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Nei tre Esecutivi occupati da Pierre Laval, che si susseguono fra gennaio 1931 e febbraio 1932, il problema

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Cfr. Edouard Bonnefous, La République en danger, cit., pp. 58- 60. 436 Ibidem.

437 A negare la fiducia erano stati 18 democratici popolari, 85 membri dell’U.R.D., 30 esponenti dell’azione democratica e sociale, 52 repubblicani di sinistra, 15 militanti di sinistra sociale e radicale, 17 di sinistra radicale, 11 indipendenti di sinistra, 11 comunisti, 40 indipendenti, 14 deputati che non facevano parte di alcun gruppo. Ibidem.

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principale della politica francese dipendeva dall’impossibilità di costituire una maggioranza stabile nel tempo e da un elettorato debole incapace di ricorrere alla propria principale prerogativa439.

Anche il partito radicale contribuiva poco al consolidamento di una maggioranza, limitandosi a concedere di tanto in tanto a delle formazioni di centro sinistra o di centro destra la propria approvazione.440

Laval non intendeva né turbare il Parlamento, né tutelare gli equilibri interni e, a differenza di Tardieu, evitò qualsiasi scontro con il partito radicale, cercando reclute tra i radicali stessi e i moderati441.

I suoi esecutivi sono stati spesso considerati come un prolungamento della politica di Tardieu, in realtà l’approssimarsi a sinistra del partito radicale inibirà l’allargamento che Laval aveva pensato. Un’altra delle sue priorità, consisteva nel tutelare certe presenze nell’Esecutivo, come ad esempio Briand al Ministero degli Affari Esteri e lo stesso Tardieu, al quale venne delegato il Ministero dell’Agricoltura442

.

Fra i rappresentanti del partito radicale, Calliaux era favorevole ad un’eventuale partecipazione al nuovo Governo, mentre Herriot, insieme al gruppo radicale socialista, continuavano a dimostrarsi ostili al progetto, ribadendo di non poter prendere parte ad una compagine

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Cfr. Jean- Paul Cointet, Pierre Laval, cit. p. 87. 440 Ibidem.

441 Sembra che esistesse un gruppo di radicali così detti “lavalisti”, proprio per il loro essere politicamente vicini al Presidente del Consiglio. Ivi, p. 88.

442Ulteriore precauzione alla quale Laval fa ricorso è presentare alle Camere discorsi di investitura vaghi, privi di impegni precisi e scadenze, articolati da dibattiti che non degenerano in pubblici attacchi, nel tentativo di garantire e conciliare gli interventi. Ibidem.

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indipendente rispetto ad una “maggioranza sinceramente repubblicana, costituita conformemente alle decisioni anteriori del partito”443

.

Lo sforzo di conciliazione, offerto da Laval per consentire un avvicinamento del gruppo radicale socialista con l’U.R.D. appariva difficile. Laval aveva annunciato l’intenzione di accordare ai radicali importanti concessioni nel programma e, nei cinque portafogli che era disposto ad offrire, vi erano la Vicepresidenza del Consiglio e il Ministero dell’Istruzione Pubblica444

.

Tuttavia, ad avviso del partito radicale, le offerte ricevute erano considerate inaccettabili qualora Laval avesse insistito con l’intenzione di fare appello ai membri dell’U.R.D445

.

Un altro tentativo di costituire un Governo di ampia concentrazione stava per essere accantonato e Laval optò per un Ministero fedele alla vecchia maggioranza e a Tardieu446.

Presentato il 27 gennaio 1931, il nuovo Gabinetto confermò la propria investitura nel successivo 31 gennaio, con 312 voti contro 258. Il testo della dichiarazione ministeriale comprendeva passaggi poco definiti relativi alla questione della laicità nell’insegnamento e faceva appello a obiettivi quali l’approvazione del piano di produzione su scala

443 Cit. Edouard Bonnefous, La République en danger, cit., pp. 60- 62. 444 Ibidem.

445 Ibidem. 446

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nazionale, il bilancio per l’anno successivo e si proponeva una riforma finanziaria a livello locale447. A seguito delle due crisi ministeriali, la Camera riversava in una condizione di ritardo per l’approvazione del bilancio, soprattutto riguardo alla salute pubblica. I numerosi emendamenti proposti, spinsero Laval a ritardare alla Camera la scadenza, prevista per il 31 marzo 1931. “In un momento in cui la situazione economica è in crisi, le imposte accusano minusvalenza e l’assetto finanziario non è dei migliori. Il paese ha più che mai bisogno di raggiungere il saldo tra introiti e spese pubbliche”448

.

Ad avviso di Laval, uno dei più importanti impegni che il Governo poteva assumersi nei confronti del paese era quello di un bilancio in equilibrio, in modo da garantire certe sovvenzioni. Infatti il piano di spesa per la pubblica istruzione venne votato il 17 gennaio 1931 e, con altrettanta fretta, si passò all’approvazione delle spese per il Commercio e le Colonie449.

Mentre continuavano le discussioni interne alla Camera, la disoccupazione, fino ad allora contenuta, raggiunse in poche settimane livelli inaspettati, al punto da rappresentare un elemento decisivo per le scelte di bilancio e divenire oggetto di svariati interventi da parte

447 Ibidem. 448

Ivi, pp. 65- 67.

449La questione della Difesa, insieme al piano per i lavori pubblici, furono le uniche materie a richiedere tempi più lunghi per l’approvazione del bilancio. I socialisti, a causa di una riduzione del 16% della spesa rispetto al periodo precedente la guerra, manifestavano timore circa una possibile invasione; mentre i radicali erano consapevoli che la costruzione di nuove ferrovie avrebbe comportato inevitabilmente un aumento delle tariffe, difficile da sostenere in un periodo di grave crisi economica. Ibidem.

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della sinistra e, in particolare, di Blum, che chiese al Ministro del Lavoro un correttivo al sistema di stima del livello di disoccupazione450.

Laval aveva delegato gli ispettori del lavoro a procedere ad un’indagine negli stabilimenti che impiegavano più di 100 lavoratori. Negli effettivi presi a campione, si constatava una diminuzione del 4,2% rispetto al 1930, ma ciò veniva giustificato con il trasferimento dei lavoratori stranieri; contrariamente il tasso di impiegati part- time era aumentato dal 3,4 al 14%. il Ministro del Lavoro dichiarò “La progressione della disoccupazione risulta due volte meno rapida rispetto alla crisi precedente”451. La questione venne portata davanti alla Camera il 24 febbraio 1931, Pierre Laval chiedeva l’approvazione di un sussidio pari a 100 milioni di franchi, mentre Blum difendeva la proposta del suo partito a favore di una modifica importante al regolamento sulla disoccupazione452.

450Il problema allarmava il Parlamento e l’opinione pubblica, infatti, a differenza del resto d’Europa, le stime sulla disoccupazione non avevano mai superato in Francia il mezzo milione; si trattò di un dato che fece presumere la peggiore fra le crisi economico- finanziarie che il paese avesse mai conosciuto nell’ultimo secolo, aggravata e prolungata dall’incapacità degli Esecutivi e del Parlamento di promuovere misure efficaci atte al suo arresto. Cfr. W.L. Shirer, The Collapse of

the Third Republic, op.cit., pp. 208- 210.

In effetti le casse municipali della disoccupazione non erano presenti in tutti i comuni e non esisteva una legge che obbligasse i disoccupati a denunciarsi come tali. Cfr. Edouard Bonnefous, La République en danger, cit., pp. 65- 67.

451 Confrontando la situazione corrente con quella che aveva caratterizzato il 1926, anno di piena prosperità economica, gli operai in attesa di reintegrazione erano 243.000, rispetto alle cifre che aveva fornito la più recente inchiesta, la stima supplementare dei disoccupati era aumentato solo di 100.000. Gli operai in cassa integrazione, ammontavano a 350.000. Ivi, pp. 67- 69.

452 Ad avviso dei socialisti occorreva che la Commissione delle Finanze promuovesse un credito di 100 milioni di franchi di sussidi alla disoccupazione, proposta tra l’altro arbitraria secondo l’opinione dei radicali. Il partito comunista organizzò anche una manifestazione, prevista per il 25 febbraio 1931, alla quale però la confederazione generale del lavoro rispose con un invito a mantenere la pace interna e preservare l’accordo fra le classi sociali. Ibidem.

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Già nel 1930 il Parlamento aveva votato una disposizione al fine di garantire una pensione annuale di 550 franchi agli ex combattenti di guerra che avessero raggiunto l’età di 50 anni. In questa circostanza però le spese preventivate apparivano come una minaccia. Ciò spinse il Governo a chiedere una riduzione del livello pensionistico; proposta inizialmente respinta da parte dell’apposita commissione che dimostrò la necessità di reintrodurre imposte per fronteggiare la crisi, quale l’aumento del tasso di imposizione fiscale generale e il rilevamento dell’imposta sulle operazioni di borsa453

. Il dilagarsi di pubbliche proteste, spinse la Commissione delle Finanze, durante la seduta dell’11 marzo 1931, a rifiutare eventuali nuove imposte fiscali e realizzare un nuovo equilibrio di bilancio, tenendo presente i principali aumenti di spesa votati per l’anno successivo e i settori in difficoltà che influivano sul livello del deficit. La commissione ristabilì l’imposta sulle operazioni di Borsa e decretò che lo Stato avrebbe convertito il suo debito verso la Cassa dei Depositi. La legge finanziaria venne votata con 470 voti contro 120, 11 milioni di franchi erano l’ammontare delle eccedenze, cifra minima rispetto ad un bilancio di 50 miliardi454.

Era soprattutto l’industria delle materie prime a trovarsi in una condizione di disagio, al punto che le principali

453 Questa attitudine rappresentava la diretta conseguenza di un Paese in piena crisi economica, con forte tassi di disoccupazione, soprattutto a seguito della crisi del sistema bancario. Ivi, pp. 73- 74.

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compagnie carbonifere del Paese decisero per una riduzione dei salari455.

Alla Camera Daladier, il 26 marzo 1931, protestò contro il prezzo delle materie prime, maggiore del 25% rispetto a quello inglese e, per questo motivo, principale responsabile della crisi del settore. Era tangibile la presenza di una certa “oligarchia del sottosuolo” e l’incapacità dello Stato di garantire la tutela dei lavoratori. Probabilmente a causa dell’irruenza con cui Daladier presentava le proprie proposte, queste non riuscirono ad ottenere il favore della maggioranza alla Camera456.

L’accordo, che si fece pochi giorni più tardi, tra aziende e sindacati prevedeva riduzione dei salari e decretava che lo sciopero del 30 marzo sarebbe stato preventivato solo per i sindacati unitari sotto forma di una manifestazione simbolica457.

A differenza di quanto era accaduto al Ministero delle Finanze, il piano di spese previsto per gli Affari Esteri fu subito approvato da parte di un’ampia maggioranza e rappresentò un successo politico per Briand che, approfittando della seduta, rese pubblica l’intenzione di procedere ad una politica di avvicinamento nei confronti

455 La politica interna che stava promuovendo il Governo si dimostrò disastrosa, le misure condizionavano negativamente il volume di produttività del Paese, la riduzione di salari e stipendi inibì progressivamente la capacità d’acquisto dei consumatori e diffuse fra gli elettori un forte risentimento nei confronti della classe politica. Cfr. W.L. Shirer, The Collapse of the Third Republic, cit., pp. 208- 210.

456 Edouard Bonnefous, Histoire Politique de la Troisième République, cit., pp. 74- 76.

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della Germania per favorire l’organizzazione della pace458.

“La Francia sarà orgogliosa di essere il primo Paese ad avere ratificato il trattato sull’arbitraggio. Questo gesto è la dimostrazione palese che non abbiamo nessun secondo fine”; dichiarò il Ministro. Intanto, dopo la Camera, anche il Senato discusse e approvò i due progetti di legge per autorizzare il Governo alla ratifica dei protocolli conclusi a Ginevra, il 14 settembre 1924, relativi al riconoscimento dello statuto della Corte permanente di giustizia internazionale insieme all’atto generale di arbitraggio approvato dall’assemblea della SDN il 26 settembre 1928459.

Ciò che suscitava preoccupazione all’interno del parlamento francese era il protocollo per un accordo economico fra Austria e Germania, reso pubblico il 24 marzo 1931. Il Senato francese precisò, durante la seduta del 28 marzo, che la ratifica degli accordi di Locarno non avrebbe in alcun modo messo in discussione le disposizioni del Trattato di Versailles per il riconoscimento dell’indipendenza austriaca rispetto alla sua vicina e che, per questa ragione, l’accordo non era legalmente difendibile460.

La Camera affermò l’adesione ad un politica di intesa internazionale e di cooperazione dei popoli europei contro il progetto di un’unione doganale austro- tedesca

458 Ivi, pp. 78- 80. 459 Ibidem. 460

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in contrasto con i trattati e con le dichiarazioni del Governo461.

La posizione francese godeva dell’appoggio dell’Italia e della Piccola Intesa con l’obiettivo di portare la Germania davanti alla Società delle Nazioni. Pochi giorni dopo la Germania rispose all’accusa francese e di presentarsi davanti alla Corte di Giustizia Internazionale462.

Nel giugno 1931 Doumergue avrebbe terminato il mandato presidenziale, mentre l’elezione del capo dell’esecutivo era prevista per il 13 maggio. I gruppi di sinistra, in particolare i socialisti, erano favorevoli alla candidatura di Briand a Presidente della Repubblica, contrariamente alla destra, che scelse come candidato il Presidente uscente del Senato Paul Doumer463.

Il 13 giugno 1931 si riunì a Versailles l’Assemblea Nazionale e i risultati del primo turno furono i seguenti:

votanti 901464 suffragi 897 Maggioranza assoluta 449 Doumer 442 Briand 401 Hennessy 15 Cachin 10 461 Ibidem.

Va ricordato che al momento dello scrutinio dell’8 maggio 1931, Briand aveva ricevuto, oltre che molti voti favorevoli, anche diversi suffragi rivolti contro la sua persona. Era molto diffusa l’opinione che la sua politica avesse in qualche modo consentito l’Anschluss. Ivi, pp. 84- 87.

462 Ibidem. 463

La candidatura di Briand sembrò una manovra politica ideata da Tardieu, che d’accordo con Laval, lasciò credere di sostenere l’idoneità di Briand alla presidenza per poi votargli contro, mentre il Presidente uscente Doumergue, esercitò una forte influenza a favore del candidato Doumer. Ibidem.

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Briand, si sentì fortemente condizionato dal fallimento e ritirò la propria candidatura. Lasciata Versailles e rientrato a Parigi, mise a disposizione del Governo, il suo portafoglio ministeriale, ma l’esecutivo intendeva confermare la fiducia nei suoi confronti465.

Dopo un’ulteriore proposta di candidatura di un esponente di sinistra, Doumer venne eletto al secondo turno con 504 voti, mentre alla Presidenza del Senato Lebrun, dell’U.R.D. rimpiazzava lo stesso Doumer466

. Secondo quanto stabilito dalle consuetudini, oltre che dal protocollo, Laval presentò le dimissioni ufficiali, ma Doumer, che preferiva una concentrazione di tipo repubblicano, pregò il Presidente del Consiglio di restare in carica e il Ministero conservò la medesima composizione del precedente467.

I problemi di politica interna lasciarono spazio a questioni internazionali che condizionarono la condotta dei partiti nei confronti del Governo Laval. Ad avviso dei membri del centro e di destra, che rappresentavano la maggioranza alla Camera, doveva essere messa in discussione era la continuità della politica estera di Briand468.

La conclusione dell’accordo austro-tedesco non aveva avuto per la Germania un significato puramente diplomatico; esistevano cause economiche profonde che mettevano il Reich in una condizione finanziaria tale da 465 Ibidem. 466 Ibidem. 467 Ibidem. 468 Ibidem.

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impedirgli di rispettare le obbligazioni fissate con il Piano Young. Tale situazione rendeva assai fragile la politica estera nazionale469.

Parigi aveva già valutato l’eventuale sospensione delle riparazioni che Schacht, Presidente della Reichsbank, aveva chiesto, già a partire da novembre 1930 in una delle sue abituali visite negli Stati Uniti, facendo appello all’imminente pericolo di una rivoluzione mondiale qualora non si fosse accordata al Reich una moratoria470. A seguito di incontri tenuti all’insaputa della Francia fra i vertici di Berlino, Londra e Washington, il pretesto atto a giustificare la sospensione delle riparazioni fu l’aggravarsi, a partire dalla primavera del 1931, della crisi economica. Gli Stati Uniti intendevano fare il possibile al fine di tutelare gli interessi americani in Germania e salvare la sua valuta garantendo un ulteriore credito, questa posizione venne ribadita da Moret, durante il consiglio del 9 luglio 1931471.