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7)La stabilizzazione della moneta

Per le elezioni dell’aprile 1928, radicali e socialisti reclamavano una riforma del sistema elettorale, ottenendo lo scrutinio a doppio turno per ciascuna circoscrizione di dipartimento che svantaggiava i comunisti. La nuova composizione delle circoscrizioni portò il numero dei deputati a 612. I risultati delle consultazioni registrarono una perdita di 12 seggi per i comunisti, nonostante l’aumento di 200.000 voti, e una riduzione dei consensi ai radicali e ai socialisti a favore del centro, composto soprattutto da radicali- indipendenti e repubblicani liberali. A Parigi Léon Blum veniva battuto dal comunista Jacques Duclos; gran parte dei socialisti eletti erano intellettuali e liberi professionisti, il socialismo ottenne maggiori consensi nella zona sud- ovest del Paese e in particolare nelle regioni rurali. L’offensiva del centro rivelava una sostanziale approvazione per la politica di Poincaré, che sostanzialmente confermò il proprio Ministero. Solo Loucher passò al Dicastero del lavoro159.

157 Ibidem. 158 Ibidem. 159

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Subito dopo le elezioni il Governo Poincaré si ritrovò costretto a operare una scelta decisiva per l’economia della Francia: la stabilizzazione della moneta nazionale160.

Il valore legale del franco era tale ormai da diciotto mesi e l’economia si adattava senza nessun ricorso all’estero, ma si diffuse nell’opinione pubblica la convinzione circa la possibilità di ripristinare il valore della moneta del periodo precedente lo scoppio della guerra, esattamente come la sterlina in Inghilterra161.

Moreau si rendeva conto che era inutile continuare a procedere con acquisti di divisa estera e che occorreva decretare la stabilizzazione legale, che avrebbe comunque permesso la restituzione dei debiti di Stato162.

Poincaré finì per lasciarsi persuadere, occorreva convincere Gaston Doumergue, sostenitore della rivalutazione monetaria per questioni di prestigio internazionale, a garantirsi l’appoggio di alcuni Ministri, quali Herriot e Marin, mentre alla Banca di Francia Moreau si “preoccupava” di de Rothschild e de Wendel, avversari della stabilizzazione. La campagna mediatica e le minacce di dimissioni di Moreau convinsero la maggioranza parlamentare163.

Durante un discorso alle Camere il Presidente del Consiglio espose, il 21 giugno 1928, le ragioni che imponevano la stabilizzazione legale. Poincaré, che per diciotto mesi aveva operato la stabilizzazione di diritto

160 Ibidem.

161 Cfr. J.F.V. Keiger, Raymond Poincaré, cit., pp. 319- 335. 162 Cfr. Edouard Bonnefous, Cartel des gauches, cit., pp. 264- 266. 163

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del franco, aveva favorito l’acquisto da parte della Banca Centrale di moneta straniera164.

Il 9 luglio 1928 la prima sessione della quattordicesima legislatura terminava con l’approvazione di leggi importanti per la vita economica e sociale del Paese: riforma monetaria, legge per l’istituzione del credito marittimo, creazione di un organo di valutazione per il miglioramento delle vie di comunicazione ferroviarie, legge per l’autorizzazione di finanziamenti ai lavori idraulici ed elettrici nelle campagne165.

Il programma circa la stabilizzazione economica era merito di Jacques Rueff , votato il 25 giugno 1928, metteva fine a scelte politiche contingenti e ristabiliva la convertibilità, ma solo per gli investitori non residenti in Francia e per un volume d’oro pari a 400 libbre; venne abbandonato il rapporto legale in vigore dal 1803, mentre la Banca di Francia godeva della concessione di poter rivalutare le proprie riserve. In definitiva i benefici venivano assorbiti dal Tesoro, che li utilizzava per liquidare circa trequarti del suo debito con la Banca di Centrale166.

Dopo il Ministero Poincaré, la Francia disponeva di sufficienti riserve auree e iniziò a sfruttare il suo surplus per acquistare oro che pagava in pound e dollari; ciò determinò effetti deflazionistici che allarmavano l’alta finanza di Londra e di New York. Inoltre dilagava l’opinione circa l’atteggiamento di alcuni politici inglesi e

164 Ivi, pp. 266- 268. 165 Ivi, pp. 271- 273.

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ufficiali del Tesoro che avrebbero agito a favore della speculazione sul franco con l’obiettivo di cambiare l’atteggiamento di Parigi nei confronti delle riparazioni di guerra167.

In un lungo memorandum del 24 Febbraio 1928 indirizzato al Ministro degli Esteri Briand, Poincaré aveva suggerito l’intenzione di sfruttare la situazione finanziaria come uno strumento di ricatto diplomatico; la Banca di Inghilterra faceva ostruzionismo nei confronti della Francia tramite la riorganizzazione delle finanze romene e della Grecia, una tradizionale area di influenza francese. Tre giorni prima Poincaré aveva invitato il Governatore della Banca di Francia a Londra al fine di incontrare la controparte inglese, Montagu Norman, per siglare un’intesa fra i due istituiti e i rispettivi Governi168

. La richiesta francese di parità di condizioni rispetto alla finanza inglese si presentava come una sorta di ricatto, poiché il Tesoro francese lasciava d’abitudine in qualità di deposito nelle banche inglesi una larga porzione di valuta straniera acquisita durante la fine del 1926 e trasferita in Francia tramite il Piano Dawes; la Banca di Francia si trovava perciò nella posizione di poter chiedere grandi quantità di oro a Londra in modo tale da provocare i medesimi inconvenienti con cui aveva precedentemente

167 Come si evince anche dal rapporto di Sir Otto Niemeyer, supervisore delle finanze al Dicastero del Tesoro. Tuttavia esiste anche una letteratura piuttosto scettica circa il fatto che il leader Poincaré fosse all’oscuro di tutto ciò, soprattutto alla luce dell’incontro con Reginald McKenna, Presidente della seconda commissione di esperti per le riparazioni, che da metà febbraio del 1924 dichiarava che la Gran Bretagna avrebbe fatto credito alla Francia senza un ulteriore ragionevole accordo sulle riparazioni. Cfr: J.F.V. Keiger, Raymond

Poincaré, cit., pp. 319- 335.

168

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dovuto confrontarsi. Tuttavia non sussisteva certo l’intenzione di usare questo genere di metodi al fine di ottenere solidarietà fra i due mercati finanziari. Il viaggio di Moreau rappresentava un successo e la Banca di Inghilterra riconosceva l’influenza della Banca di Francia all’estero169

.

Il 28 giugno 1928 Poincarè tenne un discorso alle Camere a favore del ritorno al gold standard, il valore della valuta nazionale si attestava intorno ai 124,21 pound e 65,5 milligrammi di oro170.

La volontà di Poincaré di procedere alla stabilizzazione legale della moneta era sostenuta dalla destra, anche per difendere i piccoli investitori e far tornare il franco al gold standard prima delle elezioni politiche del dicembre 1928171.

I risultati elettorali del 1928 dimostrarono l’approvazione nei confronti della politica di riassetto economico e finanziario e per l’opera di stabilizzazione legale del franco pretesa da Poincaré, ma l’equilibrio politico della quattordicesima legislatura si dimostrò precario quando i radicali decisero di ritirarsi dal Governo di Unione Nazionale172; in questo modo Poincaré vide terminare il suo quinto Ministero.

Le discussioni tra radicali e socialisti sopravvenute in occasione delle elezioni senatoriali di Toulouse e delle

169

Ibidem. 170 Ibidem. 171 Ibidem.

172Per la votazione sulla riforma monetaria l’opposizione socialista venne messa da parte e la legge venne approvata quasi all’unanimità. Cfr: Edouard Bonnefous, Cartel des gauches, cit., pp. 275- 280.

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elezioni cantonali ostacolavano la costituzione di una nuova maggioranza e l’entrata al governo dei partiti di sinistra173.

Mentre la Commissione delle Finanze alla Camera esaminava la nuova legge finanziaria, de Chappedelaine obiettò che gli articoli 70 e 71 minacciavano la laicità dello Stato, e chiese abolizione174.

L’articolo 70 faceva riferimento all’attribuzione di beni immobili alle associazioni culturali, mentre l’articolo 71 prevedeva autorizzazione della congregazioni missionarie in Francia. Le principali testate radicali e socialiste si trovavano a favore dell’attacco al Governo, mentre l’opinione pubblica, a favore della compagine di Unione Nazionale, evidenziò che l’articolo 70 altro non rappresentava che la possibilità di attuare la legge del 9 dicembre 1905, la quale prevedeva la separazione tra i beni dello Stato e i beni della Chiesa, alle associazioni diocesane spettava di diritto l’attribuzione di beni di culto175.

Allo stesso modo l’articolo 71 rappresentava diretta conseguenza della legge del primo luglio 1901 sulle associazioni; era urgente accordare a certe congregazioni, in particolare a quelle missionarie, il diritto di reclutare novizi in Francia176.

Questa situazione rappresentava per i radicali la possibilità di uscire dal Governo di Unione Nazionale e dirigere un attacco contro Poincaré, con la tesi che gli 173 Ivi, pp. 281- 283. 174 Ibidem. 175 Ibidem. 176 Ibidem..

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articoli 70 e 71 della legge finanziaria, proposti all’insaputa degli esponenti radicali, legittimavano le loro dimissioni, peraltro motivate dalla necessità di protestare177.

Lo stesso E. Herriot dichiarò di conoscere questi articoli solo nella misura in cui ne parlavano i giornali; i radicali giustificarono la mancata protesta durante la preparazione della legge con l’assenza di dibattito nelle sedute del Consiglio dei Ministri. Una volta approvate delibere dal Governo in merito alla legge di separazione e a quella sulle associazioni, la legge finanziaria nel suo complesso apparve nel mese di agosto in una brochure, era prevista reintroduzione degli articoli 70 e 71 in un momento in cui i rapporti fra lo Stato francese e la Santa Sede erano migliorati, per cui il 16 ottobre 1928 il Governo si pronunciò a favore del mantenimento di queste prerogative178.

La mattina del 6 novembre 1928 Poincaré presentava la sua lettera di dimissioni al Presidente della Repubblica; la caduta del Ministero di Unione Nazionale, che in meno di due anni aveva realizzato la stabilizzazione monetaria e ottenuto nuovamente la fiducia, suscitò una reazione in Francia, l’iter che aveva messo in crisi il Governo divenne oggetto di importanti critiche in quanto non si trattava di un voto regolare di sfiducia da parte della

177I Ministri radicali presentano le dimissioni il 6 novembre 1928. Ibidem. 178

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Camera, ma di obiezioni mosse da un congresso di partito179 .

Tuttavia non era il partito radicale nel suo insieme a decidere, ma una piccola minoranza, e presto alcuni membri presero coscienza dell’irregolarità del provvedimento e il Presidente della Repubblica chiese a Poincaré di formare un ulteriore Governo, completato l’11 novembre 1928. Si passò alla sostituzione del partito radicale con il gruppo dei “radicali di sinistra” e A. Tardieu ottenne il Ministero dell’Interno180

.

Dall’inizio della crisi apparve evidente che una nuova maggioranza con repubblicani di sinistra e socialisti non poteva più essere costituita; tuttavia i partiti che formavano la maggioranza al Governo, con l’eccezione dei radicali, che dichiararono di volere attendere il corso degli eventi, appuravano che Poincaré non era mai stato messo in minoranza né dalla Camera, né dal Senato,

179

Non era la prima volta che il Congresso radicale metteva in crisi un Governo, un episodio simile avveniva nel 1926 con il Ministero Painlevé. Ivi, pp. 289- 291.

180

La stabilità finanziaria del Paese non si riteneva completa senza il pagamento del debito ai creditori esteri, il Presidente degli Sati Uniti, Coleridge si preoccupava particolarmente per la ratifica dell’accordo Mellon- Bérenger per la restituzione delle sovvenzioni annuali. Il 27 agosto 1928, Poincaré dichiarò al Cancelliere Stressman che fin quando il Governo tedesco non avrebbe completato il disarmo non si sarebbe effettuato evacuazione dei territori di Koblenze e Mayence. Allora Stresmann pensò di mediare con il più accondiscendente Briand e il 16 settembre si raggiunse un compromesso che vincolava il pagamento delle riparazione alla liberazione dei territori controllati dalle potenze vincitrici della guerra. Una commissione di esperti sulle riparazioni si riunì a Parigi a partire dal 9 febbraio 1929, il banchiere Owen Young rappresentava gli Stati Uniti, mentre Moreau fece del suo meglio per opporsi alla riduzione del debito tedesco e sostenere la linea di Poincaré, il quale a sua volta era consapevole che la posizione della Francia sarebbe più indipendente una volta ripagato il debito con la controparte americana; occorreva ratificare l’accordo Mellon- Bérenger entro la fine di luglio. Cfr: J.F.V. Keiger, Raymond

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perciò doveva essere convocato per costituire una nuova compagine politica181.

Poincaré chiese la collaborazione di G. Bonnefous, membro dell’Unione Repubblicana e Democratica, al Dicastero per l’industria e il commercio ed evitò di conservare il posto al Ministero delle Finanze, che venne affidato al repubblicano Chéron per poter meglio seguire l’evoluzione delle negoziazioni internazionali sulle riparazioni e i debiti di guerra. Due membri esponenti del partito repubblicano socialista rimpiazzarono i radicali rispettivamente all’agricoltura e alla previdenza sociale182.

Poco più tardi, il 15 novembre 1928, il Presidente del Consiglio espresse pubblicamente il desiderio di risolvere prima possibile la questione degli articoli 70 e 71 che mettevano in discussione anche il prestigio internazionale e la capacità diplomatica della Francia183, inoltre fece presente che presto il Governo si sarebbe ritrovato nella posizione di assumersi pesanti responsabilità in materia di riparazioni economiche e chiese alla Camera di accordargli ampia fiducia per potere rappresentare la Francia nelle principali negoziazioni internazionali184. Il Ministero Poincaré ottenne la fiducia con 330 voti favorevoli, 139 contrari e 134 astensioni. Fra i radicali

181 Cfr: Edouard Bonnefous, Cartel des gauches, cit., pp.291- 294.

182 Si trattava dei repubblicani socialisti J. Hennessy e Antériou. Ivi, pp. 292- 294.

183 Ad avviso di Poincaré l’adozione di questi articoli era addirittura vantaggiosa per la Francia. Il Presidente del Consiglio rispose poi anche alle accuse del socialista Auriol circa l’inadeguatezza del budget e all’assenza di miglioramenti a livello sociale, Poincaré insisteva sulla necessità della Francia di ottenere riparazioni di guerra e restituire i debiti alla potenze alleate, Inghilterra e America. Ivi, pp. 296- 298.

184

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107 decisero di astenersi, ma 7 di loro votarono a favore. Il nuovo Governo aveva una maggioranza meno ampia, ma sufficiente185.

La discussione del bilancio per il 1929 iniziò alla Camera il 16 novembre 1928; questa volta le critiche vennero avanzate da Daladier e riguardavano le spese militari, che a suo avviso gravavano troppo sull’economia del Paese e dimostravano l’inefficienza di tutte quelle convenzioni internazionali che venivano celebrate solennemente, ma al contrario non incrementavano e miglioravano il sistema difensivo del Paese che necessitava ancora di un esercito numeroso186.

I partiti di sinistra continuavano a fare ostruzionismo nei confronti della legge finanziaria; il Ministro delle Finanze Chéron affermò che il budget per il 1929 non avrebbe previsto nuove imposte, ma solo un aumento del 3% dell’imposizione generale sui redditi. Un primo emendamento venne dal socialista Brunet, che propose un calcolo diverso con una tariffa progressiva variabile in funzione del reddito stesso, ma nonostante l’insistenza di altri membri socialisti, fra cui Auriol, Chéron rifiutò l’idea di introdurre un’imposta “di classe”.

Nei giorni successivi il progetto di legge per l’approvazione delle spese pubbliche previste per il 1929 continuò ad essere terreno fertile per l’opposizione al Governo, ma nella seduta del 13 dicembre 1928 la Camera approvò il programma e questa data rese

185 Ivi, p. 299. 186

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possibile per il Senato esaminare la proposta prima della fine dell’anno187.

Il successivo 10 gennaio 1929 alla Camera venne discusso un importante dibattito che contrappose fortemente il programma dei Cartelli rispetto alle intenzioni dell’Esecutivo188

.

Il presidente del Consiglio rispose a tutte le accuse, fra cui quella relativa all’esclusione dei radicali dalla maggioranza189.

Il programma politico prevedeva fra i punti principali la protezione del risparmio, lo sviluppo del credito agricolo, l’elettrificazione delle periferie, nuove leggi di previdenza sociale e due questioni importanti in ambito di politica estera, fra cui la convenzione di pace e l’accordo sulle riparazioni. Occorreva tuttavia la dichiarazione della Camera, perciò Poincarè pose la questione della fiducia al Governo e sollevò l’eventualità di una crisi ministeriale190.