr. Edouard Bonnefous, La
République en danger, cit., pp. 10- 12.
327
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immediatamente al fine di ridurre non solo le tasse di lusso, ma in generale il carico fiscale sulla produzione e procedere così all’abbassamento del costo della vita, al contrario il Ministro delle Finanze avrebbe preferito conservarli in caso di imprevisti328.
Nel suo discorso alla Camera, Chéron si preoccupò di difendere innanzitutto l’equilibrio di bilancio, rese pubblica l’intenzione di rifiutare qualsiasi proposta di spesa da parte della Commissione e giustificò la necessità di conservare all’interno delle casse di Stato una riserva pari almeno a cinque miliardi, per poter fronteggiare spese impreviste e assicurare le esigenze della Tesoreria329.
Il dovere dichiarato del Ministro era il risparmio al fine di prevenire la richiesta di ulteriori prestiti330.
L’intransigenza di Chéron offrì ai radicali, l’occasione favorevole per iniziare un attacco decisivo nei confronti del Governo. Il 17 febbraio 1930, Tardieu lasciò al Ministro il compito di difendere il punto di vista della maggioranza nel corso di un dibattito sulla legge finanziaria331.
La prima richiesta di Chéron fu quella di non discutere l’articolo proposto dalla Camera, che attribuiva ai commercianti sposati la possibilità di detrarre dalle dichiarazioni di benefici i salari delle mogli. Questa misura avrebbe ridotto le imposte a 700.000
328 Ibidem. 329 Ibidem. 330 Ibidem. 331 Ivi, pp. 12- 14.
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commercianti e sarebbe costata al tesoro non più di 60 milioni332.
L’attitudine di Chéron provocò una polemica alla Camera, durante la quale venne messa in discussione la capacità del Governo di gestire la situazione finanziaria del paese. I radicali socialisti sostenevano che il progetto del budget non solo era in equilibrio, ma addirittura in eccedenza; per questo motivo, tutti i partiti interessati avrebbero cercato di convincere il Governo ad investire in ulteriori nuove spese, tralasciando il fatto che l’assetto economico del Paese esigeva una riduzione del carico fiscale333.
Il Ministro rispose rendendo pubblica l’intenzione di investire eventuali eccedenze finanziarie nel processo atto ad ammortizzare il debito estero, il quale avrebbe comportato una riduzione del carico fiscale molto più stabile nel lungo periodo; le somme non più atte al pagamento delle rendite avrebbero ridotto le annualità334. Tuttavia il pronunciamento di 286 voti contro 281 mise in crisi il Governo. A votare contro furono i comunisti, i socialisti, i radicali socialisti, una buona parte dei partiti indipendenti di sinistra, dei repubblicani socialisti e della sinistra radicale. Al momento delle visite ministeriali al Capo del Governo per presentare le dimissioni, l’ex Ministro dell’Economia affermò alla stampa che la crisi
332 Ibidem. 333 Ibidem. 334
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non era stata il frutto della sua attitudine personale, ma la conseguenza di un accordo comune335.
L’idea di bilancio pubblico di Chéron era infatti giusta in linea di principio, ma troppo rigida nell’applicazione, soprattutto nel momento in cui l’inizio della crisi economica rendeva necessaria la riduzione del carico fiscale che gravava dal 1926. L’errore era stato sicuramente quello di rendere pubblico il montante del Tesoro, pari a 18 miliardi di franchi, tutto ciò aveva fornito l’occasione di una manovra politica da parte dei radicali e da un punto di vista strettamente internazionale, conseguì l’arresto delle discussioni presso la Conferenza di Londra e il ritiro della delegazione francese336.
A seguito del suo intervento, anche il Ministro del lavoro Loucher, il 18 febbraio 1930, aveva dovuto abbandonare la Conferenza e i lavori vennero sospesi a causa della crisi ministeriale francese successiva alla caduta del Governo Tardieu337.
Seguendo una regola della Repubblica parlamentare, il Presidente Doumergue fece appello, per costituire il nuovo Gabinetto, al capo del gruppo più numeroso dell’opposizione, Camille Chautemps, il quale era riuscito a farsi designare presidente del partito e sperava nella costituzione di un Ministero a maggioranza radicale338.
335“Non ho fatto altro che essere coerente con la politica che abbiamo raggiunto di comune accordo. Si trattava di discutere una questione rimasta in sospeso. L’opposizione ci ha messo in difficoltà rinnovando costantemente i soliti attacchi su tutti gli articoli della legge finanziaria. Ho preferito scatenare una confronto piuttosto che abbandonare, poco alla volta, alla demagogia, il budget della Francia”. Dichiarò l’ex Ministro. Cfr. Edouard Bonnefous, La République en
danger, cit., pp. 12- 14.
336 Ibidem. 337 Ibidem. 338
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L’idea di ritornare alla politica dei Cartelli era piuttosto improbabile, un Governo a maggioranza radicale avrebbe avuto bisogno del sostegno dei moderati del centro sinistra e in questa circostanza sarebbero stati i socialisti a non garantire l’approvazione; mentre nel caso contrario l’appoggio socialista avrebbe rischiato di intimidire i membri del centro339.
L’idea di Chautemps consisteva nel realizzare una sorta di concentrazione repubblicana; per questo motivo, il nuovo Primo Ministro intendeva assicurarsi il concorso di Tardieu alla nuova compagine politica, offrendogli i posti più importanti, quali la vicepresidenza del Consiglio, il Ministero della Difesa nazionale e il ruolo di capo della delegazione alla successiva conferenza di Londra. Malgrado questo interessante omaggio alla sua politica estera, il leader del precedente Governo preferì rifiutare per non tradire quella maggioranza che lo aveva fedelmente sostenuto contro i radicali340.
Questo fallimento della destra francese spinse Chautemps a preferire l’appoggio dei socialisti, mettendo così in discussione anche l’attitudine del centro nei suoi confronti e presentando al Presidente della Repubblica il suo Governo il 21 febbraio 1930. Potendo contare alla Camera solo sui radicali socialisti, su alcuni membri della sinistra radicale e su piccoli gruppi di centro sinistra, il presidente del Consiglio cercò, durante la dichiarazione ministeriale del 25 febbraio 1930, di ottenere la
339 Ibidem.
340La situazione era paradossale, i radicali sollecitavano quel Presidente del Consiglio che avevano appena sabotato, al fine di prendere parte ad una compagine che aveva già rifiutato nel novembre 1929. Ibidem.
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credibilità dell’una o dell’altra compagine. A destra continuava a promettere la stessa politica estera di Tardieu, mentre a sinistra cercava di dimostrarsi accondiscendente nei confronti di eventuali concessioni finanziarie, quali la pensione per gli ex combattenti in guerra, la correzione dei trattamenti sociali e pensionistici e la promessa di una scuola unica341.
Nonostante gli sforzi, il dibattito immediatamente successivo dimostrò la vanità di questi tentativi; le argomentazioni usate dal Primo Ministro per convincere il centro sinistra, il cui appoggio gli era assolutamente indispensabile, non si dimostrarono abbastanza persuasive e il suo Ministero venne messo in crisi da 292 voti contro 277. In questo modo falliva il tentativo di Chautemps, iniziato nel gennaio precedente, di riportare al potere il gruppo dei radicali e la soluzione costituzionalmente proposta342.
Il 26 febbraio 1930, su invito del sofferente Poincaré al Presidente della Repubblica, Tardieu, incaricato di costituire un secondo Ministero, riprese il progetto del novembre 1929 e tentò di formare un Gabinetto ad ampia concentrazione partitica, facendo un primo appello al concorso dei radicali e in particolare ad Herriot, il quale era nuovamente Presidente del gruppo radicale alla Camera343.
341 Ibidem. 342 Ibidem.
343 Cfr. Jean- François Sirinelli, Histoire des droites en France, France, Editions Gallimard, 1992, pp. 297- 299.
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A rispondere non fu direttamente Herriot, ma l’insieme dei deputati radicali socialisti e dei senatori della sinistra democratica, riuniti in seduta plenaria.
Il gruppo dichiarò di aver preso coscienza dell’introduzione nel programma di un certo numero di riforme, proposte dal partito radicale e respinte dall’attuale Capo dell’Esecutivo, in modo particolare la riduzione del carico fiscale e la pensione per gli ex combattenti in guerra344.
A loro avviso il candidato non era abbastanza qualificato e la tregua, che si imponeva al Parlamento, esigeva l’unione dei repubblicani e non poteva realizzarsi tramite un Capo di Stato scettico verso la sinistra e continuamente solidale con la destra.
La Camera era divisa in due blocchi, incapaci di governare di comune accordo anche quando si consideravano opportune le stesse soluzioni; la crisi prettamente politica, continuava in una fase nella quale i problemi essenziali rimanevano in sospeso345.
344 Durante la riunione del I marzo 1930, il Capo dell’Esecutivo fece a Herriot delle proposte ben definite e rese pubbliche in un comunicato stampa. “Il voto del budget comporterà da un lato riforme fiscali volte a stimolare lo sviluppo dell’economia nazionale, d’altra parte la pensione per gli ex combattenti in guerra, il regolamento dei quattro accordi internazionali, quali la Conferenza di Londra, la risoluzione della questione della Saar, l’accordo di Ginevra e l’applicazione del Piano Young e il voto sulle assicurazioni sociali. Per questo chiedo al Presidente del gruppo dei radicali socialisti che maggioranza e minoranza mettano momentaneamente da parte tutti i conflitti dottrinali e personali al fine di costituire un Gabinetto destinato esclusivamente a risolvere questioni contingenti, a questo proposito offro la vice- presidenza del Consiglio e il Dicastero della Giustizia a Herriot, più quattro posti da ministro e due posti da sotto segretario di Stato a membri del suo partito. E desidero che i due posti da ministro siano occupati da Daladier e Chautemps, questo Governo si consacrerà esclusivamente a garantire l’approvazione della legge finanziaria, risolvere gli accordi internazionali e votare le assicurazioni sociali, dopodiché presenterà le proprie dimissioni al Presidente della Repubblica. Cfr. Edouard Bonnefous, La
République en danger, cit., pp. 16- 19.
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Tardieu comprese fin da subito che una coalizione troppo estesa si sarebbe rivelata difficile da gestire politicamente, perciò optò per un Ministero che escludesse la compagine radicale346 e due senatori della sinistra democratica347, che avevano garantito al nuovo esecutivo il loro concorso a titolo puramente personale348. Il secondo Gabinetto Tardieu era composto da Raoul Péret, senatore dell’unione democratica e radicale, nominato Ministro della Giustizia, Briand era agli Affari Esteri, Paul Reynaud e André Maginot, dell’Azione democratica e sociale, ottennero rispettivamente il Ministero delle Finanze e quello della Guerra; infine Pierre Etienne Flandin, deputato repubblicano di sinistra, era al Dicastero del Commercio e dell’Industria349.
La dichiarazione ministeriale del 5 marzo 1930, prevedeva, la fine della politica finanziaria sostenuta da Chéron: “Resteremo fedeli ai principi generali che sono stati consacrati da parte di una forte maggioranza lo scorso 8 novembre, ma apporteremo al nostro programma iniziale quelle modifiche imposte dall’andamento degli eventi”, dichiarò Tardieu350
.
Gli obiettivi che il Capo dell’Esecutivo intendeva raggiungere consistevano nel far votare il piano di spesa
346 Si trattava di Laurent- Eynac e André Mallarmé. Ivi, pp. 20- 24.
347 Pierre Marraud all’Istruzione Pubblica e Fernand Davide all’Agricoltura. Ibidem.
348 Ibidem. 349
L’unica differenza significativa rispetto al precedente Governo Tardieu del novembre 1929, consisteva nella sostituzione di Henry Chéron con Paul Reynaud al Ministero delle Finanze. Il Capo del nuovo Esecutivo non intendeva solamente sacrificare quel collaboratore la cui intransigenza aveva causato la crisi dell’ultimo Gabinetto, ma rompere con la sua linea politica impopolare e optare per la politica di riduzione del carico fiscale di cui tanto parlava la sinistra. Ibidem.
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pubblica, concludere i negoziati sugli armamenti navali, attuare il Piano Young, ratificare il trattato sull’arbitraggio, adottare e applicare la legge sulle assicurazioni sociali modificata dal Senato e l’introduzione dell’insegnamento secondario gratuito351
. Sulla questione economica Tardieu si dilungò maggiormente: “il problema finanziario si presenta sotto due aspetti, da un lato è necessario mantenere la politica di equilibrio del budget e l’ammortizzamento del debito, che hanno salvato la Francia nel giro di quattro anni. D’altra parte nel momento in cui una crisi mondiale di sovrapproduzione, di cui è testimonianza la riduzione delle materie prime, esercita le sue inevitabili ripercussioni sull’economia francese, occorre stimolare le risorse nazionali in tutti i modi possibili.”352
Il primo obiettivo previsto era il voto sulla legge finanziaria. Il Governo intendeva prendere come base della discussione le proposte della Commissione delle Finanze della Camera, soprattutto per la questione relativa alla pensione degli ex combattenti, i trattamenti, le condizioni, le spese e l’equilibrio di bilancio. Il Secondo punto toccava due problemi, il piano di “equipaggiamento nazionale”, con un testo suscettibile di emendamenti già consegnato all’attenzione delle Camere e la riduzione del carico fiscale, che invitava a votare senza ritardi le riduzioni. Un terzo punto si concentrava in un progetto di legge diretto ad organizzare un migliore
351 Ibidem. 352
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assetto della situazione fiscale, che avrebbe apportato correttivi alle ineguaglianze del sistema353.
Questa nuova strategia di politica finanziaria, come dichiarò Tardieu, avrebbe potuto comportare difficoltà dal punto di vista monetario, ma si trattava di un sacrificio che avrebbe assicurato all’economia francese il sollievo di cui aveva bisogno354.
Il Capo del Governo commentò :“In tutti i casi, per il periodo più difficile, quello dei primi mesi, la saggia ed energica politica dei nostri predecessori ci ha munito di preziose risorse e di una Tesoreria che ci permette di sentirci al riparo da brutte sorprese. Ipotizzando che questo obiettivo non incontri ostacoli nell’iter atto alla sua realizzazione, in entrambe le assemblee, l’unica difficoltà potrebbe essere rappresentata dalla situazione parlamentare e dalla relazione fra i gruppi parlamentari”355
.
In effetti Tardieu aveva fatto all’opposizione interessanti concessioni, ma il portavoce del partito rese pubblica l’intenzione di votare contro il Ministero.
Tardieu si difese, rispondendo che nella sua azione aveva sempre cercato di stabilire una collaborazione e che, al contrario, era il partito radicale, con il suo comportamento, a voler ottenere il monopolio del fronte repubblicano e a contribuire ad un rallentamento dei meccanismi parlamentari356. 353 Ibidem. 354 Ibidem. 355 Ibidem.
356 Va ricordato che nel 1928 i radicali avevano deciso di abbandonare la maggioranza perché la qualificarono su posizione troppo conservative. Ibidem.
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Il Presidente del Consiglio concluse il suo discorso affermando che, secondo le consuetudini, la composizione della Camera non avrebbe permesso ai radicali di proporre una coalizione alternativa357.
Herriot prese la parola per rendere ufficiale il rifiuto dell’appoggio al Governo e sostenne che le formule di unità nazionale avevano sempre posizionato il suo partito in una condizione di subordinazione rispetto ai gruppi più a destra, esprimendo rammarico perché la dialettica politica non veniva più concepita come una collaborazione, ma come una lotta tra due blocchi antagonisti358.
In questo modo, però, i radicali si condannarono a restare all’opposizione. Lo scrutinio che mise fine a questa situazione consacrò l’impotenza politica di quei partiti che avevano formato i Cartelli; la fiducia venne accordata a Tardieu con 316 voti contro 236359.
Nonostante quattro quinti della Camera avessero votato a favore del Governo, l’ostilità da parte della sinistra non