Secondo le consuetudine Laval presentò le sue dimissioni e quelle del suo Gabinetto al nuovo Presidente della Repubblica Doumer che, preferendo un governo a concentrazione repubblicana, pregò il presidente del Consiglio di restare in carica472.
Dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, i problemi di politica interna avevano lasciato spazio alle
469 Ivi, p.89.
470 Cfr. Annie Lacroix- Riz, Le Choix de la Défaite, cit., pp. 64- 66. 471 Ibidem.
472
151
questioni internazionali. Per la destra e per il centro, che rappresentavano la maggioranza alla Camera, si trattava di comprendere se Briand rappresentasse ancora la persona idonea a gestire gli Affari Esteri; un simile scetticismo dipendeva fortemente dall’accordo, non esclusivamente diplomatico, che la Germania aveva raggiunto con l’Austria e che spesso veniva considerato come la conseguenza di cause economiche che ponevano il Reich in una condizione finanziaria difficile impedendogli di rispettare il Piano Young473.
Delle loro difficoltà Brüning e Curtis avevano informato l’Inghilterra all’inizio di giugno 1931, ma il contenuto di questa corrispondenza non venne mai reso pubblico. Intanto la fuga continua di capitali dalla Germania metteva in difficoltà la Reichsbank474.
il 20 giugno 1931 Hoover rese pubblica l’idea di suggerire una moratoria per un anno per il pagamento dei debiti fra i Governi successivi alla guerra, per debiti fra potenze inter-alleate e per le riparazioni. La Francia sarebbe stata la prima nazione materialmente toccata dal piano, che avrebbe significato una concessione delle eccedenze per una cifra pari a 2,5 miliardi di franchi all’anno475
.
La Francia rimproverava agli Stati Uniti non soltanto di non aver tenuto inconsiderazione i principi del Piano Young, ma pure di non fare nessuna distinzione fra debiti soggetti a moratoria e debiti irrevocabilmente stabiliti dal
473 Ibidem. 474 Ibidem. 475
152
piano precedente. Laval dichiarò: “il Piano Young fa parte degli accordi stabiliti presso la Conferenza dell’Aia, ratificati dal Parlamento, per questo nessun infrazione a questo accordo, nessuna modifica potrà essere accettata dal Governo senza la ratifica parlamentare”476
.
Durante il dibattito del 26 giugno 1931 Laval diede lettura della risposta francese all’ambasciatore americano. La Francia si dichiarava pronta, in virtù della necessaria ricostruzione economica, ad accettare di sospendere le richieste di pagamento al Reich per un anno e dimostrarsi solidale, ma esigeva che i pagamenti delle annualità non venissero per nessun motivo rimandate; perciò propose di mettere a disposizione della BRI una somma equivalente alla parte francese delle annualità, in modo tale da migliorare la situazione creditizia tedesca. La Camera accolse questa proposta con riserva; infatti, la maggioranza a sostegno del Governo aveva adottato chiare posizioni in merito al sacrificio dei diritti francesi477.
Il presidente dell’U.R.D., Louis Marin, pur riconoscendo la necessità tedesca di ottenere dei prestiti, si preoccupava di ricevere in cambio alcune garanzie: “Se occorre aiutare l’industria tedesca, bisogna farlo tramite prestiti in natura. Qualora dovessimo prestare del denaro, chi se non i creditori stessi pagheranno le conseguenze della crisi?”478 . 476 Ibidem. 477 Ivi, pp. 90- 92. 478 Ibidem.
153
Il Ministro alle Finanze Flandin intendeva salvare il carattere definitivo delle annualità previste dal Piano Young, mettendo al tempo stesso a disposizione della Germania la liquidità di cui aveva bisogno e sostenendo il carattere non pregiudizievole della moratoria Hoover per la Francia. Inoltre Laval, che aveva bisogno di una decisione definitiva diretta ad alimentare la discussione durante l’incontro con il segretario del Tesoro americano Mellon, rifiutava categoricamente un rinvio del dibattito479.
Herriot e il partito radicale, in accordo anche con quanto dichiarato dall’avversario politico Marin, decisero di votare contro la risposta francese alla moratoria. Herriot si dimostrava particolarmente preoccupato per la dichiarazione del Presidente Hoover di differire il problema relativo alle riparazioni rispetto alla restituzione del debito agli interalleati480.
Il Presidente Hoover aveva infatti dichiarato a questo riguardo: “Desidero approfittare dell’occasione per esporre apertamente la nostra opinione circa le riparazioni tedesche e il debito da parte dei Governi alleati dell’Europa. Il rimborso del debito che ci è dovuto per i prestiti che abbiamo concesso per la guerra o per la ricostruzione non è stato stabilito in base alle riparazioni tedesche, rispetto alle quali non esiste nessuna relazione. Essenzialmente la questione delle riparazioni è un problema europeo con il quale non abbiamo alcun rapporto. Non approvo assolutamente un possibile
479 Ibidem. 480
154
annullamento dei debiti che ci è dovuto. Nessuna Nazione che ci è debitrice lo ha mai suggerito. Ma essendo la base di questi regolamenti una condizione di normalità, occorre agire nella piena consapevolezza della particolarità della situazione attuale481”.
Distinguendosi dall’opposizione, e contrariamente ai radicali, i socialisti votarono la fiducia al Governo e Blum dichiarò: “Nonostante abbiamo sempre combattuto questo Governo e stasera stessa siamo in disaccordo su alcuni punti, non vogliamo pronunciarci con un voto ostile alla pace e all’avvicinamento dei popoli che condannerebbe le negoziazioni o le minaccerebbe di fallimento482”.
L’ordine del giorno alla Camera, adottato con 386 voti contro 189 il 6 luglio 1931, prevedeva l’approvazione della risposta del Governo, garanzie per la restituzione delle annualità, politica di pace e di cooperazione economica483.
In realtà l’opposizione che si era manifestata in questo dibattito ribadiva il diritto francese alle riparazioni484. La “moratoria Hoover”, rafforzata dalle posizioni inglesi, diede la possibilità al Governo tedesco di ignorare la condizione che la Francia intendeva imporre per la concessione del prestito e che avrebbe previsto la rinuncia tedesca all’Anschluss economico e l’uguaglianza di diritti in materia di riarmo. In realtà già nel giugno 1931 il cancelliere tedesco Brüning aveva dichiarato all’inglese laburista Arthur Henderson: “Preferirei lasciare il mio 481 Ibidem. 482 Ibidem. 483 Ibidem. 484 Ibidem.
155
incarico piuttosto che ottenere che i francesi partecipino alla concessione di un credito per la Germania in cambio della sospensione di un progetto che prevede comunione di interessi”485
.
Questa tesi rappresentò per Hitler un argomento decisivo che gli diede la possibilità di rifiutare qualsiasi compromesso circa il suo progetto di unione economica e doganale austro- tedesca486.
Nel luglio 1931 la crescente fuga all’estero di capitali contribuì a peggiorare la situazione economica interna. Georges Harrison, della Federal Reserve Bank, in un telegramma al governatore della Banca di Inghilterra Montagu Normann, si dichiarava convinto che l’aggravarsi delle difficoltà monetarie della Germania fosse dovuta molto meno al ritiro di capitali stranieri che alla fuga di capitali tedeschi; fuga che avrebbe potuto essere controllata tramite una politica di crediti molto più severa promossa dalla Reichsbank487.
Il pagamento del debito ai Governi fu oggetto di sospensione a partire dal primo luglio 1931, e fino al 31 giugno dell’anno successivo la Francia accettò di effettuare un versamento pari ai pagamenti tedeschi ricevuti alla Banca dei Regolamenti Internazionali che, a sua volta, li investì in buoni garantiti dalle ferrovie tedesche. Altre disposizioni dell’accordo provvedevano ad un calcolo degli interessi e a garantire misure a favore
485 Ibidem. 486 Ibidem. 487
156
di Paesi dell’Europa centrale interessati alla moratoria Hoover488.
Da parte sua la Francia si riservava il diritto di ottenere dal Governo tedesco la garanzia di un impiego esclusivamente economico delle somme investite per l’accordo489
.
A seguito dei dati che facevano percepire uno stadio piuttosto avanzato della crisi, il Governo tedesco preferì interrompere le attività di Borsa il 13 luglio 1931, rivolgendosi soprattutto alle potenze occidentali per ottenere quei crediti che gli avrebbero permesso di ristabilire l’equilibrio. Tuttavia anche l’Inghilterra si trovava alla prese con l’inizio di una depressione economica che la porterà a svalutare la sterlina in settembre; perciò la principale mira tedesca restava la Francia490.
Brüning e Curtis, a Parigi il 18 luglio 1931, non furono accolti dal Ministro degli Affari Esteri Briand, ma dal Presidente Laval, che propose ai Ministri l’apertura di un credito pari a 500 milioni di dollari, in cambio della garanzia di rimettere alla Francia le dogane tedesche. Ciò rappresentava una sorta di ipoteca nei confronti del Reich, sulle sue finanze, e determinava restrizione della sovranità tedesca; inoltre il Governo francese pretendeva un aggiornamento a dieci anni di tutte le eventuali richieste di revisione dei trattati. Tali proposte non vennero nemmeno prese in considerazione dai
488Cfr. Edouard Bonnefous, La République en danger, cit., pp. 92- 94. 489 Ibidem.
490
157
rappresentanti del Reich, anche per via di una forte opposizione interna491.
Le delegazioni di entrambi i Governi partirono per Londra, dove si sarebbe riunita una Conferenza di esperti al fine di dare effettività alle proposte Hoover, anche se per procedere sarebbe stato indispensabile l’appoggio francese492.
Il presidente Brüning, rientrato a Berlino, decise di interdire la fuga di capitali dalla Germania. Tuttavia la collaborazione con la Francia non era ancora del tutto esclusa e Curtis dichiarò alla Conferenza di Ginevra del 3 settembre 1931 che, in accordo con il Governo, avrebbe in tal caso rinunciato all’unione doganale austro tedesca493.
Pochi giorni dopo anche la Corte Internazionale si pronunciò a favore della soluzione francese e l’Assemblea Generale della Società delle Nazioni, che riuniva rappresentanti francesi e tedeschi, si espresse a favore di una collaborazione economica bilaterale, al posto di un semplice accordo finanziario sollecitato precedentemente dal Reich. Alla fine di settembre Laval e Briand a Berlino giunsero solo alla costituzione di una commissione economica che tra l’altro non riuscì a risolvere alcun problema494.
Tra l’estate e l’autunno 1931 tutti i debiti contratti privatamente si trovavano a carico dello Stato, unico amministratore dell’economia tedesca, dimostratosi poco
491 Ibidem. 492 Ibidem. 493 Ibidem. 494
158
competente dal punto di vista della gestione finanziaria del Paese, come affermava lo stesso Brüning in un rapporto di dicembre495.
L’unica risorsa non ancora statalizzata erano i capitali fuggiti all’estero, messi al riparo dalla crisi nelle banche di altri Paesi. Tutte le negoziazioni private con le industrie tedesche erano sottoposte all’approvazione dello Stato496.
Laval avrebbe voluto tenere fede ai trattati e a quanto stabilito da Conferenze internazionali come quella di Londra sul disarmo. Ad una Germania complottista si doveva preferire una Germania sull’orlo del fallimento economico: “Non possiamo chiedere al mondo intero di accettare di vivere sotto la perpetua minaccia di un ricatto economico che la Germania pratica dal periodo immediatamente successivo alle ostilità, che probabilmente dimentica di avere perso. Inoltre la concessione di un ulteriore credito internazionale non può significare la fine della crisi tedesca che precede il fallimento del sistema bancario e i rischi che si sono avvertiti nel corso del recentissimo panico caratterizzato dall’esodo di capitali e restrizioni di credito. La concessione di un grosso prestito al Reich o alla Reichsbank migliorerà la situazione presso la Tesoreria dello Stato, ma non garantisce la posizione di imprese private industriali e commerciali”497.
495 Ibidem.
496Una campagna di propaganda inglese iniziò ad accusare la Francia come principale responsabile di una crisi finanziaria. Ibidem.
497
159
Tuttavia Laval, in merito alla questione tedesca, si mostrò molto più accondiscendente al momento di conferire con il Governo di Washington498, ma questo atteggiamento divenne oggetto di un’importante critica da parte dei socialisti Jules Moch, Georges Bonnet e René Brunet, che ribadirono: “Questo governo della banche presenta vantaggi quali l’internazionalizzazione delle elités bancarie e dell’alta finanza che si oppongono a qualsiasi riforma economica e sociale in Francia499, la creazione di questo istituto rappresenterà per l’establishment finanziario interno la possibilità di portare a termine contratti con l’estero in maniera indipendente”500
.
Anche Moret commentò così: “La campagna revisionista intrapresa dalla Germania che agita l’Europa da più di dieci anni passa al secondo stadio; noi non pretenderemo altro se non il rispetto di certi punti quali le frontiere stabilite nel 1919 al fine di tutelare al meglio le esigenze economiche e le riparazioni che non devono gravare su coloro che non né hanno responsabilità. Ma il problema economico europeo non è questo. Ci sono cause profonde, la prima è il socialismo, come lo provano le esperienze di paesi quali la Germania e l’Austria. L’accrescersi di costi sociali e il ricorso incessante all’intervento dello Stato sono inconciliabili con una sana
498 La capacità di controllo degli Stati Uniti sulla Banca di Francia, come su tutte le altre banche centrali associate, è aumentata a partire dalla creazione della BRI, che rappresentava uno strumento privilegiato di gestione del debito estero tedesco. Ibidem.
499Si faceva riferimento al così detto “mur d’argent”, espressione coniata negli anni venti per indicare l’altra finanza francese che intendeva tutelare e preservare lo status quo nel Paese. Ibidem.
500I socialisti avevano già dimostrato scetticismo, il 28 dicembre 1929, alla seconda seduta della Camera per le indagini relative alla costituzione di un Istituto di credito per i regolamenti internazionali. Ibidem.
160
gestione finanziaria e pertanto con un potenziale ritorno all’equilibrio economico”501
.
I fattori che causarono la capitolazione francese nei confronti della Germania dipesero fortemente da pressioni esterne e dall’eredità che Briand, ancora Ministro degli Affari Esteri, attribuì a Laval. Il Reich alla fine riuscì ad ottenere da tutti i suoi principali creditori concessioni soprattutto grazie alle prerogative di cui godevano le elités bancarie502.
Dal 1930 le banche francesi, evidentemente non abbastanza soddisfatte di investimenti a breve termine, acquisirono titoli tedeschi e, a seguito degli accordi raggiunti alla Conferenza dell’Aja, le operazioni su larga scala aumentarono. La conclusione dell’accordo austro- tedesco, tappa principale del percorso di unione doganale, pesò molto meno rispetto al panico diffuso durante l’estate del 1931, che interessava gli investimenti della Banca di Francia in Germania503.
Reichsbank 164 768,9504
Commerz und Privat Bank 3 724 922,81 Darmstädterbank 2 901 722, 45 Deutsche und Diskonto Gesellschaft 5 569 993, 95 Dresdner Bank 3 557 960 Mendelssohn & C° 3 300 076, 40 Warburg& C° 3 050 994, 65 TOTAL 22 270 508, 45 501 Ibidem.
502Cfr. A. Lacroix- Riz, Le Choix de la Défaite, cit., pp. 66- 67. 503 Ibidem.
161
La ripartizione di tutti gli investimenti, che il Credito Centrale aveva effettuato presso le banche tedesche fino al luglio 1931, era stata effettuata in marchi505.
Ammontava a 132 milioni di franchi, più 5.105.000 marchi, la cifra per l’accettazione di garanzie alla Reichsbank, per un totale di 165 milioni di franchi di crediti alla Germania, senza contare la partecipazione francese, per un quarto del totale, ad un credito di 100 milioni di dollari, regolarmente prorogati per 3 mesi506. Dal verbale del Consiglio Generale per i crediti internazionali risultavano evidenti due clausole: 1) nessuna realtà politica o militare avrebbe mai potuto dissuadere l’atteggiamento accondiscendente nei confronti del Reich, 2) la sua influenza sullo Stato avrebbe impedito qualsiasi politica estera caratterizzata da un atteggiamento di fermezza. Da ciò si percepisce come mai la Reichsbank non si preoccupasse di fare alcuno sforzo per ristabilire la propria situazione finanziaria507.
Al capo stampa del Comité des Forges, contattato nel corso del viaggio a Berlino di Laval insieme a Briand il 27 e il 28 settembre 1931, fu comunicato che Laval intendeva far ratificare un accordo franco- tedesco preparato dall’ambasciatore a Berlino André Poncet, nel quale era prevista la costituzione di un importante
505 Ivi, pp. 68- 70. 506
Ibidem.
507L’Alta Banca di Francia in realtà avvertiva l’arrivo di una crisi senza precedenti, per questo, senza coinvolgere “le Comité des Forges”, dichiarò la collaborazione internazionale economica compromessa per via della crisi. Ibidem.
162
consorzio economico che avrebbe stabilito un equilibrio nelle rispettive economie di entrambi i paesi508.
In questo contesto il Presidente del Consiglio Laval e il suo Ministro agli Affari Esteri Briand riuscirono ad ottenere l’appoggio solo di una parte della Lega delle Destre (SPD) e dalla Reichsbanner509.
All’inizio dell’ottobre 1931 venne creata una Commissione per i rapporti franco- tedeschi, presieduta per la Francia da Gignoux e Coulondre, rispettivamente direttore e il segretario degli affari commerciali al Quai d’Orsay510
.
A tale proposito, nel suo bollettino mensile, il Comité des Forges celebrava “l’effetto psicologico dell’avvenimento”, dovuto all’atteggiamento cordiale dei francesi nei confronti della Germania, da parte della stampa e sosteneva possibili risultati ottimali. “Il modo in cui siamo stati in grado di fare appello in entrambi i Paesi non soltanto ai rappresentanti qualificati della grandi amministrazioni, ma anche a quelli della metallurgia, del settore elettrico, dell’industria tessile, dell’industria chimica, dell’agricoltura, delle organizzazioni operaie, ha dimostrato in modo piuttosto netto che vediamo in grande e che non ci interessa modificare il trattato commerciale franco- tedesco del 1927. Certamente francesi e tedeschi
508In agosto Laval aveva nominato il suo consulente tecnico André François Poncet ambasciatore francese in Germania; ciò segnò una tappa fondamentale nell’avvio della politica dell’Apaisement. Ibidem.
Il Berliner Tageblatt scrisse, a proposito dell’attività del nuovo ambasciatore, riguardo la questione del carbone e del ferro “primi tentativi di avvicinamento”. Ibidem.
509 Organizzazione che prende origine dalla Repubblica di Weimar e che si compone del partito social democratico, dal partito tedesco di centro e dal partito democratico tedesco. Ibidem.
510
163
avranno in generale molteplici occasioni di incontrarsi. Ma mai la loro collaborazione sarà giudicata se non da un organismo di completamente trasparente”511
.