• Non ci sono risultati.

Il successo della sinistra alle elezioni politiche del 1932 consacrò una nuova compagine costituita dai Cartelli sotto la presidenza di Herriot, ma si trattava di una maggioranza piuttosto frammentata, che si trovò ad affrontare gravi problemi economici e finanziari a seguito della forte depressione che stava ancora colpendo il Paese e il suo mercato sia interno che estero e che contribuì fortemente ad alimentare un clima di instabilità ministeriale durante il quale si susseguirono sei ministeri in circa venti mesi568.

566L’Action française era divenuta molto più violenta dopo la condanna da parte del Governo di Roma del 1926, che determinò una perdita pari a circa il 45% degli elettori e l’80% delle risorse finanziarie, fortemente anticlericale, attaccava le gerarchie ecclesiastiche. Anche gli studenti si resero protagonisti di scontri a Parigi, nel Quartiere Latino, con la Lega dall’Azione Universitaria Repubblicana e con i Camelots du Roi. Ivi, pp. 220- 221.

567All’origine si trattava di un’associazione di anziani combattenti, fondata nel 1927 dall’imprenditore F. Coty. Nel 1931 il movimento, che prese le distanze rispetto a Coty, attribuì la presidenza al tenente colonnello de la Rocque. Nel 1933 la Croix de Feu si aprì ai giovani, i Volontari Nazionali, rapidamente reclutati nella borghesia, iniziò a disporre di un servizio d’ordine e formazioni paramilitari pronte ad obbedire al capo, poiché de la Rocque era ancora il comandante delle formazioni, nonostante i Volontari fossero autonomi per definizione. Ibidem.

181

Dopo l’elezione di Bouisson a Presidente della Camera e la nomina di Lebrun alla presidenza del Senato, il Presidente della Repubblica fece appello a Herriot per la formazione dell’Esecutivo. A seguito del rifiuto socialista era impensabile un Governo di concentrazione, perciò presero parte solo radicali socialisti569.

Nella dichiarazione ministeriale, del 7 giugno 1932, il programma promosso da Herriot prevedeva il controllo delle spese e il riequilibrio della situazione finanziaria, grandi lavori pubblici contro la disoccupazione, la redistribuzione dei contributi di allocazione e la riorganizzazione dei trasporti570.

In politica estera il Capo dell’esecutivo ribadì la posizione della Francia rispetto al diritto di ricevere le riparazioni, il disarmo veniva considerato una condizione indispensabile per la sicurezza internazionale e, in nome della Repubblica, il Presidente del Consiglio si proclamava favorevole a tutte le negoziazioni atte ad alleggerire le spese militari. La fiducia venne accordata a grande maggioranza dei consensi571.

Il 16 giugno 1932 alla Conferenza sulle riparazioni di Losanna Herriot, a capo della delegazione francese, accettò la sospensione dei pagamenti per tutta la durata dei lavori della discussione, in accordo con i rappresentanti inglesi, italiani, giapponesi e belgi. Nel rispondere a Von Papen, cancelliere del Reich, Herriot fu

569 Chautemps aveva ottenuto la vice-presidenza e il Ministero dell’Interno, Paul- Boncour la guerra, Daladier i Lavori pubblici, de Monzie l’Educazione Nazionali e Sarraut, fututo Presidente del Consiglio per un brevissimo periodo, le Colonie. Ivi, p. 126.

570 Ivi, pp. 1287- 129. 571

182

molto abile nel dimostrare lo sviluppo industriale che aveva caratterizzato la Germania degli ultimi anni; il paese avrebbe trovato il modo di riequilibrare la propria economia senza necessariamente sospendere la restituzione dei debiti572.

Nonostante la fermezza della posizione francese, la Conferenza decise di adottare un accordo favorevole all’annullamento delle riparazioni. Il Reich avrebbe semplicemente versato dei buoni alla BRI pari a tre miliardi di marchi in oro, che non sarebbero mai stati emessi sul mercato573.

La fine della Conferenza stabiliva anche l’annullamento del Piano Young; motivo in più per ritrattare con il Governo di Washington l’annullamento del debito francese agli Stati Uniti574.

La fine dei pagamenti da parte della Germania a titolo di riparazioni non riuscì ad evitare ripercussioni nei confronti dell’assetto finanziario francese. Il bilancio era in passivo e occorrevano delle modifiche importanti che il Governo radicale avrebbe dovuto apportare a quanto previsto da Tardieu575.

L’11 luglio 1932 la Camera adottò un progetto di legge di riduzione delle spese che avrebbe interessato il settore militare e amministrativo. Era previsto un aumento delle imposte sui valori mobiliari e sulle operazioni di Borsa, il

572

Cfr. L. Halphen et P. Sagnac, La Faillite de la Paix, cit., pp. 419- 424. 573Su un totale di 132 miliardi di marchi in oro, la Germania era riuscita a pagare solo 22 miliardi 891 milioni. Ibidem.

574

Nel frattempo il 23 luglio 1932 alla Conferenza di Ginevra venne approvata una risoluzione atta alla riduzione generale degli armamenti, respinta da URSS e Germania. Ibidem.

183

riassetto delle imposte sui redditi, l’aumento delle tariffe postali. Il Governo venne autorizzato ad emettere due miliardi di buoni del Tesoro576.

Il 28 ottobre in materia di politica estera e disarmo, Herriot precisò che la Francia avrebbe accettato una riduzione del servizio militare a corto termine per tutte le forze terrestri solo a patto di rispettare alcune condizioni577.

Léon Blum intervenne per rappresentare l’adesione dei socialisti; dopo l’approvazione da parte della Camera Bassa, questa proposta venne presentata a Ginevra, presso l’ufficio della Conferenza al Disarmo tramite il Ministro della Guerra Paul- Boncour578.

Poco più tardi, nel mese di dicembre, la Camera si riunì per discutere la questione della restituzione del debito francese agli Stati Uniti. A seguito della cessazione delle riparazioni tedesche, Herriot si era impegnato per ottenere da Washington almeno una riduzione. Una scadenza del pagamento del debito era prevista per il giorno successivo la seduta; la proposta dell’Esecutivo consisteva nel pagare la rata del 15 dicembre 1932 per dimostrare la serietà del Paese, facendo successivamente presente al Governo americano che, a seguito della moratoria

576Ibidem.

577 Tali condizioni avrebbero previsto: la dissoluzione della Reichwehr in Germania in quanto esercito, la formazione di un’organizzazione di controllo internazionale, un patto di assistenza mutuale fra le nazioni europee al fine di reprimere le aggressioni, un accordo con gli Stati Uniti per garantire certe condizioni di sicurezza identificate come indispensabili, obbligatorietà dell’arbitraggio, interdipendenza dell’arbitraggio e che le Nazioni aventi responsabilità d’oltre mare mettessero a disposizione forze di sicurezza specializzate. Ivi, pp. 130- 131.

578

184

accordata alla Germania, sarebbe stato impossibile per la Francia mantenere fede all’impegno preso579

.

Ma gli Stati Uniti, l’8 dicembre 1932, tramite una nota al Governo inglese avevano già dichiarato respinta la richiesta di revisione del debito; la Camera decise perciò di non procedere al pagamento della rata e preferì negare la fiducia al Governo, nonostante l’appello di Herriot alla maggioranza580.

Dopo l’appello di Lebrun a Paul Boncour, si costituì un Governo più orientato verso sinistra, con personalità estremiste del partito radicale581.

Il 22 dicembre 1932 il Ministero si presentava alla Camere e gli elementi che il Presidente del Consiglio ribadì nella dichiarazione ministeriale riguardavano ancora una volta la necessità di comprimere le spese pubbliche, in ambito economico si doveva organizzare il mercato del grano e proteggere i prodotti agricoli, in politica estera occorreva negoziare un regolamento generale sui debiti e valutare i lavori della Conferenza del Disarmo. L’elemento distintivo di questo brevissimo esecutivo stava soprattutto nel fatto che i socialisti votarono a favore582.

Prima della chiusura della sessione la Camera si preoccupò di discutere vari progetti in materia finanziaria,

579Herriot si aspettava un nuovo regolamento del debito internazionale e una dilazione del pagamento già a partire dalla rata successiva. Ivi, p.132.

580 Ibidem.

581 Ivi, pp. 133- 137. 582

In ambito di politica interna Chéron si promise di risolvere la questione del bilancio, altrimenti assicurò di lasciare il posto di Ministro delle Finanze, fra i radicali socialisti, Chautemps era stato confermato all’Interno e Daladier alla Guerra, Bonnet ai lavori pubblici, Sarraut alle colonie, de Monzie all’educazione nazionale e Leygues alla Marina. Ibidem.

185

come l’autorizzazione al Governo per l’emissione di 5 miliardi di franchi di buoni al Tesoro e l’apertura di un credito di 300 milioni per la protezione del mercato del grano583.

Nel gennaio 1933 Chéron chiese ad una commissione di esperti, presieduta dal sotto governatore della Banca di Francia, di stimare l’ammontare del debito. Il risultato era pari a quasi 11 milioni di franchi annui. Per fronteggiare questa cifra il Ministro preparò un programma basato sull’aumento degli introiti allo Stato e sul controllo delle spese. Il Governo voleva però sottoporre queste soluzioni tecniche a una condizione politica importante: l’associazione dei sindacati e l’elaborazione di una politica finanziaria584.

In effetti, l’11 gennaio 1932 il Ministro Chéron ricevette i rappresentanti dei Cartelli confederati dei servizi pubblici, ai quali espose il proprio progetto di riforma finanziaria, ma questo primo incontro fece intuire che gli sforzi per riequilibrare il bilancio promossi dal Governo sarebbero stati fortemente intralciati dalla procedura che si intendeva adottare. Infatti i sindacati scelsero di ritirarsi dichiarando, che dopo un esame generale della situazione, non ritenevano più opportuno continuare a discutere con il Governo585.

A seguito dell’istanza ministeriale il confronto riprese il giorno successivo e non fece altro che rafforzare le

583 Ibidem.

584 Ivi, pp. 137- 138. 585

186

critiche dell’organo sindacale, contrario a qualsiasi politica di deflazione586.

Alla Camera la Commissione Finanze protestò contro le informazioni che il Governo aveva fornito ai sindacati senza conferire prima con il legislativo587.

Mentre la maggioranza depositava i propri progetti di legge all’attenzione dell’Assemblea, il partito socialista propose una contro riforma che aveva ricevuto l’accordo da parte dei funzionari e che si ispirava a due principi fondamentali; evitare l’introduzione di qualsiasi fiscalità e aggiornare la riforma totale del regime fiscale al 1934588.

In un secondo momento si sarebbe introdotta una nuova concezione del bilancio dello Stato, coprendo soprattutto le spese delle leggi atte alla previdenza sociale tramite i benefici dell’industria privata589

.

La riduzione di spesa più importante era prevista per i crediti destinati alla Difesa Nazionale; si stimava una diminuzione di 650 milioni sui materiali, 300 milioni sulle indennità del personale militare, 300 milioni sulle indennità dei civili, era prevista una riduzione per l’anno 1935, sul trattamento dei funzionari al di sotto di 12.000 franchi per una trattenuta complessiva variabile dal 2 al 10%590.

Dopo il 1935 il volume delle somme di interesse dei funzionari sarebbe stato ridotto tramite la sospensione del 586 Ibidem. 587 Ivi, pp. 138- 140. 588 Ibidem 589 Ibidem. 590 Ibidem.

187

reclutamento e la soppressione d’impiego, e durante il 1934 con una riforma amministrativa591.

Era prevista una riduzione dei crediti per l’applicazione delle assicurazioni sociali, infine l’idea di Chéron era quella di procedere anche ad un taglio netto delle pensioni592.

Per quanto riguarda l’aumento degli introiti fiscali, il Ministro prevedeva innanzitutto una maggiorazione temporanea del 5% di tutte le imposte dirette che complessivamente sarebbero ammontate a 600.000 franchi e un aumento dal 5 al 10% delle trattenute sulle pensioni593.

Si intendeva sopprimere l’esonero di imposta, consentita nel 1928, ai piccoli proprietari, lo sgravo fiscale previsto a carico di quegli immobili afflitti da ipoteca e venne annullata l’immunità di imposta cedolare e di imposta generale sui redditi accordate ai pensionati di guerra, ai combattenti in pensione e per le allocazioni familiari594. Ma l’ostacolo principale per questo Governo era rappresentato dalla Commissione Finanze, che intendeva sostituire o apportare aggiustamenti a certe disposizioni della proposta utilizzando il contro-progetto dei socialisti595.

591 Ibidem.

592Il Ministro soppresse le pensioni alle vedove di guerra che si fossero risposate, revisionò lo statuto del combattente e le pensioni accordate agli invalidi di guerra, rimandò all’età di 55 anni anziché 50 e 60 anni anziché 55 le pensioni per gli ex militanti. Ibidem.

593

Ibidem. 594 Ibidem.

595Evidentemente la Commissione si preoccupava molto di più di assicurare il prevalere delle idee socialiste della maggioranza dei membri, piuttosto che rispondere alle esigenze che l’esecutivo denunciava come basilari. Ibidem.

188

Insistendo sula lotta all’evasione fiscale si intendeva applicare una contribuzione supplementare agli stipendi superiori a 50.000 franchi e aumentare i diritti di successione fino al 54% per le cifre anche al di sotto di 50 milioni, si votò la nazionalizzazione delle compagnie assicurative che erano oramai afflitte dal finanziamento dei fondi alla disoccupazione e per le calamità agricole596. La Commissione Finanze fu in grado di apportare un volume di risorse pari a 7.400 milioni di franchi, ben 4 miliardi meno rispetto al necessario. Ovviamente il Presidente del Consiglio e il suo Ministro delle Finanze chiesero alla Commissione di riconsiderare le proprie proposte, ma fu invano597.

Il 28 gennaio 1933, davanti alla Camera, Chéron, nell’intento di raggiungere un compromesso con i suoi avversari socialisti, propose una soluzione di equilibrio del bilancio nella quale il debito pubblico sarebbe stato colmato per un terzo dall’aumento di risorse, un terzo dalla riduzione delle spese e un terzo tramite il ricorso ad un prestito598.

Il repentino cambiamento dell’atteggiamento di Chéron, che inizialmente non riteneva possibile ricevere un anticipo, aprì una discussione relativa all’articolo più delicato del programma politico dell’Esecutivo, sull’eventuale maggiorazione del 5% delle imposte

596 Ibidem.

597 Ivi, pp. 140- 141. 598

189

dirette; ciò conseguì inevitabilmente una crisi di Governo599.

La scelta cadde su Daladier, che offrì ai socialisti la vicepresidenza e cinque ministeri. Il partito stando ad una prima mozione sembrò accettare, ma dopo due incontri, Faure dichiarò: “Il partito socialista non è un partito di coalizione con la borghesia”600.

Daladier preferì costituire una maggioranza radicale quasi analoga alla precedente, presentata ufficialmente alla Camera il 1 febbraio 1933601.

Il progetto di riassetto delle spese pubbliche non era troppo differente da quello previsto dall’Esecutivo di Paul- Boncour e aveva come base il testo adottato dalla Commissione Finanze. Bonnet e Lamoureux, rispettivamente Ministro alle Finanze e al Bilancio, rifiutavano categoricamente di fissare il montante del debito602.

L’idea, contrariamente a quanto intendeva Chéron, non era ristabilire completamente l’equilibrio, ma colmare la perdita più grave. Il testo proposto prevedeva una copertura parziale del debito a seguito della creazione di risorse pari a 5 miliardi e mezzo di franchi, di cui 2.600 milioni di introiti provenienti dal fisco603.

599Ibidem. 600 Ivi, pp. 140- 142. 601 Ivi, pp. 142- 144. 602 Ibidem.

603 Una caratteristica importante dal punto di vista delle entrate fiscali stava nell’assenza di maggiorazione sia permanente che temporanea delle imposte sui redditi; i contribuenti sarebbero però stati vincolati ad indicare nello loro dichiarazioni dei redditi gli istituti presso il quale detenevano i propri depositi nell’anno precedente alla dichiarazione. Inoltre agli agenti di contribuzione diretta era affidato il compito di indagine nelle banche. Ivi, pp. 145- 147.

190

La Commissione Finanze, alla quale era sottoposto il testo per l’equilibrio di bilancio, era fortemente influenzata dai socialisti e rinviò alla legge finanziaria le clausole sull’efficacia del controllo della dichiarazione dei redditi e sui valori mobiliari. Infine propose di sostituire la riduzione dei trattamenti e delle indennità dei funzionari con l’introduzione di una sopratassa eccezionale di crisi su tutti i redditi, fatta eccezione per quelli che tra il 1931 e il 1932 erano stati inferiori del 10% rispetto all’anno precedente604

.

Per via della contrarietà del Senato, il progetto fu adottato solo il 1 marzo 1933 e l’imposta generale sui redditi sarebbe aumentata del 10 e non del 20% per i salari superiori a 15.000 franchi mensili605.

Il 16 febbraio 1933 il 40% delle attività commerciali di Parigi scioperava in segno di protesta contro l’introduzione di nuove imposte fiscali606

.

Mentre negli Stati Uniti veniva eletto alla presidenza del Congresso Roosevelt, che di lì a poco avrebbe promosso il New Deal e le restrizioni finanziarie previste da questo programma, il problema dei debiti di guerra non era ancora stato affrontato e la Francia avrebbe dovuto rispettare la successiva scadenza, prevista per il 15 giugno 1933607.

604 Ibidem. 605

Sfortunatamente il tasso di disoccupazione non sembrava diminuire, le misure pensate per la soluzione della crisi agricola non si dimostravano efficaci, la situazione finanziaria era grave, il bilancio presso la Banca di Francia avvertiva una nuova fuga di oro, la bilancia commerciale registrava una perdita e si organizzavano manifestazioni contro uno Stato incapace di promuovere il bilancio, che viveva di prestiti. Ibidem.

606 Ivi, pp. 147- 148. 607

191

Anche la politica estera di riconciliazione europea e di collaborazione internazionale, per la quale la Francia faceva riferimento soprattutto alla S.D.N., era minacciata. In Germania Hitler aveva sciolto il Reich tedesco, installando il proprio regime di violenza e militarismo608. Il 10 aprile 1933 iniziò in Parlamento la discussione sul bilancio, dopo vive critiche alla politica finanziaria del Governo, si acconsentì ad apportare delle modifiche al progetto sulla base delle proposte della Camera609.

Lo scontro più violento tra Senato e Assemblea per l’approvazione della legge finanziaria, riguardava il monopolio del petrolio, proposto dai socialisti, che intendevano anche riorganizzazione i trasporti e nazionalizzare le ferrovie610.

Il 9 luglio 1933 era prevista a Londra una Conferenza Economica Internazionale. A seguito del fallimento della visita di Herriot a New York per chiedere al Governo degli Stati Uniti di evitare l’isolamento del franco, scopo della conferenza era il coordinamento delle differenti politiche economiche dei Paesi che vi prendevano parte; in realtà si trattò di una grande delusione per la Francia611. Il Paese avrebbe inevitabilmente sofferto l’isolamento davanti al rifiuto degli Stati Uniti di procedere alla stabilizzazione del dollaro. Rientrato in patria, Daladier

608

Ivi, pp. 475- 476.

609 Cfr. Edouard Bonnefous, La République en danger, cit., p.155.

610Per via di queste divergenze il progetto di legge finanziaria nel suo insieme, previsto per il 1934, venne votato definitivamente il 1 giugno 1933. Ibidem. 611

192

annunciò l’esigenza di un bilancio delle spese pubbliche completamente in equilibrio612.

Il 18 ottobre 1933 l’esecutivo chiese di usufruire della procedura eccezionale al fine di snellire il dibattito finanziario, prerogativa alla quale avevano fatto ricorso solo Poincaré nel 1926 e Herriot nel 1932. Del resto il Governo aveva deciso di dividere il testo sottoposto ad approvazione in due parti: un progetto speciale di riassetto economico e un progetto di legge finanziaria613. Una serie di misure essenziali erano state raggruppate nel progetto speciale, rispetto alle quali il Governo chiedeva la discussione d’urgenza e stimava un rendimento pari a 5.400 milioni. Erano previsti 2,7 miliardi di nuove imposte e 1.300 milioni di risorse eccezionali, la cui fonte sarebbe stata anche la creazione di una lotteria nazionale614.

Il Governo aveva anche previsto un rafforzamento del controllo fiscale, che avrebbe garantito 700 milioni di franchi, tramite l’imposizione di una trattenuta speciale sugli investimenti cedolari a titolo di anticipo, rimborsabili con l’imposta sui redditi. Ulteriori entrate sarebbero derivate da un prelievo pari al 6% sulle pensioni che, per non deludere i socialisti, sarebbe stato compensato da una tassa supplementare sui redditi615.

612 Ibidem. 613 Ivi, pp. 168- 169. 614 Ibidem. 615 Ibidem.

193

Come ultima misura gradita socialisti, il Governo concedeva i monopoli previsti prendendo il controllo della fabbricazione e della vendita di armi616.

Il 24 ottobre 1933 venne negata la fiducia, a causa di una proposta di emendamento che portava i salari di base per il prelievo del 6% a 15.000 franchi.617

Durante il dibattito parlamentare la situazione internazionale si complicava sempre di più; la Germania aveva lasciato la S.D.N. e la Conferenza sul disarmo 618. Il 24 Novembre 1933 il Cancelliere tedesco propose all’ambasciatore francese a Berlino François Poncet di siglare un patto di non aggressione valido per 10 anni. La Germania sarebbe rimasta fedele a Locarno. Tutte queste proposte furono rese alla Francia, il 18 dicembre 1933 in un memorandum, ma l’Esecutivo rispose, il 1 gennaio, ribadendo alla Germania l’invito a partecipare alla Conferenza di Ginevra619.

Si apriva in questo modo un’ulteriore crisi ministeriale; i socialisti ribadirono ancora una volta l’intenzione di non partecipare direttamente al Governo, e dopo le consultazioni abituali, Lebrun fece appello a Serraut per formare un Ministero che non dimostrò cambiamenti rilevanti rispetto al precedente, se non per la nomina di un repubblicano di sinistra, M. Pietri, al Ministero delle

616 Ibidem.

617 Ivi, pp. 170- 172. 618

Dopo l’ascesa di Hitler al potere e l’attività nazista in Austria, gli episodi di violenza si erano moltiplicati; l’opinione pubblica era nettamente contrapposta fra i sostenitori dell’Anschluss e i cattolici, che si opponevano all’unione con la Germania nazista. Hitler giustificava l’abbandono della Società delle Nazioni, del 16 ottobre 1933, sostenendo che il proprio paese non meritava di essere