Gli anni 30 fecero registrare un susseguirsi di interventi tesi a perseguire l’assestamento finanziario371
.
Queste misure indussero ad accantonare il piano di “equipaggiamento nazionale” tanto evocato da Tardieu, la cui discussione venne rimandata all’autunno. In poco tempo le difficoltà economiche interessarono quasi tutti i settori, colpendo anche l’Istituto Oustric, il cui scandalo coinvolse anche tre membri del Governo372.
Contrariamente alla tesi di una manifestazione tardiva, rispetto agli altri Paesi del centro Europa, degli effetti della depressione economica scoppiata negli Stati Uniti, fu possibile rilevare un aumento delle passività presso alcuni comparti industriali già a partire dalla primavera del 1930373.
Il malessere generale determinò un abbassamento considerevole del volume delle esportazioni; i prezzi al
370 Ibidem.
371 A seguito dello scandalo Oustric il socialista Herriot tenne un discorso davanti al comitato esecutivo del suo partito, nel quale con rassegnazione disse:“ Non vi è nulla da fare! Siamo prigionieri delle banche, le quali detengono 50 miliardi di titoli a breve termine”. Ivi pp. 48- 49.
372 Ibidem. 373
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dettaglio non seguivano più l’andamento di quelli all’ingrosso, le transazioni subivano gravi rallentamenti ed esistevano problemi di sovrapproduzione.
Si registrò un forte calo delle ore di lavoro giornaliere, aumentò la disoccupazione, venne ridotto il livello salariale nei settori in cui la mano d’opera era più debole e meno organizzata374.
In Francia, come in Germania, le industrie a maggiore concentrazione di capitale si dimostrarono meno sensibili alla crisi. Tuttavia anche i grandi istituti di credito, al fine di tutelare il loro prestigio, preferirono rifiutare sistematicamente i prestiti richiesti dagli stabilimenti medi disagiati. Ciò generò effetti così radicali che lo stesso Tardieu tentò di limitarne la portata.
La crisi colpì anche istituti di credito di media importanza, banche come Béchade, a Bordeaux, vennero inglobate dalla Banca di Indocina375.
La gravità della situazione contribuì anche al fallimento della Banca Oustric, legata ad un noto banchiere italiano, Riccardo Gualino, deputato durante il regime Fascista, Presidente dell’Istituto, titolare di tre pacchetti azionari presso la banca italo-francese376.
374
Ibidem.
375Poco più tardi anche la Banca dell’Unione Parigina, grande banca d’affari, seconda solo alla Banca di Parigi e dei Paesi Bassi, ristrutturata nel 1914 dal gruppo industriale lorraine de Wendel, entrò in una situazione critica dopo avere, nel 1932, assorbito il Credito mobiliare francese; in suo aiuto intervenne la Banca di Francia offrendole 180 milioni di franchi come fondi destinati al “sostegno”. Ibidem.
376
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Anche se fino al 1930 era stato smentito in ripetute occasioni, fu probabilmente il successo stesso della banca italo-francese ad originare il crollo377.
Inizialmente tutte le partecipazioni venivano assunte dopo un’indagine accurata circa il loro valore intrinseco e le possibili redditività; contrariamente alla prassi, i dirigenti si trovarono poco più tardi nella condizioni di accettare affari molto più esposti a incertezze378.
Compito dell’avvocato italiano era stato subito quello di fornire all’Istituto le linee direttive di cui necessitava ed eventualmente assumerne partecipazioni negli affari acquisiti. Probabilmente anche a causa della sua diversa nazionalità, l’imprenditore dichiarò di non avere mai assunto direttamente la gestione delle ditte finanziate, mentre l’effettiva realizzazione delle operazioni era competenza dell’apparato amministrativo, che curava aspetti legali, creazione, emissione e vendita dei titoli379. Successivamente alla proficua realizzazione del collocamento di un rilevante pacchetto azionario, la banca si lasciò coinvolgere nello sfortunato acquisto di un gruppo di aziende francesi impiegate nella fabbricazione e nella vendita di calzature.
L’Istituto si rivelò carente dal punto di vista dell’organizzazione tecnica, della capacità di controllo e subì l’inganno dei negoziatori, i quali rilasciarono dichiarazioni rivelatesi successivamente false. In
377Cfr. R. Gualino, Frammenti di vita e pagine inedite, Roma, Famija Piemontèsia, 1966, pp. 66-67.
378 Ibidem. 379
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conclusione pagò un prezzo sproporzionato rispetto al valore effettivo380.
Inizialmente sia in Italia che all’estero la posizione di Gualino restava solida381.
Parallelamente, in Francia, il banchiere Albert Oustric si trovava in difficoltà, condizionato dai continui cambiamenti dell’assetto finanziario nazionale. La crisi degli anni 30 iniziava ad essere gravosa in Europa e problematica a livello internazionale382.
Divenne necessario trovare una soluzione per fronteggiare il crollo del prezzo della produzione delle aziende finanziate dal gruppo Oustric, ridotto a un terzo del valore iniziale. Servivano nuovi sbocchi sui mercati e occorreva risolvere problemi inattesi circa la stabilità e la resistenza dei prodotti.
380
La rovina di Oustric dipese dall’avere assunto il gruppo di aziende collegate al calzaturificio “Chaussures Françaises”, la spesa per l’acquisto era stata pari a cinquecento venti milioni di franchi. Ivi, pp. 67- 68.
381 Nella sua opera autobiografica Gualino illustrò le ragioni che lo persuasero ad assumersi l’impegno amministrativo dell’istituto creditizio italo-francese, fornendo la sua versione sull’andamento degli eventi:” La stessa facilità con la quale, schiacciato da avversi elementi, ero risorto più potente di prima, mi avevano dato incentivo ad assumere coraggiosamente i rischi più gravi, quando li sapevo destinati ad uno scopo da me ritenuto degno e li credevo sopportabili. D’altronde, nel corso della mia vita, altre due volte avevo accettato e sopportato gravissimi rischi, e n’ero uscito illeso, salvando posizioni che parevano insanabili, ed evitando nocive ripercussione al paese. Per questa ragione, e per aderire alla richiesta di una persona cui non mi sentivo di rispondere negativamente, entrai, prima con un braccio e poi con l’intera persona, nell’ingranaggio di gravi responsabilità finanziarie causatemi da un istituto di credito, che aveva largamente sussidiato in passato, la Snia-Viscosa e che si trovava in angustie notorie. Da quel malaugurato impegno, di ammontare imprecisabile e di giorno in giorno crescente, nacquero guai senza fine e giornate tra le più difficile che un uomo possa sostenere.” Ivi, pp. 69.
382 Con l’obiettivo di evitare eventuali conflitti di interessi, pericolosi ad una società come la Snia-Viscosa, Gualino decise di dimettersi nel 1930, dalla carica di presidente, anche perché l’azienda italiana attraversava una fase di assestamento, con circa 240 milioni di fondi liquidi, disponibili per lo sviluppo della società. L’ultimo importante investimento realizzato dall’imprenditore italiano riguardava l’industria del cuoio, settore nel quale aveva riposto molta fiducia, oltre che finanziamenti, organizzando tre stabilimenti al fine di sfruttare i relativi brevetti, le cui sedi erano New York, per via del forte interesse nei confronti del prodotto dimostrato da parte di alcuni industriali nordamericani, Parigi e Sesto San Giovanni. Ivi, pp. 70.
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La catastrofe avvenne in brevissimo tempo, gettando le aziende capeggiata da Gualino in una situazione di caos, che comportò la scomparsa di incassi considerati certi e determinò l’aumento dei rischi sul mercato383
.
Una somma pari a cento milioni di franchi avrebbe consentito alla Banca di sostenere la sua posizione con tranquillità e i titoli di portafoglio, realizzati a prezzi ragionevoli, avrebbero consentito agli azionisti di recuperare i loro investimenti. Contrariamente non si fece nulla per impedire la crisi e il fallimento dell’Istituto384
. La scelta di impedire il finanziamento di un prestito, fu probabilmente la conseguenza della perdita da parte del risparmio francese di quasi un miliardo e mezzo sui valori Devilder, al quale vennero stanziati circa duecento milioni. Va però ricordato che il tracollo Oustric aveva causato gran preoccupazione sulle piazze finaziarie385. Parlamentari e giornalisti, erano tutti impiegati nella ricerca del colpevole e la figura dell’ex magnate dell’economia italiana, confinato nelle Isole Eolie, si prestava piuttosto bene386.
Oustric si trovò in gravi difficoltà, perché aveva investito la totalità del suo patrimonio e Gualino dopo cinque anni
383 Ivi, pp. 70- 71.
384 Seppure è stata dimostrata la tangibilità della crisi finanziaria che interessò la società italo-francese, d’altra parte si trattava di un istituto che godeva di nobile fama sia presso le élites politiche, di destra che di sinistra, perciò era scontato ipotizzare quelle possibilità che avrebbero evitato il tracollo finanziario. Ivi, pp. 71- 72.
385 Ibidem. 386
Gualino si difese dalle molteplici accuse che gli vennero rivolte e sostenne che lo stesso Albert Oustric, al quale spettava una partecipazione sui profitti della sua azienda, nella direzione della banca si dimostrava dotato di forte volontà. La totalità degli amministratori impiegati riponevano la massima fiducia nella sua capacità. Ibidem.
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di lavoro bancario si trovò accusato di crimini vari, tra i quali frode e corruzione387.
L’avvocato torinese negò la propria diretta responsabilità nella crisi del gruppo e, come si evince dalle sue dichiarazioni, presentò le proprie capacità come lo strumento che avrebbe reso possibile il risanamento finanziario388.
L’istituto fermò i suoi sportelli il 3 novembre 1930, insieme ad una delle più antiche banche francesi, la Banque Adam389.
Il 4 novembre, infatti, la Banque Adam, il vecchio istituto provinciale per il deposito, dovette sospendere le transazioni, lasciando uno scoperto di 80 milioni di franchi. Da alcuni mesi Oustric, si era assicurato il controllo dell’Istituto e aveva utilizzato le riserve per delle operazioni speculative390.
387 Così si difendeva nella sua autobiografia:” Ho amato e amo, come pochi, la Francia; ho avuto sempre viva fede nel suo avvenire industriale e monetario; ho collaborato allo sviluppo di alcune sue importanti industrie; ho versato, al complesso dei vari affari francesi, delle somme ingenti. La conclusione è un processo, perché non ho controllato se gli avvocati e i notai della Banca e delle società dipendenti verificavano a dovere gli statuti e gli atti costitutivi; né mi sono occupato delle numerose altre formalità che sono tuttavia necessarie per la vita giuridica di un’azienda. Mi fidavo pienamente dell’Oustric e dei colleghi di consiglio, tra le maggiori personalità francesi. So che non ho mai praticato un uomo politico francese e tanto meno l’ho quindi corrotto; so che non ho mai commesso volontariamente un atto che, allora od oggi, io possa considerare biasimevole. Malgrado la catastrofe dell’Oustric, la mia barca non andò alla deriva. Rimasi in piedi e tranquillo sulle tavole sconnese. Con una piccola vela malconcia e un traballante timore, drizzai la prora verso lidi migliori, navigando con serena tenacia nel mare inquieto e spumoso. Ogni giorno le ondate spazzavano la piccola navicella e parevano sommergerla, ma essa non colò mai a picco; e sono sicuro che avrei raddrizzato il timone, rattoppato la vela e sarei approdato ove la fede mi spingeva. Colà, ne sono certo, avrei riparato la barca e sarei ripartito per raggiungere lidi più ampi e più quieti.
All’improvviso, senza che io lo potessi mai lontanamente supporre, venni privato della libertà e del comando. Tolto bruscamente dalla direzione dei miei affari, quando più aspra si svolgeva la lotta, non mi venne dato alcun preavviso, non una sola ora di riflessione per arginare le conseguenze.” Ivi, pp. 74- 75.
388 Ibidem.
389 Cfr. A. Lacroix-Riz, Le Choix de la Défaite, cit., pp. 46- 48. 390
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La Banque Adam disponeva dei fondi di circa 55.000 clienti, condizione che non poteva lasciare indifferente il Governo, il quale tentò un riassetto finanziario, ma tutti i valori del Gruppo Oustric crollarono in Borsa, determinando numerosi fallimenti391.
A partire dal 14 novembre 1930 il Governo venne in ripetute occasioni sollecitato dal Parlamento sulle relazioni tra il Ministro della Giustizia Raoul Péret e Oustric, di cui era stato anche il legale. Il Guardasigilli aveva inoltre firmato, nel 1926, l’atto per la quotazione in Borsa della società Snia Viscosa, fra i titoli protagonisti del fallimento392.
Il Presidente del Consiglio prese, in numerose inchieste, le difese del proprio Ministro, sostenendo che Péret era stato l’avvocato di Oustric diciotto mesi prima di ammettere legalmente la Snia Viscosa fra le società appartenenti al gruppo quotate in Borsa. Ad avviso di Tardieu non era il suo Governo a dover essere messo in discussione, quanto il sistema di ammissione ai mercati finanziari delle società tramite autorizzazione ministeriale insieme alla possibilità di svolgere la professione di avvocato e quella di deputato393.
Malgrado tutto Péret, che si era ritrovato nella scomoda posizione di procedere all’arresto di un suo vecchio cliente, preferì dare le proprie dimissioni il 17 novembre del 1930 e venne in brevissimo tempo rimpiazzato da Chéron. 391 Ibidem. 392 Ibidem. 393 Ibidem.
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Il 21 novembre la Camera decise a proposito della nomina di una commissione di inchiesta circa i coinvolgimenti parlamentari negli scandali finanziari. Anche i sottosegretari di Stato ai Lavori Pubblici e alle Belle Arti, Falcoz e Lautier, rassegnarono le dimissioni al fine di comparire davanti alla commissione d’ inchiesta e di giustificarsi a proposito dei loro rapporti con la banca che aveva conosciuto il fallimento394.
Si trattò di un duro colpo per il Ministero Tardieu, il quale peraltro riuscì a riottenere la fiducia dalla Camera nello stesso giorno. A questo punto l’opposizione venne direttamente dal Senato che, nella seduta del 4 dicembre 1930, mise in crisi la maggioranza con 147 voti contro 139. I senatori sostenevano che la personalità di Tardieu, il quale non era stato mai particolarmente apprezzato dalla Camera Alta, veniva considerato un ostacolo alla concentrazione ministeriale e all’attenuarsi di lotte politiche395.
La vicenda del crollo Oustric fu archiviata il 23 luglio 1931 e la commissione di inchiesta, diretta da Louis Marin, si dimostrò molto più clemente rispetto alle aspettative. Sul caso ironizzò l’opinione pubblica e in modo particolare “L’Humanité”, che accusò la giurisdizione suprema di incoraggiare la repressione anticomunista396.
In questi scandali furono coinvolti, oltre ad esponenti politici quali il Ministro delle Finanze, il Guardasigilli e il
394 Ibidem. 395 Ibidem. 396
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Presidente del Consiglio anche la Banca di Francia, accusata di aver favorito, sotto richiesta del Capo dell’Esecutivo, un prestito personale al responsabile dell’Istituto397
.
In effetti, Tardieu, che era intervenuto più volte in aiuto di Oustric, nel suo discorso alla Camera giustificò il suo Ministro e presentò l’introduzione in Borsa della società Snia Viscosa come un fattore ordinario398.
Il periodo che va dal 1929 al 1932 segna dunque in Francia una nuova fase della storia della Terza Repubblica399.
Esattamente come all’inizio del secolo, negli anni trenta si assiste ad un rinnovamento ideologico, che portò ad una negazione dell’ordine precariamente stabilito e che tuttavia non deve essere considerato necessariamente come avvicinamento al fascismo, ma piuttosto uno spostamento dei consensi dall’estrema sinistra all’estrema destra400.
397 Ibidem. 398
Inizialmente la SNIA era una società, fondata nel 1917 dallo stesso imprenditore torinese, per il controllo del trasporto commerciale tra Itali e USA, più tardi, negli anni 20, la sua attività venne estesa al settore tessile, divenendo Snia Viscosa, azienda leader nella produttività del reyon.. http://www.storiaindustria.it/home/.
399 Cit in R. Remond, Plaidoyer pour une histoire délaissée. La fin de la IIIème
République, Revue français e des Sciences politiques, 1957, vol. III, p.257.
Cfr. Valeria Galimi, L’antisemitismo in azione, pratiche antiebraiche nella
Francia degli anni Trenta, Milano, Unicopli, 2006, pp. 46- 47.
Va ricordato che anche le pratiche antisemite si diffondono in tutta Europa come conseguenza di contingenze storiche, quali la crisi economica e la debolezza delle istituzioni politiche formatesi nel dopoguerra. Ivi, pp. 49- 50.
400 Cfr. Zeev Sternhell, Ni droite ni gauche, L’idéologie fasciste en France, Èditions du Seul, Paris, 1983, pp. 167- 169.
Nel 1929 la casa editrice di Piazza del Panthéon a Parigi di Valois, centro di un’ intensa attività intellettuale, aveva reso pubblica un’opera del futuro deputato socialista B. Montagnon, Grandeur et servitude, caratteristica delle idee della SFIO, che condurrà al fascismo offrendo una sorta di sunto delle tesi principali revisioniste degli anni trenta e presentando come risolutivo il socialismo nazionale. L’opera si caratterizza per via di una nuova soluzione al problema economico e sociale. “Occorre l’appoggio delle masse e dei piccoli possidenti,
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Il primo a proporsi per la nuova presidenza del Consiglio fu Barthou, il quale godeva della fiducia del Presidente della Repubblica, ma gli si opponeva Tardieu, che conservava ancora l’appoggio della maggioranza che lo aveva sempre sostenuto alla Camera. Inoltre i radicali, rifiutavano categoricamente di prendere parte ad un Governo che comprendesse rappresentanti dell’Unione repubblicana e democratica401.
Barthou, il quale intendeva realizzare un Ministero di conciliazione, declinò l’incarico proposto.
Pochi giorni dopo, l’8 dicembre 1930, fu Pierre Laval402 a cercare una soluzione; Laval sperava di superare gli antagonismi, riunendo forti personalità della politica francese che non avrebbero avuto bisogno di investitura,
piuttosto che il consenso delle oligarchie finanziarie”. L’autore esprime forte ammirazione nei confronti del sistema taylorista americano, diverso dal socialismo ortodosso, incapace di comprendere gli imperativi dell’economia moderna. “Uomini di sinistra militano verso destra non per tentare un ritorno all’età dell’oro, ormai inesistente, ma per via di una concezione della società da riorganizzare e dirigere”. Si arriva alla conclusione che solo il potere politico costituisce un vero strumento di cambiamento della società. Ivi, pp. 170- 171. Sull’esempio di alcuni esponenti della massoneria italiana come Arturo Labriola, lo stesso Georges Valois si avvicinava, negli anni trenta, all’ala sinistra del movimento socialista. Le cause che spingono gli attivisti del periodo e che spiegano la natura del fenomeno sono sempre legate alla ricerca di un’unione politica e sociale che possa essere in grado di realizzare il progetto rivoluzionario. È come se il sindacalismo rivoluzionario avesse posto l’ideologia, ma non avesse trovato quella base sociale capace di passare all’azione. È probabilmente la ricerca di questa unione che costituisce un prototipo di movimento fascista. Ivi, p. 170.
401 Cfr. Edouard Bonnefous, La République en danger, cit., p. 49 402
Originario della regione montagnosa dell’Alvernia, Pierre Laval, nato il 28 giugno 1883, veniva da una famiglia contadina. Laureato in giurisprudenza a Parigi fu ammesso nell’ordine degli avvocati e prima della guerra, nel 1914, venne eletto fra i deputati socialisti. Contrario fin da subito all’eventualità di entrare in guerra, il suo nome era finito nel carnet dei potenziali agitatori che avrebbero dovuto essere arrestati, in realtà sosteneva la pace negoziata. Clemenceau, nel 1917, quando assunse la direzione del Governo con la ferrea intenzione di distruggere il pacifismo, gli offrì un posto da sottosegretario nel suo Esecutivo e Laval, contrariamente a quanto voleva il suo partito, accettò. Allontanato dal proprio gruppo, nel 1920, divenne un socialista indipendente. Cfr. W.L. Shirer, The Collapse of the Third Republic. An Inquiry into the Fall of
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ma furono i radicali a rifiutare ancora una volta i portafogli che gli erano stati offerti, al fine di evitare un’ulteriore collaborazione con l’U.R.D403
.
Finalmente, l’11 dicembre 1930, Doumergue identificò la figura di Steeg come possibile candidato alla presidenza. Per aggregare una maggioranza adeguata doveva risolvere due questioni, la prima relativa ad un possibile distacco dell’U.R.D. dal centro e la seconda rispetto alla possibilità di assicurare la neutralità da parte dei socialisti. Il candidato intendeva realizzare ciò tramite una distribuzione di portafogli ministeriali che potesse escludere le componenti più intransigenti dei vari partiti e assicurare il concorso al tempo stesso dei radicali e di alcune personalità del gruppo dei moderati404.
Il giorno seguente Steeg che, oltre alla presidenza del Consiglio, conservò per sè la gestione delle colonie francesi, presentò la propria compagine ministeriale405. Fra i membri dell’U.R.D. Chéron e Barthou ricoprivano rispettivamente le cariche di Ministro della Giustizia e della Guerra, Briand venne riconfermato agli Affari Esteri e Leygues all’Interno, i radicali socialisti Chautemps e Daladier ottennero l’Istruzione e i Lavori Pubblici, mentre Loucher e German-Martin vennero destinati ai Dicasteri per l’Economia Nazionale, l’Industria e il Commercio e le Finanze Pubbliche406.
403 Ibidem. 404 Ibidem. 405 Ivi, p. 50. 406 Ibidem.
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L’ Esecutivo, già debole, venne ulteriormente messo in crisi dai cambiamenti che si stavano verificando all’interno del Paese407
.
Il Sottosegretario di Stato Finanze Baréty presentò le proprie dimissioni non sentendosi sufficientemente appoggiato dai repubblicani di “sinistra”. Il Sotto Segretario all’Agricoltura Cautru, dell’U.R.D., il Ministro alle Pensioni Thoumyre del gruppo dei repubblicani di